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    Messaggio Da Lemond Ven Nov 15, 2013 5:10 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Ho letto che Nino ha una notevole passione per la Commedia (come la mia amica Baccella, anche lei scrittrice) e allora gli propongo questo http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/testimoni-del-tempo-lezioni-sulla-divina-commedia-1-puntata/22082/default.aspx
    A me queste puntate sono piaciute molto, spero anche a qualcun altro.


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    Messaggio Da Lemond Lun Dic 09, 2013 8:12 am

    A proposito di "pro vita" e pro non si sa che, i veri odiatori della vita sono coloro che parlano senza conoscere certe patologie così orribili nei neonati che non voglio esemplificare per non guastare la giornata a chi legge. Questi che vorrebbero sottoporre alla tortura quei poveri nasciturio nati per il solo fanatismo ideologico, che non conosce la pietà, ma solo un efferato "ad maiorem Dei gloriam". Evil or Very Mad Ma che volete farci i "media" sono in mano dei perbenisti che non possono andare contro la Santa Madre Chiesa e allora si spiega che, per ritornare ad un discorso già fatto, un medico possa fare il suo mestiere quando e come vuole, peur sapendo ormai, prima di cominciare a studiare, che un chirurgo ha nei suoi doveri anche quello di interrompere un gravidanza. "Mutatis mutandis" si pensi a un poliziotto che voglia esercitare il diritto all'obiezione di coscienza nel non voler portare le armi: lo prenderebbero per pazzo e perché un medico ospedaliero no? Question Question Question 
    E veniamo all'omosessualità che per i monoteismi è un comportamento contro natura! In che senso questo "contro natura" non si è mai capito. Question Question Question  Non certo perché negli animali non sia diffusa, perché ad es. nel bisonte americano i rapporti più frequenti sono di questa natura, il tricheco adotta la pederastia per moltio mesi dell'anno, la bisessualità è la norma fra le balene grigie, i delfini tursiopi e le pecore domestiche. E poi ...
    Per l'home sapiens l'omosessualità è esistita in tutte le epoche e in alcune fra le più grandi civiltà tenuta in altissima considerazione: è conosciuta da tutti la Grecia. Se si lascia perdere dio, al limite (ma proprio al limite) si potrà eventualmente sostenere che solo un maschio e una femmina entro una determinata età posso adottare un bambino, però questo è un argomento pericoloso proprio per chi lo sostiene. Infatti come si può giustificare i tanti Istituti per orfani abbandonati, dove la "santità" di qualche prete faceva le veci di padre e madre?
    Per farla breve è l'intiera vita sessuale che la democrazia deve restituire alla libertà: fra adulti consenzienti è vietato vietare!
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    Messaggio Da Lemond Mar Dic 10, 2013 8:02 am

    Ma il caso più clamoroso della protervia clericale su "temi eticamente sensibili" è l'eutanasia. In questo caso l'unica domanda corretta è ... a chi appartiene la tua vita? Qualcuno sostiene che quel tua va messo fra virgolette, perché è proprietà di un altro: un Dio-creatore e signore. Very Happy In questo caso verrebbe meno anche tutta la retorica della vita come dono, perché un dono si può anche non accettare, mentre un'offerta che non si può rifiutare ricorda più il *Padrino* che un padre amoroso. Wink Se sul fine-vita decide chi la vive, possiamo parlare di vita umana, se decide un altro si ha la riduzione a cosa. Sia esso un medico, un parente, un vescovo, un iman o una maggioranza parlamentare la schiavitù rimane, cambiando solo la confezione del prodotto. Evil or Very Mad Uno Stato che possa decidere della tua vita, può decidere di tutto e si chiama Stato-totalitario e un parlamento che nega il diritto all'eutanasia si fa Boia di condannati innocenti (i malati terminali senza speranza). Evil or Very Mad  Evil or Very Mad  Evil or Very Mad Consideriamo umano abbreviare le sofferenze di un animale che ci è caro, ma aiutare un essere umano che ce lo chiede, in Italia è prevista la pena di 12 anni!!! Solo un dio perverso, fatto a propria immagine dai sadici può incoraggiare un siffatto sistema penale. Il suicidio assistito o l'eutanasia devono far parte dei diritti inalienabili dell'uomo civile.
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    Messaggio Da Lemond Mer Dic 11, 2013 9:11 am

    Il catalogo delle violazione dell'uguaglianza in nome dle proprio dio mi sembra non trovi quasi mai limiti: tutte le prevaricazioni dell'uomo sulla donna (fino a poco tempo fa era un crimine l'adulterio femminile) derivano dalla *FEDE* in un dio che per i fedeli è un mostro in senso etimologico, per me invece nel senso corrente. Delle mutilazioni genitali si era già parlato, ma che dire della proibizione delle pillola, del preservativo (il papa-boia si fece proprio paladino per l'abolizione del "cappuccio" anche anti-aids) etc. Sad
    Ma se il cittafino credino non può proporre leggi coerenti con le proprie convinzioni in qualche modo è discriminato, sostengono i perbenisti. E' facile rispondere che questa affermazione è un "non sequitur", perché morale e legge non fanno parte della stessa categoria logica, altrimenti non potremmo parlare di Stato-democratico, ma di Stato-etico o della sua forma peggiore: stato-Teocratico. Un es. mi sembra illuminante: un ateo, agnostico o apofatico che sia, il quale naturalmente è convinto che l'eutanasia sia un bene, ve lo immaginate a proporre per legge che essa sia imposta a tutti coloro che soffrono di una malattia terminale, a prescindere dalla volontà del soggetto in questione? Continuando nell'esempio il papa-boia è stato lasciato morire quando ha deciso lui, ma nessuno dei nostri è intervenuto per dire che la propria etica comandava di averlo fatto diversi giorni prima. L'etica rigorosa della democrazia postula la tolleranza di ogni stile di vita, che non comporti imposizione per altri, sul princio attribuito a Voltaire: "Aborro .., ma mi batterò ..." Nello spazio pubblico un credino deve posporre la sua credenza al fatto di essere cittadino è questo si chiama democrazia. In Italia il referendum sul divorzio ha posto in evidenza proprio questa situazione: i cattolici difesero la legge e appoggiarono il diritto al ... "peccato mortale". Se si vuol tornare indietro nel tempo, il religiosissimo Roger Williams, co-fondatore dello Stato del Rhode Islande ci ha fornito un esempio con la prima legge americana contro la schiavitù e don Gallo afferma invece ai nostri giorni: "A me basta che Dio sia antifascista". Very Happy
    A questo punto, sembra inutile parlare delle gerarchie religiose, per esse deve davvero valere il "non expedit". Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Gio Dic 12, 2013 10:36 am

