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    Marco Pantani - L'assassinio

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 Empty Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Dic 08, 2013 1:51 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Era da tempo che mi tenevo questa discussione in serbo. A differenza di altri, di giornalai e blogger vari, che ormai ritengono questo argomento alla stessa stregua delle discussioni sulle scie chimiche, degli Ufo e della presenza degli alieni sulla Terra, io ritengo ancora che la storia (la verità sulla storia e morte) di Marco Pantani sia ancora da scrivere nella sua completezza.

    La mia non è una ricerca fra le tesi che mi appaiono più o meno belle, che solleticano più o meno bene i miei pensieri ed opinioni consolidate. Tutt'altro. La mia è una mera scientificamente cinica elencazione di fatti e circostanze strane, tante e troppe per la verità, che in questa storia sono state evidenziate, ma solo separatamente.
    Cosa è cambiato rispetto al passato?
    Tanto direi, tantissimo.

    Prima di tutto adesso è venuto meno l'isterismo dei supporter fanatici di Marco Pantani, quelli che dimenticano l'uomo (semmai gli fosse interessato) e si sono creati una icona, ridefinendo il personaggio a loro uso e consumo.
    Per chi vede le cose come me, Marco non era e non è "un personaggio", Marco era ed è un uomo, con il suo carattere, i suoi difetti ed i tanti, tantissimi contagiosi pregi, primo fra tutti la sprizzante generosità.
    Insomma è fortunatamente venuto meno il codazzo della banda Brancaleone che ha circondato in alcune fasi una famiglia distrutta dal dolore e soprattutto dalla sensazione che un grosso torto fosse stato perpetrato nei confronti del loro figlio, fratello.
    A quel dolore la vita terrena può (deve!) dare delle risposte e un giorno magari dire perché.

    Il compito di chi vuole leggere i fatti, di chi vuole arrivare a conoscere la verità è diverso.
    A noi non interessa apparire come i depositari dell'icona di Marco, a noi preme dare a Marco la giusta dignità storica che gli spetta. E per dire chi sia Marco, cosa sia stato per ciascuno di noi, non servono rappresentazioni; basta far parlare i nostri cuori.
    Marco Pantani non è stato vittima di un complotto masso-pluto-giudaico del vertice politico imperialista americano e marziano-stellare come qualche fulminato va dicendo da qualche anno per accreditarsi come depositario della verità.
    Tutte queste stronzate hanno contribuito a rendere assurda, a ridicolizzare una vicenda molto seria; una vicenda che andava gestita con scrupolo ferreo razionale sin dall'inizio, soprattutto da parte dei legali di parte.

    Marco è stato sicuramente vittima (per ora in ambito sportivo almeno) di un nugolo di stronzi criminali assatanati di denaro e potere che ha quasi distrutto il ciclismo. Questi erano al vertice di questo sport. Questo oggi lo possiamo scrivere.

    Eh sì, questa è l'importante novità storica, politica e processuale (Usada) che oggi è nero su bianco. Fatti.
    Per anni chi aveva detto e scritto che il campione texano era coperto, favorito (anche a costo di distruggere gli avversari) è stato coperto di letame da tanti, tantissimi giornalai e replicanti di veline preconfezionate e remunerate.
    Oggi molti di questi si sono trasformati nei peggiori robespierre e moralizzatori. Stranezze del vento e del carro che cambia.
    Le novità emerse recentemente hanno reso questo decimo anno dalla morte di Marco radicalmente diverso dai nove precedenti. Perché?
    Perché rileggere la vicenda di Marco ed i tanti fatti strani che lo hanno riguardato da quella mattina a Madonna di Campiglio sino a quel giorno del 2004, in cui le indagini furono chiuse in fretta e furia, alla luce di quanto emerso nell'ultimo anno assume una radicalmente diversa connotazione.

    E' vero che da qualche mese il ciclismo ha mandato in soffitta finalmente il periodo Verbruggen-McQuaid, ma è altresì vero che quella rete di contatti e di legami che ha permesso ai suddetti di dominare il ciclismo non è ancora del tutto venuta a galla e per debito di verità a Marco, come pure per garanzia di pulizia futura di questo sport, è bene che tutto venga alla luce.
    Per questa ragione ho aperto questo argomento, per elencare i fatti che ad oggi abbiamo a disposizione e rileggere tutto sulla base delle nuove conoscenze in materia.
    Non è vero che è stato già tutto scritto e che la verità non emergerà mai, come qualche fulminato scrive sempre in preda a paturnie ansiogene (il luogo del web da cui proveniamo è pieno di questi psicodrammi autoreferenziali), e la rete come dimostrato nell'ultimo anno ha una funzione essenziale nel divulgare conoscenza e condivisione di fatti e documentazione.

