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BenoixRoberti
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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Dic 13, 2013 8:21 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Brian Cookson ad un evento della federazione belga a Gand parla dei progetti Uci su come diffondere il ciclismo ed anche dei problemi attuali, vicenda Armstrong compresa. Cookson dice di aspettarsi molto dalla commissione per la verità e la riconciliazione.







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    Messaggio Da vallelvo Mer Ott 07, 2015 1:40 pm

    Renato di Rocco, è il nuovo Presidente della Commissione dei Commissari UCI proposto dal Presidente Cookson.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Nov 25, 2015 3:04 pm

    Pochi giorni fa Brian Cookson aveva affermato di confermare la fiducia nel ciclismo e nell'antidoping russa anche a seguito della inchiesta sulla Iaaf.
    http://www.cyclingnews.com/news/cookson-has-confidence-in-russian-cycling-despite-athletics-doping-scandal/
    E' notizia di ieri che il rappresentante russo della Rusada, Nikita Kamaev, si è sospeso dalla commissione antidoping dell'Uci:
    http://cyclingtips.com.au/2015/11/kamaev-suspended-from-uci-anti-doping-commission-after-russian-athletics-scandal/
    http://www.cyclingnews.com/news/rusada-head-suspends-his-role-in-uci-anti-doping-commission/

    Intanto si va a delineare il quadro dei team WT e ContPro:
    http://www.uci.ch/pressreleases/decisions-the-licence-commission-for-the-206-season/
    Debutto per la prima africana, la ex Qhubeka, ora Dimension Data che conferma le evidentissime indiscrezioni che girano ormai da mesi.
    All'appello mancano ancora 4 squadre ContPro, fra cui Bardiani e Southeast. Le altre due sono: CCC e Direct Energie.
    E questa non è una bella notizia, dopo gli articoli di Bonarrigo sul Corriere che sembrano siano andati a popolare con tanto di dettagli un dossier inviato ad Aigle.
    Per la Bardiani peserebbe il fatto di aver fatto firmare contratti annuali ed essersi fatta versare da un corridore (c'è chi dice Modolo e chi Battaglin) parecchio denaro per dargli la liberatoria.
    Per la Southeast c'è invece stata la grana del corridore con famiglia "sponsor" che è poi stato trovato positivo (Carretero).
    Stiamo a vedere.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Nov 26, 2015 1:13 pm

    Aldilà del post e del suo autore (persona che detesto profondamente) il blog citato contiene alcuni contenuti della relazione dei periti dell'accusa al Processo di Mantova alla Lampre.
    All'interno vi sono degli elementi su cui riflettere, anche se datati temporalmente, ed in particolare il ruolo negativo, spietatamente analizzato, della Unione Ciclistica Internazionale, ed anche quel suo essere "svizzera".
    Assolutamente da leggere, anche se alcune parti della relazione mettono in discussione alcuni basamenti della storia del ciclismo, che possono essere ritenuti un po' discutibili.
    http://capodacqua.blogautore.repubblica.it/2015/11/20/lampre-dirigenti-assolti-assolti-ma-laccusa-tratteggia-un-vero-e-proprio-network-del-doping/#more-2530

    __________________________________________________________________
    ... al di là delle  conclusioni, la memoria  dei periti d’accusa punta calmorosamente l’indice contro un sistema in cui:  “un insieme di soggetti (corridori, dirigenti, direttori sportivi, medici e preparatori) ossessivamente dediti alle pratiche dopanti. Le loro giornate sono scandite - oltre che dalle gare e dall’allenamento – dalle flebo, dai prelievi, dalle reinfusioni, dalle misurazioni con la centrifuga e poi ancora dalle disquisizioni sui farmaci da assumere e sui modi per sfuggire ai controlli antidoping o ai controlli ematici previsti dall’UCI”.
    ...
    In questo quadro ossessionante nel quale il preparatore s’interessa anche dei trattamenti farmacologici e il farmacista si occupa anche dell’allenamento, i direttori sportivi e i massaggiatori fanno da anelli di congiunzione tra questa unità operativa nascosta della Lampre e la componente medica ufficiale costituita dal dottor Guardascione e dai suoi collaboratori che fanno finta di non accorgersi dell’incessante lavorio che Nigrelli attua con i corridori.

    Il ruolo dei medici
    E’ curioso che, mentre diversi soggetti si occupano di più cose, i medici ufficiali della squadra si limitino ad un ruolo delimitato e perfino marginale al punto che, quando qualche corridore manifesta disturbi e patologie, lo stesso e i direttori sportivi si rivolgono più a Nigrelli e a Gelati che a loro. Questa tendenza ha una chiara spiegazione: agli occhi dei corridori e dei direttori sportivi è davvero importante solo chi li affianca giornalmente e con atti concreti nel loro tentativo di conseguire successi nelle competizioni. Ogni volta che si ottengono buoni risultati, aumenta la stima dei corridori e dei direttori sportivi nei confronti del Nigrelli o del Gelati di turno, al punto da affidare loro anche la cura delle diverse patologie senza nemmeno chiedersi se hanno o non hanno il ruolo e le competenze di un medico.
    Estromessi anche da una parte delle terapie, i medici ufficiali della Lampre si trovano, dunque, nella condizione di non tutelare la salute dei corridori non soltanto rispetto ai trattamenti doping ma anche rispetto ai tanti altri farmaci e sostanze che Nigrelli (e in diverse circostanze anche Gelati) elargisce quotidianamente ai corridori.
    E’ pacifico che l’organigramma della Lampre è stato costruito o comunque approvato dal General manager Giuseppe Saronni che sa bene come dei non medici somministrino ai corridori farmaci doping e tanti altri farmaci potenzialmente pericolosi mentre i medici ufficiali accettino la situazione facendo finta di non accorgersene. In realtà, come dimostrano le intercettazioni telefoniche ed ambientali, i medici ufficiali della Lampre sanno e come di ciò che succede e in alcuni casi interagiscono con il farmacista (ad esempio quando si tratta di giustificare, con una falsa ricetta anterodatata, il possesso di farmaci sequestrati dai carabinieri al farmacista mantovano).



