Attendevo con molto interesse di sapere i dati di ascolto del
Mondiale e francamente sono una grossa delusione. Il picco peraltro si è avuto ad inizio trasmissione e quindi non è un dato attendibile, perché significa che è trainato dal programma precedente e poi l'audience crolla.
Alle 19.33 - Mondiali su strada di ciclismo – Prova in linea elite uomini (1.690.000 spettatori – 7,03%).
I Mondiali sono stati superati anche dalla Domenica Sportiva in termini di share.
Alle 22.40 il programma sportivo “La domenica sportiva” (1.325.000 spettatori – 10,37%)
A parte Giro e Tour il ciclismo in Italia non riscuote più interesse. L'unica cosa positiva è che ha un suo zoccolo duro, ma solo in un target di età elevata.
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CASSANI E GLI AZZURRI
Premetto che a mio avviso di errori ne sono stati fatti, ed anche grossi, alcuni dei quali anche io profano della direzione tecnica ne avevo avvertito ex ante il peso e scritto qua:
- la convocazione di Ulissi ed il ruolo affidato su un simile tracciato (velleitario è dir poco);
- troppi uomini veloci (e non fulmini) e troppo pochi uomini di fatica in grado di provare a lanciare azioni prima dell'ultimo giro
- la inspiegabile azione di Viviani in quella fuga, con un velocista che come Boonen sarebbe stato attaccato da Kwiatkowski e dagli altri e non avrebbe avuto speranze in quella fuga non avendo il fondo necessario per resistere;
- la inspiegabile trenata dell'ultimo giro prima di Libby Hill che ancora adesso mi chiedo a cosa sia servita, a lanciare Nibali? Trentin? O il fantasma di Bettini?
Detto questo, e ammesso il ruolo mio del 60milionesimo CT della nazionale, il movimento italiano è questo in questo periodo e c'è da mettersi in testa che il dominio italiano è terminato con Varese 2008. Gare così non se ne vedranno più.
Il pResidente federale dice che "abbiamo ottenuto risultati straordinari nella lotta al doping" e con quella frase tende a giustificare ogni e ciascuna delle innumerevoli troiate che questo incapace dittatore ha fatto, nascondendo il suo solo interesse (economico) per le granfondo amatoriali. Il baffo ha mostrato la sua falsa lotta al doping tagliando le gambe in questi anni ad alcuni dei nostri migliori atleti e proteggendone oltre il limite della vergogna altri.
Il risultato finale è questo. Invece di perseguire una lotta concreta, favorendo una generale consapevolezza e crescita del nostro parco corridori, ha preferito individuare dei mostri da usare ad esempio e mostrare la scure dell'antidoping per calmierare il resto del gregge. Il risultato finale è questo:
- crisi spaventosa delle vocazioni giovanili e crescita esponenziale del dopatissimo ciclismo amatoriale
- calo verticale della qualità del nostro movimento
- caccia alle streghe esasperata fra i corridori e gli appassionato, maldicenza e sospetto a piene mani
- nessuna crescita culturale sostanziale nella vera lotta culturale al doping
- ipocrisia diffusa a piene mani con corridori additati ad esempio positivo contro altri trasformati in mostri, mentre chi respira questo sport sa che la realtà non è così.
Il risultato finale è il deserto, ma forse era tutta una preparazione per il prossimo
mondiale che si correrà proprio nel deserto, il deserto dell'Uci e della Fci, il deserto di uno sport amministrato ormai solo da bassissimi interessi e nessuna passione da vertici assolutamente non credibili e dequalificanti per una storica disciplina, che nonostante tutto ogni tanto, grazie alla buona stella che ci fa trovare qualche campione, riesce a svettare nonostante i suoi capi.
Mettere sotto processo adesso Davide Cassani è una emerita fesseria del giorno dopo, del senno (poco) di poi.
Fare cacciare l'uomo che fa dal commissario tecnico al magazziniere (compresa la ricerca sponsor) è una letterale follia di chi non sa e non conosce la pietosa situazione della Federazione Ciclistica Italiana, distrutta dalla decennale dittatura dirocchiana.