    Per rigore metodologico faccio una premessa: terremo distinto l'assassinio sportivo dalla morte fisica (omicidio?) di Marco Pantani. Allo stato la correlazione tra le due cose è solo congettura, ma con questo non intendo escludere che la correlazione possa anche esistere.

    Lo stesso metodo varrà per un'altra morte, la cui correlazione invece mi colpì molto, di cui seppi parlando con un funzionario internazionale del ciclismo, mentre dialogavamo su Marco Pantani.
    Questi mi disse:"Nel ciclismo di quegli anni ce ne erano tante di cose strane. Non c'è solo la morte di Pantani. C'è anche una persona che conoscevo, un ispettore che sapeva tutto, che è finito in fondo ad un lago".
    Gli chiesi chi era, che cosa intendeva, ma chiuse lì il discorso rapidamente dicendo che erano voci, senza poi tanta importanza. Solo di recente sono riuscito a sapere cosa intendesse e di chi stesse parlando.
    Ne parleremo alla prossima.

    Ps. Spero tanto che Morris possa e voglia essere della partita per ricostruire e raccontare dalla sua enorme ed incredibile esperienza personale, quei bellissimi e poi tremendi anni.

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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 Empty Re: Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Feb 18, 2014 4:35 pm



    Le persone di sport sono nella maggioranza preponderante "belle persone" (vedi Pierantozzi).
    I politici, i dirigenti politici sono nella maggioranza preponderante dei DELINQUENTI (vedi post precedenti).

    Michael Rasmussen conosce, comprende, pienamente il dramma vissuto da Marco Pantani.
    Certo è un personaggio scomodo, imbarazzante ... ma immensamente meno di un Ceruti, di un Di Rocco, di un Petrucci, di un Verbruggen ...
    E il suo gesto è una forma di ribellione all'ipocrisia.


    Ed infine spazio al ricordo:


    Le parole di Rolando "Marco" Ravello:
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    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 Empty Re: Marco Pantani - L'assassinio

