Una leggenda del ciclismo, uno di quei pionieri che spingono molti osservatori a chiedersi cosa avrebbero potuto fare, se avessero corso in epoche evolute del ciclismo. E dire che Paul Guignard aveva dei mezzi eccezionali è il minimo.
Apprendista cuoco, divenne ciclista semplicemente per provare a dimostrare al suo datore di lavoro che era forte e resistente. Quasi una scommessa. A 18 anni, nel 1894, si schierò alla partenza della terribile Bordeaux-Parigi e finì 5°, senza avere alle spalle nulla che potesse far prevedere un risultato del genere. Annunciato come fenomeno e campione, andò a dominare un’altra corsa di prestigio per il periodo, la Parigi-Besancon che rivinse nel 1895. Ma il giovane e già baffuto Paul, voleva sfide ancora più impegnative. La strada non lo entusiasmava, al contrario delle gare dietro motori, dove codesto mezzo, poteva essere inseguito fino ai limiti, dal motore umano che lui si sentiva di possedere. E più che le gare, che gli servivano solo per soldi, lo stuzzicavano i record, i tentativi ai limite dell’umano o considerato tale. Dopo gli esordi del 1894-‘95, continuò a lavorare, si fermò per il servizio militare e si sposò. Ciclisticamente fu frenato, ma per modo di dire, perché nel 1897, ad esempio, partecipò per guadagnare a 76 corse dietro motori sui velodromi e le vinse tutte!
Trovò un allenatore, Jean Bertin, che condivideva le sue mire sui record e con lui, Guignard, s’avviò a divenire “L’uomo dei 100 km all'ora” come venne definito per essere stato il primo, nella scia di una moto con paravento, a compiere, il 15 settembre 1909, i 100 km in 59'11" e nell’ora 101km e 623 m. Nell’occasione, aveva progressivamente migliorato il suo record già stabilito nel 1905 e ritoccato nel 1906. Nella lunga carriera, Guignard stabilì altri primati di importanza minore e vinse tantissimo anche nelle tradizionali dimensioni agonistiche. Fu infatti Campione del Mondo di Mezzofondo, a Lipsia, nel 1913 (a 37 anni!), quattro volte Campione d’Europa (1905-’06-’09-’12) e quattro di Francia (1905-’12-’13-’14). S'impose in tutti i GP d’Europa (le corse che più amava, perchè davano ben più soldi dei titoli), nonché 3 volte nella Ruota d'Oro a Berlino, 2 volte in quella di Parigi, una a Bruxelles e una a Colonia. Altro aspetto che mostrò fisico e tempra incredibili: la sua straordinaria longevità. A 58 anni, nel ‘34, sfidò Arthur Vanderstuyft in una gara dietro moto ad Anversa, ed a 72 anni, nel 1948, fu capace di percorrere 60 km in un'ora, dietro una motoretta senza rullo.
Maurizio Ricci detto "Morris"