Auditel Gare Ciclistiche - Ascolti tv in Italia

Promemoria primo messaggio :

Nei giorni scorsi è stato citato un mio post in merito ai dati Auditel del Giro d'Italia.
Una mia affermazione relativa alla comparazione delle ultime tappe 2012 e 2013 è stata erroneamente interpretata come valida per gli interi Giri 2012 e 2013.
Il Giro dal 2011 al 2013 ha sensibilmente incrementato la sua audience totale. Il 2013 avrebbe potuto restituire un dato eccezionale (anche 46 milioni "lordi" di utenti, sommando le tappe), ma l'annullamento del tappone Gavia, Stelvio, Martelltal e una deludente (parlando di Auditel) ultima tappa hanno ridotto le ambizioni.
Questi sono i dati Auditel dei Giri 2007-2011-2012-2013:

Ottimo e sorprendente risultato della Liegi Bastogne Liegi:
Liegi – Bastogne – Liegi (1.075.000 spettatori – 6,24%)

Ovviamente tutti i dati postati sono relativi alla sola Raitre.
Tenuto conto che Eurosport è da quest'anno sia sulla piattaforma sat di Sky che nella piattaforma DTT di Mediaset e che ha un suo specifico zoccolo duro, solitamente attorno alle 100.000 unità nella sola Sky, possiamo dire che il risultato è ottimo.
Qualcosa di positivo per il ciclismo c'è.

Purtroppo l'Auditel quest'anno non porta grandi notizie al Giro. Rispetto al 2013 si declina e non poco.
Il dato non mi stupisce perché la prima settimana del 2013 prevedeva delle tappe bellissime che quest'anno non c'erano. La tappa di Pescara, ad esempio fu un exploit incredibile come pure Serra San Bruno. Il Giro chiude dopo 9 tappe con un saldo negativo complessivo di un milione e 700 mila spettatori.
Il dato più allarmante è quello relativo alla tappa di Montecopiolo, che ha raccolto un risultato ampiamente deficitario. Un po' meglio quello di Sestola.
Il dato è comunque recuperabile con una buona seconda settimana ed un'avvincente terza. La possibilità c'è perché nel 2013 mancò il dato della tappa di Val Martello e ciò nonostante il Giro 2013 fece il record degli ultimi anni sfondando il tetto dei 40 milioni complessivi di spettatori (somma algebrica delle 20 tappe). Ragionevolmente, però, credo che non sarà per nulla facile.

Grazie dei dati, Ben!
Di getto mi viene da pensare che incidano nell'ordine:
1) La mancanza di Nibali, il cui "triello" con le maglie gialla e rosa in carica costituiva fin da subito un'attrattiva importante, molto spinta dalla stampa oltretutto
2) Un percorso a tutti gli effetti disegnato meglio, lasciando stare i tagli, soprattutto nella primissima parte, anche se la tappa di sabato era molto bella a mio avviso
3) La partenza dall'estero che come abbiamo già detto è un freno per l'attenzione nei confronti della corsa rosa nel nostro paese

Rettifico (faccio ammenda) il dato di sabato 17. Le cose stanno leggermente meglio di quanto scritto prima.
Avevo ahimé ricopiato il dato di sabato 10. Ho sostituito le tabelle.

Va detto che mi aveva colpito anche il poco pubblico spettatore diretto sulla salita di Montecopiolo.
Adesso speriamo in una buona crono (quella del 2013 a Saltara fu seguitissima, con un percorso stupendo) e soprattutto in Oropa.

Ci saremo ad Oropa e forse anche a Rivarolo.

Per chi fosse interessato, dovrebbe esserci bel tempo con qualche nuvola a Oropa.
Fino alle 12 ci sarà servizio di  navette (penso a pagamento, da buoni biellesi) da Biella ad Oropa.

Non ho voluto puntare l'attenzione troppo sull'Auditel, perché le cose non vanno per nulla bene.
Ma siamo sportivi e dobbiamo saper accettare anche i risultati negativi.

Il Giro sta andando male ed è al di sotto sia del 2013 che del 2012, mantenendo invece un buon vantaggio sui dato del 2011, vantaggio che sarà certamente confermato.
Il calo di spettatori totali rispetto al 2013 è attorno ai cinque milioni al momento e l'audience media per tappa è di circa 1,7 milioni contro i 2 della scorsa edizione.
Va detto che il crollo è ben maggiore perché al 2013 mancò la tappa monstre di Val Martello.

