Da BenoixRoberti Lun Giu 30, 2014 4:19 pm
Consiglio vivamente a tutti i veri appassionati di leggere questa intervista a Chris Froome.
L'intervista, al di là di un insopportabile puritanesimo dell'autore, è stata riversata in modo davvero eccellente e restituisce ancor meglio il quadro di questo corridore afro-britannico (stupenda la parte in cui esprime questo concetto).
L'autore dell'intervista, non è uno qualsiasi, è Paul Kimmage, ex corridore e grande nemico della vecchia mafia di Aigle.
Le domande di Kimmage sono spietate. insistenti ed anche un po' ossessive.
E' dura la vita del ciclista, dura davvero, ed il pregiudizio è davvero forte, quasi opprimente.
A me Froome non piace e non convince, ma in effetti subisce un processo mediatico oltre ogni immaginazione.
Ma non siamo di fronte ad un despota tirannico alla Armstrong, anzi siamo di fronte ad un mite "naive" ancora quasi spaesato da tanto clamore.
Non mi sorprende che all'intervista sia presente anche la compagna (e anche un po' l'anima nera) Michelle Cound, anzi diciamo proprio che lei partecipa, che lei fa capire di essere parte del cervello che controlla le gambe di Chris Froome. Michelle interviene ogni qual volta si parli di aspetti della comunicazione di Chris ed è proprio lui a rivolgerle lo sguardo ed a sollecitarne l'intervento in discussione.
Credo che Chris, senza di lei, non avrebbe mai preteso l'esclusione di Wiggo dall'organico per il Tour.
Michelle Cound non è solo una compagna, è una azionista della macchina Froome e, quando serve, ne è la voce ufficiale e la mente che ne pensa la strategia fuori gara. Solo lei può permettersi di spiegare che Chris non conosce la storia di questo sport, e lo fa con maestria, ponendo il keniano bianco in una terra ciclistica di nessuno che lo rende genuino ad occhi indiscreti e viziati dal pregiudizio di questo sport.
Il quadro che esce di Chris è davvero quello di un "naive" di poche parole, quasi un bicchiere di cristallo nel confronto dialettico fra due pezzi da 90 come Kimmage e l'amata Michelle.
Il rapporto fra Chris e Michelle non è simbiotico, non è una simbiosi fra due corpi e due cervelli, ma una dipendenza dal cervello di Michelle del corpo e del cervello di Chris.
Forse mi sbaglierò, ma temo che il tempo mi darà ragione. Una donna può essere ottima consigliera ma solo da compagna o da consulente, mai mischiando le due cose. Non sono misogino, penserei la stessa cosa in caso di rapporti invertiti donna atleta, uomo consulente.
So che nell'atletica vi sono stati casi di successo, ma erano rapporti immensamente meno succubi.
La mia opinione è che questo uomo afro-britannico sia entrato in un vortice ben più forte di lui.
Il titolo dell'articolo è letteralmente enfatizzato (robaccia giornalistica classica) e non fatevi condizionare. Il testo rende invece una realtà più complessa e diversa. Come detto, aldilà delle opinioni ossessive di Kimmage, l'intervista è stata riversata in modo davvero eccellente ed appare travolgentemente genuina.
http://www.independent.ie/sport/other-sports/cycling/cyclist-chris-froome-is-right-in-the-eye-of-the-storm-30391816.html