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    Messaggio Da Admin Lun Lug 29, 2013 8:39 pm

    Promemoria primo messaggio :

    "L'Angolo de' Ristori Ciclointellettuali" by CarLemond.
    Apro questo 3D da dedicare in gran parte ad un amico conosciuto in rete, nella rete che non ha età, nazionalità e sempre meno barriere linguistiche. A parte quelle che il bischero Lemondaccio ci imporrà con la sua verve franco-empolese.
    Lemond, come tutti i personaggi, ha idee sue originali e discutibili (mi focalizzo su discutibili) e quindi apriamo la ... discussione.flower


    Ultima modifica di Admin il Dom Ago 04, 2013 1:00 pm - modificato 3 volte.

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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 10 Empty Re: L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Gen 16, 2014 12:40 pm

    adorazione  adorazione  adorazione 
    In questo brano c'è tutta Sophie Anquetil (ed un  flower di traduttore)
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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 10 Empty Re: L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

    Messaggio Da Lemond Ven Gen 17, 2014 8:01 am

    Nanou è vicino a me quando scrivo queste righe, sta preparando un dolce savoiardo, con una ricetta che le ha dato la signora Abbé, un'ammiratrice di Jacques che poi è diventata un'amica, per tutte le volte che andavamo in alta Savoia a festeggiare il compleanno di mio padre. Scrivo e chiedo qualcosa a mamma N, mentre gurdo il ritratto di mio padre, che ho davanti. E' un quadro molto ben riuscito, con quel suo piccolo sorriso dissimulato e quello sguardo così dolce e così fermo che, da qualunque parte lo si guardi, ci dà l'impressione che i suoi occhi siano fissi su di noi. E' molto contento, LUI, lo sento, che io scriva questo libro.
    "Hai mai pensato di lasciarlo, per dare campo libero ad una donna feconda?"
    Nanou si volta e mi sorride: "Ma certo, non solo pensato, l'ò anche proposto, ma tu conosci la risposta, egli teneva a noi in maniera ... anche malgrado noi. "
    "Tu avresti potuto comunque lasciarlo?" "E tu credi che avrei potuto? L'amavo e lui amava me e per ogni cosa dovevamo fare i conti con questo, con l'imperativo di essere tutti i giorni fianco a fianco e l'altro aspetto era che a lui occorreva un figlio del suo sangue e, quando mi sono accorta che la sua sanità mentale cominciava a vacillare per questo, la sola soluzione ragionevole mi è parsa Annie. Dovevo farlo, lo sentivo, lo sapevo e l'ò fatto!"
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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 10 Empty Re: L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

    Messaggio Da Lemond Sab Gen 18, 2014 9:54 am

    La stanza è profumata dal dolce appena sfornato e Nanou prepara il tè, mentre la conversazione la spinge a dire cose mai ... Non perché fosse d'obbligo il silenzio, ma perché erano, secondo lei, cose ovvie. Ma oggi le parole escono e ho la sensazione di trovarmi davanti a qualcosa di nuovo. E' strano con Nanou, sembra che sorrida sempre, anche quando non se ne accorge e sta tagliando il dolce a fette o versa il tè nelle tazze. Come mio padre, che ella porta sempre dentro di sé, ha quel sorriso sarcastico tipo "Gioconda" e oltre al sorriso, ha ricevuto tutto l'amore che aveva per noi e ce lo trasmette ogni giorno. Se vive in Corsica in questi anni è per veder crescere i nipoti e per essere sempre vicina alla figlia di Jacques: Sophie, cioè ... io. Wink
    "Nanou, tu dici che dovevi farlo, ma a tua figlia gli hai dato un ordine o l'ài pregata?" Io avevo l'impressione che fosse vera la prima ipotesi e volevo saperlo.
    Nanou mi guarda sorridendo e "Tu pensi che Annie, a diciott'anni, non abbia avuto scelta? E invece no, è soltanto una prerghiera che le ho rivolto e, prima ancora ho dovuto convincere tuo padre che quella fosse la sola scelta possibile, perché la sua prima reazione era stata di rifiuto assoluto!"
    Si beve il tè e mangio una fetta di quel dolce delizioso. Wink
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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 10 Empty Re: L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

