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    L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI

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    Messaggio Da Admin Lun Lug 29, 2013 8:39 pm

    Promemoria primo messaggio :

    "L'Angolo de' Ristori Ciclointellettuali" by CarLemond.
    Apro questo 3D da dedicare in gran parte ad un amico conosciuto in rete, nella rete che non ha età, nazionalità e sempre meno barriere linguistiche. A parte quelle che il bischero Lemondaccio ci imporrà con la sua verve franco-empolese.
    Lemond, come tutti i personaggi, ha idee sue originali e discutibili (mi focalizzo su discutibili) e quindi apriamo la ... discussione.flower


    Ultima modifica di Admin il Dom Ago 04, 2013 1:00 pm - modificato 3 volte.

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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 07, 2013 9:22 am

    Anquetil era un tale miscuglio di sicurezza e di dubbio, di certezza e tormento che era molto difficile comprenderlo. Il mondo lo ammirava e lui compiva exploit ammirevoli, ma dal lato umano pochissimi erano quelli che erano autorizzati a sentirsi intimi con lui. Gli eletti erano sicuri di essere privilegiati, una sorta di corte nella quale dopo poco uno si sentiva molto legato, perché le esigenze di amicizia di Jacques erano, ancorché poche, molto forti. La sua esclusività lo fa apparire come un campobanda al centro di un microcosmo chiuso e si pensa che le sue gambe gli possano permettere anche di essere arrogante quando lo vuole e visto da fuori il clan Anquetil fa un po' paura e chi non può entrare pensa ad una specie di "mafia". Chi è dentro, naturalmente, ha una visione diversa e sa soprattutto che sarà sempre trattato bene, perché Jacques mette sempre al centro dei rapporti una fedeltà che gli deriva dall'infanzia e che non smentirà mai. Dall'altra parte i suoi amici di allora si riuniscono ogni anno davanti alla sua tomba nel mese di novembre. Fra tutti questi, oltre a Stablinski, due uomini hanno avuto un'importanza particolare per lui e ciò che Janine ha fatto per l'amore, Darrigade e Geminiani lo hanno fatto dal lato amicizia. Questi due uomini sono molto differenti e la qualità della relazione può anche apparire talvolta paradossale. Vedremo e forse ci stupiremo. Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 08, 2013 1:55 pm

    Talvolta giocavo a farmi paura dicendomi che non ero più tifoso di Anquetil, bensì di Darrigade. Però le più volte riuscivo ad amarli entrambi, soprattutto quando sfidavo i miei compagni in gare di "sprint". Durante i nostri giri, tutte le volte che ci avvicinavamo all'entrata di un villaggio, uno fra noi urlava:" Pancarte!" era l'avviso che si faceva a chi arrivava primo al cartello indicante il nome del paese. E allora, in quei casi, io diventavo Darrigade. Wink
    Occorre dire che André era una persona solare: biondo, occhi chiari, forte e astuto, aveva cinque anni più di Jacques, ma i due si assomigliavano e si vedeva che avrebbero potuto aver fatto i ragazzacci insieme. Wink
    Quando Anquetil è arrivato nel professionismo Darrigade l'à subito notato, ne ha visto il talento, il carisma, l'insolenza etc. e ha deciso di offrire al giovane campione quell'aiuto che per il momento gli poteva mancare per mantenere le promesse. Inoltre un fattore che ha cementato la nostra amicizia, dice André: "E' che lui parlava poco e io invece tantissimo, quindi eravamo ben assortiti". Wink
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 09, 2013 8:36 am

    Anquetil non ha nulla da temere dal corridore Darrigade, perché i loro talenti sono complementari; se fossero stati riuniti ne sarebbe venuto fuori il più grande ciclista di tutti i tempi. Smile La specialità di Dédé sta negli ultimi 500 metri, quelli che Jacques più detesta, perché sono a più gran rischio, anche se riescono a far riempire il "palmarès". Anquetil ammira le sue vittorie, fra cui 22 tappe del Tour e un campionato del mondo e sa altresì che nella fase finale della corsa è irresistibile e riesce, come nessuno, a infilarsi nel buco più piccolo all'interno di un gruppo compatto e sa leggere la corsa in modo quasi perfetto. Ha invece dei limti notevoli a cronometro e nelle lunghe salite: non vincerà mai un Tour e quindi le tappe non troppo montagnose sono il suo regno, dove Anquetil invece non ha mai avuto intenzione di regnare. Wink
    Darrigate ha subito preso Anquetil sotto la sua ala e è diventato suo amico, suo mentore, ma anche il suo tormentatore, perché è lui che lo spinge a muoversi dal fondo del gruppo quando vede che è il caso. Ha deciso di essere la coscienza professionale del campione, che ne aveva ben bisogno: quante volte è andato in fondo al gruppo per esortarlo a fare bene il suo mestiere? Nel Tour del 1957 nel pieno di una grossa battaglia non lo si vedeva più, era introvabile anche nel solito posto (in fondo) e poi ci si accorse che si era fermato in un frutteto per cogliere qualche pesca. Very Happy Sad
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 10, 2013 8:52 am