Certamente manca il richiamo "nazionalista" di Nibali. E' un fatto indubbio, perché paradossalmente l'audience media della tematica Raisport (dove c'è lo zoccolo duro del ciclismo) è invece aumentato rispetto al 2013.
Quello che è venuto a mancare in questo Giro è il pubblico generalista portato da RaiTre.

Infine un appunto va fatto per l'audience del Processo che, oltre alle motivazioni valevoli per le tappe, ne aggiunge altre di suo. L'audience del Processo è quasi la metà di quello di Giro all'Arrivo.

Si osservi questo:

2014 (media Giro all'arrivo vs media Processo)
1.639.000 --> 877.000 pari ad una conferma di audience del 53,5%

2013 (media Giro all'arrivo Vs media Processo)
2.012.000 --> 1.365.000 pari ad una conferma di audience del 67,8%

Il Processo 2014 (un amico perfido lo ha chiamato Porcesso ) trattiene meno spettatori in percentuale (non solo in assoluto) di quelli che conservava nel 2013. Ha sensibilmente meno appeal, a prescindere dall'interesse per le singole tappe.

Si può dire coi numeri che la formula del Processo (aldilà dei valori assoluti) non funziona perché attira una percentuale minore di telespettatori in valori relativi.
La formula non funziona, è approssimativa, confusionale e sembra fatta tanto per essere fatta.
Le tiritere retoriche sul sacrificio, sulla fatica non avvicinano la gente, la stuccano.
Peraltro va notato come il crollo di audience è ancor maggiore fra il pubblico di nicchia di Raisport, ovvero il Processo allontana gli appassionati, che poi sono anche gli Opinion Leader.
Ma mi fermo qua, perché sennò sembra un accanimento verso la trasmissione, mentre volevo solo fornire elementi di contributo.
Passiamo ai dati, che ciascuno potrà valutare tranquillamente e metodologicamente.

DATI AUDITEL GIRO 2013


DATI AUDITEL GIRO 2014


Comparando 2013 e 2014, la crudeltà delle cifre è evidente. Al zavorramento della partenza dall'estero (neanche accentuata come in passato, anzi!) si è aggiunto un calo nelle tappe infrasettimanali della prima e seconda settimana (un vero crollo in alcune).
Sin dall'inizio si sapeva che il disegno del Giro sarebbe stato meno frizzante e, siccome io credo che la gente lo spettacolo lo capisca e percepisca senza troppe manfrine, penso che il dato ne sia una diretta conseguenza e che ùrgano dei rimedi.

AUDIENCE 2014


SHARE 2014


RAFFRONTO AUDIENCE RAI 3-RAISPORT 2 2014


Di anno in anno la quota di utenti Raisport aumenta e questo va a costituire un vero e proprio zoccolo duro che si riverbera di tappa in tappa, un target ben preciso sul quale il ciclismo deve investire.
Che sia uno zoccolo duro lo si vede anche dal dato immutabile delle tappe che contano, quelle del sabato e della domenica che hanno gli stessi spettatori.
La crescita dell'audience relativa a Raisport si può ricavare dal grafico di seguito:
TREND AUDIENCE RAISPORT 1-2


Infine, per quanto riguarda audience e share della diretta del Giro ecco alcuni dati raccolti negli anni.

COMPARAZIONE AUDIENCE 2012-2013-2014


Nel complesso le tappe infrasettimanali del 2014 sono andate meglio di quelle del 2012, ma al 2014 sono mancati i picchi di ascolto di quell'anno nelle tappe cruciali, e in questo credo abbia pesato l'assenza di un italiano protagonista.

DATI AUDIENCE SHARE PER TAPPA, COMPLESSIVI E MEDI 2007-2011-2012-2013-2014


Cosa dire? Dopo anni di crescita il Giro cala e cala vistosamente perdendo anche le posizioni del 2012, ormai difficilmente raggiungibili, a meno di un improbabile exploit fra oggi e domani.

Come anticipato, un aspetto importante è la crescita dell'audience di Raisport nel simulcast della diretta Rai, dinamica che si conferma anche in questo anno di calo. La media di spettatori 2014 di Raisport è di 500.000 mentre nel 2013 si fermò a 462 (e mancano ancora tappe "pesanti" del 2014).


Ecco infine il grafico comparativo per anno delle ultime tre edizioni del Processo.


Non credo sia difficile, per chi vuole, trarre dei suggerimenti per il futuro.

E sto digitale  che fa sempre i capricci, sia su RAI 1-2-3 e RAI SPORT 1 e 2, non avrà delle colpe?