    Messaggio Da Lemond Dom Gen 19, 2014 7:23 am

    Ma come mia madre Annie avrà vissuto questa cosa? Nel momento in cui scrivo ella ha quasi cinquant'anni (io trenta), è una donna viva e bella e io l'amo e ho sempre sentito come una dolcezza di una forza infinita il suo amore per me, ma per certi aspetti mi sembra di non saper niente di lei. Mai l'ò interrogata su quello che ha accettato e non perché non osassi, ma soltanto perché non mi ero posto mai la questione. Le cose stavano semplicemente così e in tal modo le vivevamo. Wink Ma arriva un giorno nel quale ci si accorge che Annie non è soltanto una dispensatrice di amore incondizionato, ma che è stata anche una ragazzina alla quale è stato chiesto di fare un figlio con il marito di sua madre. E Jacques era il suo patrigno dall'infanzia e, dal lato affettivo, anche qualcosa di più.
    "Un contesto strano, no mamma?" E' stata una sorpresa totale quando le ho detto così e a maggior ragione quando ho aggiunto: "Vorrei parlare del passato, di tutto il passato". Ho subito scoperto che lei avrebbe taciuto per sempre se non le avessi rivolto la domanda diretta, ma non le dispiace rispondere e le sue frasi si accompagnano dolcemente l'una all'altra, come lo scorrere di una folla tranquilla. Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Gen 20, 2014 7:55 am

    "No, il silenzio non mi è mai pesato e non l'ò mai vissuto come imposto e non mi sono per niente autocensurata, è solo che non mi è capitato che qualcuno mi chiedesse ..." Annie beve un sorso di acqua minerale, mi sorride e io credo di non averla amata così tanto prima d'ora. Wink
    "Un contesto strano? No, non credo, forse ... non lo so. Era l'universo Anquetil e per chi non ne faceva parte poteva anche sembrare, ma d'altra parte costoro non possedevano le chiavi per entrare". Ella dice ciò senza amarezza, con calma e con una certa nostalgia per la vita passata, di un'epoca magica, ripiena di dolci ricordi. Tuttavia, penso io, non saranno stati solo dolci.
    "Nanou mi ha detto di averti lasciata libera" beve un altro sorso e sorride "Sì, Jacques e Nanou mi hanno lasciata libera di fare quello che volevano facessi ... Tu sai com'era tuo padre, non imponeva mai niente, ma quando voleva qualcosa, lo otteneva, senza chiederlo direttamente. Quanto a Nanou tu conosci l'importanza della sua autorità a "Les Elfes". Il sultano, il suo sultano era Jacques e il gran Visir sapeva prevenire i più piccoli desideri, ancora prima che si formassero". Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Gen 21, 2014 8:11 am

    Ero appena uscita dall'adolescenza e da quand'ero piccola Jacques Anquetil era per me ... e, vivendo sotto lo stesso tetto, la coppia formata con mia madre mi pareva di tipo ollivuddiano. Smile (nota mia, l'aggettivo è italiano e quindi va scritto in tale lingua, a differenza dell'autrice che incrocia francese e inglese Sad) e la casa dove vivevamo sembrava un paradiso, tanto a me, come a mio fratello Alain. Quando Nanou è venuta a spiegarmi che avrei dovuto donare un figlio a Jacques, non so di preciso che cosa ho pensato, però quello che voglio dirti ora è che ero del tutto frastornata, però, dopo tutto, facevo parte della cellula di Anquetil, del mondo di Jacques, dove le regole dell'universo fisico esterno non sempre si applicavano. Wink "Nanou mi disse che era il solo modo per salvare la famiglia, altrimenti si correva il rischio che tuo padre perdesse la ragione. Nello stesso tempo sapevo che io piacevo a Jacques e, mia cara, occorre vedere le cose come sono. Certo tuo padre e mia madre hanno giocato con il fuoco, ma dell'eventuale giudizio degli altri a loro importava veramente poco. Si è parlato di lui come di gentleman-agricoltore normanno, ma per me, a pensarci bene, assomiglia a un sultano orientale, con una grande capacità di far passere i suoi "dictat" come ... naturali. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mer Gen 22, 2014 9:39 am

    Ridiamo entrambe e, poiché è l'ora dell'aperitivo, apriamo una bottiglia di Columbu rosso (noi lo chiamiamo Paulo). In ogni modo, riprende Annie: "Mi sono ritrovata nel suo letto per la sacra missione di procreare, sorpassata dall'evento, però allo stesso tempo mi sentivo a mio agio in quella dolce follia, che non rendeva pazzo nessuno, ma, mi ci sono voluti quindici anni poi, per dimenticarla. All'inizio non mi rendevo conto dei miei sentimenti per Jacques, o forse non me li volevo confessare, ma piano piano, mi sono accorta che non potevo andarmene dopo la tua nascita, perché ... l'amavo".
    Ciò ha complicato molto le cose o no? Perché non solo Annie amava Jacques, ma anche lui si è innamorato di lei.
    La guardo mentre sta portando il vino alle labbra, è bella mentre ha gli occhi sprofondati nei sui ricordi e sorride un po'. Forse ha anche un leggero tremore? Forse ... l'unica cosa sicura è che anch'io conosco bene l'universo Anquetil e quindi anche il sultano, ma un sultano molto dolce e che era tale verso tutti noi, ma solo noi. Infatti, quando mio zio Alain si è sposato e ha cercato di venire a vivere al castello, non ha funzionato: sua moglie non si è potuta mai integrare nella cellula Anquetil. Sad
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    Messaggio Da Lemond Gio Gen 23, 2014 9:30 am