    Una sera il Tour fa tappa a Reims e Darrigade ha vinto allo sprint; mentre alza i fiori e distribuisce sorrisi alle signore e buone parole ai giornalisti, Anquetil si dirige verso l'hotel. E' un albergo di provincia e, come spesso accade, in camera c'è un letto più grande dell'altro. Jacques posa la valigia e si sdraia sul lettone per qualche momento di riposo, prima della doccia e del massaggio. André arriva poco dopo con la maglia gialla e, dopo un colpo d'occhio alla stanza, si duole: "Eh no, tu prendi sempre il letto migliore, non è giusto!" Perché, risponde l'altro, basta che tu arrivi per primo in camera. Very Happy Così andavano i loro rapporti. Wink
    Qualche anno dopo, quasi nello stesso momento, si sono innamorati e si sono anche sposati, poi Darrigade ha cambiato squadra e la vita li ha separati, ma la loro amicizia è restata per sempre.
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 11, 2013 3:02 pm

    In gruppo il tempo passa veloce, le generazioni si succedono come in uno sprint e il duello fra esse è la cosa più naturale del mondo. Pertanto Anquetil non può essere amico di Bobet (dieci anni più anziano) e non potrebbe esserlo neppure di Geminiani. Anche se come uomo Jacque apprezza Raf molto più di Luison, non può, come corridore, che essere un suo avversario. In più Geminiani è la sua antitesi e la sconfitta del 1955 ai campionati del mondo gli è sempre "rimasta sullo stomaco". Era rimasto solo e ha visto ritornare su di lui la coppia Ockers-Gemignani ed è sempre stato convinto che il francese, suo compagno di quadra quel giorno, abbia favorito il rientro del belga, che poi ha vinto. Sad Gem è stato per Bobet quello che Darrigade era per lui e anche questo non va a suo vantaggio. A me, nelle mia infanzia R.G. faceva un po' paura con quella sua grossa voce e quelle dichiarazioni, quasi sempre perentorie. Inoltre lo chiamavano "Il grande fucile" e ciò faceva troppo rumore per le mie orecchie da bambino. Wink Ma avrei dovuto accordargli tutta la mia attenzione, perché è un meraviglioso narratore, riesce a spiegarti le corse come nessuno e ha sempre qualche aneddoto pronto per farti appassionare e ridere. Rappresenta il massimo per un giornalista al quale fornisce un materiale quasi infinito, anche se non sempre perfettamente obiettivo. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 12, 2013 9:32 am

    Anquetil non si fida di lui, lo trova troppo chiacchierone, infido, fanfarone; gli ha visto fare troppi "tiri mancini". nel 1958 precisa al selezionatore della Francia che Bobet e Geminiani insieme non ce li vuole: "Sono troppo maligni e insieme si giocherebbero di me, ne sono certo". 
    I due uomini si guardano "in cagnesco" per lungo tempo e i loro stili ciclistici sono opposti: se Anquetil è elegante, Geminiani è solo forza bruta e anche nel modo di esprimersi il primo è discreto e ironico, quanto l'altro è spaccone. Ma Raph. è anche un uomo d'affari brillante e immaginativo e infatti possiede la propria marca di bici e, dopo il ritiro dalle competizioni, non vuol lasciare quel mondo e decide di diventare direttore sportivo e in particolare quello di Jaques Anquetil. Wink Naturalmente il normanno cerca in tutti i modi di evitare simile situazione, ma il patron della ST Raphael-Helyet, d'accordo con gli altri componenti della squadra, lo "costringe" ad accettare la coabitazione con "Le grand fusil". Sad
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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 13, 2013 10:04 am

    Con il trascorrere del tempo si tesse fra i due una relazione piuttosto strana, perché sembra che Gem, il grossolano, abbia presa su Jacques, il sottile. Egli ha ben compreso certi aspetti del campione e si serve di essi. Questi fili psicologici, anche se parecchio scoperti, sembrano funzionare, grazie all'attrazione che ha il corridore per tutto ciò che è insolito, differente, singolare. Ha capito inoltre il gran desiderio di guadagno, non di semplice gloria, e sa trovare le parole, talvolta rustiche, che vanno in quel senso. Non si può immaginare che Anquetil, con la sua finezza di analisi e di temperamento, prenda sul serio tutto quello che afferma il direttore sportivo, ma è contento che l'altro parli di continuo su di lui. Su parecchi punti Gem trova in Janine una sicura alleata; spesso i due uniscono le loro forze e Jacques non può essere di certo stupito, ma ne approfitta, pur senza darlo a vedere. Anche come D.S. Gem non ama troppo le finezze e nel Tour 1963 si deve affrontare un'ascesa terribile: il colle della Forclaz, prima di arrivare a Chamonix. Decide di far mettere un rapporto molto leggero (42 x 26) e sogna pure di utilizzare una bici fatta appositamente per le salite (ultraleggera), anche se in altri terreni è controindicata, ma quel giorno, dopo la vetta, di discesa ce n'è molto poca. Il regolamento del Tour impedisce però il cambiamento di bicicletta in corsa, così Raph decide di imbrogliare il commissario di corsa che lo accompagna nella sua auto. Al momento opportuno Anquetil si ferma e grida: "Merde! Il mio cambio!" Il meccanico salta e taglia il filo del cambio con le pinze. Geminiani grida verso il commissario: "Merde! Ha rotto il cambio!" La bici leggera è subito pronta, il commissario deve constatare il danno e Anquetil va a riprendere Bahamontes, per poi batterlo allo sprint a Chamonix. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 14, 2013 10:40 am