    Messaggio Da Morris l'originale Mar Feb 18, 2014 9:03 pm

    ....Torno a Campiglio, per focalizzare quelle che sono le sostanze dei fatti, senza ripetere e riportare quanto scritto in diversi interventi, per assoluta mancanza di tempo.
    Le irregolarità procedurali del controllo su Pantani quella mattina, furono palesi, così come le superficialità, poi decisive, di chi doveva difendere e tutelare Marco, nell’occasione, e, successivamente, nel processo di Tione di Trento. Sostanze che però non cambiano la certezza, purtroppo più morale che giuridica, di un controllo da invalidare ancor prima del certo imbroglio ai danni del campione.
    Tra i fatti noti, che dalle carte processuali si evinceva, ci sta pure il dato anomalo delle piastrine, sul quale furono spesi pochi accenti dalla difesa di Marco. Mai però, all’osservatorio più o meno interessato e al pubblico più in generale, era stata resa così chiara l’entità clamorosa dell’anomalia, in sé e al cospetto degli altri controllati, ovvero i rimanenti 9 della top ten della classifica, la mattina del 5 giugno ’99. In questo senso, non si depaupera per nulla lo “scoop” di Davide De Zan, che va ringraziato di cuore ed applaudito a piene mani. In fondo, a livello mediatico, mai prima di venerdì scorso, era risultata così evidente, per milioni di telespettatori, l’oggetto del trucco per fregare Pantani. Certo, ripeto, non c’era bisogno di arrivare alle piastrine per capirlo ed esserne conseguenti, ma per la dignità e le ragioni che hanno dato un primo e corposo input alle derive di Marco, quanto evidenziato a pieno schermo da De Zan e, poi, dall’ematologo del San Raffaele, rappresenta tantissimo e per tanti aspetti, una prima..Sono la prova che Pantani non era un visionario in preda alle sue derive e non vado oltre. Sono pure la prova, forse la più brillante per chi segue lo sport, che chi tende a vedere complotti, non è un malato sulla via della depressione, come altri vogliono far credere, ma è spessissimo più realista. Anche perché, se non è stupido, i distingui li sa sempre fare. E per quanto mi riguarda, visto che ho passato la gran parte della vita fra politica e sport, dove il “grigio” è di casa come il tavolo di colazione, pranzo e cena, è una conferma della felicità e della fierezza che provo, nel non appartenere alla categoria degli “altri”.
    Dunque, ecco come con una semplice e confondente procedura di aferesi (confondente perché usa strumenti d’analisi di laboratorio), abbinata ad una sola provetta, in una dozzina di minuti si poteva ottenere la fregatura di Pantani e così è stato. Ematocrito alzato.
    A pensarci bene, un metodo diabolico, perché, e ne sono profondamente convinto, se nella fase di preparazione dell’imbroglio, le trasgressioni funzionali allo scopo, fossero state contestate, come era giusto, legittimo e doveroso, non essendoci i tempi per riparare (non a caso Pantani fu controllato per ultimo, oltre i limiti massimi della tempistica regolamentare), si sarebbe giunti, di fatto, alla non effettuazione del controllo, o ad un prelievo da usarsi, eventualmente, a livello meramente dimostrativo. Morale: Marco Pantani avrebbe sì vinto il Giro d’Italia, ma sarebbe stato sputtanato dal belare dei media, perché non controllato e, quindi, sospetto, anche per quelle che sarebbero state le immancabili considerazioni degli scrivani di servizio, sul giganteggiare del campione. A quel punto, sarebbe potuto entrare in gioco, eventualmente, il prelievo fuori regolamento, richiesto magari, per smorzare il copioso sospetto, anche dall’intorno di Marco, in quanto tranquillo e consapevole di un ematocrito ben sotto il 50%. Qui però, alla faccia di una attendibilità da ingenui sfiorante l’idiota, coi tempi dilatati ed insistendo la volontà di qualcuno di fregare Pantani, sarebbe stato possibile di tutto, con maggior credibilità pure scientifica.
    Già, perché certi soloni medici e/o della cosiddetta carta stampata, alla luce di una lunga legenda di “pulci” diffuse circa i valori fisici e prestazionali di taluni atleti, dovrebbero chiedersi e non l’hanno mai fatto (come non lo stanno facendo nemmeno oggi), come poteva essere possibile che un corridore con quella carenza di piastrine, da cura e così fortemente sotto la media degli avversari, potesse dominare in lungo ed in largo il Giro d’Italia! Già questa, per i teorici monocefali della legittimità e della credibilità di quel controllo, rappresenta un distinguo per proferir loro un sonoro: vergognatevi!
    L’imbroglio massimo che s’è vissuto e consumato, s’è dunque basato e fidato, andando a buon fine, sull’impreparazione, la buona fede e l’eccessiva tranquillità di chi doveva tutelare Marco quella mattina. Ora però, grazie a Davide De Zan, ed al suo lavoro, i dati sono lì, a portata di tutti, ed è veramente grave, nonché stranissimo, come hanno giustamente sottolineato Fizz Terabike e Emitself, che nessuno ne parli fra i media più autorevoli. È arrivata qualche telefonata? Domanda legittima. In fondo parlandone troppo, potrebbe scattare la voglia in qualche magistrato…..  
    Altro aspetto: ciò che è venuto dopo Campiglio, con l’innalzamento di Marco a “Dopato d’Italia”; con le 7 Procure che lo indagavano (per Riina  furono 2); coi tecnici, mai vincenti, che lo prendevano ad esempio di come col doping si potesse moltiplicare alla potenza il non certo grande talento; di giudici che inventavano condanne su leggi inesistenti e che dopo essere stati sputtanati in Appello, querelavano il giornalista che lo aveva sottolineato, finendo poi per perdere la causa; di giornalisti dalla penna tutt’altro che stupefacente che, col Pirata, potevano ergersi a califfi e tanto altro che cercherò di focalizzare in una prossima puntata, in risposta alla richiesta del grande Eliacodogno, furono un qualcosa di realisticamente (eufemismo) esagerato, quasi una liberazione  per dare fiati alle proprie stonate trombe. Ed in mezzo a tutto ciò, perbacco, ci stava tanto imperiosa nella sostanza quanto strisciante nella metodologia, quella politica, di sinistra, altrettanto perbacco, divenuta burla da sketch, all’indomani della morte di Enrico Berlinguer (e lo dice uno che è stato un professionista della politica proprio nel PCI e che, giocoforza, ha sempre votato a sinistra, ma che non sarà mai un elettore dell’attuale Partito Doroteo). Pantani, nel ’98, era lo sportivo italiano più conosciuto nel mondo, ed il quinto ogni categoria, un bocconcino-strumento prelibato, per taluni giochetti così cari ad un tipo che poi sarà l’inutile ospite, ovvero il 18esimo uomo, di una “barca a vela di 12 metri” partecipante alla Coppa America (2005).
    Insomma, un bel coacervo, che richiama alla mente di chi scrive, il ribrezzo per aver involontariamente ascoltato telefonate di non immediata riconoscibilità nei contenuti, ma con probabilissimi interlocutori quali “Cyrano”, “Sporco”, “Compagno Sordo”, nonché diversi e diversi divampi in tavolate imbandite, di espressioni stupefacenti (quelle sì, alla luce del dopo), rivolte ai convenuti, del tipo “…..quando ci sarà la caduta degli dei”. Caspita, come fu veggente il Pachidermico Cappone che le emetteva! Infatti, un dio che da solo contava come gli dei messi assieme, cadde il 5 giugno 1999.
     