    Quanto al congiungere la democrazia con il tanto vituperato relativismo-etico, che va comunque considerato, perché altrimenti si può parlare solo di assolutismo-etico, si può fare, senza incorrere nel nichilismo: si esige da ogni cittadino la con-divisione di un ethos-repubblicano minimo e cioè l'eguale dignità di tutti e di ciascuno. Questo minimo non brandisce nessuna pretesa di universalità, sa perfettamente che qualsiasi riferimento di valore è, nel suo fondamento ultimo, indimostrabile, poiché tale fondamento parte da una scelta di ogni soggetto pro una certa etica e contro un'altra. Il che smaschera l'accusa di indifferenza rivolta al relativismo. I tentativi inesauribili di cognitivismo etico, ormai millenari, hanno sempre fatto un buco nell'acqua pretendendo di poter dirimere conflitti di valore, facendo appello semplicemente ai fatti accertati e alla logica. Si sono sempre arenati di fronte all'impossibilità di provare ragionevolmente la preferenza , senza presupporla. Approdiamo sempre e soltanto al ragionamento circolare: la virtù è preferibile al vizio, il coraggio alla viltà etc. Ma salvare un condannato per apostasia è coraggio per un laicista, tradimento per chi ha, per suprema bandiera, il Corano. Liberare ebrei da un campo di sterminio è eroismo per gli antifascisti e viltà per le S.S.
    Anche l'eguale dignità che fonda la democrazia è una scelta e, fra l'altro, alquanto minoritaria nella storia bicentomillenaria dell' Homo sapiens, una volta che si è operata questa scelta, occorre anche assumerci l'ethos che la sorregge. Quale?
    Il minimo che ogni democratico deve rispettare è "una testa un voto", da cui deriva tutta una serie di eguaglianze che qui non possiamo elencare, perché ad es. senza l'eguaglianza culturale e sociale, anche quella giuridico-politica rimarrà sempre a rischio. Ecco perché non possiamo non dirci relativisti e perché la democrazia grida con convinzione: "Relativismo è bello". E la dittatura del relativismo, denunciata da ... è un'assurdita in termini, stante il fatto che il relativismo non impone niente a nessuno, se non lo vuole. Se uno ha voglia di essere mistito o acsetico, il relativismo gli risponde fallo pure, purché tu non voglia imporlo anche a me e così per ogni cosa che non danneggi gli altri. Naturalmente la stessa cosa varrà per chi vuole praticare il libertinismo, l'omosessualità o il doping.
    La democrazia pertanto è compatibile solo con un dio e non con un Dio, il dio di Epicuro, abissalmente lontano e indifferente agli uomini, la cui verità è l'ateismo di Lucrezio. Parla solo il cittadino a proprio nome e mai nel nome di ... Il relativismo è il riconoscimento comune dell'autonomia di tutti-e-di-ciascuno, è spirito critico e l'unico modo di preparare il bambino a scegliere liberamente da adulto.
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    Messaggio Da Lemond Ven Dic 13, 2013 9:34 am

    Il riconoscimento del carattere laicista della democrazia ha ricevuto un duro colpo dalle recenti posizioni di Habermans, che si è fatto vessillifero del contrario. La tesi nasce dalla buona intenzione di acquisire alla lealtà democratica quanti vivono idiosincrasie vecchie e nuove contro la secolarizzazione, ma, purtroppo per lui, non regge. Logicamente: se la traduzione delle convinzioni di fede in valori democratici è possibile, vuol dire che la scelta pro-democrazia del credino reggerebbe anche senza far ricorso a dio e la fede sarebbe solo un surplus. Invece, se un "dictat" religioso entrasse in conflitto con la lealtà repubblicana? Che cosa risponde Habermas? Fa finta di non vedere. :(Ma anche solo come supporto psicologico, la fede risulta rischiosa per la democrazia, perché siamo di fronte a persone che, senza quell'aiuto, forse non saprebbero mantenere quella scelta e quindi dovremmo sempre fare i conti con cittadini a metà.
    Insostenibile dal punto di vista logico, la posizione di H. nasce da una preoccupazione seria: lo Stato sociale sta venendo meno alla propria funzione di integrazione degli immigrati e dei neo fondamentalisti cristiani nella cittadinanza. Ma questa deriva non si cura iniettando altri veleni in conflitto con i princìpi democratici, la risposta vera è invece quella di garantire la serenità esistenziale dal punto di vista materiale. L'autonomia mentale ha bisogno del benessere e non a caso i liberali conservatori di due secoli fa ritenevano che il diritto di voto dovesse appartenere solo a chi, per cultura e reddito, poteva pensare con la propria testa. Garantire a tutti tale cultura e reddito è l'imperativo di una democrazia che voglia onorare il principio del suffragio universale. Vasto programma, avrebbe detto ironicamente De Gaulle, ma, ancorché quasi impossibile e molto lontano nel tempo, è l'unica via da seguire, se non si vogliono medicine che servono soltanto a nascondere la malattia (di psicofarmaci ne possiamo trovare a iosa, ma ...).
    L'affidarsi a un duce o a un dio è solo una modalità del bisogno gregario, nell'illusione che un altro ci possa salvare gratis, in luogo del nostro impegno e della faticosa passione di essere cittadini. Per la democrazia vale più che mai il principio: "Finchè c'è lotta, c'è speranza". ciclismo - Libri non di ciclismo - religione ed altro - Pagina 2 Icon_wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Dic 17, 2013 8:54 am

    Nelle nebbie della "storia", insomma fra favola e realtà.