    A quei tempi il ciclismo non era seguito solo dai medici, perché intorno ai corridori gravitava una miriade di curatori che vantavano pozioni più o meno magiche. Mad  Gem ne conosceva molti e così A. Magne che non disdegnava di passare il suo pendolino sul ventre di Poulidor per predirgli (di solito) un luglio difficile. Evil or Very Mad  Ma che volete, lo sforzo in corsa è così forte che non si può fare economia di nessuna superstizione, perché ... non si sa mai. Smile  (Nota mia, ciò mi fa pensare al comportamento di molta gente che, senza saperlo, condivide la scommessa di B. Pascal intorno alla religione: "E meglio scommettere sull'esistenza di un dio che alla fine possa premiarci e farci vivere per l'eternità, perché in questo modo anche se perdiamo, non ci costa nulla". Laughing )
    Anche per J.A. le cose vanno così e tutte le volte che prendeva parte ad un Tour voleva vedere il suo "mago di fiducia", senza di lui si sarebbe sentito andicappato. Di solito era Jean Luisi Noyès, guaritore provetto e altresì sposato con una cartomante. Twisted Evil Evil or Very Mad Twisted Evil 
    Nel 1960, alla partenza del Criterium degli Assi, una prova in circuito dietro motori, Jacques si sente male e chiama Noyès; che gli impone le mani intorno al collo e ... riesce a battere il record della corsa a più di 54 kmh.
    Questa fiducia in qualche potere misterioso può però anche rivoltarglisi contro, perché un mago predice che il tredicesimo giorno del suo quinto Tour gli sarà fatale! Anquetil e Geminiani hanno alzato le spalle, ma quando la data si avvicina appare una vaga inquitudine, che, piano piano diventa paura. Per non pensarci la vigilia, che è un giorno di riposo, partecipa ad una festa con Gem e Janine e sapendo ciò i suoi avversari pensano che il giorno dopo possa non essere in forma e decidono di attaccarlo. Poco dopo l'inizio della tappa, sul colle d'Envalira, la corsa esplode e Anquetil si ritrova in fondo al gruppo con il solo Rostollan come compagno, incapaci di seguire Poulidor e Bahamontes che se ne vanno. Jacques è sul punto di abbandonare e solo il grande Rosto lo obbliga a rimontare in sella e lo spinge per fargli ritornare il morale. Geminiani organizza la sua contromossa che consiste nel dargli una borraccia piena di champagne, dicendogli "o si vince o si muore", tanto ... peggio di così. E questo bastò a togliere al Normanno la paura della predizione e infatti riuscì a riprendere i fuggiaschi anche con l'aiuto della Pelforth (la squadra di Anglade) che tirò molto in pianura. Anquetil è ancora vivo e vincerà quel Tour con 55" di vantaggio su Poulidor. Wink
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Nov 14, 2013 11:27 am

    Post a dir poco esilarante Laughing corna diavoletto
    E' incredibile che questi francesi poi dicessero a noi che eravamo superstiziosi e bla bla bla.
    Io non ricordo corridori italiani dello stesso periodo che si circondassero di maghi; di stregoni e druidi sì, ma quella è un'altra storia Wink 

    Ps. Quest'oggi caro Carlo ho anch'io una sorpresa storica sulla quale ho lavorato domenica scorsa con la febbre.
    Per quello ho rinviato la traduzione dell'intervista a Lance.
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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 12:59 pm

    Questa attrazione per il soprannaturale non impediva loro di vedere lucidamente la realtà e infatti i due riescono ad operare un cambiamento decisivo nella abitudine dell'ambiente e posare le fondamenta di un nuovo ciclismo. Sono loro che imporranno le squadre "di marca" al posto delle nazionali e regionali. A partire dal 1962 fanno entrare alcuni "sponsor" esterni e il primo a formare "un'équipe" sarà, guarda caso, l'aperitivo St. Raphael Wink con Raph direttore generale, più tardi sarà la Ford a entrare.
    Questo mutamento è d'importanza storica, perché permetterà di costruire formazioni omogenee, intorno ad un "leader" in modo da poter programmare gli obiettivi da raggiungere. Van Looy fu il campione che per primo mise in pratica quanto preparato dal duo francese, grazie alla Faema-Saeco che seppe imporsi in gruppo nelle corse che erano adatte all'imperatore di Herentals.
    Riassumento A. e G. hanno costituito una coppia fra le più strane del ciclismo (fra l'altro parteciparono insieme al rally automobilistico di Montecarlo a bordo di una Ford Mustang), ma senza il Grande Fucile la carriera di Jacques avrebbe avuto molte meno luci.
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 16, 2013 9:50 am