    Jacques si è afflitto parecchio per la partenza di Alain, che amava come un figlio, e di Steve (figlio di Alain), ma Dominique non ...
    Mia madre riprende il filo: "Sì, le cose si sono svolte lentamente, perché eravamo tutti presi da una logica più forte di noi, falsata alla base, ma questo uno se lo dimentica e/o non ci pensa. E allora una trova normale che Anquetil voglia che la gente sappia che tu Sophie sia la figlia che lui ha avuto da Nanou. Se non ci fosse stato tutto quel grande amore intorno a te, forse le cose non sarebbero andate bene, ma tu eri adorata da tutto il clan e probabilmente eri la bambina del clan, prima che figlia mia. E come compensazione io avevo Jacques che, dopo la sua ritirata sportiva, era diventato ancora di più un semi-dio, davanti al quale il resto del mondo si inchinava. Egli era felice, perché era stato adottato dall'intiero popolo francese, cosa che non era accaduto quando correva. Agli Elfes i contadini normanni si sarebbero immaginati di non vederlo mai nei campi e invece era sempre lì, un vero figlio della terra. Wink E così ebbe anche l'amore/stima dei vicini che scoprivano un uomo semplice ... al lavoro. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Gen 24, 2014 7:51 am

    All'interno degli "Elfes" era il signore inconstrato e a tutti noi ciò sembrava nell'ordine naturale delle cose e in questo ordine, dettato dalla coppia imperiale, c'era che ogni sera lui veniva nel mio letto, per poi ritornare a dormire con Nanou. Tu stavi con lei fin quando Jacques era da me e poi ... si operava lo scambio. Wink
    "Io questo lo so da sempre, cara mamma e non mi è parso mai scandaloso, sono stupita talvolta di pensarlo, perché in effetti sono cresciuta in questa atmosfera permeata di un grande amore e priva di ogni falso pudore. Ripeto, in questa storia, l'attore principale, per non dire esclusivo, è l'amore e io, che l'ò vissuto dall'interno, lo so."
    "E' vero, noi, tutti noi, siamo riusciti ad amarti e il tuo carattere non ha sofferto per la situazione, ma questo libro che vuoi scrivere esisterà ... per gli altri".
    In altri paesi, certi costumi e culture, autorizzano a vivere in modo normale una situazione simile ed è per questo che ho chiamato *sultano* mio padre. Ciò che nessun popolo o religione autorizza è l'incesto, ma in questo caso l'incesto non c'era.
    "Ma certo, non c'è mai stato nulla di sordido e tu puoi essere in pace con te stessa"
    "Lo sono sempre stata, lo sai ..." E finiamo il vino, ridendo. Wink
    (Nota mia, il riferimento alla religione islamica è la parte più debole delle argomentazioni del testo, perché le due donne fanno finta di non capire come la poligamia sia la conseguenza del ruolo che simile pseudocultura assegna alla donna: mera fattrice dei figli, si spera maschi, del padre-padrone. Lì l'amore non c'entra per niente, ma solo la volontà del capo di accrescere il più possibile il numero dei guerrieri o braccia-lavoro che potranno aumentare il potere della famiglia  Evil or Very Mad )
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    Messaggio Da Lemond Sab Gen 25, 2014 8:42 am

    "Ma tu credi che se Nanou avesse potuto avere figli le cose sarebbero andate così?" - Non lo so, anche perché non mi sono mai posta codesta domanda -
    "E se tu non ci fossi stata, Jacques credi che avrebbe lasciato Nanou?" - Non so nemmeno queso, so solo che Lui non avrebbe amato questa parte della nostra discussione -
    Io invece penso che l'avrebbe fatto e Annie sta cercando di giocare con le parole.
    Annie riprende: "Era un timido Jacques, ma un timido particolare e affascinante e che non aveva troppa fiducia nel mondo di fuori. Certo il successo straordinario, tutta quella gente che lo ammirava e l'acclamava, mascherava la timidezza, ma restava il fatto che Lui non aveva il controllo che avrebbe desiderato rispetto agli altri. Forse la causa era la freddezza con la quale una parte dei tifosi lo ha seguito durante la carriera. La cosa che più amava era, appunto, avere il controllo, essere un sovrano, illuminato dal carisma e dalla personalità."
    Giocare con il fuoco ha detto mia madre, che aggiunge: "Da un anno mi ero accorta che Jacques era cambiato nei miei confronti, non mi guardava con gli stessi occhi e forse tutto è dipeso dal volere a tutti i costi un figlio da me, ma forse no."  confused "Tu vuoi la verità? Invece di passare qualche notte nel mio letto per la fecondazione, c'è stato per dodici anni con grande amore, ecco la mia versione del vero".
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    Messaggio Da meazza Sab Gen 25, 2014 5:17 pm

    vallelvo ha scritto:Se interessa ho il libro: Fausto Coppi La gloire et les larmes: Jean-Paul Ollivier est né en 1944 a Concarneau (Finistère). Grand reporter de France Television. Il est specialiste de l'histoire sportive. Il est l'auteur de nombreuses biographies de champions ainsi que d'ouvrages consacrés au général de Gaulle et à l'histoire contemporaine, en particulier.
    Achevè d'imprimer, en France chez Brodard et Taupin, en juin 2006. N° d'impression: 35990.
    La véridique histoire.