    Ritorniamo a parlare dei presunti martiri cristiani, nei primi secoli dell'era volgare. Origene nel suo terzo libro contro Celso, dice: "Si possono facilmente contare i cristiani che sono morti per la loro fede, perché sono pochi e sparsi nel tempo". Dio ebbe sì gran cura della sua chiesa che, malgrado i suoi nemici, fece in modo che potesse tenere cinque concilii nel primo secolo, sedici nel secondo e trenta nel terzo; ed è chiaro che si trattava di assemblee tollerate. Furono talvolta proibite, ma solo perché qualche magistrato temette che diventassero tumultuose. Quanto ai processi verbali di proconsoli e pretori che condannassero cristiani a morte ce ne sono davvero pochi e in uno si legge che Dionigi, Fausto, Marcello e Cheremone sono stati introdotti in udienza davanti al prefetto Emiliano (proconsole d'Egitto, sotto l'imperatore Valeriano). Emiliano sentenzia: "Vedo bene che siete degli ingrati, che abusate della bontà che gli imperatori hanno verso di voi e allora non potrete restare più in questa città e vi mando in esilio a Cefro, nel fondo della Libia. Inoltre non pensate di poter tenere le vostre pubbliche asemblee in quei luoghi che voi chiamate cimiteri: ciò vi è assolutamente proibito e non lo permetterò!"
    Malgrado le proibizioni cimiteriali, Dio ispirò a parecchi imperatori indulgenza per i cristiani e lo stesso Diocleziano, che per chi non sa nulla di storia passa per un persecutore, fu per più di diciotto anni protettore del cristianesimo, al punto che diversi fedeli ebbero cariche importanti al suo fianco e sposò una cristiana. :DPurtroppo il cesare Galerio, prevenuto egli sì contro i cristiani, convinse l'imperatore a ordinare la distruzione della cattedrale di Nicomedia. Un cristiano, più zelante che savio, lacerò l'Editto dell'Imperatore e da lì nacque quella che è ricordata da tutti come la persecuzione più famosa, dove furono condannate a morte 200 persone. C'è da dire anche che questa "persecuzione" non si estese all'intiero impero, infatti nessuna richiesta di giudizio ci fu in Inghilterra, Gallia e Spagna. E dopo poco tempo arrivò ... Costantino che, dopo aver assassinato tutti i suoi parenti (compresi moglie e figlio) arrivò al potere con la vittoria su Massenzio che Dio gli concesse. E' da notare che, fin dall'anno 314, quelli che avevano perseguitato i cristiani, furono da essi puniti per le loro crudeltà. Le spoglie di Massimiano furono gettate nell'Oronte e i suoi parenti furono sgozzati e massacrati altresì in Egitto e in Palestina quei magistrati che si erano dimostrati più avversi al cristianesimo. La vedova e la figlia di Diocleziano, non appena riconosciute, furono gettate in mare, Forse sarebbe stato augurabile che i fedeli si fossero mostrati meno inclini alla vendetta, ma Iddio, che punisce secondo la sua immensa giustizia, volle così! Very Happy(segue)
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    Messaggio Da Lemond Mer Dic 18, 2013 8:53 am

    Come molti sanno, Costantino riunì a Nicea, in faccia a Costantinopoli, il primo concilio "ecumenico", presieduto da Ozio, ove si decise la GRANDE questione che agitava la chiesa. Da un parte c'erano Origene e Ario che vedevano in Gesù un "pontefice" (da ponte) fra l'uomo e Dio e portavano a testimone lo stesso "Cristo" quando si esprimeva così. "Mio padre è più grande di me". Gli altri, che si autoproclamarono *ortodossi* (che significa giusta opinione) presentavano altri passi dal Vangelo, come ad es. "Mio padre ed io siamo la stessa cosa". Alessandro e Atanasio erano alla testa di questa fazione. La lite si invelinì subito, perché Alessandro trattò i suoi avversari da *anticristi*!
    Infine, dopo molte dispute, lo Spirito Santo decise a favore degli "ortodossi" e questo perché i vescovi contavano molto più dei preti semplici, altrimenti la maggioranza sarebbe stata loro.
    Ario fu quindi esiliato da Costantino, ma poi il sovramo ci ripensò e fece esiliare Atanasio e richiamare Ario; se non ché San Macario pregò dio così ardentemente da far morire Ario prima del suo ritorno a Costantinopoli e ... fu accontentato. Costantino morì nel 337 e, dopo essersi battezzato, affidò il testamento agli ariani, ma i seguaci di Atanasio non si dettero per vinti e cominciò la prima guerra di religione che la storia conosca.  Evil or Very Mad    (segue)
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    Messaggio Da Lemond Gio Dic 19, 2013 9:08 am

    Il secondo concilio ecumenico fu tenuto a Costantinopoli nel 381 e fu in quella data che nacque lo Spirito Santo. Wink A Nicea infatti non era stato detto che: "Lo S.S. è signore di vita, procede dal Padre ed è adorato e glorificato col Padre e col Figlio". Solo verso il IX secolo la chiesa latina decretò che lo S.S. *procede dal padre e dal figlio*. Nel 431 il terzo concilio (a Efeso) decise che Maria era madre di dio e che Gesù aveva due nature ed una sola persona. Nestorio, vescovo di Costantinopoli, si oppose alla duplice natura, ma fu definito *Giuda* dal concilio che ormai era in mano agli "ortodossi". Nei secoli successivi si combattè aspramente con il pensiero e con le armi e nel IX secolo ci fu la separazione fra Greci e Latini e in tale periodo, in Occidente ci furono ventinove sanguinosi scismi per il papato, naturalmente nel nome della pace e di Dio. Wink Tali guerre resero la chiesa assai potente: i vescovi e gli abati di Germania divennero tutti prìncipi e i papi acquistarono la sovranità assoluta di Roma e del territorio circostante. Nel secolo XVI però la chiesa latina perse Germania, Danimarca, Svezia, Inghilterra, Scozia, Svizzera e Olanda. Cercò di esportare la propria dottrina in Giappone e in Cina, ma le guerre civili che ne derivarono impedi che ci fossero sviluppi favorevoli e la religione cattolica fu proscritta in quei paesi. Se si fanno le somme di tutta l'ecumene, si vede che gran parte è rimasta preda del demonio, probabilmernte affinché si verificasse quel santo detto: "Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti". Wink
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    Messaggio Da Lemond Ven Dic 20, 2013 9:47 am

    In Maria l’Assunzione avviene per virtù divina, la Madonna è glorificata da Dio per le sue straordinarie virtù; in Gesù, l’Ascensione avviene per virtù propria in quanto Egli stesso è Dio, e pertanto ha il potere di salire da sé al cielo, ma allo stesso tempo in quanto Figlio di Dio e parte della Trinità Santissima è misteriosamente assunto dal Padre.