    Resta da parlare del grande rivale di Anquetil e cioè Poulidor, per me l'uno rappresenta la fortuna dell'altro, anche se ci metteranno molto tempo prima di rendersene conto. Io non potevo "amare" Poulidor e Anquetil insieme e poi assomigliavo anche troppo a Raymond, eravamo anche della stessa terra e ciò non ci rendeva simpatici. Per tutta la Francia l'uomo del Massiccio centrale era Poupou, un vezzeggiativo per il prediletto dei francesi, ma per Anquetil trovare un soprannome è sempre stato difficile, perché la sua personalità non ispira, a differenza dell'altro, un subitaneo affetto popolare, si sarebbe quasi tentati di chiamarlo ... Signore.
    Il duello è all'inizio una battaglia fra due idee ciclistiche: quella tradizionale, incarnata da P. e il suo patron (A. Magne)  e l'altra, più moderna, alla ricerca di novità e invenzioni. Jacques ha subito capito che aveva di fronte un avversario di taglia, ma ha saputo convincere/rsi che sarebbe stato il suo secondo. Wink L'ascendente psicologico è un mistero, ma lo si può solo constatare. Poulidor ammira Anquetil e questa ammirazione gli sarà fatale: è nella situazione di un portiere che guarda il grande attaccante avversario e quel secondo di inattenzione, che il fascino gli procura, è sempre di troppo. Sad(continua)
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 17, 2013 9:04 am

    Si scrive spesso che Poulidor ha sfortuna, che fora nei momenti peggiori, che cade o che si fa investire da una moto, mentre ... Ciò non è falso, ma lui ci mette anche del suo, perché commette spesso imperdonabili errori quando la tensione si fa più alta. Nella Parigi-Nizza del 1964, durante le tappe in Corsica, fa un "exploit" enorme nell'ascesa del colle di Teghime, dando due minuti al rivale. Nella discesa, però cade e la bici è inutilizzabile. E questo proprio il giorno in cui A. Magne ha deciso di seguire un altro corridore, con la bici di scorta. Raymond resta al bordo della strada a guardare i corridori che passano. Evil or Very Mad 
    Quando si pensa a come si era comportato Anquetil, quando Pélissier aveva deciso di seguire Koblet invece di lui, si può immaginare come si sarebbe comportato in questo caso. Smile Mentre Poupou, buona pasta, sta lì tranquillo ad aspettare.
    Nella tappa di Toulouse del Tour è un meccanico che lo fa cadere, spingendolo troppo forte dopo un cambio di ruota. C'è poi da dire che la gestione dei fattori aleatori fa parte ormai di un mestiere che si pratica in modo diverso, dopo l'avvento del duo Anquetil-Geminiani: se tutto non è permesso, molte cose lo sono. Talvolta i pulidoristi si lamentano perché il loro campione è stato battuto solo con mezzi illeciti messi in opera dall'altro, ma così non è, perché le difficoltà restano anche in assenza del normanno. Ma la follia non è da un solo lato, perché si arriva addirittura al grottesco Mad dall'altra parte. Al Tour 1964, Jaques si rende conto che fra quelli che lo precedono in classifica generale c'è un certo Polidori, e Jacques, come colpito da un "raptus" ordina di sorvegliarlo molto da vicino! E ecco che la squadra francese è tutta indirizzata a neutralizzare il povero corridore italiano, che non capisce davvero quello che gli sta accadendo. affraid
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 18, 2013 9:32 am

    La loro rivalità oltrepassa i due, è diventata un affare della stampa e dei tifosi: non si può più parlare di Anquetil senza rammentare anche Poulidor, Quando Jacques vince il Giro di Sardegna, al quale Raymond non ha partecipato, i giornali quasi nascondono il fatto e si proiettano sui successivi appuntamenti fra i due; ciò fa arrabbiare molto il normanno. :(Lo scontro raggiunge il parossismo durante la Parigini-Nizza del 1966. Nelle prime tappe Poupou sta defilato, dicendosi in scarsa condizione, ma, arrivati in Corsica, riesce a battere Anquetil nella crono fra Bastia e l'Ile Rousse. J.A. è furioso di aver perso 36" sul suo terreno e ancora di più per l'accoglienza che il pubblico còrso a riservato al vincitore. :(In questi casi è bene stargli lontano e anche Janine ... Egli sta pensando, legge vecchi giornali e nota che, talvolta, dopo dei grossi sforzi, Poupou ha pagato il conto qualche giorno dopo e quindi telefona a Geminiani per preparare bene l'attacco nell'ultima tappa, che dovrà essere totale! La tappa Antibes-Nice è diventata l'archetipo delle alleanze nel ciclismo di quei tempi, perché ci si accorge subito che gli italiani (Molteni e Salvarani) lavorano per Anquetil, mentre i Peugeot sono dalla parte di Poulidor. Ma si dice anche che una moto ha tirato J.A. durante la salita della Tourette e che qualche corridore è stato spinto nel fossato. Da per tutto si denunciano manovre e intimidazioni. Adorni attacca e A. lascia che sia P. a sbrogliarsela da solo, ma quando lo ha raggtiunto comincia il suo fuoco di fila con scatti ripetuti, di cui nessuno saprò mai il numero. Comunque sia nell'ultimo R.P. non riesce a seguire e J.A. se ne va solo e arriva sulla "Promenade des Anglais" con un minuto e trenta secondi di vantaggio, riuscendo a vincere la P-N. (continua)
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 19, 2013 8:27 am