    Continua....
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    Messaggio Da Emitself Mar Feb 18, 2014 10:32 pm

    @MORRIS
    Davvero io mi limito a constatare una cosa.
    Essendo totalmente ignorante su fatti, persone e situazioni, ma non essendo sciocco, sulla vicenda Pantani ho sempre mantenuto un atteggiamento "laico": non credevo agli apologeti del "Pantani santo a pane e acqua" e nemmeno ai fustigatori feroci del "Pantani unico dopato e drogato"; non credevo all'intervento alieno teso a manipolare una provetta con misteriosi poteri extraterrestri, ma ritenevo "strana" una totale imperizia del corridore e del team in prossimità di un controllo piuttosto prevedibile e scontato, in una giornata in cui nemmeno serviva andare a tutta.
    L'altra sera, De Zan mi ha mostrato, semplicemente, che per manipolare la provetta non sarebbero stati indispensabili gli alieni e i loro  poteri extraterrestri...bastava davvero poco.
    Mi è sembrato un "semplice" ma concretamente utile contributo giornalistico.


    Ultima modifica di Emitself il Mar Feb 18, 2014 10:37 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Feb 18, 2014 10:36 pm

    Emitself ha scritto:Mi è sembrato davvero un "semplice" ma davvero utile contributo giornalistico.
    Quasi meglio del rasoio di Occam (cit.) Smile 
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    Messaggio Da baracco bama Mar Feb 18, 2014 10:37 pm

    Un commento "a caldo" (18 giugno 1999) di Martinello, che al tempo ricopriva anche la carica di vicepresidente ACCPI

    http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/giugno/18/Martinello_sprint_sempreverde_ga_0_9906185331.shtml

    e mi risulta non abbia cambiato idea,  coprendo di me...lma argomentativa una celeberrima gomblottista

    http://forum.cicloweb.it/viewtopic.php?f=2&t=87&start=150::
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    Messaggio Da Emitself Mar Feb 18, 2014 11:03 pm

    Non conosco Silvio Martinello di persona, ma mi è sempre sembrato un soggetto serio e intelligente. Qualunque opinione abbia, per me è rilevante e meritevole di essere presa in grande considerazione.
    E' una delle persone con cui, potendo, discuterei davvero volentieri di ciclismo.
    Sono anche abbastanza sicuro che Silvio Martinello non citerebbe mai il celebre "rasoio" a sproposito Very Happy
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Feb 18, 2014 11:13 pm

    @Presidente Usa e Getta Baracco Obama Laughing 
    Usare Silvio Martinello come clava nella fase attuale della discussione è fuori luogo.
    Seguii il suo post di allora, e la successiva discussione che ne sortì, con la massima attenzione e sostanziale condivisione, perché quelle parole di Martinello erano le parole di un collega e quelle di un intero gruppo di colleghi (anche della sua squadra) che chiedevano a Marco Pantani di accettare quella situazione per il bene di tutto il ciclismo, di farsene una ragione e di non cercare lo scontro.
    Le parole di Silvio sono oneste, profonde e non ipocrite, soprattutto quando dice di volere rifiutare l'idea del complotto, perché rendeva il tutto indefinito e difficilmente rintracciabile. In quel momento (1999) si sarebbe dovuto sbraitare poco ed invece lavorare con un buon team tecnico-legale in silenzio per sbugiardare l'eventuale fregatura, ma il bisogno mediatico in Marco ebbe il sopravvento.

    Martinello spiegò bene come fu dato dall'interno del ciclismo stesso il pretesto delle inchieste e soprattutto confermò da un punto di vista pragmatico la squallida situazione politico-sportiva che per Pantani rappresentava il complotto.
    E lo disse con parole chiarissime.

    Ciò che Pantani diceva è comunque ancor oggi leggibile dalle immagini chiare, non ipocrite, e facilmente interpretabili.
    Chiederei di non mischiare quelle numerose e chiare espressioni e pensieri con i deliri dei cazzari complottisti arrivati dopo.