    Salire al cielo, ma che significa? Tutto ha origine in Grecia, i cui abitanti, vedendo che i signori delle città dimoravano in cittadelle sulla cima di qualche altura, pensarono che gli Dei avrebbero dovuto stare più in alto e infatti li situarono sul monte Olimpo, la cui cima è spesso nascosta dalle nubi, di modo che le loro abitazioni si trovavano a livello del ... cielo. E quando i Titani si ribellarono, reclamando una parte della loro eredità, accumularono montagne fino all'altezza delle stelle (da qui fu copiata la storiella della Torre di Babele). Questa fisica per fanciulli, vecchierelle e credini è molto antica, però si sa anche che i Caldei avevano invece delle idee ragionevoli: sapevano che il Sole era al centro del sistema e che i pianeti giravano intorno a quell'astro. Così ci dice Aristarco di Samo, ma quei filosofi antichi tennero per sé stessi quel segreto, probabilmente per non essere perseguitati e noi siamo rimasti a pensare che si possa *salire in cielo* o, per meglio dire non pensiamo che, prima di Copernico, e, fatta astrazione dei caldei, il concetto di cielo era talmente vago che di sicuro non possiamo sapere in quale parte di cielo siano ascesi Maria e suo figlio. Very Happy  
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    Messaggio Da Lemond Sab Dic 21, 2013 8:48 am

    Tutti i concilii sono infallibili, secondo la chiesa è impossibile dubitarne, non può capitare che lo spirito litigioso, la gelosia, i pregiudizi e l'ignoranza possano insinuarsi in queste assemblee, perché lo Spirito Santo è ben vigile e non lo permette. ;)Ma perché, qualcuno si chiederà, tanti concilii sono stati gli uni contro gli altri? Il primo, come sanno quasi tutti, fu quello di Nicea nel 325, dopo che Costantino aveva scritto una bella lettera al clero di Alessandria: "Voi fate gran liti su un argomento di ben poca importanza. Queste sottigliezze sono indegne di persone ragionevoli ..." Si trattava di sapere se Gesù era natura creata o no. Oltre alla decisione presa al riguardo, ce ne fu un'altra egualmente importante: distinguere quali fossero i libri "crifi" o "apocrifi" dell'Antico e del Nuovo Testamento; li misero tutti alla rinfusa su di un altare e quelli *non autentici* caddero per terra. E' un vero peccato che oggi il segreto di questa bella ricetta sia andato perduto. Very Happy
    Poco dopo, se ne tenne un altro a Rimini e seicento vescovi, dopo quattro mesi di dispute, tolsero unanimemente la consustanzialità a Gesù, che però, gli fu restituita in seguito e così è rimasta fino ai giorni nostri. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Dic 22, 2013 9:10 am

    Un altro grande concilio fu quello di Efeso nel 431 dove il vescovo di Costantinopoli, Nestorio, gran persecutore di eretici, fu condannato a sua volta per aver sostenuto che, a guardar bene, Gesù era sì Dio, ma che sua madre non era assolutamente *madre di Dio*, ma solo *madre di Gesù*. Fu San Cirillo che ottenne la condanna, ma poi i partigiani di Nestorio fecero deporre San Cirillo da quello stesso concilio e allora si comprende bene come lo Spirito Santo fu messo piuttosto in imbarazzo in quell'anno. ;)Va detto, per inciso, che nel vangelo non c'è scritto una parola né sulla Consistanzialità del Verbo incarnato, né tanto meno sullo status di Maria, né di molte altre questioni che hanno spinto a riunirsi tanti *infallibili* dottori della chiesa. Wink
    Sempre a Efeso, nel 449, ce ne fu un altro, che si svolse a suon di legnate fra i monofisiti e i sostenitori delle due nature e lo stesso argomento ebbe il successivo a Calcedonia (451) e le due sentenze furono opposte. (Il riferimento allo Spirito Santo è sempre valido). Very Happy
    Un altro Concilio importante fu il sesto, tenuto a Costantinopoli e Gesù in quell'assemblea ebbe una sola natura, ma due volontà. Poi, sempre a Costantinopoli si ebbe il concilio che aveva per oggetto le immagini sacre e in esso si stabilì, sulla base del vecchio testamento che era vietato il culto, perché esso era *idolatria*. Sad Ma l'imperatrice Irene, quella stessa che farà cavare gli occhi a suo figlio, nel secondo concilio di Nicea (787) riammise tale adorazione e si arriva così a Carlomagno che, a Francoforte nel 794. fece dire a quel nuovo concilio che a Nicea avevano vinto gli idolatri! Nel 1215 (a Roma) papa Innocenzo III vi spogliò il conte di Tolosa per forza di scomunica e fu il primo concilio in cui si parlò di transustanziazione. Infine abbiamo il Gran Concilio di Trento (1545) che fissò dei dogmi incontestabili, visto che lo Spirito Santo arrivava da Roma tutte le settimane per valigia diplomatica, a quanto dice fra Paolo Sarpi. Ma quel Sarpi sapeva un po' di eretico. Wink
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    Messaggio Da Lemond Lun Dic 23, 2013 9:47 am

    Per la "nostra" religione, pentirsi dei propri peccati spesso non basta, occorre anche dimostrarlo e per questo esiste la confessione. E' un'usanza antica quasi quanto il genere umano: ha avuto inizio nell'antico Egitto e poteva essere salutare, ma anche pericolosa. Si conosce ad esempio la risposta di uno spartano ad un sacerdote: "A chi debbo confessare i miei peccati, a Dio o a te?" "A Dio, rispose il prete" "Ritirati, dunque o UOMO". E' difficile sapere in qual tempo gli ebrei copiarono l'uso, si sa soltanto che da loro non era considerata un sacramento per varie ragioni, la prima della quali era che la parola *sacramento* non esisteva nemmeno nel loro vocabolario. I Cristiani presero la confessione ebraica, anche se vi operarono alcune modifiche, prima fra tutte il farla con l'intervento di un prete e non fra laici, come si usava fra gli ebrei. In un primo tempo c'era anche la confessione pubblica, ma poteva creare troppo scandalo e allora si passò alla confessione segreta. Il male peggiore di questo nuovo *sacramento* fu che ad es. i preti guelfi rifutavano l'assoluzione ai ghibellini e viceversa e il consigliere di Stato francese Lénet riferisce che l'unica cosa che potè fare a favore del principe di Condé, imprigionato dal Mazzarino, fu quella di sguinzagliare il maggior numero di preti possibile nei confessionali, ne parla insomma come cani arrabbiati, portatori della guerra civile ... giusta. Gli assassini degli Sforza, dei Medici, dei Principi di Orange si prepararono ai loro delitti con la confessione preventiva e Luigi XI si confessava non appena aveva commesso qualche atrocità e si confessava piuttosto spesso, come si purgano sovente i ghiottoni, per darsi più ... appetito. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Mar Dic 24, 2013 11:17 am