    E' lo stesso autore, del libro: Jacques Anquetil - L'Homme des défis, che forse il Grande Lemond (nostro) già traduce?

    Un aneddoto sul nostro grande ciclista. Ero ad una cronometro del Tour a Val D'Isere, avevo la nostra bandiera - forse era il 1997 - a fine corsa mi si avvicinò un giornalista francese - chissà che non fosse questo autore mi son chiesta tante volte - mi abbracciò piangendo e mi disse che era stato da giovane un grande tifoso di Fausto Coppi. Ero perplessa ed allora mi fece vedere il ciondolo d'oro che portava al collo. Lo aprì, all'interno il viso di Fasto Coppi sorridente. Mi commosse. Tante storie si vivono seguendo da vicino con passione il nostro sport preferito.
    Ollivier è una leggenda , io e mio fratello seguivamo il Tour su Antenne 2 solo per sentirlo parlare
    Val d'Isere.. c'ero anch'io ma hai sbagliato l'anno , era il 96 , Berzin fece una crono incredibile
    Il Giorno prima eravamo andati a Les Arcs , giornato non proprio ideale pero' fu una delle giornate piu' importanti della storia del ciclismo.. venti metri dopo di noi , Indurain non andava piu' avanti
    All'epoca il Tour faceva spesso arrivi nel week end nella zona tra Bourg Saint Maurice e Moutiers (Val Thorens - Courchevel - Les Arcs - Tignes ecc)
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    Messaggio Da Lemond Dom Gen 26, 2014 8:25 am

    Nanou e Annie hanno risposto alle mie domande con la loro gentilezza abituale e questo libro mi ha svelato a fondo la loro intimità o, forse possiamo dire meglio, abbiamo verificato insieme lo svolgimento del passato e siamo giunte ad un accordo: ci siamo tutti molto amati e continuiamo a farlo.  Smile  Questo non è certo una scoperta, come non lo è il fatto che i nostri ricordi siano comuni e indissolubilmente legati alla misteriosa assenza-presenza di Jacques. E ciò non solo per il passato, ma anche il presente e il futuro. Wink
    Invece la sorpresa per me è stata che la verità dell'una non coincida con quella dell'altra e quindi è venuto il tempo di scrivere nel libro quella che è la *mia verità*, come l'ò vissuta e come mi appare ora.
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    Messaggio Da Lemond Lun Gen 27, 2014 9:01 am

    Agli Elfes mio padre si è installato come proprietario di cose e di persone, pur se all'inizio chi governava era Nanou. Alain, diventando grande, accresceva il suo potere e Annie era la piccola principessa. Questo titolo fu ceduto a me qualche anno dopo. Nanou ha accettato il desiderio di Jacques, che ad un certo momento ha preteso che il re dovesse non solo regnare, ma ... Ella ha deciso così, perché vedeva in questa scelta l'unico modo per poter continuare ad amarlo e rimanergli accanto per tutta la vita. Nanou sapeva di non essere soltanto la "sua donna", ma anche "madre", consigliera, protettrice, e soprattutto, l'ancoraggio essenziale alla vita di Jacques.
    Da che sono nata per me la vita è scorsa in maniera deliziosa, mi sono resa conto velocemente che avevo due mamme e questo mi piaceva, non fosse altro, che avevo i regali due volte, per la festa della mamma. Very Happy Inoltre, quando ero imbronciata con una, avevo sempre l'altra da cui andare. Wink Ho scoperto, durante la scuola, che gli altri avevano soltanto una madre e mi sono dispiaciuta per loro. Wink
    Si dice che le bambine sono più precoci e sveglie dei maschi e ciò deve essere vero, perché ho il ricordo preciso dell'arrivo di Dominique (la moglie di Alain) e dei cambiamenti umorali che si sono prodotti fra gli adulti. Nanou entrava in collera più spesso e si verificava una "reazione a catena". Solo Jacques era esente dai malumori, grazie al fatto che lasciava il campo di battaglia (la casa) per ritirarsi nella tranquillità dei suoi boschi. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Gen 28, 2014 8:25 am