    Tutto il gruppo in quel periodo diceva sinceramente al testone di Cesenatico: "Lascia perdere, può essere che ti abbiano fregato, ma fra quindici giorni torni a correre e tutto si sistema".

    L'orgoglio di Marco non gli permise questo e quella ingiustizia lo erose dentro giorno dopo giorno.
    Un altro al suo posto, seppur raggirato, avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco, lui non poteva, non ci riusciva.

    Una cosa però va detta. Nessuno al suo posto aveva in precedenza avuto sul piatto quello che Pantani aveva il 5 giugno 1999. E nessuno può negare che la "caduta degli dèi" venne annunciata.

    "... prima della cronometro nelle Marche, Ceruti (allora presidente della FCI, ndr) chiede a Boifava (allora DS del team Riso Scotti) di imporre ai suoi corridori l’accettazione dei controlli del Coni. Lui ribatte di poterli solo consigliare, di non poter imporre nulla. Ceruti prende il cellulare, compone un numero e passa il telefono a Boifava: è Squinzi, sponsor anche della sua squadra con il marchio Vinavil. Il patron della Mapei ribadisce la richiesta di Ceruti, la risposta che riceve è la stessa.
    Ceruti se ne va pronunciando una frase che Boifava,dice lui stesso, non dimenticherà mai: Vedrai presto la caduta degli dei."
    Davide Boifava chiama immediatamente Pantani, gli racconta il fatto e si raccomanda: Marco, hai mai visto gli Agnelli andare in piazza con la bandiera?Fatti gli affari tuoi……..tirati via, guarda che se ti metti contro le istituzioni ti distruggono. Dai retta a me, fermati, lascia perdere”.
    (Cit. Un uomo in fuga - Manuela Ronchi, Gianfranco Josti).

    Infine chiedo al signor presidente Usa se per caso ha parlato con Silvio dopo la trasmissione di Davide De Zan.
    Credo che Silvio sia davvero allergico alle dietrologie ed alle fascinazioni, ma allo stesso tempo sembra uno che legge molto, collega ed usa il cervello senza essere fazioso. Ah ... quando sbaglia o ha degli interessi che lo possono rendere non più imparziale lo dice apertamente.
    Queste persone pragmatiche sono i migliori alleati in questo momento per arrivare alla verità e soprattutto ad un ciclismo migliore. Very Happy


    Ultima modifica di BenoixRoberti il Mer Feb 19, 2014 11:35 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da baracco bama Mar Feb 18, 2014 11:42 pm

    BenoixRoberti ha scritto:

    Infine chiedo al signor presidente se per caso ha parlato con Silvio dopo la trasmissione di Davide De Zan.
     
    Assolutamente no, ho citato Martinello perché credo che abbia dato un' interpretazione dei fatti di quel periodo dal di dentro, con onestà, correttezza e competenza.
    E non credo abbia mutato idea, credo. non ne ho certezza.
    Credo che mi limiterò la lettura dell argomento da ora in avanti, senza più intervenire, certamente disposto a cambiare le mie convinzioni sul caso di fronte a nuovi, oggettivi fatti. 
    Grazie per l' ospitalità.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Feb 18, 2014 11:44 pm

    Presidente Baracco Bama concordo pienamente con le sue ultime parole, perché erano innegabilmente parole dall'interno del gruppo e parole vere quelle di Silvio.

    In un Paese normale, quando nel 2005 era uscito quel libro citato di seguito e nel post precedente, una magistratura libera e corretta avrebbe portato in Procura il Presidente Federale per fargli un po' di domandine su quella frase, magari, anche di qualcos'altro sul ciclismo italiano e sulla federazione che comandava con metodo staliniano.
    Quanto scritto nel libro non fu mai smentito né da Ceruti, né da Squinzi.

    "... prima della cronometro nelle Marche, Ceruti (allora presidente della FCI, ndr) chiede a Boifava (allora DS del team Riso Scotti) di imporre ai suoi corridori l’accettazione dei controlli del Coni. Lui ribatte di poterli solo consigliare, di non poter imporre nulla. Ceruti prende il cellulare, compone un numero e passa il telefono a Boifava: è Squinzi, sponsor anche della sua squadra con il marchio Vinavil. Il patron della Mapei ribadisce la richiesta di Ceruti, la risposta che riceve è la stessa.
    Ceruti se ne va pronunciando una frase che Boifava,dice lui stesso, non dimenticherà mai: Vedrai presto la caduta degli dei."
    Davide Boifava chiama immediatamente Pantani, gli racconta il fatto e si raccomanda: Marco, hai mai visto gli Agnelli andare in piazza con la bandiera? Fatti gli affari tuoi……..tirati via, guarda che se ti metti contro le istituzioni ti distruggono. Dai retta a me, fermati, lascia perdere”.