    La battaglia continua davanti alle telecamere, perché Poulidor constata amaramente che Anquetil è il padrone in gruppo e che i suoi compagni usano "tutti i mezzi". L'altro risponde che quelle parole non sono degne di un campione. Al Tour che segue Jacques non è al meglio della forma, ma Geminiani proclama alto e chiaro che vincerà "alla grande" e Poupou ci casca in pieno e andrà a sorvegliare solo lui. La corsa infatti sarà vinta da un altro protetto di Ralph: Lucien Aimar. Very Happy Il campionato del mondo dello stesso anno rappresenta la punta massima della loro diatriba. I due quel giorno sono una spanna sopra gli altri e si ritrovano. All'ultimo km. rallentano bruscamente, perché Raymond non vuol arrivare allo sprint, dove sarebbe secondo. Jacques lo guarda di traverso, temendo un attacco in contropiede sulla piccola asperità che si intravede. Ma così tergiversando, ai 300 metri arriva Altig, che va a vincere il titolo con il Normanno secondo e l'altro francese terzo. Sad
    Anquetil scrive: "Mi domando se siamo ancora in possesso di tutte le nostre facoltà? Trovo affatto assurdo questa divisione in due clan della Francia sportiva, che raggiunge tali parossismi da farmi ricevere una lettera anonima, dove mi si augura una morte violenta!" Evil or Very Mad 
    E P: "Mi è arrivato spesso di detestare Anquetil!"
    Ma dopo tutte queste situazioni grottesche, alla fine i due decisero di abbracciarsi, perché in fin dei conti erano stati entrambi vincenti e cominciarono un'amicizia fatta di poker notturni e di discussioni fra agricoltori. E la leggenda addirittura vuole che, sul letto di morte, J.A. abbia detto all'altro che anche in questo caso lui arrivava secondo.
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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 20, 2013 9:12 am

    La terza volta che ho visto Anquetil di persona fu sull'Izoard, dove mio padre ed io eravamo arrivati la mattina fino al cartello che indicava "Col d'Izoard 15 km." Finalmento ero su questa montagna terribile dove si scriveva la storia del Tour. Wink Durante i primi chilometri fui un po' sorpreso, perché le percentuali non erano così dure come credevo e infatti riuscivo a salire senza nemmeno servirmi del rapporto più piccolo. Forse mio padre mi aveva ingannato? Abbiamo passato Arvieux con un buon ritmo e trovato una lunga linea diritta al termine della quale c'era un villaggio (Brunissard). Mentre salivamo questa lunga linea, sentivo le gambe appesantirsi e vedevo il manubrio avvicinarsi al naso. Wink Scalai rapporto, ma le gambe restavano di piombo. Niente, in questo dirizzone, indicava la percentuale e non capivo perché non riuscissi più a spingere, ma il fatto era che avevo sbattuto nel muro invisibile dell'Izoard. Il rapporto era troppo lungo, in proporzione alle forze che erano troppo "corte"; la pendenza era troppo arcigna, il sole bruciava troppo e la borraccia era troppo vuota, mio padre era troppo lontano davanti a me, la vita del ciclista era troppo dura e io ero troppo giovane. Very Happy (continua)
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    Messaggio Da Lemond Gio Nov 21, 2013 10:03 am