    I rapporti con l’Uci, la federazione internazionale
    E’ importante rilevare che sono proprio i medici ufficiali della squadra (oltre al General manager Saronni) gli interlocutori dell’UCI ed è estremamente significativo che l’UCI consideri assolto il proprio compito di informazione e di prevenzione scegliendoli come persone di riferimento nel contrasto al doping quando invece tutti nell’ambiente sanno che questa pratica è sostanzialmente gestita da altri. Si tratta di un irresponsabile sistema di…disimpegni che può essere così riassunto:
    -              Per l’UCI è essenziale prevenire o minimizzare eventuali scandali doping (casi di positività o di anomalie specialmente se riferiti a corridori di vertice, interventi della polizia o dell’autorità giudiziaria, gravi patologie o addirittura decessi dei corridori) per cui tende a diffondere attraverso i medici ufficiali e gli altri responsabili delle squadre una sorta di avvisi ai naviganti sotto forma di segnalazioni confidenziali, avvertimenti amichevoli, ecc. (come è avvenuto per ben due volte nei confronti della Lampre nei pochi mesi in cui si è sviluppata questa indagine). Al massimo organismo internazionale non interessa, perciò, colpire radicalmente e quindi cercare di sconfiggere il doping – e ancor meno di prevenire i rischi per la salute dei corridori – ma soltanto di contenere il fenomeno e di mostrare di volerlo combattere.
    -              Combattere realmente il doping interessa ancor meno ai dirigenti delle squadre che, anzi, in un’ottica ottusa e condivisa nell’ambiente, sperano sempre di utilizzarlo a proprio vantaggio pur sapendo che gli avversari cercheranno di fare esattamente lo stesso...! Anche i dirigenti delle squadre, come i responsabili dell’UCI, sono principalmente interessati ad evitare grane e, in definitiva, a salvaguardare il buon esito dell’investimento fatto dagli sponsor. Soprattutto nei casi in cui la squadra annovera ciclisti di alto livello, la loro convergenza di interessi con l’UCI è pressoché totale.
    -              E’ evidente che i dirigenti dell’UCI e delle maggiori squadre professionistiche hanno sentito l’esigenza di dotare le squadre di responsabili medici che facessero da garanti del rispetto delle regole in seguito ai ricorrenti e sempre più gravi scandali doping che sono avvenuti dal 1998 fino ad oggi. L’iniziativa poteva risultare incisiva solo se fosse stata accompagnata da un ridimensionamento del numero e della durata delle gare e, più in generale, solo se l’intero ambiente avesse condiviso l’idea di un ciclismo naturale. Ma questo non poteva accadere in quanto sia l’UCI, sia gli organizzatori delle principali competizioni, sia le Federazioni nazionali e sia i responsabili delle squadre (generalmente ex corridori) sono stati i protagonisti della gestione scellerata che ha condotto al ciclismo sempre più alterato degli ultimi venticinque anni e, dunque, nessuno di loro poteva partorire, come d’incanto, un’intesa sostanziale su temi etici ed organizzativi così impegnativi. Di fronte a tale conclamata inadeguatezza e responsabilità collettiva, obbligare le squadre a dotarsi di medici ufficiali senza che, al tempo stesso, gli stessi avessero l’autonomia e gli strumenti necessari per garantire che non si ricorresse al doping, è stata una mossa di sola facciata che ha provocato il progressivo inabissamento delle pratiche doping.



    Un devastante gioco delle parti
    -              Si è sviluppato un devastante gioco delle parti: a) i responsabili dell’UCI – come se fossero davvero credibili e si potesse dimenticare da un giorno all’altro la loro storia recente che li ha visti persino nominare Presidente della Commissione medica il più noto degli specialisti del doping, il professor Francesco Conconi - hanno cominciato a dettare regole e procedure antidoping apparentemente dure ma, in realtà tali solo con i corridori qualunque e con le squadre minori, mentre i controlli ematici - più che essere preventivi dei rischi per la salute dei corridori - attraverso la tecnica delle informazioni confidenziali (ricorrenti anche in questa indagine) sono, invece, diventati preventivi dei possibili scandali;  b) pur rendendosi conto dell’inefficacia del sistema antidoping, gli organizzatori delle grandi corse a tappe hanno continuato ad allestire competizioni molto lunghe ed impegnative, sia allo scopo di aumentare gli introiti da parte degli enti locali e dagli sponsor, sia nel tentativo di incidere sul livellamento dei valori provocato dal doping per provocare almeno un minimo di selezione; c) i responsabili delle squadre stanno al gioco: sanno che il sistema antidoping è abbondantemente eludibile e si affidano a specialisti del doping come Nigrelli per perseguire i risultati con il minimo rischio possibile.



    Cio, Wada e Federazioni internazionali
    Nella realtà, per la dinamica giudiziaria, ogni considerazione sul ruolo e sulle responsabilità dell’UCI rischia di rimanere un’enunciazione fine a se stessa in quanto questo organismo, analogamente al resto delle istituzioni sportive internazionali (in particolare Cio, Wada ed altre Federazioni internazionali), nonostante le competenze sopranazionali di tipo pubblico, continua ad avere un carattere privatistico e ad essere sottoposto al solo sistema giudiziario del Paese che lo ospita: nel caso in questione la Svizzera. Serviva comunque farvi riferimento, altrimenti il quadro sarebbe stato incompleto, impedendo di comprendere le graduazioni di responsabilità – in materia di doping – riferibili, rispettivamente, ai corridori, ai direttori sportivi, ai preparatori, ai medici o paramedici, agli organizzatori delle principali competizioni, ai responsabili delle Federazioni nazionali e dell’UCI.


    Il network di Nigrelli &C: un modello deleterio nello sport moderno
    Si è detto che intorno al farmacista Nigrelli e alla squadra Lampre si è costituito negli anni un vero e proprio network internazionale del doping che si è sviluppato grazie agli arrivi di nuovi corridori, medici e direttori sportivi. Si è anche detto che network analoghi, o più semplici, o più complessi ruotano intorno ad ogni squadra di ciclismo e di diverse altre discipline sportive. Le due caratteristiche essenziali di questi network sono: l’unitarietà e l’internazionalità. L’unitarietà è quella caratteristica che, nonostante la diversa provenienza dei soggetti che ne fanno parte, lo rende unico e raccordato nelle sue componenti rispetto alle esigenze di un determinato club (nel caso specifico la Lampre) e quindi investigabile nel procedimento giudiziario che è fondato sulla competenza territoriale. L’internazionalità o, meglio, l’appartenenza dei soggetti evidenziati da un’indagine a diversi territori nazionali ed internazionali è, logicamente, investigabile da una singola Procura solo per la parte della loro attività direttamente riferibile all’indagine stessa.


    Doping fenomeno globale e regole non armonizzate per combatterlo
    Se, da una parte, le indagini giudiziarie e in particolare quelle sviluppate in Italia a partire dalla Legge 376 del 2000, si sono dimostrate utili per comprendere che quello del doping è un fenomeno senza confini e nel quale, anzi, si tende a ricercare le competenze mediche e le sostanze dopanti dovunque esse siano reperibili, dall’altra parte, si avverte l’esigenza di affrontare il problema attraverso un’armonizzazione delle normative penali dei diversi Paesi (in particolare quelli europei) ed una stretta collaborazione giudiziaria internazionale. Anche in questo caso, l’immagine del network è stata proposta e sviluppata solo per far meglio comprendere come l’ininterrotto interscambio di competenze specifiche sul doping, peraltro favorito dall’estrema fragilità e lacunosità dei controlli antidoping proposti dal sistema sportivo, abbia, fino ad oggi, provocato una estrema sofisticazione delle pratiche dopanti che può essere interrotta o comunque rallentata solo individuando le responsabilità dei soggetti che contribuiscono a determinarla.


    Le indagini e la cautela degli indagati
    Si è accennato in premessa che anche l’accumularsi delle diverse indagini giudiziarie sul doping ha fatto si che i soggetti interessati sviluppassero una particolare attenzione e cautela al punto da adottare nei colloqui telefonici linguaggi velati o addirittura criptici, così come le stesse pratiche doping sono mutate con il variare delle procedure di controllo, con lo sviluppo di nuovi metodi di analisi e con il rapido e sistematico diffondersi nell’ambiente delle novità. Per comprendere appieno le condotte dei soggetti indagati per doping occorre, anzitutto, coglierle come tappe di questi adeguamenti.