    Jacques amava sempre più andare di notte nella foresta, ma talvolta ci rinunciava per consacrare la serata a Steve, il piccolo di Alain e Dominique, che adorava e, per offrirsi il piacere di stare con lui, passava sopra alle tensioni palpabili che esistevano fra le donne. Certo la situazione lo irritava, ma non aveva altra scelta, perché per far finire il conflitto non c'era altra soluzione che separarle e questo certo non lo poteva nemmeno conncepire!
    Fino al matrimonio di Alain e l'installazione agli Elfes della nuova coppia, la vita era scorsa senza tensioni e, come al solito essa era fatta di feste, di partenze per le vacanze d'inverno e in estate, di cui mio padre era diventato un organizzatore-specialista e per le quali partiva il "sultanato" al gran completo: nonni, nonne, prozii, amici e anche Jean-Louis, l'operaio agricolo. Wink Io dovevo perdere la scuola anche per settimane, ma non importava. Al di fuori delle vacanze, invece, non ammetteva la minima assenza e infatti un giorno di neve, mi ritrovai sola a scuola. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Mer Gen 29, 2014 8:00 am

    Probabilmente, senza di me, che ero il centro "di gravità permanente", il trio non avrebbe retto. Fra Nanou al "governo" e Annie, la favorita del sultano, ci voleva Sophie per amalmagare i loro cuori; la rivalità fra le due donne aveva me come ancora di salvataggio; ma le "frizioni" erano egualmente presenti, mi ricorda, con ironia e tenerezza Mimi Billaux. "Anche davanti a te le due "mamme" si affrontavano "a brutto muso", ma appena tu ti mettevi a piangere, dimenticavano tutto immediatamente e due minuti dopo il tuo sorriso radioso ripristinava un l'ambiente cordiale ." Wink Mio padre sembrava che agli Elfes avesse avuto sempre tutto sotto controllo, fino al giorno in cui si rese conto di una cosa che non era capace di cambiare: si era innamorato di Annie, la piccola principessa della quale si sarebbe dovuto servire solo come madre portatrice di suo figlio/a. Ella avrebbe, subito dopo, partire per fare la sua vita, ma ...
    Questo fatto colpisce naturalmente Nanou, che è costretta però ad accettarlo, perché altra possibilità non c'è, se non rinunciare a tutto! Sad E così Jacques ogni sera va a giacere in un letto, per poi spostarsi in quello coniugale.
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    Messaggio Da Lemond Gio Gen 30, 2014 9:10 am

    Alain naturalmente conosce la situazione, ma sia per la sua ammirazione verso Jacques, sia perché il fatto non lo riguarda direttamente, pensa che non deve interferire e non si immagina invece quello che accadrà quando ci sarà anche sua moglie. E tuttavia quel che "deve", poi accadrà. Benché i due uomini, già detto e ridetto, siano attaccatissimi fra loro - Alain è la persona che ho più amato, per me era un figlio, confessa mio padre alla fine della sua vita - e la gestione della fattoria li rende ancora di più legati, si accorge che Nanou e Annie sono schierate contro Dominique e prima o poi si arriverà alla rottura. Dominique, a giusto titolo, vuole qualche tipo di responsabilità nella gestione della casa, almeno per quanto riguarda lei e Alain, ma il tradizionale andamento delle cose le permettono poco. Dall'altra parte Annie l'accusa di aver sposato suo fratello con l'unico scopo di portarle via Jacques! Solo fantasmi di una mente gelosa? In ogni caso un giorno si arriva alla separazione e i genitori di Steve vanno ad abitare dall'altra parte di Rouen, anche se Alain porterà il figlio a trovare il "nonno" tutti i fine settimana e quando non poteva farlo, ci pensavamo Nanou ed io ad andare a prenderlo. Credo che papà abbia avuto il suo primo infarto a causa di questo primo dramma famigliare. Sad
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    Messaggio Da Lemond Ven Gen 31, 2014 9:49 am

    Fu quella la prima volta che abbiamo avuto una grande inquitudine per la sua salute e fu la prima volta che non andammo a sciare; quel giorno ci accorgemmo che J.A. non era invulnerabile. Io avevo otto anni e con il tempo comprendo meglio perché mio padre, da allora, mi prenda sempre più come confidente: sono la sola in cui non vede alcuna traccia di riserva mentale, per me è sempre il mio dio. Per Nanou l'affetto resta il medesimo, ma di quella vita a tre, che ha installato non ha più il controllo assoluto, per quanto riguarda Annie, più il tempo passa, più vede gli Elfes come una specie di prigione, dorata sì, ma sempre tale. Ella ha atteso nella speranza che tutto cambi e che la situazione diventi normale, ma è una speranza vana e glielo dice l'esperienza degli ultimi dodici anni. Sa altresì che questo sarebbe il momento di andarsene per diventare una donna a parte intiera e non una sposa annessa. E un uomo le dice che è ancora giovane e bella e solo al di fuori delli "Elfes" potrà rendersene conto. Ma non segue per il momento il consiglio però vorrebbe almeno andare a lavorare fuori, un modo di fuggire di giorno alla coalizione permanente di Jacques e Nanou che preme su di lei. Ma anche questo desiderio di indipendenza relativa rende pazzo furioso Jacques, che le impedisce di lavorare altrove. Annie si sottomette, ma, d'altra parte, moltiplica le richieste di diventare la prima donna del "sultano" e quindi, in qualche modo, Jacques dovrebbe organizzare la partenza di Nanou, ma gli anni passano e le cose rimangono le stesse.
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    Messaggio Da Lemond Sab Feb 01, 2014 9:01 am