    (Cit. Un uomo in fuga - Manuela Ronchi, Gianfranco Josti).

    Nella parte citata ci sarebbero un po' di notizie di reato.

    baracco bama ha scritto:Credo che mi limiterò la lettura dell argomento da ora in avanti, senza più intervenire, certamente disposto a cambiare le mie convinzioni sul caso di fronte a nuovi, oggettivi fatti. 
    Grazie per l' ospitalità.
    Qua non ci sono ospiti ed ospitanti. Opinion Sharing. Smile 
    E comunque ti dò atto della seguente notevole ipotesi fornita sulla possibile precipitazione delle piastrine.
    baracco bama ha scritto:Dottore, cosa significa il termine medico pseudo-piastrinopenia EDTA-correlata?

    Molto molto interessante, ma non so quanto utile alla tua tesi. Non sono medico ma mi fido della persona a cui ho chiesto, anche per il materiale inviatomi.
    Ho ricevuto questa sera una replica email completa ad un mio quesito in merito alla possibile pseudo-piastrinopenia da EDTA. Avviene in una percentuale bassissima dei casi di prelievo, meno dello 0,5%, ma è possibile.
    Però c'è dell'altro sull'analisi dell'ipotesi proposta, perché avviene solo in contesti particolari, cosa che mi ha fatto rizzare le orecchie e strabuzzare gli occhi, perché apre un nuovo scenario possibile, quello sì molto gomblottista e non so se pubblicarlo.
    Ci penso e semmai ti dico, ma tu la sai certamente già. Smile
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    Messaggio Da angelo francini Mer Feb 19, 2014 1:04 pm

    Ho letto l'articolo di Martinello del giugno 1999, non lo avevo mai letto.
    Condivido quanto dice, perché quella é la realtà ed il succo della discussione.
    La cosa gestita in modo diverso e più soft non avrebbe innescato tutto quanto in seguito é successo!
    Ma tutto va distinto, a mio parere, sino a ciò che accadde quella giornata: 
    - da un lato il controllo, il suo risultato e l'esclusione dal Giro
    - da un altro lato quello che dopo l'esclusione avvenne e si innescò nella stessa giornata.
    Una diversa gestione della prima vicenda avrebbe provocato una diversa soluzione? ....forse!
    In questo ha ragione Silvio Martinello e lo scorso anno, forse, avremmo festeggiato i quindici anni della doppietta del '98 con Marco presente.
    E con questo, ripeto, non disconosco i molti errori commessi in quel frangente da tanti soggetti.
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    Messaggio Da vallelvo Lun Mar 31, 2014 10:13 pm

    In nome di Marco.
    Sono arrivata con fatica emotiva al 5 giugno 1999. Fin qui ho ripercorso i momenti più belli del ciclismo italiano. Ricordi indelebili, tanti vissuti dal vivo. Ora non so se riuscirò a continuarne la lettura.
    Sto vedendo alla TV l'impresa di Marco a Oropa, c'è tutta la salita: emozionante. Immagini che parlano da sole, dice lo speaker, immagini che non abbiamo dimenticato.
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    Messaggio Da vallelvo Lun Apr 14, 2014 8:18 am

    Finalmente ho terminato di leggere l'ultimo libro su Pantani. Sapevo quasi tutto.
    Il povero ha subito quel giorno il controllo in modo "rocambolesco". Son trascorsi 15 anni ed ancora se ne parla. La conseguenza fu .......

    Avrei voluto una risposta sulla mia ultima frase. E' già successo che i controllori sbagliassero corsa (mica una corsetta) per i prelievi come successe con M.?
    In Francia la notizia ebbe risalto. In Italia bocche chiuse. Allora contattai una famosa rivista ed al telefono mi fu confermato, la notizia rimase "lettera morta".
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    Messaggio Da angelo francini Mar Apr 22, 2014 7:21 pm

    Cara Vallelvo
    io ritengo che quel giorno una diversa gestione, specialmente del "dopo", avrebbe provocato meno danni.
    Ricordiamoci che non era positivo: quindi dopo 15 giorni poteva richiedere il nuovo esame e ripartire al Tour!
    Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate così: purtroppo non vi è la controprova che ce lo può dire.
    Beh io voglio ricordare MARCO PANTANI con una foto di una decina di anni prima di Madonna di Campiglio.
    Eravamo alla Corsa del Sole 1989, una gara a tappe per dilettanti che si correva in Calabria.
    Marco vince due tappe in quell'edizione: in questa foto lo vediamo in maglia Rinascita che viene premiato per la vittoria di Pizzo Calabro da Francesco MOSER.
    Beh questa foto Marco, come già ho scritto, me la autografò nel suo albergo quella sera a Madonna di Campiglio e si fece una gran risata nel rivedersi con quei capelli .....
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    Messaggio Da vallelvo Mar Apr 22, 2014 7:35 pm