    In seguito siamo entrati nella foresta e l'ombra mi ha dato un po' sollievo; la strada saliva sempre ma la vedevo scorrere e di tornante in tornante potevo misurare il cammino percorso e il dislivello superato. Alcuni cicloamatori mi raggiunsero e mi incoraggiarono, tendendo anche una borraccia piena e prima di lasciarmi mi dettero una spintarella sulla schiena. ;)La vita era ritornata vivibile e con una certa buona volontà raggiunsi la famosa svolta a destra, dove mio padre attendeva con un sorriso. ;)Dopo aver girato scoprii la "luna" e una discesa e quest'ultima voleva dire molto per me. ;)Il paesaggio era senza vegetazione e rappresentava l'archetipo della desolazione. Non avevo mai visto qualcosa di simile che per me era sì desolante, ma anche bello. ;)Ci siamo installati lì ed abbiamo atteso quattro ore prima che i corridori arrivassero, ascoltando per radio il loro avvicinamento. Anquetil è passato in un primo gruppo che andava molto forte e l'ò potuto notare bene, perché era l'unico a mantenere la posizione di passista, all'interno degli altri, tutti "en danseuse". Fu un piccolo momento, perché, come ho detto, il gruppetto passava veloce davanti alla placca in onore di Fausto Coppi. Non ho foto di quel giorno, perché ero salito con il minimo peso e quindi in definitiva il succo del giorno era stato: tre ore di salita terribile e quattro d'attesa per vedere tre secondi di Jacques, ma giudicavo equo quello scambio. Wink J.A. era passato così veloce che ero in dubbio se avesse avuto il tempo di ammirare il paesaggio e in generale se i corridori riescono ad apprezzare la bellezza del mondo?
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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 22, 2013 8:47 am

    Ad un certo momento Anquetil è uscito dal mio universo infantile e il motivo è semplice: siamo cresciuti. Egli aveva terminato la sua vita di ciclista ed io ero diventato adulto e, naturalmente senza dolore, avevo ben compreso che non sarei mai diventato un corridore.
    Ma la vita dell'uomo che continuavo ad ammirare non mi lasciava indifferente e quando seppi che aveva una figlia, subito mi dissi che sarebbe potuta diventare mia moglie e già mi vedevo al suo braccio nella cattedrale di Rouen, diventato genero di Jacques. Very Happy
    Tornando un po' indietro devo annotare che il 27 dicembre 1969, dopo un omnium disputato al velodromo di Anversa, Anquetil e Janine tornano alla loro fattoria "L'Elfe" per, come si dice "attaccare definitivamente la bici al chiodo". E' lui stesso che dice: "La pagina è girata e non ho nessun rincrescimento e se dovessi riscriverla lo farei allo stesso modo, salvo qualche piccola variazione che forse riguarda Paris-Roubaix. Mi correggo una cosa che mi turba c'è, anche se una sola, ma c'è: la maglia iridata! Io l'adoravo quella maglia, non m'importava nulla di essere dichiarato campione del mondo, ma avrei voluto tantissimo indossare quella maglia per un anno intiero. In gruppo la guardavo ogni volta vestita dagli altri: Baldini, Darrigade, Janssen, Van Looy, Altig e mormoravo i cinque colori: blu, rosso, nero, giallo e verde. L'ò sempre sognata e la sogno ancora".
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    Messaggio Da Lemond Sab Nov 23, 2013 9:22 am

    Il tempo della bici è finito ed è proprio in questa situazione che spesso si svelano i drammi dei campioni: Ocana e Koblet da una parte, Pantani e Vandenbrouck dall'altra sono degli esempi. Anquetil invece non cambia, non ingrassa per niente e non perde nulla né della sua eleganza distante, né del suo senso dell'ironia. Ha 35 anni, non ha più mal di gambe e ha di già realizzato quasi tutti i suoi sogni. Wink Il mio desiderio era, aveva confessato qualche anno prima, di acquistare una fattoria in Normandia e di viverci tranquillo. E ora possiede un castello con 700 ettari di terreno agricolo. Wink (nota mia: simile allo Chateux Magrin che il grande RiK però non ha fatto molto per averlo, in quanto è il castello avito Very Happy) E Jacques si mette subito nei nuovi panni di "gentleman-farmer" a capo di un'impresa che lo assorbe completamente. Alle Elfes ricevono amici in continuazione e infatti le dodici camere per gli ospiti sono spesso al completo con gli "abbonati" e qualcuno di passaggio. Un giorno, per divertimento, e per prendere in giro la storia del ciclismo, organizza un pranzo con ex corridori, dove tutti dovranno venire vestiti con una maglia che non hanno mai vinto: Poulidor infine avrà la sua ... maglia gialla Very Happy e, naturalmente, Jacques indosserà quella iridata. Sad I ricordi di un tempo che fu son sempre là, vivaci, pronti a riaffiorare istantaneamente, ma  sono là anche per scherzo, perché li si rimetta al suo posto: ormai non fanno più parte della vita.
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    Messaggio Da Lemond Dom Nov 24, 2013 9:16 am