    Farmacia proibita e droga
    Va anche tenuto presente che le indagini sul doping hanno solo pochi punti in comune con le indagini sulle sostanze stupefacenti, mentre tutto il resto cambia. Il ricorso ad una sostanza stupefacente risponde, infatti, ai bisogni personali del soggetto, genericamente intesi e non coinvolge, se non indirettamente, altri soggetti che non siano i fornitori delle sostanze stesse. Invece, il ricorso ad un farmaco o ad una pratica doping persegue un obiettivo più finalizzato e complesso quale è quello dell’aumento della capacità di prestazione in una gara o in una serie di gare e, nel caso di atleti di alto livello, tale interesse si estende ad una serie di altri soggetti (dirigenti sportivi, allenatori, medici, sponsor, manager, Federazioni sportive, ecc) che, in modo coordinato, concorrono a procacciare il doping, o a perfezionarlo, o ad occultarlo o a programmarlo.

    Tossicodipendenza da doping
    Infine va tenuto presente che numerosi farmaci doping inducono dipendenza, alla stessa stregua delle sostanze stupefacenti: è il caso degli steroidi anabolizzanti, del testosterone e degli stimolatori della sua produzione endogena, dell’ormone della crescita, degli stimolanti e perfino dell’eritropoietina se assunta in grandi quantità. Inoltre, l’uso sistematico di alcune di queste sostanze fa si che, nei periodi di sospensione, il soggetto tenda fortemente a ricorrere agli stimolanti o a sostanze stupefacenti come la cocaina. Sono numerosi i casi di ciclisti coinvolti nell’uso della cocaina e a tale proposito va tenuto presente che un corridore abituato a grandi stress e ad intensi stati di eccitazione (oltreché a notevoli assunzioni di farmaci doping), quando giunge alla cocaina lo fa a dosaggi molto elevati, con le prevedibili gravi conseguenze, drammaticamente rappresentate dai casi recenti di noti ciclisti. Questo è un rischio che sicuramente corre una parte almeno dei corridori coinvolti nella presente indagine per i quali questi ed altri effetti del doping vanno valutati sotto forma di conseguenze nell’immediato futuro e nel medio termine (tendenza alla tossicodipendenza, più elevata - rispetto al resto della popolazione - probabilità di danni cardiaci e di neoplasie, tendenze depressive). Già ora, diversi di loro, tra una pratica doping e l’altra, si trascinano da una patologia all’altra finendo per assomigliare più a dei malati cronici che a giovani atleti nel fiore degli anni.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Nov 26, 2015 4:13 pm

    La questione licenze Uci sulla Gazza di oggi:
    Notizie varie sull'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) - Pagina 2 Bard-s10
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    IN CHIAROSCURO Ieri è arrivata anche una buona notizia per il ciclismo italiano: pure la Lampre-Merida ha superato l’esame della Commissione ed è a posto, quindi proseguirà la sua attività nella massima categoria.
    Le belle notizie però finiscono qui perché tra le 19 squadre che compongono la seconda fascia, cioè quelle Professional, al momento ci sono solo due italiane: Androni Giocattoli e Nippo-Vini Fantini. Salta all’occhio l’assenza di altri due team, Bardiani-Csf e Southeast, vincitrice nel 2015 della coppa
    Italia, trofeo importantissimo visto che garantisce la partecipazione al Giro. «Ma noi siamo a posto — afferma il team manager Bruno Reverberi —. Siamo stati ieri (martedì, ndr) alla Commissione Licenze a Ginevra e la cosa s’è risolta. Mancava un documento sulla gestione sportiva della Aster Sport, la società di chiusa nel 2014. Proprio per questo abbiamo avuto difficoltà a reperirlo. Ma ora è tutto
    ok. Inoltre, con quella società, l’attuale GM Sport non ha nessuna continuità economica».

    IL CASO SOUTHEAST La situazione potrebbe invece essere molto diversa per la Southeast.
    Il team diretto da Citracca, seppure con sponsor differenti, è stato colpito nel 2013 dalle positività
    durante il Giro di Danilo Di Luca e Mauro Santambrogio.
    Lo scorso anno la storia s’è ripetuta in un test fuori competizione per Matteo Rabottini. Situazione
    anche questa pesantissima perché l’abruzzese era stato convocato in azzurro. Il poker è stato servito da Ramon Carretero nell’ultima corsa rosa: E poi in tutti e quattro i casi. Inoltre, si parla di alcune anomalie finanziarie. Il team manager laziale, raggiunto mentre era impegnato in una riunione con uno sponsor, però si mostra fiducioso sulla possibilità che tutto vada a posto: «Ci sono stati
    degli errori su dei documenti non presentati correttamente, ma che abbiamo provveduto a sanare». Sotto esame restano anche Ccc Sprandi e Direct Energie (ex Europcar). Questione di pochi giorni e si avrà la griglia completa.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Nov 27, 2015 12:50 pm

    Prosegue senza sosta la creazione del nuovo staterello indipendente di Ucilandia, il cui territorio è simile a quella della Città del Vaticano, che si estende dalle mura leonine ai cuori di un miliardo di fedeli cattolici. Ucilandia sia estende dal metallico palazzo di Aigle alle biciclette ed alle arterie venose dei tesserati professionisti.
    Dopo avere affidato il ruolo di polizia amministrativa alla Ernst & Young, ed il ruolo di magistratura etica e contabile ad una commissione licenze (indipendente) avevamo avuto la creazione di una commissione inquirente indipendente (la Circ), che poi abbiamo scoperto anche essere una commissione giudiziaria. Insomma l'Uci si era il suo personale Tribunale, ovviamente rigorosamente "indipendente".
    La nuova iniziativa, il tassello giudiziario mancante, è passata in sordina ed è emersa solo grazie al recente consesso dell'Aimec, l'associazione dei Medici del Ciclismo.
    In tale consesso la responsabile indipendente della Cadf, la fondazione antidoping dell'Uci, Francesca Rossi, ha annunciato in pratica la nascita della polizia e del servizio segreto dell'Uci, con l'incarico conferito a tale François Marclay, criminologo svizzero, civile, non militare, che arriva dalla scuola di criminologia di Losanna. Laughing
    Uno stipendio in più.
    http://www.gazzetta.it/Ciclismo/21-11-2015/uci-doping-007-svizzero-convegno-medici-faenza-francesca-rossi-tramadol-1301013144966.shtml

    ___________________________________________________________
    È una specie di James Bond applicato al ciclismo. Lasciate da parte fascicoli polverosi, carteggi, documenti scritti. No. Prendete un supercomputer, accendetelo. Vi appare il mondo intero, e in rosso i luoghi sensibili. Quelli dove operano medici squalificati, o sotto osservazione, o da monitorare in funzione di informative della magistratura e degli inquirenti. O ritiri sospetti di corridori e squadre. Colori diversi per situazioni diverse, per osservare tutto in un colpo d'occhio.