    Se il saggio potesse stupirsi di qualcosa, forse lo farebbe per una Bolla di papa Gregorio XV, emanata da S.S. il 30 agosto 1622, con la quale prescrive di rivelare il segreto delle confessioni in determinati casi. Sad E questa disposizione è stata seguita perché nel passato si sono conosciuti, per mezzo di confessori ufficiali, i segreti di certi prigionieri importanti ed il sistema, per non commettere sacrilegio, era semplice: si riferiva non ciò che il prigioniero aveva detto, bensì quello che non aveva riferito. Ad es. se si trattava di conoscere se l'accusato aveva come còmplice un francese o un italiano, il confessore riferiva al giudice che a sua conoscenza solenne nessun italiano era implicato nel fatto. Ad un gentiluomo normanno capitò di confessare che aveva avuto intenzione di uccidere il re Francesco I e lo stesso nobile, poco dopo fu condannato a morte. E' altresì noto il tradimento che fece il gesuita Dauberton a Filippo V, re di Spagna, rendendo nota la confessione al Duca d'Orleans. In questo caso il male ritornò sul prete, perché il Duca fece avere la lettera ricevuta al re e il gesuita fu cacciato e, poco tempo dopo, morì. Il saggio Pontas ha trattato in tre volumi i possibili casi di coscienza di chi riceve una confessione ed è arrivato alla conclusione che non si deve rilevare mai! Ma le cose per il passato, come dicevo, sono andate diversamente e nel presente?
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    Messaggio Da Lemond Mer Dic 25, 2013 8:40 am

    Se il saggio potesse stupirsi di qualcosa, forse lo farebbe per una Bolla di papa Gregorio XV, emanata da S.S. il 30 agosto 1622, con la quale prescrive di rivelare il segreto delle confessioni in determinati casi. Sad E questa disposizione è stata seguita perché nel passato si sono conosciuti, per mezzo di confessori ufficiali, i segreti di certi prigionieri importanti ed il sistema, per non commettere sacrilegio, era semplice: si riferiva non ciò che il prigioniero aveva detto, bensì quello che non aveva riferito. Ad es. se si trattava di conoscere se l'accusato aveva come còmplice un francese o un italiano, il confessore riferiva al giudice che a sua conoscenza solenne nessun italiano era implicato nel fatto. Ad un gentiluomo normanno capitò di confessare che aveva avuto intenzione di uccidere il re Francesco I e lo stesso nobile, poco dopo fu condannato a morte. E' altresì noto il tradimento che fece il gesuita Dauberton a Filippo V, re di Spagna, rendendo nota la confessione al Duca d'Orleans. In questo caso il male ritornò sul prete, perché il Duca fece avere la lettera ricevuta al re e il gesuita fu cacciato e, poco tempo dopo, morì.
    Il saggio Pontas ha trattato in tre volumi i possibili casi di coscienza di chi riceve una confessione ed è arrivato alla conclusione che non si deve rilevare mai! Ma le cose per il passato, come dicevo, sono andate diversamente e nel presente?
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    Messaggio Da Lemond Gio Dic 26, 2013 1:25 pm

    Allo stesso modo dell'antica legge ebraica, la confessione laica fu praticata anche nel cristianesimo, tanto che Tommaso d'Aquino scrive nella sua "Summa" che in mancanza di un prete, anche la confessione fatta a un laico ha valore di sacramento. Nei conventi femminili di solito le monache confessavano alla madre badessa le colpe più gravi e addirittura la Regola di San Donato ordina che le religiose dichiarino tre volte al giorno le loro mancanze alla Superiora. Contro questa consuetudine si levò Innocenzo III che ingiunse alle badesse di NON dare la benedizione, di confessare e di predicare in pubblico: "Benché la beatissima Vergine Maria sia stata superiore a tutti gli apostoli in dignità e merito, tuttavia non è stata a Lei, bensì agli apostoli, che il Nostro Signore ha confidato le chiavi del Regno dei cieli". (Nota mia, dal ché si deduce che il Nostro, se fosse esistito, sarebbe stato un perfetto ... maschilista Wink )   
    Nei paesi protestanti ci si confessa a Dio, nei cattolici agli uomini. In Italia tempo fa furono emessi addirittura dei buoni di confessione che un buon cattolico doveva sempre portare con sé e infatti un arcivescovo di Parigi nel 1750 impose che non si potesse impartire l'estrema unzione e il viatico al malato che non potesse produrre un tal biglietto. Questa disposizione, che toccava il colmo del ridicolo, fece inasprire gli spiriti e alla fine l'arcivescovo fu esiliato. ;)Morale della favola: lo spirito laicista, che è poi l'abitudine di usare la ragione, sembra sia il solo antitodo contro simili atteggiamenti. Wink  
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    Messaggio Da Lemond Sab Dic 28, 2013 10:20 am

    C'è chi recita il Pater Noster e il Credo tutte le mattine. La parola Credo (collatio in latino) deriva dal greco symboléin -> mettere insieme, riunire e la Chiesa latina infatti l'à copiata dalla greca. I teologi un po' più istruiti sanno che questo simbolo, detto degli apostoli, non riguarda per niente costoro, perché come l'aforisma che dice "Roma non fu fatta in un giorno", così per il Credo che conosciamo noi ci sono voluti circa quattro secoli dell'era volgare, prima che qualcuno sentisse parlare di esso. Wink In effetti né i vangeli, né gli atti degli apostoli dicono che Gesù discese all'inferno e tante altre cose. Insomma il nostro *Simbolo* è una creazione posteriore e soprattutto non ha nulla a che rivedere con la morale, la giustizia e la bontà, perché altrimenti andrebbe riscritto quasi per intiero e magari sostituito con una sola frase: "Sia il paradiso di chi fa del bene". Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Dic 29, 2013 10:27 am