    Gent. Signor Francini,

    onorata della sua risposta. La foto autografata da Marco quella sera di  Madonna ha un doppio significato. Sicuramente è stata l'ultima risata di un piccolo grande uomo. Dalle stelle..........

    L'ho sempre pensato anch'io, dopo quei 15  giorni di sospensione per l'ematocrito alto (veramente alto?), avesse reagito diversamente, la storia di Marco sarebbe stata un'altra.
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    Messaggio Da vallelvo Mer Apr 23, 2014 2:36 pm

    Raccolto l'invito a fare un commento sul libro. Con parole semplici, qual'è la mia vita.

    Ho letto il libro "In nome di Marco" scritto a due mani da Francesco Ceniti e Tonina Pantani, mamma di Marco, nel decennale della  morte terrena di questo straordinario campione. Marco era morto nell'anima e nel corpo, nel lontano 5 Giugno 1999.

    La vita e la morte di questo piccolo  grande uomo mi era nota, ho ripercorso con piacere gli anni migliori del campione, ricordando gli exploit sulle strade del Giro e del Tour. Il destino non gli è stato d'aiuto, tanti, troppi gli incidenti nel corso della sua vita ciclistica, superati con coraggio e determinazione per ritornare il campione di prima. L'ultimo gli è stato fatale, quel 5 giugno l'ha distrutto. Se solo avesse potuto riprendere a correre dopo quei quindici giorni di sospensione, la storia forse sarebbe stata un'altra. Non ne ha avuto la possibilità. La narrazione del giorno di Madonna di Campiglio dovrebbe risvegliare  la coscienza di quei personaggi oscuri che gravitavano attorno al campione, falchi in attesa di colpire la preda inerme. 
    Sono stati fatti degli sbagli, in buona fede credo, da parte di chi lo doveva proteggere. In quei momenti concitati, chi avrebbe potuto fermare i "rapaci" non l'ha fatto perchè non lo sapeva fare. Sicuramente ignorava i diritti del corridore e della squadra stessa. Poi la narrazione cruda di quel lungo periodo. Gli anni travagliati di Pantani, con gli amici/nemici fanno rabbrividire. Costoro non possono dormire sonni tranquilli, forse sono illusa, guardando negli occhi i loro figli. Cuore non hanno. La  battaglia di mamma Tonina deve andare avanti nel ricordo dello sfortunato figlio. La battaglia sarà dura e lascerà la ferita sempre aperta. Uomini senza scrupoli, controllori infami, pare, troppi interessi gravitavano attorno a questo figlio della nostra terra.

    A Marco era stato riscontrato un ematocrito alto, oltre i parametri, sarà stato vero? Chi lo sa! In quegli anni c'era di tutto ed ognuno si gestiva come meglio sapeva fare. La storia insegna. Purtroppo il campione è caduto in una trappola più grande di lui e non ha  saputo  affrontarla nel dovuto modo. Semplicemente perchè ne aveva passate tante e  quella è stata la  goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ce l'avevano tutti con lui, le istituzioni in particolare. Era il delinquente da braccare, questo il trattamento riservatogli. Era un piccolo uomo che combatteva con i fantasmi. L'hanno dipinto come un debole, deboli lo siamo un po' tutti nei momenti bui che prima o poi ti capitano strada facendo. E' il destino ti dicono. Non per tutti così amaro. Si è perso nell'anima e nel corpo, sicuramente doveva essere  aiutato, forse ha rifiutato di essere preso per mano, offeso nel  suo orgoglio. Non erano le persone giuste, capaci di essergli di aiuto. Servivano persone carismatiche a ispirargli fiducia nell'essere umano, fiducia che ormai aveva perso. Anche la famiglia era la sua nemica, tutti erano nemici nella sua testa. Salvo fidarsi alla fine dei veri nemici.

    La tragica fine del Pirata dovrebbe far riflettere tanti umani.

    Leggendo questo libro, ho conosciuto un Marco diverso dal solito personaggio sportivo. Amava le persone in difficoltà, i bambini in particolare, aiutava i più deboli tenendolo per se: un grande caduto nelle  grinfie di malvagi.