    QUALITÀ — Non è il futuro, è il presente alla fondazione antidoping dell'Uci, la Cadf, diretta da Francesca Rossi, una delle dirigenti italiane più quotate. Da qualche mese ad Aigle, in Svizzera, sede dell'Uci e della Cadf, c'è un agente segreto che combatte il doping con le armi dell'informatica e della collaborazione con la magistratura e le forze di polizia. Si chiama François Marclay, è un criminologo svizzero, civile, non militare, che arriva dalla scuola di criminologia di Losanna. A lui fa capo questa nuova struttura investigativa, una prima assoluta per la Federciclo mondiale. E' la persona che, con la Rossi, orienta la lotta al doping. L'obiettivo è un salto di qualità significativo. Perché finora uno dei problemi più gravi era proprio la mancanza di una vera e propria rete internazionale di informazioni. In ritardo si sapeva che in quella nazione si era aperta un'inchiesta su quel medico, su certi personaggi chiacchierati, etc. La raccolta in tempo reale è la chiave che può dare un aiuto concreto. Marclay riceve le info da fonti diverse, ma soprattutto dalle polizie, dai reparti investigativi che portano avanti operazioni silenziose, sequestri di sostanze dopanti, interrogatori. Che magari in quel momento hanno una portata limitata, ma in un contesto più vasto possono illuminare, accendere l'attenzione e orientare i controlli. Per elaborare questi elementi, Marclay usa un software speciale, che automaticamente attribuisce gradi di attenzione e pericolosità.

    TEST MIRATI — François (cioè Francesco) e Francesca sono il gruppo investigativo della fondazione antidoping Uci, struttura indipendente dalla federazione mondiale alla quale è demandata, in totale autonomia, la strategia contro il doping. Tra cui il passaporto biologico e il programma di controlli antidoping in competizione e fuori. Il compito si esaurisce quando emerge una violazione antidoping e si apre in fascicolo a livello disciplinare: il caso passa al servizio legale antidoping dell'Uci. Ma tutto ciò che viene prima, e che non raggiungerà mai la superficie perché si basa su confessioni o informazioni segrete, rappresenta davvero le fondamenta dell'antidoping. Perché adesso i controlli si fanno non più in gara, ma orientati da informazioni giudiziarie, da sospetti, da ritiri in zone a rischio, da cambiamenti improvvisi (senza spiegazioni plausibili) dell'indicazione della reperibilità. Da una fonte arriva l'informazione, e subito si procede a eseguire un controllo antidoping in tempi rapidissimi.

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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Dic 03, 2015 4:19 pm

    Anche la "appestata" (mediaticamente) Southeast ha ora la sua licenza di ContPro.
    L'Uci ha ammesso tutte le italiane.
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    Messaggio Da meazza Gio Dic 03, 2015 6:52 pm

    Tutte le squadre son state ammesse
    Un miglioramento rispetto alle scorse stagioni
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Dic 05, 2015 12:48 pm

    L'Uci ha speso la bellezza di 2 milioni (!!! capa sul muro ), dicasi due milioni di euro, per il rapporto finale della Circ. Embarassed
    Il vecchio boss olandese dell'Uci si era sentito diffamato da quel report finale e, forte della sua capacità ricattatoria al Cio (dove conosce anche le formiche e le blatte), ha vinto l'arbitrato in quella sede contro l'Uci, facendosi riconoscere un risarcimento dall'Uci di 40.000 euro.

    Oltre al danno la beffa. Gli atleti vengono puniti, i dirigenti mafiosi ... vengono pure premiati.
    http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=85411 disgusted

    La settimana prossima sarà una settimana fondamentale per il futuro del ciclismo con la discussione sulla pericolosa riforma che entrerà a regime nel 2017.
    http://www.cyclingnews.com/news/uci-seminar-vital-for-worldtour-reform-process/
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Dic 10, 2015 9:48 pm

    Chi è l'advisor del possibile shopping cinese nel ciclismo?

    Ci sono tue fatti che negli scorsi giorni mi erano parsi alquanto particolari. E qualcosa mi diceva che potesse esservi un nesso fra loro.

    1.
    Nonostante la posizione di forza della nuova Uci di Cookson nei confronti del vecchio Hein Verbruggen che si era sentito offeso dal rapporto Circ (un rapporto all'acqua di rose rispetto alla realtà), Brian Cookson ha preferito transare un risarcimento di 40.000 euro al vecchio dirigente olandese.
    Perché soccombere su tutti i fronti, anche a livello di immagine, dal momento che anche Lance Armstrong aveva cominciato ad ammettere le coperture offertegli da nonno Hein?
    Quale paura ha avuto Mr. Order of the British Empire Brian Cookson?
    Notizie varie sull'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) - Pagina 2 Armstr10


    2.
    E' circolata la notizia di un interesse di shopping nel ciclismo da parte del potente magnate cinese che ad inizio anno comprò la Infront, ora diventata da meno di un mese Wanda Sport.
    Ad agosto Wang Jianlin aveva acquistato la World Triathlon Corporation dal fondo americano di private equity Providence. La WTC altro non è che la società che detiene tutti i diritti sulla celeberrima Ironman, la famosissima e massacrante maratona di triathlon delle Hawaii.

    3.
    La notizia di un interesse del magnate cinese per Aso e per Rcs Sport riportata da Milano Finanza è assolutamente vera. Milano Finanza di Corrado Panerai, personaggio molto vicino a Della Valle, azionista col mal di pancia di Rcs (Panerai è il vicepresidente della Fiorentina dei fratelli Della Valle), ha riportato la notizia di questo interesse nello scorso weekend.
    http://www.calcioefinanza.it/2015/12/05/wanda-sports-punta-al-controllo-di-tour-de-france-giro-d-italia-e-vuelta-a-espana/
    La notizia sull'Aso è un po' ambiziosa, ma certamente potrebbe essere molto vera quella sull'interesse per il Giro d'Italia.
    Il fatturato del Giro è di circa 30 milioni di euro, mentre quello della intera Rcs Sport è di poco più di 50. Se il valore della controllata "ciclistica" fosse fissato su 10 volte il fatturato, Rcs potrebbe vedere risolte gran parte delle sue problematiche ed evitare un lacerante ulteriore aumento di capitale nei primi mesi del 2016, come ormai appare inevitabile alla gran parte degli osservatori.

    Il pacchetto WTC Ironman comprende 250 gare, ma quella che conta davvero è l'Ironman. Il tutto è costato 650 milioni di dollari, circa 620 milioni di euro.
    http://www.dnf-is-no-option.com/2015/08/dalian-wanda-group-in-talks-to-acquire.html
    http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/08/27/news/i_cinesi_di_wanda_conquista_il_triathlon_degli_ironman_-121712713/
    Stimare in 300 milioni il valore del Giro d'Italia e delle altre competizioni non è assolutamente peregrino. E poi il Giro potrebbe contare sulla promozione immensa nel nuovo universo cinese, con tutto uno potenziale inesplorato di merchandising.