    Antico testamento: David

    Nella leggenda corrente si sa che Gesù è della stirpe di David, come si sente anche cantare https://www.youtube.com/watch?v=s9HJSUEmrTc . E allora mi è venuto voglia di conoscere chi era costui. Che un giovane contadino, cercando asine sbandate, trovi un regno non è una cosa molto comune, ma che un altro contadino, suonatore di arpa riesca a guirire il suo re dalla follia è un caso ancora più raro, tanto più se diventa re, perché poi ha incontrato un prete di villaggio, che gli versa una bottiglia d'olio d'oliva sulla testa. Si sa che tutto questo non è stato scritto da semplici storici, come Tacito o Polibio, bensì dal Dio stesso di tutti i mondi e allora ascoltiamolo. David comincia col riunire una banda di ladroni e si mette d'accordo con Abimelech, il gran sacerdote, che gli dà la spada di Golia e i pani consacrati da mangiare. Dipoi, l'unto del signore si ribella contro Saul e va tagliar teste nel paese di Nabal che muore opportunamente per poter (David) sposare la vedova. Dopo muove guerra al re Achis e saccheggiava quel che trova, dopo aver trucidato vecchi donne e bambini, compresi i lattanti, si legge nel libro dei Re, affinche essi non andassero ad avvertire il re. La sua banda ad un certo punto gli si ribella e allora il Signore gli impone di andare a far guerra agli Amaleciti in modo che i suoi banditi guadagneranno un ricco bottino e saranno più calmi. Intanto l'altro unto del signore, Saul perde una battaglia contro i filistei e muore e gli succede Isobeth, ma David è abbastanza forte da sconfiggerlo, assassinarlo e impadronirsi così di tutto il regno e "en passant" fa uccidere tutti gli abitanti  di Rabbath segandoli in due e bruciandoli in forni di mattoni. Dopo queste spedizioni c'è una carestia, perché con tutte quelle guerre chi aveva il tempo di coltivare i campi? Su consiglio sempre del Signore, il buon David riunisce i Gabaoniti (a cui Saul aveva fatto guerra)  e li convince che lui è diverso e come prova dà loro da impiccare sette figli di Saul e così ... finì la carestia. E infine c'è l'assassinio di Uria e l'adulterio con Betsabea, dalla quale poi si ha la discendenza, di cui si parla nella canzone *sacra* iniziale. Wink
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    Messaggio Da Lemond Dom Dic 29, 2013 11:20 am

    Ecco un "pendant" fra quanto fatto da David ai sudditi di Achis e quanto narrato da Euripide https://www.youtube.com/watch?v=mocVnoRsP5U&list=PLa-N8IcbQP3Vi8RiQIaKw76tYJFiUo8Yq&feature=player_detailpage#t=4662

    Dopo 1h17'42"
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    Messaggio Da Lemond Lun Dic 30, 2013 3:47 pm

    I sociniani, che sono considerati eretici, non riconoscono la divinità di Gesù e osano pretendere, seguendo l'opinione di altri religiosi, più o meno antichi, che l'idea stessa di uomo-dio è mostruosa, perché la distanza fra Dio e uomo è infinita e pertanto è impossibile che un Essere ... abbia potuto anche per un piccolo tempo risiedere in un corpo caduco. Anche Eusebio, vescovo di Cesarea, ha condiviso questa teoria nel suo "Storia ecclesiastica" e anche Giustino e Tertulliano, per non parlare di Paolo/Saulo che non chiama mai Dio, Gesù, mentre lo appella spessissimo come uomo. I Cristiani ci misero tre intieri secoli per costruire a poco a poco l'apoteosi di Gesù e in questo, come in tutte le altre cose, hanno copiato da altri: dai pagani che piuttosto spesso avevano divinizzato i mortali. Sulle prime, secondo loro, Gesù fu considerato soltanto un uomo ispirato da Dio, poi come una creatura più perfetta delle altre, in seguito gli si assegnò un posto al di sopra degli angeli, a quanto dice San Paolo. Ogni giorno che passava diveniva più grande ed arrivò ad essere una diretta emanazione di Dio, creata nel tempo. Ma non bastò ancora e lo si fece nascere prima e al di fuori dal tempo e infine si fece Dio, consustanziale al ... padre. E tutto ciò con buona pace dei sociniani, scampati al rogo. Wink
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    Messaggio Da Lemond Mar Dic 31, 2013 8:38 am

    Un giorno, o meglio una notte, ho fatto un sogno nel quale vidi giudicare tutti i morti e, come giudici, quelli che hanno fatto del bene agli uomini, coloro che avendo insegnato e praticato la virtù, sembrano i soli ad essere in diritto di pronunciare le sentenze. Osservai che ogni morto parlava in suo favore e faceva valere i propri buoni sentimenti, avendo al suo fianco i testimoni della azioni che "parlavano" in suo favore. Per es. il cardinale di Lorena si vantò di aver fatto adottare alcune sue opinioni al concilio di Trento e chiedeva la salvezza come ricompensa della sua ortodossia, mentre apparivano accanto a lui una ventina di cortigiane, o gran dame, che portavano scritto in fronte il numero di convegni intimi col cardinale e poi comparivano anche tutti i còmplici dei misfatti della lega, da lui creata. In faccia al cardinale, c'era Calvino, il quale si vantava, nel suo rozzo gergo, di aver preso a calci l'idolo papale, ho scritto aggiungeva che le buone opere non servono a nulla e ho provato che è cosa diabolica ballare il minuetto, orsù mettetemi a fianco di San Paolo. Mentre parlava si vide comparire un rogo e dalle fiamme sorse uno spettro che lo arringava: "Mostro abominevole, trema se riconosci in me quel Serveto che tu hai fatto morire col più crudele supplizio, solo perché avevo disputato con te sulla trinità divina". Tutti i giudici decretarono che il cardinale fosse precipitato nell'abisso, ma che Calvino fosse punito ancor più gravemente. ;)Vidi anche una folla prodigiosa che diceva "Ho creduto, ho creduto", ma su di loro era scritto "Ho fatto questo ed altro" ed erano condannati.
    Quando furono sbrigate tutte le cause, sentii promulgare questa sentenza: "In nome dell'Eterno sia noto a tutti gli abitati dell'Universo che non giudicheremo mai nessuno sulla base delle sue più stravaganti concezioni, ma unicamente su quali sono state le sue azioni, poiché questa per Noi è la giustizia" E se lo dice Dio ... Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Mer Gen 01, 2014 9:34 am