Parlavo con un appassionato di ciclismo e mi diceva  che quest'anno è stufo delle ciance.... sono troppe,vogliamo sentire parlare di ciclisti, corse, due ruote.....e per dirlo lui, vabbeh è di poche parole...

Benoix riusciresti anche a fare un confronto con i dati del Roland Garros, altro evento trasmesso dai raisport (non credo da rai3)? Ovviamente dovresti aspettare la fine del torneo per dei dati significativi.
Hai anche i dati degli internazionali di Roma?
ti ho trovato un po' di lavoro, altrimenti ti arruginisci

galliano ha scritto:Benoix riusciresti anche a fare un confronto con i dati del Roland Garros, altro evento trasmesso dai raisport (non credo da rai3)? Ovviamente dovresti aspettare la fine del torneo per dei dati significativi.
Hai anche i dati degli internazionali di Roma?
ti ho trovato un po' di lavoro, altrimenti ti arrugginisci

Da che punto di vista vorresti il confronto?
Lo dico con onestà intellettuale perché il tennis va solo sulle tematiche.
Il ciclismo è tremendamente più seguito del tennis, ma il tennis ha un suo canale tematico free to all, noi no, senza nulla togliere a Bike Channel, riservato però agli abbonati Sky.

Il rammarico è il fatto che il Giro non ha ripetuto gli splendidi dati del 2013 in Italia, sebbene io abbia avuto la sensazione di un maggior interesse all'estero.
Se Eurosport ha tagliato le dirette norvegesi rimandandole alla serata per non danneggiare il Giro, una ragione c'è.
A me questo Giro non è dispiaciuto, è stato complementare a quello del 2013, bellissimo nelle prime due settimane e letteralmente castrato nella terza. Quest'anno, senza un Nibali protagonista, è stato bellissimo nella terza settimana.
Ottime le due chiusure di Brescia e di Trieste. Anzi fantastiche. E lo dico da milanese.

All'estero pero' tantissime critiche sulla regia Rai.. (inadeguata , un notevole passo indietro)
Edizione da 6,5 , leggermente piu' interessante di quella 2013 (il peggio era il 2012..)

E' impossibile dare una valutazione unica.
Purtroppo televisivamente non è stata una delle migliori edizioni, proprio per le pecche di regìa. Non so se fosse Garzelli al coordinamento tecnico, sembra di sì, ed è probabile che qualche problema dietro al banco lo abbiano avuto, anche per via del service motoripresa.
Spero che dal 2015 la Rai possa utilizzare i nuovi mezzi acquistati proprio per l'HD e che non facciano l'ennesimo appalto esterno, roba vomitevole.

Dal punto di vista sportivo credo che questa edizione verrà molto valorizzata nei prossimi anni.
Si è aperta una nuova stagione per il ciclismo, quello della vera globalizzazione, ad ovest e sud ovest e non verso est come fa l'Uci.