    Illuminazione
    Leggendo su CyclingNews una intervista a Cookson mi si è accesa una lampadina.
    http://www.cyclingnews.com/news/brian-cookson-on-worldtour-reform-the-status-quo-is-not-an-option/
    ***
    CN: Infine, ci sono stati report che indicano che la società cinese Wanda Sport, che ha recentemente acquistato la Sports & Media Group Infront, potrebbe essere interessata ad acquistare ASO e RCS Sport per prendere il controllo del ciclismo professionistico. Cosa ne pensa di questo?
    BC: Io so solo quello che ho letto circa le persone che stanno dietro all'interessante acquisizione di Infront. Conosco alcune persone a Infront. Penso che Philippe Blatter è il nipote di ...
    (il capo di Infront è il nipote del presidente della Fifa Sepp Blatter, ndr).
    Sembra essere un buon operatore e forse è qualcosa di cui dobbiamo parlare.
    Non è in mio potere fermarlo (o tagliarlo fuori) o incoraggiarlo. Penso che dobbiamo guardare a ciò che accade. Mi piacerebbe sapere di più e se Infront o Wanda Group sono interessati ad alcune attività nel nostro sport, prima vengono a parlare con noi su come lavorare insieme è meglio sarà.
    Non escludo niente a priori. Potrebbe essere un problema, ma potrebbe anche essere una grande opportunità. Certo, io sono più che felice di continuare a lavorare con i proprietari attuali dei maggiori eventi come ASO e RCS Sport. E io spero che loro siano felici di lavorare con noi.
    ***
    A questo punto mi si è accesa la lampadina ed ho capito quella presunta debolezza di Cookson verso Verbruggen, debolezza costata ai contributori ciclistici ben 40.000 euro.
    Chi è l'advisor dello shopping cinese nel ciclismo?
    Hein Verbruggen


    Il potente olandese è un sodale di lunga data dell'omologo del calcio Sepp Blatter e poi tutti sappiamo che Hein in Cina è un uomo potentissimo. C'è infatti un altro uomo che collega il vecchio Hein alla potente Wanda Sports.
    Tutti ci ricordiamo del Tour of Beijing e tutti ci ricordiamo che l'uomo Cio più impegnato nelle Olimpiadi di Pechino 2008 fu proprio il vecchio Hein, l'uomo dalle mille mani in pasta, molto caro anche alla famiglia dei monarchi olandesi.
    http://news.bbc.co.uk/2/hi/asia-pacific/3120229.stm
    L'uomo di cui parlo è ovviamente Wang Qishan, sindaco di Pechino e influentissimo membro del Partito Comunista Cinese, nonché attualmente capo dell'onnipotente Ufficio Anticorruzione (sigh!) della Repubblica Popolare (popolare una volta!).
    Notizie varie sull'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) - Pagina 2 _3935710

    Negli anni del Tour of Beijing il service incaricato dall'Uci che seguiva la corsa cinese, anzi pechinese, aveva sede in Australia, mentre la parte tecnica era seguita dall'Aso.
    Lo sponsor era istituzionale cinese mentre il service era australiano, e l'Australia è uno dei paesi adorati dai cinesi potenti per mettere al sicuro i loro capitali.

    Mister Wang Qishan è un buon amico dell'omonimo Wang Jianlin (non mi risulta esserne anche parente).
    http://www.wanda-group.com/honor/

    A questo punto non mi stupirei affatto che dietro al magnate cinese Wang Jianlin si sia schierato tutti il gruppetto dei vecchi mascalzoni che frequentavano e continuano a frequentare gli ambienti del Cio e di Sport Accord.
    La battaglia per papparsi lo sport professionistico è cominciata e le parole "leccaculeggianti" di Brian Cookson fanno chiaramente intendere come i giochi siano già cominciati.

    Difficile immaginare che i francesi di Aso possano vendere il loro gioiello ed orgoglio nazionale (ma una soluzione in partnership si potrebbe sempre trovare), ma è molto facile immaginare che Rcs possa invece disfarsi di Rcs Sport per fare cassa e risolvere tantissimi problemi.
    E il Giro d'Italia? Un giorno si correrà magari in Cina ... Laughing
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    Messaggio Da vallelvo Ven Dic 11, 2015 6:01 pm

    Altro che l'inglese, insegniamo ai nostri figli il .... cinese! Sad
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    Messaggio Da leonzi Gio Apr 14, 2016 9:39 pm

    l'uci ha sospeso la sperimentazione dei freni a disco dopo che Ventoso è stato affettato alla Parigi-Roubaix
    http://www.ciclismoweb.net/news/cycling/e-ufficiale-via-i-freni-a-disco-dalle-gare-su-strada.html
    ciclismoweb.net ha scritto:I fatti della Parigi Roubaix hanno portato alla decisione annunciata e tanto attesa dagli atleti. Dopo le anticipazioni e le voci non verificate quest’oggi l’Uci ha ufficializzato la sospensione con effetto immediato del periodo di test dei freni a disco nelle gare su strada.


    La decisione fa seguito alle richieste della Associazione Internazionale dei gruppi sportivi professionistici (AIGCP) e dell’associazione dei corridori professionisti (CPA) scaturite dopo gli infortuni patiti da alcuni atleti nella regina delle classiche del pavé, tra cui quello di Francisco Ventoso (Movistar).
    I primi test dei freni a disco nelle gare su strada risalgono ai mesi di agosto e settembre 2015 quando era stata data la possibilità ai Team World Tour di provare questa novità. A seguito degli esiti positivi delle prime gare, nel 2016 l’UCI aveva deciso di autorizzare i corridori professionisti ad usare in tutte le gare su strada i freni a disco.
    Oggi lo stop improvviso quanto invocato. L’Uci ha annunciato che proseguirà il lavoro di confronto con i rappresentati dei team, dei corridori, dei meccanici, dei giudici e dei produttori di biciclette mantenendo comunque al primo posto la sicurezza degli atleti e dei tifosi.

    qui
    http://www.cicloweb.it/articolo/2016/04/13/il-caso-freni-disco-rischio-senza-freni-lettera-aperta-di-ventoso-che-alla-rouba
    la lettera aperta di Ventoso che ah portato alla luce il caso. La foto fa paura.
    cicloweb.it ha scritto:
    Ho trascorso tredici anni nel ciclismo professionistico e altrettanti nelle categorie giovanili. Ventisei anni sulla bici, allenandomi ogni giorno e godendo di quel che più mi piace, la mia passione. È da quando avevo sei anni che gareggio, lo faccio tuttora e sono contento di aver fatto della mia vocazione un lavoro.
    Come ogni sport, il ciclismo ha visto una evoluzione in molti aspetti tecnici ... e in altri, non tanto.
    In tutti questi anni ho visto migliorare i materiali: prima, l'acciaio; poi, l'alluminio; più tardi, il carbonio. Quest'ultimo è giunto per restarci, grazie alle sue caratteristiche tecniche di rigidità e leggerezza. Ho anche visto come si è passati a pedali a sgancio rapido, molto più comodi, efficienti e sicuri. Siamo passati a caschi sempre più leggeri, con design spettacolari e, inoltre, con tutte le garanzie di sicurezza.
    Ho visto anche uno sviluppo molto importante nel cambio. La mia primi bici aveva una corona e tre pignoni; ora corriamo con due, talvolta tre, corone e undici pignoni... e sicuramente non sarà finita qui. L'evoluzione tecnologica è stata una serie di prove, talvolta con un errori: arrivare al punto attuale non è stato semplice. Ricordo come facilmente si rompeva una catena quando si è passati ad avere dieci pignoni: i giunti si rompevano, per colpa di materiali ancora non abbastanza resistenti. Capita ancora oggi. Si può parlare anche della rivoluzione del cambio elettronico. Quanto è stato introdotto e usato per la prima volta, tutti eravamo sorpresi ed abbiamo emesso dei giudizi affrettati: non è necessario, potrebbe non funzionare bene, trasportare batterie appare sbagliato e così via. Oggi non ci immaginiamo in bici senza di esso.
    Da un paio d'anni hanno fatto capolino le primi bici con freni a disco nel ciclocross e si mormorava della possibilità che i freni a disco fossero utilizzati anche nelle gare su strada.
    Voglio dire innanzitutto che io sono il primo a consigliare i freni a disco per il ciclocross o per un amatore che pedala con gli amici.
    Però, nelle gare professionistiche, davvero qualcuno pensava che un incidente non si sarebbe verificato? Davvero nessuno pensava che i freni a disco sono pericolosi? Che tagliano, che sono delle autentiche lame affilate?
    Nell'ultima Parigi-Roubaix, solo due squadre hanno utilizzato i freni a disco (Direct Énergie e Lampre-Merida, ndt). Due squadre, con otto corridori a testa. In totale, sedici ciclisti che trasportavano trentadue dischi in gruppo. Bene dunque: in un tratto di pavé, per la precisione al km 130, si registra una caduta con conseguente groviglio e frenata generale, che mi ha fatto colpire il corridore che avevo davanti, il quale cercava di liberarsi dalla caduta. Io non sono finito a terra - solo la mia gamba ha toccato la parte posteriore della sua bici. Mentre sto per ripartire mi guardo la gamba: non mi fa male, non sanguina troppo, però osservo che una parte del periostio è scoperta. Vedo la guaina che ricopre la mia tibia. Mi fermo sulla destra della strada, mi porto nel prato, mi metto le mani sul volto e inizio ad avere giramenti di testa. Aspetto la mia ammiraglia e l'ambulanza, mentre mi passano per la testa tante cosa.
    Notizie varie sull'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) - Pagina 2 16freniventoso874