    Inferno significa sotterraneo -> inferum e ciò fa riferimento ai popoli che seppellivano i morti e i cristiani, al solito, hanno copiato il termine e l'inumazione dalla fisica e metafisica degli egizi e dei greci. Gli indiani e altri popoli orientali invece, che avevano inventato la credenza della metempsicosi, non hanno mai pensato che le anime potessero finire nel sotterraneo. Wink I Greci, con l'andar del tempo, fecero di queste cantine un vasto regno che assegnarono ad Ade e a sua moglie Persefone e come loro servitrici le Furie e le Parche, per filare, dipanare e troncare il filo della vita. E siccome in Grecia c'era almeno un cane in ogni casa, nell'Ade ce ne fu messo uno con tre teste. I poeti, che avevano inventato questi inferi, furono i primi a farsene gioco; ad es, Virgilio ne parla con disprezzo nelle Georgiche e a Roma si declamavano i versi della Troade di Seneca. Lucrezio e Orazio si esprimono con la stessa energia e l'imperatore filosofo Marco Aurelio sostiene: "Colui che teme la morte, pensa o di essere privato di ogni sentimento o di provare altre sensazioni, ma se tu non avrai più sentimenti, non sarai soggetto neppure al dolore e se avrai invece altro modo di sentire, non sarai più, di certo, la stessa persona". Wink E Cicerone da parte sua. "Non c'è più nemmeno un vecchiarello ormai che creda agli Inferi", mentre Lucrezio sosteneva che invece in molti pensavano di dover affrontare eterni castighi dopo la morte. Insomma anche nei tempi classici, al riguardo, il popolino si divideva come oggi fra di noi. Very Happy (segue)
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    Messaggio Da Lemond Mer Gen 01, 2014 12:52 pm

    In questo dramma mi sembra ben spiegato il nocciolo di ogni demagogia e il caso italiano si presta forse fra tutti nel modo migliore: i finti popolari, la plebe più becera, fanno da sfondo in entrambi i casi. E chi si oppone è destinato a triste sorte, perché in Italia e a Roma gli statisti non hanno quasi mai saputo ottenere quel che il loro talento avrebbbe meritato e, se nel secondo caso c'è chi ancora pensa che Catone uticense fosse un degno politico, nel primo si fa riferimento a Renzi e a Grillo.  Evil or Very Mad 

    https://www.youtube.com/watch?v=9jStCEENI-c&list=PLa-N8IcbQP3Vi8RiQIaKw76tYJFiUo8Yq
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Gen 01, 2014 1:55 pm

    Lemond ha scritto:Inferno significa sotterraneo -> inferum e ciò fa riferimento ai popoli che seppellivano i morti e i cristiani, al solito, hanno copiato il termine e l'inumazione dalla fisica e metafisica degli egizi e dei greci. Gli indiani e altri popoli orientali invece, che avevano inventato la credenza della metempsicosi, non hanno mai pensato che le anime potessero finire nel sotterraneo. ;)I Greci, con l'andar del tempo, fecero di queste cantine un vasto regno che assegnarono ad Ade e a sua moglie Persefone e come loro servitrici le Furie e le Parche, per filare, dipanare e troncare il filo della vita. E siccome in Grecia c'era almeno un cane in ogni casa, nell'Ade ce ne fu messo uno con tre teste. I poeti, che avevano inventato questi inferi, furono i primi a farsene gioco; ad es, Virgilio ne parla con disprezzo nelle Georgiche e a Roma si declamavano i versi della Troade di Seneca. Lucrezio e Orazio si esprimono con la stessa energia e l'imperatore filosofo Marco Aurelio sostiene: "Colui che teme la morte, pensa o di essere privato di ogni sentimento o di provare altre sensazioni, ma se tu non avrai più sentimenti, non sarai soggetto neppure al dolore e se avrai invece altro modo di sentire, non sarai più, di certo, la stessa persona". ;)E Cicerone da parte sua. "Non c'è più nemmeno un vecchiarello ormai che creda agli Inferi", mentre Lucrezio sosteneva che invece in molti pensavano di dover affrontare eterni castighi dopo la morte. Insomma anche nei tempi classici, al riguardo, il popolino si divideva come oggi fra di noi. Very Happy(segue)
    Lemondaccio, innanzitutto Buon Anno (laicamente) Very Happy
    Prendo spunto da questa frase (i cristiani, al solito, hanno copiato il termine e l'inumazione dalla fisica e metafisica degli egizi e dei greci) per discutere, con te laicamente, di quanto scritto.
    Lo faccio (consentimi l'ineleganza) con una domanda:
    - Non si rischia con un laicismo "religioso" di inumare anche la fisica quantistica che stiamo solo inizialmente approcciando in modo scientifico?

    Il discorso sull'aldilà non è legato al solo sentimento religioso, è un qualcosa di più profondo, di più connaturato alla fisica ed alla natura umana. Per tutta la vita noi tendiamo a rappresentare ed a "ricreare" nell'universo macrocosmo delle strutture umane che sono più o meno già presenti nel microcosmo umano (non solo quello materiale).
    Percepire un qualcosa che vada oltre (nell'aldilà) la vita fisica è un qualcosa di innato, di connaturato.

    Io non credo in un aldilà religioso, né in un aldilà reincarnativo. Credo semplicemente in una più vasta fisica dell'energia non dominata dal tempo e dalla materia. Noi siamo materia nella vita fisica, ma non in una fisica dell'esistenza assoluta più vasta. Un po' come i numeri reali nell'universo dei numeri complessi.
    Posso concordare con te che le religioni (ma pure il laicismo militante) ci possono limitare l'esistenza nell'ambito del credo dei soli "numeri interi" rinnegando l'immaginario dei "numeri complessi" ed ignorando la diversità di numeri razionali, degli algebrici e dei trascendenti.

    Fino a che la fisica si limitava all'atomo come mattoncino dell'essere potevamo anche escludere "razionalmente" un aldilà di un "qualcosa di qua", ma dal momento che la percezione e l'osservazione scientifica hanno aperto questi confini, il significato relativista della energia che non si crea e non si distrugge assume significati ben più ampi.
    Di certo nel mondo della materia diminuisce irreversibilmente la capacità della energia di creare lavoro (come sappiamo che l'intero 2 è maggiore dell'intero 1). Ma il lavoro è un concetto di questo minuscolo sottosistema che è la vita in materia, perché è il prodotto di una forza (un ormone) ed uno spazio dimensionale (spostamento).
    Chi l'ha detto che il lavoro in altri sistemi "complessi" debba essere compiuto ancora da una forza? Very Happy

    Vabbeh, l'ho fatta lunga caro Lemond. Ho scritto tutto questo solo per dirti una cosa: mettiti il cuore in pace, la mia e la tua energia continueranno bischeramente a discutere oltre lo spazio ed il tempo e, soprattutto, oltre le carcasse che in questo sottosistema fisico quantistico ci ospitano. Laughing Very Happy
    Godiamocela insomma (la carcassa ed i gusti - non piaceri - che ci riserva!).
    Anche se quel qualcosa che sta tra qua e di là ci reca tormento, angoscia e paura; ma pure fascino perché ci fa sentire uomini, fallaci e "mortali".
    Buon Anno Lemondaccio!