    Ma l'uomo che aveva spronato Annie verso la libertà ritorna un giorno al castello quando io ho dodici anni. Annie si convince che le cose non cambieranno mai e, per la prima volta nella sua vita, Jacques perde la "mano" e, al contempo credo, anche la salute. I primi sintomi della malattia si manifestano poco dopo la partenza di Annie che lo ha reso pazzo di rabbia e di tristezza. Mi parlava in continuazione di lei e mi diceva ogni giorno quanto l'amava. Anche Nanou aveva perso, perché sentiva sopra di noi il dramma, il vero dramma. Annie era partita senza di me; non era stato un vero proprio abbandono: prima di partire mi disse che aveva bisogno di stare un po' lontana e che, se volevo, potevo andare con lei. Le risposi che poteva andare, ma che io sarei restata, perché sapevamo entrambe che Jacques non avrebbe mai sopportato di separsi anche da me!
    Mio padre sarebbe stato pronto a tutto per fra ritornare Annie e talvolta addirittura sembrava delirare, ma forse era anche il cancro a provocare un simile stato d'animo (psiche e soma si erano unite contro di lui). L'unica possibilità era servirsi di me per difendere la causa del ritorno di Annie agli Elfes. Ma per me questo gioco era destinato all'altra soluzione e ciò mi rendeva molto triste, meno male che tutti mi amavano. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 02, 2014 9:13 am

    I giorni passano ed io faccio da tramite, per telefono, fra Annie e Jacques, ma lei fa "orecchie da mercante". Sa che non può esigere la partenza di Nanou dagli Elfes, ma sa anche che non ci ritornerà finché ci sarà sua madre. D'altra parte sta gustando la libertà. La situazione è totalmente bloccata, tanto che Nanou, davanti alle sofferenze del marito, domanda ad Alain e Dominique di venire il più sovente possibile al castello. Jacques è contento del "ritorno" di Alain, ma non ha certo rinunciato ad Annie. E forse gli viene l'idea di servirsi della presenza di Dominique per ingelosire Annie, oppure è veramente attratto da lei? In tutti i casi, dopo qualche mese, decide di giocare quella carta. Un giorno mi dice: "Fai sapere a tua madre che mi sono fatto delle idee su Dominique, penso proprio che lei non potrà sopportarlo e che ritornerà!" - Forse stai diventando un po' pazzo, papà? -"Forse, ma al punto in cui sono ..."
    Non c'è amarezza nella voce, solo una constatazione fredda, distaccata. E comprendo che, per la prima volta nella sua vita, è davanti a due ostacoli che gli fanno paura, che addirittura giudica insuperabili: far ritornare Annie e il cancro che lo sta divorando dal di dentro; quella malattia non aveva ancora un nome, ma ... Tuttavia non è il tipo da darsi per vinto e, se anche sa che il combattimento sarà vano, ci proverà comunque.
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    Messaggio Da Lemond Lun Feb 03, 2014 8:42 am

    In ogni modo se Jacques credeva, anche un po', che la minaccia di Dominique avesse funzionato, si abagliava di grosso. Annie sopporta molto bene simile ipotesi ora che ha rotto il "cordone ombelicale" con gli Elfes ed è felice là dove sta, con l'uomo che l'à convinta a liberarsi. Ma mio padre ha amato Dominique? Non lo so, quello di cui sono certa è che non è stata una buona compagna per lui e forse ciò dipende anche dal fatto che il loro rapporto si è creato più per vendetta che per ... Il giorno in cui si è consumato questo "nuovo patto amoroso" è stato in occasione della mia "prima comunione" quando mia madre non si è fatta vedere; io lo sapevo, perché lei me lo aveva ben spiegato, ma J.A. non ci aveva creduto nella maniera più assoluta. Sad  Quel giorno, dopo la cerimonia, mio padre ha annunciato a tutti che si sarebbe "messo" con Dominique! Come faceva a sapere che lei avrebbe acconsentito non lo so, ma quel che è certo è che la sera stessa Dominique sarà ufficialmente nel letto di Jacques. Quel giorno la cellula Anquetil esplode: Dominique diventa regina degli Elfes, Nanou, annientata, sparisce, io raggiungo mia madre e Alain se n'era già andato con un'altra poco tempo prima e con lei vive tutt'ora.
    L'esplosione però non ha ucciso l'amore che lui ha sempre sentito per tutti noi e ad es. Nannou sa che quello che veramente conta sono quei venticinque anni del loro amore e ... me, Sophie. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Feb 04, 2014 9:25 am