    La cosa più strana è che, in parallelo con il lavoro alle Elfes, sceglie di restare anche nel ciclismo e lui, l'anticonformista, l'innovatore, l'indifferente, il dopato chiede e ottiene di di entrare nella Federazione Francese, per diventare poi selezionatore della squadra nazionale e si mostrerà competente e conservatore in questa funzione. Inoltre sarà anche commentatore alla radio (prima) e alla TV dopo, oltre che scrivere sull'Equipe. I suoi commenti sono sobri e si distingue nettamente dall'entusiasmo *fabbricato* dei predecessori e la sua visione della corsa pare addirittura più chiara di quando era in gruppo. Ma laddove raggiunge il massimo è nell'analisi psicologica e nella scoperta dei campioni: riconosce i suoi simili al primo colpo di pedale. Robert Chapatte (Antenne 2) si rammenta in modo particolare del giorno in cui Mercks ha battuto il primato dell'ora. Dopo quell'enorme prestazione a Città del Messico il giornalista e Jacques sono andati a trovare il belga  nella cabina a lui riservata e Eddy non poteva neppure sedersi e non riusciva ad emettere un suono che non fosse: "Ho male da per tutto!" Anquetil, dimenticando il suo lavoro di giornalista, gli confessava la sua ammirazione, ma lo apofostrava anche per non essersi preparato al dolore. Io, prima del tentativo, ho fatto proprio una preparazione specifica a Besançon, mentre tu ti sei presentato dall'oggi al domani! Nessun altro avrebbe potuto permettersi ciò, di fronte al grande Mercks, ma lui sì.
    F. Cholet (Europe1) non si è mai stupito di ciò che J.A. poteva dire quando erano insieme, però ricorda molto bene quanto fosse puntuale l'uomo. Quando era ancora corridore, durante il secondo tentativo per il record dell'ora, il giornalista gli aveva proposto di fare l'apertura del giornale radio delle 19. La partenza era prevista per le 17 e 45 e quindi l'arrivo alle 18 e 45, un quarto d'ora pareva sufficiente. Però, per disguidi vari la partenza fu rimandata di dieci minuti, ma Jacques, per mantenere la promessa, una volta compiuta la vittoriosa impresa, prima della cerimonia protocollare si precipitò al microfono di Europe1. cheers
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    Messaggio Da Lemond Lun Nov 25, 2013 10:00 am

    Per quanto mi riguarda, da modesto, ma attento telespettatore, se dovessi riportare uno dei commenti di Anquetil alla televisione, sceglierei quello dopo la tappa sul pavé al Tour del 1979. La battaglia era ardente fra Hinault e Zoetemelk e il Tasso aveva perso 3'45" e pareva irrimediabilmente battuto, tutti ne convenivano. Ma Jacques dichiarava tranquillamente: "C'è un ragazzo che sta per vincere il Tour e si chiama Bernard Hinault, perché nella tappa di oggi si è battuto come un cane durante 150 km. per non perdere ancora di più, per me vincerà di sicuro. Nessun altro, secondo me, poteva indovinarlo. Wink
    In ottobre 1969, nel momento in cui J.A. si ritira dalle competizioni, il periodico "Miroir du cyclisme" esce con un numero speciale in grande formato, intitolato "La prodigiosa carriera di Jacques Anquetil". Lo acquisto al primo chiosco che trovo e mi getto d'impeto nella lettura e rimango anche ammirato da tutte le foto, anche se la maggior parte riguardanti le corse, le conoscevo. Un po' meno invece quella dove si vede il Nostro tutto agghindato e con l'orologio, portato sempre al polso destro. ;)E poi, arrivato a pag. 51 un ritratto che non conoscevo assolutamente e che per me dice cose che magari per gli altri non sono tali. E' un'immagine di Anquetil dopo un grosso sforzo, un giorno di sole e di sudore, un giorno d'angoscia, di perplessità, di riflessione e di paura. Un occhio è assente, l'altro è girato verso qualcosa di irresolubile! Jacques non sa di essere fotografato, perché altrimenti non avrebbe mai lasciato trasparire tanto di sé; questo stato d'animo segreto che indovino, quello del quale il periodico non parla, quello che nemmeno il normanno vuole conoscere. E' proprio questa foto all'origine del presente libro. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 26, 2013 12:47 pm

    Questo messaggio l'avevo spedito ieri alle ore 10, ma lo trovo più e allora lo rimando.

     Da Lemond Oggi a 10:00 am
    Per quanto mi riguarda, da modesto, ma attento telespettatore, se dovessi riportare uno dei commenti di Anquetil alla televisione, sceglierei quello dopo la tappa sul pavé al Tour del 1979. La battaglia era ardente fra Hinault e Zoetemelk e il Tasso aveva perso 3'45" e pareva irrimediabilmente battuto, tutti ne convenivano. Ma Jacques dichiarava tranquillamente: "C'è un ragazzo che sta per vincere il Tour e si chiama Bernard Hinault, perché nella tappa di oggi si è battuto come un cane durante 150 km. per non perdere ancora di più, per me vincerà di sicuro. Nessun altro, secondo me, poteva indovinarlo. L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 6 Icon_wink
    In ottobre 1969, nel momento in cui J.A. si ritira dalle competizioni, il periodico "Miroir du cyclisme" esce con un numero speciale in grande formato, intitolato "La prodigiosa carriera di Jacques Anquetil". Lo acquisto al primo chiosco che trovo e mi getto d'impeto nella lettura e rimango anche ammirato da tutte le foto, anche se la maggior parte riguardanti le corse, le conoscevo. Un po' meno invece quella dove si vede il Nostro tutto agghindato e con l'orologio, portato sempre al polso destro. L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 6 Icon_winkE poi, arrivato a pag. 51 un ritratto che non conoscevo assolutamente e che per me dice cose che magari per gli altri non sono tali. E' un'immagine di Anquetil dopo un grosso sforzo, un giorno di sole e di sudore, un giorno d'angoscia, di perplessità, di riflessione e di paura. Un occhio è assente, l'altro è girato verso qualcosa di irresolubile! Jacques non sa di essere fotografato, perché altrimenti non avrebbe mai lasciato trasparire tanto di sé; questo stato d'animo segreto che indovino, quello del quale il periodico non parla, quello che nemmeno il normanno vuole conoscere. E' proprio questa foto all'origine del presente libro. L'ANGOLO DE' RISTORI CICLOINTELLETTUALI - Pagina 6 Icon_wink
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Nov 26, 2013 1:02 pm