    Ps. Tempo fa parlavo con mia cognata religiosissima di aldilà e di queste cose ... alla presenza di un immacolato nipotino di 6 anni (allergico alle candele e splendidamente "curioso").
    E' stato ascoltando le sue osservazioni genuine che ho maturato ancor più le mie modeste Razz
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mer Gen 01, 2014 5:10 pm

    BenoixRoberti ha scritto:
    Prendo spunto da questa frase (i cristiani, al solito, hanno copiato il termine e l'inumazione dalla fisica e metafisica degli egizi e dei greci) per discutere, con te laicamente, di quanto scritto.
    Lo faccio (consentimi l'ineleganza) con una domanda:
    - Non si rischia con un laicismo "religioso" di inumare anche la fisica quantistica che stiamo solo inizialmente approcciando in modo scientifico?

    Non riesco a fare il multicitazione e allora, ripiego così

    La fisica dei quanti è per me un mistero a cui mi accosto con la riverenza dell'ignorante e da essa mi aspetto risposte, che non so se farò in tempo a conoscere.


    BenoixRoberti ha scritto:
    Il discorso sull'aldilà non è legato al solo sentimento religioso, è un qualcosa di più profondo, di più connaturato alla fisica ed alla natura umana. Per tutta la vita noi tendiamo a rappresentare ed a "ricreare" nell'universo macrocosmo delle strutture umane che sono più o meno già presenti nel microcosmo umano (non solo quello materiale).
    Percepire un qualcosa che vada oltre (nell'aldilà) la vita fisica è un qualcosa di innato, di connaturato.

    Lemond
    Certo, ma non tutto quello che è innato è anche ragionevole e quindi cerco di distinguere le due cose. Se ci riesco poi è un altro discorso. Smile

    BenoixRoberti ha scritto:
    Io non credo in un aldilà religioso, né in un aldilà reincarnativo. Credo semplicemente in una più vasta fisica dell'energia non dominata dal tempo e dalla materia. Noi siamo materia nella vita fisica, ma non in una fisica dell'esistenza assoluta più vasta. Un po' come i numeri reali nell'universo dei numeri complessi.
    Posso concordare con te che le religioni (ma pure il laicismo militante) ci possono limitare l'esistenza nell'ambito del credo dei soli "numeri interi" rinnegando l'immaginario dei "numeri complessi" ed ignorando la diversità di numeri razionali, degli algebrici e dei trascendenti.

    Fino a che la fisica si limitava all'atomo come mattoncino dell'essere potevamo anche escludere "razionalmente" un aldilà di un "qualcosa di qua", ma dal momento che la percezione e l'osservazione scientifica hanno aperto questi confini, il significato relativista della energia che non si crea e non si distrugge assume significati ben più ampi.
    Di certo nel mondo della materia diminuisce irreversibilmente la capacità della energia di creare lavoro (come sappiamo che l'intero 2 è maggiore dell'intero 1). Ma il lavoro è un concetto di questo minuscolo sottosistema che è la vita in materia, perché è il prodotto di una forza (un ormone) ed uno spazio dimensionale (spostamento).
    Chi l'ha detto che il lavoro in altri sistemi "complessi" debba essere compiuto ancora da una forza? Very Happy

    Vabbeh, l'ho fatta lunga caro Lemond. Ho scritto tutto questo solo per dirti una cosa: mettiti il cuore in pace, la mia e la tua energia continueranno bischeramente a discutere oltre lo spazio ed il tempo e, soprattutto, oltre le carcasse che in questo sottosistema fisico quantistico ci ospitano. Laughing Very Happy

    Esistere e discutere non sono la stessa cosa, anche se le faccine aggiungono. Wink

    BenoixRoberti ha scritto:>Ben
    Godiamocela insomma (la carcassa ed i gusti - non piaceri - che ci riserva!).
    Anche se quel qualcosa che sta tra qua e di là ci reca tormento, angoscia e paura; ma pure fascino perché ci fa sentire uomini, fallaci e "mortali".

    Se uno riesce a godersi la vita, tanto meglio per lui, però se aspetta invece di godersela nell'al di là, allora da parte mia penso che sia ... tanto peggio.

    BenoixRoberti ha scritto:>Ben
    Ps. Tempo fa parlavo con mia cognata religiosissima di aldilà e di queste cose ... alla presenza di un immacolato nipotino di 6 anni (allergico alle candele e splendidamente "curioso").
    E' stato ascoltando le sue osservazioni genuine che ho maturato ancor più le mie modeste

    E che ti diceva questo nipotino, che fra un po' dovrà per forza (suppongo) andare al catechismo?  Evil or Very Mad
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Gen 01, 2014 5:28 pm

    Quando dicevo "godercela" intendevo proprio nella vita materiale, che poi significa saper apprezzare le cose positive o anche solo saperle individuare.

    Cosa diceva mio nipotino?
    Beh, in primis devo dirti che mia cognata gli sta dando una educazione persuasiva e non impositiva.
    Se lui non vorrà andare al catechismo credo proprio che lei non lo obbligherà.
    Io ascoltavo mio nipote mentre mi descriveva come lui vedeva l'aldilà. Lui lo immaginava proprio come un mondo immateriale dove l'energia dei morti si accumula e dove tutti sanno tutto.
    Lo guardavo estasiato perché mi rammentava un mio stesso pensiero, quando all'asilo o in prima elementare avevo disegnato la morte di mio nonno (che era morto un anno prima) con la sua anima che lasciava il corpo (avevo disegnato una sorta di mezzaluna gialla). Ed era gialla come l'energia del sole per me.
    Che tu non sia solo "corpo", caro Carlemond, potrai anche avere dubbi, ma per me non ve ne sono Laughing Tu sei tutta energia! Wink

    Restando serio, il bello di queste osservazioni è che sono estremamente personali, naturali ed intime, non necessariamente intrise di formalismo religioso od "animista", tanto che le può esprimere genuinamente anche un bambino. Ciò su cui insisto è la proiezione energetica dell'uomo. Non è una sorta di credenza in un aldilà immateriale o immaginario. Io sono solo certo che l'energia non si distrugge e tanto mi basta Very Happy per bischerare ... nei secoli dei secoli.
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    Messaggio Da Lemond Gio Gen 02, 2014 7:44 pm

    https://www.youtube.com/watch?v=ft8BfCPVVKQ&list=PLa-N8IcbQP3Vi8RiQIaKw76tYJFiUo8Yq


    Divertente commedia che ha per protagonista un futuro papa (Benedetto XIV), che, da quanto si vede qui, era, oltre che intelligente, anche una brava persona. Wink

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