    Io attraverso questi tumulti mentre sono in piena crisi adolescenziale e mia zia, diventata da un giorno all'altro, matrigna non è certo lì per rallegrarmi. Sad Sono stata molto incerta allora: comprendevo tutto quello che era accaduto e mi sentivo inutile, senza potere. Agli Elfes la presenza di Dominique mi pesava e, per la prima volta con grande stupore mio e di mio padre, sono entrata in conflitto con lui e, come ho detto, ho lasciato la Normandia per raggiungere mia madre in Costa-Azzurra.
    Dopo qualche mese con lei mi rendo conto della sofferenza di Jacques che ogni giorno o telefona o viene a Nizza. Annie non cede, ma io sì. Ma Dominique non desidera la mia presenza costante al castello e allora Jacques mi trova un posto in un pensionato per i giorni feriali, mentre nel fine settimana sto agli Elfes e divento sempre di più la sua confidente. E una frase non detta, ma che è sempre presente fra noi è "Guardate quello che Annie mi ha costretto a fare!" :(L'uso del voi si riferisce alla cellula Anquetil che si è ormai dissolta, ma che resta ben impressa nella sua mente e lui (a suo parere) non ha commesso alcuno sbaglio, è solo la vittima dei comportamenti altrui.
    Il 2 aprile 1986 nasce Christofer, il secondo figlio di Dominique e mio fratellastro, ma che nel mio cuore resterà sempre mio fratello a parte intiera. Non credo che Jacques se lo aspettasse o lo volesse in tutti i modi, ma è stata una gioia immensa. Diventa pazzo per lui, si leva più volte la notte per vederlo dormire, lo tocca, lo palpa, lo accarezza in continuazione, si estasia per i sorrisi, per i borbottii e i piccoli gesti. Purtroppo la vita deciderà che il bambino non conoscerà suo padre, perché lo perderà prima che abbia coscienza di chi fosse. Evil or Very Mad
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    Messaggio Da Lemond Mer Feb 05, 2014 8:48 am

    La vita presenta a mio padre le sue esigenze ... un destino straordinario, favoloso per certi aspetti, lo ha sempre preso per mano. Da parte sua non si è mai tirato indietro e si è sempre gettato a testa bassa in ogni tipo di atteggiamento: talvolta alla ricerca dell'eroismo, talaltra spinto da un amore irresistibile, ma niente ha mai potuto arrestarlo. Possedeva una ardore che coinvolgeva chiunque gli fosse intorno. Chany scrisse alla sua morte: "Questo campione fuori serie, quest'uomo unico, che aveva accolto gli aspetti positivi e negativi dell'esistenza con un estremo pudore, quest'amico che si faceva carico delle esigenze di molti, non era fatto con un calibro ordinario, e prima di lui non ci si sarebbe immaginati mai che un Anquetil potesse esistere e ormai non esisterà più ... Questo normanno uscito dalla terra e attaccato ad essa, è sempre rimasto intimidito dall'opera della natura, ma ha scelto di chiamare le cose con il suo nome: un amico era un amico, uno sconosciuto o un coglione erano tali e la morte era la morte, punto finale. Alla sua maniera Jacques era un vero *aristocratico*, nel senso che ha sempre coltivato la sua originalità, si direbbe oggi la sua diversità. Essa lo faceva distinguere da ragazzo con i suoi pullover neri, quando nessuno li indossava oppure il gusto del paradosso e talvolta per la provocazione lo costrinse a curarsi di una semicolica gastrica, bevendo birra ghiacciata! Era orgoglioso, anche se non ambizioso nel senso proprio del termine (girare intorno agli altri con moine e promesse) e se tentava di essere singolare, era per sottrarsi all'immenso "essere massa" (la massa fa massa).  
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    In una parola il suo carattere lo portò sempre a percorrere le strade che gli altri lasciavano deserte."
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    Messaggio Da Lemond Gio Feb 06, 2014 5:57 pm