    Sfortuna? Non credo: pochi km dopo si conferma quel che penso.
    15 km più tardi entra in ambulanza Nikolas Maes della Etixx-Quick Step. Ha un profondo taglio in un ginocchio, prodotto da un disco, precisamente quello del trentadue. La domanda è immediata: cosa succederà quando si avranno 396 freni a disco mentre i 198 ciclisti di sfideranno per limare e le cadute sono inevitabili?
    I freni a disco non avrebbero MAI dovuto arrivare nel mondo dei professionisti, almeno nella modalità in cui li conosciamo oggi. Almeno fin quando non avranno sistemi di protezione e sicurezza che non li trasformino in autentici coltelli montati sulle biciclette.
    In aggiunta, con i freni a disco ci sono problemi per cambiare le ruote dopo una foratura; problemi per le auto dell'assistenza tecnica nei casi in cui non ci sia l'ammiraglia al seguito... e la cosa più importante: sono lame, che a certa velocità diventano dei veri e propri machete. Ci sono gare nelle quali raggiungiamo velocità massima di 80, 90 e anche 100 km all'ora.
    Io ho avuto fortuna: è solo la gamba, solo muscolo e pelle. Vi immaginate un freno a disco conficcarsi nella giugulare o nell'arteria femorale? No: meglio non immaginare.
    E tutto questo succede perché l'Associazione Internazionale dei Corridori (CPA), associazioni di corridori nazionali, federazioni nazionali e internazionali, squadre e, soprattutto, NOI, CICLISTI PROFESSIONISTI, non abbiamo fatto nulla. Però ora bisogna agire e mettere del buon senso a quello che è evidente. Sempre pensiamo che se non accade a noi non è un problema. Aspettiamo che i fatti avvengano prima di prendere contromisure. Prima o poi può succedere a chiunque: sono probabilità, tutti abbiamo le medesime. Come ciclisti professionisti dobbiamo guardare oltre al nostro ombelico, e utilizzo questa espressione perché sia chiaro. Certuni ci dicono quello che dobbiamo fare, ma non possiamo dimenticare che NOI ABBIAMO IL POTERE DI DECIDERE, E DOBBIAMO FARE UNA SCELTA.
    I freni a disco tagliano. Stavolta è toccato a me; domani, potrebbe succedere ad altri.
    (traduzione della lettera aperta di Francisco Ventoso)
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    Messaggio Da vallelvo Gio Apr 14, 2016 10:01 pm

    Ho letto in questi giorni le polemiche sui freni a disco che hanno provocato non pochi guai ai ciclisti

    La sicurezza sui luoghi di lavoro ha fatto passi d gigante in questi decenni.
    Le ditte produttrici dei freni a disco non hanno pensato di dotarli di sicurezza prima di applicarli alle biciclette dei professionisti?

    L'immagine della ferita è raccapricciante ed è stata presa una decisione saggia: meglio tardi che mai.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Apr 14, 2016 10:13 pm

    vallelvo ha scritto:Le ditte produttrici dei freni a disco non hanno pensato di dotarli di sicurezza prima di applicarli alle biciclette dei professionisti?
    Temo che non vi sia una soluzione. Ricoprirli renderebbe le bici irregolari e muterebbe l'equilibrio del mezzo.
    Decisione tardiva stando alle nette parole espresse da Ventoso.

    Mi chiedo solo una cosa: ma i ciclisti perché non discutono prima di queste cose ed aspettano sempre l'incidente?
    Possibile che non abbiano mai il coraggio di fare prevenzione, di inviare segnali, di manifestarsi???

    La foto è davvero impressionante. E temo che quel segno Ventoso se lo porterà sino alla vecchiaia, non solo quella sportiva.
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    Messaggio Da vallelvo Gio Apr 14, 2016 10:50 pm

    Parlavo della sicurezza sul lavoro perchè nel 1997 un  collega è caduto in una coclea (s.s.s.c.) ed era rimasto stritolato. Sulla sicurezza non si scherza.
    Vedi mail.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Apr 29, 2016 9:26 am

    C'entra forse poco con l'Uci, ma all'Uci c'è il suo ex capo, e forse pensando a lui qualcosa c'entra, eccome.
    Parlo del gran volo di stracci in corso in questi giorni in quel di British Cycling.
    Volano accuse varie, anche di sessismo all'indirizzo di Shane Sutton, dimissionario tecnico della pista inglese e di Sky, come pure al team manager Brailsford, la mente dietro al colosso Sky, colui che predisse a fine 2008 che in 5 anni un inglese avrebbe vinto il Tour, che poi vinsero in soli quattro anni, mentre in cinque anni ne vinsero due.

    Si comincia dalla accuse di offese personali e sessismo a Shane Sutton che si è dimesso a pochi mesi da Rio 2016.
    http://www.cyclingnews.com/news/shane-sutton-resigns-amid-sexism-and-discrimination-claims/

    Si è poi arrivati alle accuse di appropriazione indebita di materiale federale e commercializzazione dello stesso.
    http://www.cyclingnews.com/news/british-cycling-asked-to-investigate-claims-their-equipment-was-sold-on-auction-websites/

    La fumantina Emma Pooley vi ha poi messo il carico da 90 accusando Sky e federazione di sessismo e di non avere mai considerato il ciclismo femminile
    http://www.cyclingnews.com/news/pooley-on-british-cycling-brailsford-should-face-questions/

    Insomma un bell'ambientino sereno, che dopo anni di trionfi, forse anche tronfi si ritrova a vedere sassolini uscire dalle scarpe.
    A questa aria pesante si è poi aggiunta l'aria mefitica (termine morrissiano molto adatto qua) delle lotte politiche nell'antidoping con la imbarazzante faccenda (per Cookson) della positività del gioiellino inglese Simon Yates.
    http://www.cyclingnews.com/news/simon-yates-returns-positive-doping-test/

    Le Olimpiadi sono vicine, come pure le elezioni per il liderato dell'Uci ed il regolamento dei conti fra Aso e Uci.
    http://www.ciclopassione.com/t767p400-bollettino-delle-positivita-all-antidoping#23404

    Nel frattempo nell'ombra si muove (su jet personale) Mr. Makarov.
    E Zakarin vola, vola sulle ali dell'ottimismo. Embarassed
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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Mag 27, 2016 7:10 pm

    Il ciclismo non è più uno sport riformabile. L'Uci un organismo irrecuperabile.
    La sentenza di seguito è quella con la quale oggi un Tribunale Svizzero ha condannato Paul Kimmage (è il giornalista dalla cui narrazione è nato il film su Lance Armstrong) per avere diffamato Henricus Hein Verbruggen, boss dello sport mondiale e del Cio ed "ex" (?) boss del ciclismo mondiale.
    Questa è la definitiva dimostrazione che sino a che l'Uci resterà offshore sul suolo svizzero e non in un paese europeo non sarà mai credibile.
    Svizzera sei una vergogna della civiltà giuridica!