La RAI tratta il ciclismo molto bene. Senza ombra di dubbio, è lo sport seguito meglio dopo il calcio. Gli altri, compreso il tennis, seguono a distanza notevole. In questa valutazione va inserita la collocazione dei palinsesti, la scelta degli eventi, ed i relativi narratori. L’insieme che ne esce è buono, nonostante le tante critiche degli appassionati sul web.
Oggi, ad esempio, chi ama il tennis, dovrebbe mandare un telegramma con acrobazie di scurrile alla RAI, per come costei ha ucciso il Roland Garros, preferendo il sonnifero del biliardo, ad un Gulbis-Federer, che rappresenta il meglio, in quanto a talento, tecnica e relativo spettacolo, che il mondo della racchetta possa offrire. Cinque set stupendi, con vittoria di Ernests per 6/7-7/6-6/2-4/6-6/3 e spettacolo sportivo, imparagonabile, oggi, con la stessa apoteosi del Giro.
Lasciamo stare, perché non si finirebbe più, la storia dei diritti delle TV concorrenti e di quelle Pay che stanno uccidendo, di fatto, calcio escluso, la popolarità degli sport fra i giovani (nessuno lo dice, ma in Italia si registra un calo marcatissimo di praticanti nelle generazioni più tenere). Quindi, lasciamo pur perdere la stupidaggine di Mediaset sul motociclismo (oggi in MotoGP, al Mugello, s’è potuta vedere una gara come poche, vinta da Marquez su Lorenzo, con un Rossi, 3°, degno dei suoi migliori trascorsi, ma incapace di avvicinarli e di inserirsi fra i due) e lasciamo perdere la cavolata della TV di Stato sulla Diamond League di atletica, che a Eugene, nell’Oregon, ha partorito gare strabilianti sul 400 piani e 110 hs, giusto per citare le più intense.
Il ciclismo, ha meno bisogno di altre discipline, di quel canale televisivo che, nel tennis, ad esempio, è riuscito a far riavvicinare uno come me a questo sport, perché è trasmesso su livelli decisamente superiori allo spettacolo che offre (lo dice da uomo che ha seguito o scritto di 22 sport e che non vuole di certo far del male ad una passione trasversale alla propria vita).. Ed è qui che deve lavorare se vorrà riguadagnare audience. Il Giro di quest’anno, è stato più bello, spettacolare e tecnicamente superiore a quello degli ultimi anni, ma ha pagato il seminato dei precedenti da sbadiglio o quasi. La gente comune, quella che muove l’audience e che non può in alcun modo esser definita appassionata, col conseguente apparato digerente in grado di frantumare anche i tanti sassi partoriti dall’ambiente e dalla disciplina negli ultimi anni, s’è scocciata degli squadroni, del gregge ecc. Basta fare qualche carotaggio per capirlo. In questo quadro, conta certo, ma sempre meno, l’aver protagonista l’orgoglio nazionale. Ed infatti un Aru, che quest’anno ha corso un Giro perlomeno quanto il Nibali 2013, ma era sconosciuto, non ha rialzato le risultanze di un audience che è stata, diciamolo pure, scarsa. Così scarsa da valere commercialmente forse meno dell’investito RAI. Sulla carta, potrebbe andare meglio al Tour, solo perché si potrà contare un poco sui fasti tecnici e mediatici di questo Giro e sulla popolarità più consolidata di un Nibali, ma poi se costui, non sarà quel che si spera, a far abbassare nuovamente l’audience in Italia, ci penserà l’orrendo spettacolo a cui ci ha abituato l’ex Grande Boucle, così priva di fantasia organizzativa e così ligia nell’innalzare quella che poi è la pochezza che fuoriesce dai prodromi di questo ciclismo.

Si ritornerà dunque così al punto di partenza per chi ama questo sport, ma lo vuol leggere per ciò che le discipline sportive hanno oggi bisogno per sostenersi e vivere: lo spettacolo. Che è poi l’unica formula che fa stare a galla un evento sportivo anche senza avere dei grandi campioni. Che tu vada più piano sul Tourmalet o il Ballon d’Alsace, conta niente se c’è battaglia e c’è la volontà degli atleti di provare sensazioni di protagonismo, magari vincente, senza radiocomandi, ma col cuore.

Morris l'originale ha scritto:Si ritornerà dunque così al punto di partenza per chi ama questo sport, ma lo vuol leggere per ciò che le discipline sportive hanno oggi bisogno per sostenersi e vivere: lo spettacolo. Che è poi l’unica formula che fa stare a galla un evento sportivo anche senza avere dei grandi campioni. Che tu vada più piano sul Tourmalet o il Ballon d’Alsace, conta niente se c’è battaglia e c’è la volontà degli atleti di provare sensazioni di protagonismo, magari vincente, senza radiocomandi, ma col cuore.

Parole sante
il Cuore! (ma anche l'intelligenza tattica) , quella che radioline , Srm , Watt ecc han completamente distrutto

Letto il post di Morris, mi viene da reimpostare il mio post precedente.
Parto dalla allarmante affermazione (santo cielo quanto è vera) di Morris:
"lasciamo stare, perché non si finirebbe più, la storia dei diritti delle TV concorrenti e di quelle Pay che stanno uccidendo, di fatto, calcio escluso, la popolarità degli sport fra i giovani (nessuno lo dice, ma in Italia si registra un calo marcatissimo di praticanti nelle generazioni più tenere)".

Lo sport italiano è in crisi, ma lo è soprattutto la cultura sportiva.
Alcuni della nostra tv nazionale non capiscono quanto male facciano a fare proselitismo di tifo nazionale invece di contagiare le persone con cultura e passione sportiva.

Fissato questo, dobbiamo effettivamente ammettere che noi appassionati di ciclismo non possiamo poi più di tanto lamentarci e peraltro abbiamo una ottima offerta di qualità fra Rai ed Eurosport.

