Bolt Ecchia ha scritto:Non pensavo di aver messo il dito così tanto nella piaga anche perchè mi fa ribrezzo l'idea in sè.
Mi e vi risparmio ulteriori considerazioni su Capodacqua persona che rappresenta gli istinti più bassi dell'umanità, ma domando a Benoiz che differenza c'è tra la seconda e la terza ipotesi che hai esposto perché non ho capito.
Mi scuso ma ho letto solo ora. Non era per evitare di rispondere.
La differenza è semplice. Sappiamo tutti cosa fece Capodacqua nel 2012 e come riuscì a fare squalificare Pozzato e poi gli altri per la frequentazione di Ferrari.
Capodacqua ha un fortissimo risentimento personale con alcuni corridori e, se deve vendicarsi, non bada a scendere a livelli davvero infimi. In quel caso fu lui a far avere alla Procura Antidoping le informazioni.
Se non c'è la notizia sul doping al Giro, lui cosa fa? La crea.
Questo è deontologicamente vergognoso e professionalmente ripugnante.
Nell'ipotesi 2 si supponeva che quell'articolo servisse da volano ad una ispezione e/o una analisi approfondita dei valori di Kittel da parte del Coni Nado. C'è da chiedersi se un comportamento del genere sia etico. Con pochi calcoli ed una "semplice formula" il nostro inquisitore professionista era riuscito a scoprire il wattaggio di Kittel e tramite comparazione con il dopato Cipollini, aveva applicato il principio d'induzione:
Cipollini dopato --- valori Kittel = valori Cipollini --->> Kittel dopato
Lapalissiano no? Liscio come l'olio (di ricino).
Nell'ipotesi 3 invece si supponeva che le notizie sulle verifiche a Kittel nascessero in ambito Coni Nado. C'è da chiedersi a che titolo chi lavora in quella entità possa fornire informazioni a Capodacqua. Sarebbe una cosa di una enormità inaccettabile, una cosa che nella giustizia ordinaria (da cui quella sportiva mutua parecchia giurisprudenza) rappresenta un grave reato. Non dimentichiamo che sul Giro ci sono le scommesse e stando a quanto scritto direttamente da Capodacqua in modo supponente e/o delirante (fate voi quale termine sia più vicino alla realtà) il ritiro di Kittel sarebbe stato legato ai dubbi sollevati dal suo articolo.
Rendiamoci conto della gravità e della delicatezza di questa cosa. Se ci fossero delle sane autorità sportive, avrebbero inoltrato un esposto alla magistratura per ottenere una perquisizione della casa e dell'ufficio di Capodacqua per capire come stanno le cose veramente.
E' inammissibile che un Giro d'Italia e milioni di euro di scommesse siano in balìa dei deliri e del fango di un giornalista.
Ma nessuno fa nulla perché al Coni, alla impresentabile Commissione Parlamentare di Vigilanza Doping ed agli altri sport maggiori fa comodo che si continui nella menzogna del ciclismo unico sport dopato.
Poi se si va a vedere le frequentazioni di Capodacqua, del moralizzatore Capodacqua, si vede che costui non ha problemi a collaborare con persone influenti e pregiudicate, ai quali si guarda bene dal chiedere conto di certe zone grigie.
Non si fa problemi di fare l'amicone con eterni dirigenti del ciclismo che sul doping hanno cambiato atteggiamento solo per convenienza ed esigenze di immagine e che hanno un passato attivissimo nel doping di Stato.
Poi è vero che a leggere i commenti di Tuttobici e di altri siti sembra che il maggior problema dell'Italia sia il doping nel ciclismo. Leggendo sembrerebbe che Capodacqua sia diventato il nuovo guru dell'ambiente ciclistico, una sorta di sacerdote del ciclismo pulito a cui si votano migliaia di adepti della sua setta.
E' evidente che si tratta invece di una setta ristretta/ristrettissima di personaggi del suo entourage (o forse quasi solo lui direttamente) che sbraitano e condizionano le opinioni degli appassionati grazie ad account ripetuti.
Nella realtà Capodacqua si è costruito una carriera, una etichetta, che come semplice giornalista non avrebbe mai potuto ottenere. E' diventato il profeta del "ve lo avevo detto" e chi non è dentro a questo sport e non ne conosce i difetti veri e sostanziali può rimanere abbacinato dalle sue volgari semplificazioni e dal suo moralismo squallidamente opportunista. E poi sul doping si vendono parecchi libri, si fanno consulenze a media e istituti di ricerca.
Grazie al doping ed alla sua variante ipocrita collegata, l'antidoping, si diventa personaggi senza essere nessuno e senza valere una cicca. Da giornalista e da uomo.