    LA LEGGE E' UGUALE PER TUTTI ('sto c...)
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    Messaggio Da vallelvo Sab Mag 28, 2016 8:23 pm

    La cosa non mi stupisce.
    Questo è un paese che ha sempre vissuto sul "dNoIpBaAgLeI" delle  banche. crazy guy
    Per stare in argomento.
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    Messaggio Da vallelvo Sab Giu 11, 2016 1:28 pm

    Su SC: "Una situazione catastrofica per Brian....".
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    Messaggio Da BenoixRoberti Sab Giu 11, 2016 3:11 pm

    Sapevo che la parte filofrancese del direttivo lo avesse abbandonato, ma non immaginavo che fosse finito in minoranza. Al momento lo appoggia - fuori dal direttivo - il nostro federbaffo. Ma sai che appoggio è quello del baffo ... Una specie di abbraccio mortale. Lui abbraccia e gli altri muoiono.
    Leggasi Isetti, la sua ultima vittima, di cui il federbaffo va in giro a dire - agli eventi a cui partecipa - peste e corna (es. si è montata la testa come tutte le donne, senza di me non era niente oggi, ecc.).

    Tornando a Cookson, l'inglese appare davvero con le ore contate e delegittimato come un Renzi di oltre Manica. Ottimo colpo di SpazioCiclismo.
    http://www.cyclingpro.net/spaziociclismo/road/una-situazione-catastrofica-per-brian-cookson

    Una situazione catastrofica per Brian Cookson


    Cyclingpro.net si è procurato in Belgio un documento assieme ai colleghi di Het Nieuwsblad. Il Comitato Direttivo dell'UCI ha emesso un terribile segnale di allarme inviando nei primi di giugno una lettera al Presidente Brian Cookson. Firmata dal suo vicepresidente David Lappartient, con il sostegno dellaFederazione Europea, appoggiato dalla grande maggioranza dei suoi colleghi del Comitatato Direttivo dell'UCI, in questa lettera vengono sottolineati tutti i malfuzionamenti della Federazione Internazionale, dalla sua immobilità su alcuni temi sensibili (doping, doping tecnologico, sicurezza, riforma del ciclismo) a numerosi interrogativi sulla gestione finanziaria. Vi lasciamo la possibilità di farvi una vostra opinione leggendo i punti sollevati dal Comitato Direttivo, ma c'è da chiedersi come il dirigente britannico, che partirà questa sera in vacanza per due settimane, possa mantenere il suo posto. Leggendo questa lettera emergono infatti forti contraddizioni...
    RIFORMA DEL CICLISMO INTERNAZIONALE
    In vista delle elezioni alla presidenza dell'UCI avevate fatto alcune promesse. Tra queste: "Mi impegno a portare a termine la riforma del ciclismo professionistico su strada durante il primo terzo della mia presidenza".
    Dobbiamo ammettere che ne siamo ben lontani. A breve inizierà l'ultimo anno del mandato e la riforma del ciclismo su strada è teatro di forti scontri.ASO, organizzatore del Tour de France, nel dicembre 2015 ha scelto di non iscrivere le sue corse al WorldTour nel 2017, il che priva il WorldTour i alcune delle sue corse più importanti. AIOCC (gli organizzatori delle corse) e CPA (sindacato dei corridori) hanno rifiutato di adottare la riforma proposta. Per il futuro del nostro sport e la garanzia del ruolo della nostra istituzione, è essenziale trovare rapidamente una soluzione
    DOPING TECNOLOGICO
    Il modo di gestire questa situazione non è stato abbordato su delle basi tecnologiche professanali. In termini di comunicazione è stata gestita quantomeno con ritardo e pressappochismo. Questo tema rappresenta un elemento importante del nostro sport. Mi interrogo sull'efficacia di alcuni tablet usati dall'UCI. Qual è la conferma scientifica della loro efficacia? Ci scrivete che il 100% delle frodi vengono rilevate: ne siamo certi? Perché rifiutare sistematicamente gli altri mezzi di controllo (raggi x, telecamere termiche)? Infine, siamo sorpresi delle condizioni nelle quali i tablet possono essere venduti alle varie federazioni nazionali. Ci risulta che l'efficacia della lotta alla frode tecnologica debba prevalere sul business generato da questi controlli.
    FRENI A DISCO
    L'incidente avvenuto durante l'ultima Parigi - Roubaix ha portato in primo piano il tema dei freni a disco. In seguito ad una richiesta delle squadre (AIGP), sostenuta dai corridori (CPA), vi ha portato ad interrompere questa sperimentazione.
    È necessario ricordare i timori dei corridori riguardo i freni a disco utilizzati senza protezioni. L'UCI dovrebbe assicurare la sicurezza dei corridori. Come minimo, sono necessari una guaina protettiva dei freni e una smussatura dei bordi del disco. Questo dossier mostra delle lacune nell'analisi precedente l'introduzione dei freni a disco.
    LOTTA AL DOPING
    Siamo venuti a conoscenza della volontà di Thomas Bach, presidente del CIO, di rendere indipendente la lotta al doping, affidandola ad esterni. Non posso che sottoscrivere questa idea e ve l'ho detto duranta il Comitato Direttivo. Mi dispiaccio del vostro scetticismo e di quello del vostro direttore generale Martin Gibbs. Ritengo che l'UCI ci guadagnerebbe a prendere l'iniziativa, come ha sempre saputo fare durante la sua storia.
    Non eravate voi a dichiarare nel vostro manifesto elettorale: "È cruciale assicurarci che l'antidoping sia interamente e veramente indipendente dall'UCI. Ad oggi, l'indipendenza è un'illusione visto che si trova nella sede dell'UCI. Questa non è indipendenza".
    FINANZE E REGOLE INTERNE
    Sedendo all'interno del Comitato Direttivo dell'UCI da ormai qualche anno, non ho mai osservato risultati così negativi come quelli degli ultimi due anni (Deficit di 331.000 franchi svizzera nel 2014, di 1,223 milioni di franchi svizzeri nel 2015). In precedenza i fondi in provenienza dal CIO servivano esclusivamente a finanziare la solidarietà. Non coprivano le perdite. Un aumento degli stipendi complessivi del 9,3% in un anno è ancor più inammissibile che incomprensibile visto che è stato deciso senza il benestare del Comitato Direttivo. Non voglio soffermarmi neanche sul turnover stranamente elevato di questi tre anni, che ha generato una perdita di competenze in alcuni ambiti. Inoltre, notiamo che, ad oggi, abbiamo rinnovato un solo contratto di partnership. Una situazione che ci preoccupa molto.
    Voglio inoltre ritornare sul dossier dei Campionati del Mondo di Richmond 2015Uno sconto di circa un milione di euro è stato accordato al comitato organizzativo di Richmond. Ci avete consigliato di accettare questa proposta, negoziata dal nostro collega Mike Plant. Vorrei che venisse trasmessa al Comitato Direttivo una copia della richiesta dell'organizzatore con data di invio, assieme all'accordo concluso con l'UCI e i conti certificati dell'eento. Attualmente, posso constatare che nulla è stato condiviso di questo dossier nel rapporto annuale 2015.
    Trattandosi di regole interne, è necessario che ricordiate al direttore generale dell'UCI di rispettarle sui temi sensibili. Posso dettagliare i miei propositi se lo desidera.
    RELAZIONE CON IL CIO
    Incontrando regolarmente gli attori del mondo olimpico, ci sentiamo in dovere di allertarvi sul deterioramento della nostra immagine. Non c'è un incontro con i membri del CIO nel quale non ci vengano fatte domande sul funzionamento interno dell'UCI
    RIFORMA DEL CICLISMO SU PISTA
    L'UCI non ha una strategia chiara su quello che riguarda la sua vetrina olimpica, che portebbe finire per sfuggirgli anche in base ai progetti di una lega che sta nascendo con il nostro sostegno.
    Le entrate dell'UCI in provenienza dai Giochi Olimpici sono tali essenzialmente grazie al numero di medaglie assegnate e la sola pista rappresenta il 60% delle medaglie del ciclismo. Una fuoriuscita della pista dal programma olimpico è possibile se l'UCI non dovesse più avere un controllo sulla sua disciplina, ma sarebbe una catastrofe, sia in termini di immagine che finanziari.
    Da Gilles Le Roc'h
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    Messaggio Da vallelvo Lun Giu 13, 2016 5:47 pm