    Marco era un buono utilizzato come capro espiatorio per coprire i malavitosi. Che tristezza!
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    Messaggio Da vallelvo Gio Apr 24, 2014 11:07 pm

    Le emozioni che sapeva dare il Pirata...

    Tappa del Ventoux 2000, incredibile......su Rai Sport 2.
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    Messaggio Da angelo francini Ven Mag 02, 2014 4:10 pm

    Settimana Ciclistica Bergamasca 1991 (ora Lombarda): si correva con la formula open.

    Il primo incontro in gara fra Lance ARMSTRONG e Marco PANTANI (entrambi ancora dilettanti).Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 Armstr10
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Lug 27, 2014 8:59 pm

    Ancora oggi Marco Pantani riesce a fare la cernita dei coglioni.
    Un sommo coglione così si è espresso

    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 10576910
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    Messaggio Da vallelvo Dom Lug 27, 2014 9:03 pm

    No comment. Ed ho avuto il disonore di conoscerlo sui campi da sci di Madonna di Campiglio, attorniato da una mezza dozzina di guardie del corpo.....
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    Messaggio Da angelo francini Dom Lug 27, 2014 9:18 pm

    Benoix, perché la parziale pubblicazione della discussione?
    Non facciamo politica, facciamo sport .............
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Lug 27, 2014 9:21 pm

    Francio è l'immagine che gira in rete.
    Della politica di Gasparri non me ne frega nulla.
    Non lo considero nemmeno un politico, solo un gran coglione
    Comunque la conversazione è anche peggio purtroppo:
    https://twitter.com/gasparripdl/status/493480278741233665

    Ps.
    Pensandoci su, mi viene da dire che un politico dovrebbe riflettere di più su ciò che scrive, non può fare il bimbominkia, ovviamente perché non è più un bimbo.
    Per par condicio: Gasparri vuol fare concorrenza a Renzie, ovviamente come bimbominkia. Laughing
    Non so perché, ma gli italiani semplici sono molto meglio di questa gentaglia di politici.

    Uno che è stato rinviato a giudizio come il figuro dovrebbe astenersi da certe sentenze sprezzanti nei confronti di chi non può più difendersi. E poi il figuro parla da garantista.
     calcinculo

    Ciò che conta comunque è questo:
    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 Pantan10
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    Messaggio Da angelo francini Lun Lug 28, 2014 9:03 am

    Ben torno a ripeterti. Perché fai valutazioni politiche, perché tali sono.
    Limitati alla parte sportiva, lascia ad altri (altre) fare quella parte!
    Altrimenti bisognerebbe entrarci fino in fondo al significato del termine "garantista", in tutti i sensi: e mi riferisco a quelli sportivi.
    E non perché sia un sostenitore di Gasparri.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Lug 28, 2014 9:11 am

    Mettiamola così. Facciamo che Gasparri fosse un attore di avanspettacolo.
    Avrei scritto che era un gran coglione.
    Non sono io che faccio politica!, è il coglione (qualunque lavoro faccia) a parlare di ciclismo senza sapere e capire un ... e senza conoscere la realtà delle cose.
    Ripeto: che diritto ha lui di giudicare in quel modo Marco Pantani?
    Nessuno.

    Francio, ti prego, quel coglione è indifendibile.
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    Messaggio Da perobeach Lun Lug 28, 2014 9:23 am

    Effettivamente è in giornate di felicità come queste che, purtroppo, viene a galla il peggio di quello che c'è in giro (stavo dicendo vengono a galla gli ....)
    Vogliono essere degli opinion-makers e si dimostrano umanamente miserabili.
    Forse non lo fanno neppure per calcolo. Forse.
    Sono mistificatori o "ciucci e presuntuosi" ?
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    Messaggio Da angelo francini Lun Lug 28, 2014 10:16 am

    Ti ho scritto una cosa e continui a rispondere con un'altra.
    Mi sembri uno struzzo: la testa sotto la sabbia e il qlo fuori!
    E lo hai anche tu!

    Perché allora dovresti entrare nel merito, con un commento, anche agli altri quesiti che leggo in quei tweet!
    cauz.
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    Messaggio Da cauz. Sab Ago 02, 2014 1:23 am

    domani la gazzetta sarà in edicola così.

    Marco Pantani - L'assassinio - Pagina 5 Bt_Sr5aCYAAjrBZ

    spero di tutto cuore (ma con poca speranza) che dietro a tutto questo ci sia un po' di "ciccia", perchè altrimenti è forte il rischio che sia la bella pietra tombale sull'estate nibaliana...

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