    E certo che non lo trovi (infatti l'avevo proprio letto ieri), l'avevi messo qui http://www.ciclopassione.com/t515-rugby ... sta a vedere che hanno ragione quelli che ti aggiungono gli anni, dovrebbero farlo anche con me però, visto che leggo e non mi accorgo di nulla Twisted Evil
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    Messaggio Da Admin Mar Nov 26, 2013 1:05 pm

    Laughing grandi!
    Lo sposto, nema problema. Elia, o altri, segnalate pure quando vedete errori. Si sistema (spostare, unire, ecc.) tutto senza problemi.

    Edit: spostato.
    Però lascio tutto, perché un paio di risate non fanno mai male. Sugli anni, mi unisco al convento dei nonni.
    Lo avevo letto e, pure io, non me ne ero accorto. Bella combriccola.
    Laughing


    Ultima modifica di Admin il Mar Nov 26, 2013 11:02 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 26, 2013 1:46 pm

    Agli "Elfes" la vita sentimentale si complica. Per parecchio tempo ci furono soltanto pettegolezzi, ma poi Sophie Anquetil, la figlia di Jacques decise di scrivere un libro nel quale non nasconde niente dei rapporti famigliari (nota mia, me lo sono procurato da tempo e lo tradurrò alla fine di questo). Essendo stata troppo piccola in varie parti del "romanzo" è ovvio che non può sapere tutto, ma da quanto scrive si può pensare davvero che nella maggior parte dei casi abbia visto giusto. (Nota mia: mi sembra inutile star qui a tradurre quanto riassume Paul Fornel, visto quanto sopra).
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    Messaggio Da Lemond Mar Nov 26, 2013 1:49 pm

    eliacodogno ha scritto:E certo che non lo trovi (infatti l'avevo proprio letto ieri), l'avevi messo qui http://www.ciclopassione.com/t515-rugby ... sta a vedere che hanno ragione quelli che ti aggiungono gli anni, dovrebbero farlo anche con me però, visto che leggo e non mi accorgo di nulla Twisted Evil

    edit: spostato
    Avrebbero ragione se non fosse vero che, non rammento l'età esatta ma avrò avuto una decina d'anni o poco più, allorché stetti alcuni minuti a cercare una biro che avevo usata poco prima, per poi accorgermi che ... l'avevo fra i denti. Very Happy Laughing Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Mer Nov 27, 2013 10:01 am

    Il ciclismo è uno sport che ha un buon rapporto con tutti i media: la stampa è appropriata, la radio gli conviene e la televisione gli calza come un guanto, specie nei Grandi Giri. In questo contesto i campioni ricevono una grande notorietà e fra essi, Anquetil è stato particolarmente ... Lui è l'ultimo della tradizione scritta, in quanto ha avuto a disposizione due delle più belle penne della stampa francese: Pierre Chany e Antoine Blondin. Il primo rappresenta il rigore assoluto e non ha eguali nell'estrarre da ogni corsa la sua essenza. Il secondo è lo scrittore perfetto che ciascuno conosce e sa rivoltare il gruppo intiero per poter farlo meglio risplendere. Wink Questi due sono stati amici di Jacques e in più di una situazione difficile, grazie a loro, ne è uscito con onore. Altre volte hanno saputo anche "tirargli le orecchie". A quei tempi sui giornali si poteva leggere più cose e chi volesse seguire, passo passo, la carriera di Jacques, gli articoli di Chany rimangono il mezzo più sicuro, mentre Blondine seguiva ancor più l'uomo ed è stato proprio lui, nella diatriba Anquetil-Poulidor a coniare i termini gotico contro romanico. Wink
    J.A. che, come si sa, si interessava piuttosto poco agli svolgimenti della corsa, quando gli domandavano di commentare l'ultima giornata, aveva l'abitudine di dire: "Domandatelo a Chany, io ero in bici e sono più abituato a "pedalare" la mia vita, piuttosto che a scriverla." Very Happy(continua)

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