    Su SC si parla del doping tecnologico.
    Nel luglio 2015 (!!??) pare ci sia stato uno scambio di mail da un membro UCI....

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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 14, 2016 2:04 pm

    Metto il link all'articolo:
    http://www.cyclingpro.net/spaziociclismo/road/doping-tecnologico-una-mail-sospetta-in-uscita-dall-uci
    Non solo pare, ma credo si possa dire che è "tutto agli atti".


    Il giorno seguente a questa soffiata dell'Uci a Gibbins, questo scrisse al suo ingegnere ungherese Varjas, che fulmineo lasciò il Tour de France.


    Il problema è molto semplice. L'Uci non è mai cambiata, è solo cambiato il suo vertice, ma Cookson non ha portato quel repulisti che aveva fatto credere.
    La corruzione ad Aigle è una piaga enorme e viene prima di ogni pietosa discussione sul doping, una di quelle tante che anche l'Uci alimenta per distogliere l'attenzione dal vero cuore del problema: l'Uci stessa.
    Sino a che il ciclismo prof dei team non sarà riorganizzato sotto una Lega Professionistica esterna alla Federazione delle Federazioni (cosa che l'Uci dovrebbe essere, e nulla di più) avremo sempre corruzione dilagante ed un "banco che vince sempre".
    Se poi aggiungiamo che la sede dell'Uci è in un paese che tollera ampiamente questi comportamenti ...
    Ad ogni modo non dovremo aspettare molto prima che qualche polizia europea vada a buttare un occhio su questo organismo ormai sputtanato alla radice, un organismo che è il vero cancro del ciclismo.

    A questo quadro aggiungiamo la guerra che si sta combattendo fra Cookson e Lappartient, una guerra senza esclusione di colpi.

    Riguardo a questo personaggio della Typhoon, azienda con sede a Monaco, tale Harry Gibbins, va ricordato che è l'ex Direttore Marketing di Oakley, nella cui struttura marketing operava anche il fratello di McQuaid, irlandese come Gibbins.
    Nel progetto aziendale di Gibbins c'è anche l'ex ingegnere del Team Jordan Gary Anderson.
    http://www.telegraph.co.uk/sport/othersports/cycling/tour-de-france/11712225/Tour-de-France-2015-Cycling-fears-cheats-have-a-new-weapon-mechanical-doping.html

    Colpisce il fatto che il mondo della F1 sia così interessato al ciclismo ed a queste nuove tecnologie, mentre al mondo del ciclismo pare interessare, nel bene e nel male, solo il lato truffaldino.
    Non può poi in questo ragionamento non tornare alla mente l'interesse di Alonso per il ciclismo, progetto poi naufragato parallelamente al crescere delle polemiche sui motorini. Sarà stato per quello, per lo sviluppo e sfruttamento di nuove tecnologie che si pensò di allestire il team? Porsi almeno il dubbio è d'obbligo?

    Comunque sia, le polemiche sull'uso dei motorini e delle nuove tecnologie magnetiche, si parla anche di qualcosa di simile al kers della F1, uscirono anche lo scorso anno quando Gibbins denunciò di essere stato avvicinato da un procuratore che gli chiedeva un aiuto per un suo assistito, e Gibbins minacciò pomposamente di divulgarne il nome qualora fosse stato ancora pressato.
    http://road.cc/content/news/155929-mechanical-doping-pro-cycling-story-wont-go-away

    Insomma Gibbins sa come farsi pubblicità, ma è altrettanto evidente che tiene per la gioielleria alcuni papaveri del ciclismo dirigenziale, ed è altrettanto chiaro che questo è uno scandalo tutto anglosassone che spazzerà via Cookson e che i francesi vogliono cavalcare.
    Nella lotta di potere si è inserito da vecchio marpione il nostro baffo che ha trovato una sintonia col debole presidente inglese. Il baffo vuole proteggere i suoi protetti e nel contempo portare a casa l'ennesimo mondiale in Italia col quale spillare altri soldi pubblici e portare le fee in Svizzera da spartire nell'organismo.

    Ad uscirne con le ossa rotte, manco a dirlo, sarà per l'ennesima volta il ciclismo, che ormai è una prateria per ogni tipo di scorribanda.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Giu 14, 2016 2:32 pm

    Oggi nel corso della tappa del TDS, su Bikechannel ci sarà in diretta Michele Ferrari....
    Siamo in Svizzera....
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Giu 14, 2016 2:46 pm

    Mi sembra giusto. Nella giornata in cui tornano le sacche di Fuentes e nella quale un ciclista vuota il sacco sul doping in Gran Bretagna davanti ad una commissione parlamentare, poteva mancare il Mito?

    Il ciclismo inglese, il mito di questo decennio, sta scricchiolando.
    http://www.cyclingweekly.co.uk/news/latest-news/dan-stevens-gives-evidence-parliament-harley-st-doping-doctor-233264
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    Messaggio Da vallelvo Mer Giu 15, 2016 10:09 am

    Povera UCI, critiche da parte dei corridori sull'arrivo troppo pericoloso della tappa di ieri al TDS.
    Anche Cancellara in prima persona ha dichiarato ridicolo l'arrivo della tappa. Rast punta il dito su Aigle....

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