    A me ha lasciato in eredità la voglia di vivere ciascun istante come se fosse l'ultimo, in modo tale da non dover rimpiangere mai niente, perché se anche fosse da rifare, direi subito di sì. Aveva un carattere vincente, era un amante appassionato e e poi uno sportivo straordinario e, per finire, era un ... Normanno. Un agricoltore normanno che ha creato, dal quasi nulla, migliaia d'ettari di foreste e fu il primo ad importare le vacche americane (le herefords). Aveva grandi qualità, ma era soprattutto un gran signore, un personaggio degno di Guy de Maupassant, più che del suo amico giornalista e scrittore, Antoine Blondin. Wink Jacques era ossessionato, fin dall'adolescenza, dalla certezza di morire come suo padre: di novembre e prima di compiere 63 anni e ogni comportamento tenuto in vita, va visto anche alla luce del suo essere pressato dalla brevità della sua esistenza. Certo si è battuto contro la malattia e talvolta ha pure pensato di poter vincere, perché era un uomo orgoglioso e pronto ad ogni sfida, ma poi, purtroppo, non è andata così. Sad
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    Messaggio Da Lemond Ven Feb 07, 2014 8:33 am

    Quando avrà veramente smesso di illudersi? Non si sa, perché è sempre stato muto, oltre che coraggioso e lucido, nei confronti della malattia e quasi fino agli ultimi giorni faceva progetti per l'avvenire. Ci disse sul suo letto di ... "Sono deciso a battermi ancora per i miei due bambini, per tutti quelli che amo e per me stesso, ma credo di non avere più armi e i miracoli non esistono."
    Poco prima della morte, allorché un amico lo riportava all'ospedale, dove potevano solo, ormai, alleviare le sofferenze, gli chiese di fermarsi in un campo e cercò di arrampicarsi su di un trattore.
    Alcuni mesi prima mi aveva detto: "Bisogna tu sappia che io me ne andrò." Era calmo e triste, anche se al contempo felice per Christopher, ma le stupidaggini degli adulti per i bambini non contano.
    Riguardo ad Annie provava sempre lo stesso amore-odio e non si perdonava di averla perduta e infatti non ha mai smesso di chiamarla e di cercarla in tutti i modi e mia madre ha confermato. Un es. importante fu all'inizio del 1987, perché Annie gli rispose che sarebbe ritornata se Dominique se ne fosse andata subito e allora Jacques si è sentito perduto e, con la voce già indebolita dalla malattia, domandò di attendere almeno il battesimo di Cris, ma Annie fu irremovibile.
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    Messaggio Da Lemond Sab Feb 08, 2014 8:04 am

    La vigilia del battesimo di Chris ha avuto la conferma definitiva del cancro allo stomaco, ma la nascita del figlio gli ha dato una fiducia enorme per un combattimento vincente; però ci crede veramente? Io ne dubito, perché in quei giorni aveva dei comportamenti che mi lasciano perplessa. Per esempio, quando gli chiedo di organizzare il mio prossimo anniversario, lui mi risponde: "Farò di meglio, ti lascerò la casa per due giorni intieri a disposizione tua e dei tuoi amici." Era un regalo sontuoso, ma me l'avrebbe offerto se avesse pensato che non fosse vicino alla fine? (nota mia, e perché questa considerazione da parte di Sophie?) Dominique è stata un grande sostegno, ella lo amava veramente e ha saputo essergli vicino durante tutta la malattia e di questo gliene sono veramente grata. Anch'io credo di aver fatto la mia parte, ma negli ultimi giorni, pur cercando di non mostrarlo, sono entrata nel panico e in una depressione senza fondo. Sad Soltanto Nanou, al di là della sua amarezza, resta impassibile, ritirata nel suo appartamento parigino. Ella si era distaccata da quando Jacques era stato ospedalizzato ed è rivenuta due giorni prima della morte. Si è avvicinata al letto (c'eravamo anche Dominique ed io) e gli ha preso la mano, senza dire una sola parola. Si sono guardati negli occhi, in silenzio, l'una di fronte all'altro, come lo sono stati per anni e si sono detti, senza voce, per un'ultima volta quanto, al di là dei fatti della vita, si amano.
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    Messaggio Da Lemond Dom Feb 09, 2014 7:57 am

    Jacques è morto il 18 novembre 1987 a meno di 54 anni e il mio universo quel giorno è crollato e tuttavia, mi son reso conto che ero diventata il capo del clan Anquetil e ho trovato la forza per essere all'altezza del compito vedendo il mio fratellino che giocava tranquillo, incosciente della tragedia che girava intorno a lui. Quella nuova forza pareva addirittura mi venisse dall'al di là e mi ha fatto comprendere che, per sedici anni e mezzo, avevo conosciuto un uomo che non mi avrebbe lasciato mai, un padre che questo piccolo angelo, biondo e riccioluto, non conoscerà mai. Evil or Very Mad E' anche per lui che ho scritto questo libro, affinché scopra chi era: discreto e freddo, timido e divertente, pieno di finezze e stravaganze, un essere ambiguo e provvisto di un'intelligenza superba, oltre che dotato di una forza fuori dal comune.
    Il libro dovrebbe finire qui, ma poi mi accorgo che ho ancora qualche commento da scrivere in forma di epilogo.

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