Non avere spiegato i contenuti di qualità sportiva di questo Giro invece di un ormai insopportabile inseguimento dell'antico e provinciale richiamo della foresta nazionale non permette a tanti telespettatori "tifosi" di diventare appassionati. E' un peccato originale da cui la Rai non riesce a guarire. Però dobbiamo essere felici del fatto che questo vulnus non riguarda il duo in commento.

Chi ha avuto la fortuna di seguire le ultime Olimpiadi su Sky, ha avuto il privilegio di apprezzare una produzione giornalistica sportiva di qualità non inquinata dalla morbosa attenzione a ciò che c'era di azzurro. Prima si guardavano i valori assoluti e poi si guardava la prestazione degli italiani.

In Rai questo tifare azzurro è diventato stucchevole e sinceramente si percepisce anche che le persone che hanno a cuore lo sport e che sono opinion leader non sopportano più questo modo di fare tv, che non fa cultura sportiva, con pesanti negative ricadute sull'avviamento allo sport dei giovani italiani.

Un disastro a cui bisogna porre rimedio prima possibile.

preso dal ciclismo, mi sono scordato di eugene, mannaggia!!
Io, al contrario di Morris, il tennis non riesco più a guardarlo in tv da una quindicina d'anni. Eppure lo trovo divertente da praticare, cosa che purtroppo faccio di rado.

Benoix ti chiedevo i dati di audience del RG solo per farmi un'idea, visto che Acquarone nelle sue proposte faceva spesso paralleli tra ciclismo e tennis, e per capire l'appeal sugli sponsor delle due discipline.

galliano ha scritto:Benoix ti chiedevo i dati di audience del RG solo per farmi un'idea, visto che Acquarone nelle sue proposte faceva spesso paralleli tra ciclismo e tennis, e per capire l'appeal sugli sponsor delle due discipline.

Premetto che non sono uno ostile ad Acquarone, tanto che alcune delle idee da lui avanzate (es. condivisione dei diritti con i team) le avevo trovate coraggiose e da appoggiare senza tentennamenti.

Ma permettimi di definire il raffronto con il tennis fra le cosiddette acquaronate (o acquaroning).
Il ricorso ai modelli anglosassoni non è per me da evitare, ma ha un senso quando ci sono delle effettive aderenze.

L'appeal del ciclismo sugli sponsor è fortissimo se orientato sul mass market (la case history di Europcar è lì a dimostrarlo), ma non è il ciclismo professionistico il mezzo ideale se vuoi fare comunicazione b2b (business to business).

Il tennis è più simile al golf a cui aggiunge una più vasta platea televisiva ed un uniforme interesse fra Usa ed Europa.
Spesso le aziende utilizzano il tennis e più ancora il golf per promuoversi ed affermarsi in un target ristretto, quello delle imprese e degli imprenditori.
I numeri del ciclismo e la contagiosa popolarità, in tutti i sensi e nonostante i mille problemi, continuano ad essere immensamente maggiori di quelli del tennis nell'Europa continentale.
La risposta del ciclismo al golf ed al tennis nel business to business non è il ciclismo professionistico, bensì quello delle granfondo, una brutta deriva che questo sport sta prendendo, dove imprenditori e professionisti hanno scoperto il fascino dell'eroica impresa ciclistica () e sostituiscono la clubhouse con il gruppetto ciclistico per fare conoscenze e business. Non deve pertanto stupire che le granfondo godano di sponsorizzazioni sorprendentemente più munifiche di quelle disponibili per le gare professionistiche.
Il rischio del professionismo italiano è che fra qualche anno il Giro diventi un evento dove farsi conoscere per poi fare cassa pedalando a pagamento con l'industrialotto ed il cumenda di turno.
E' questa una battaglia da portare avanti nei prossimi anni, per ridare la giusta dignità al ciclismo professionistico.

L'unico parallelo tra tennis e ciclismo lo vedo negli aspetti deteriori della presidenza Galgani, presidenza che distrusse i vivai giovanili a favore dei club tennistici di facoltosi tennisti della domenica (che probabilmente manco conoscevano i tennisti oltre a Panatta e Barazzutti) e che garantivano al vecchio presidente la rielezione ogni 4 anni.
Si tratta di strane coincidenze con quello che sta vivendo il ciclismo italiano.

Perdonami il punto di vista un po' drastico ma, come sai, è un argomento "sensibile".
Ne riparleremo parecchio.

IL GIRO 2014 E L'AUDITEL
Ecco i dati definitivi dell'Auditel di questo Giro 2014:


Di seguito invece i dati del 2013:


Ci sarà utile anche la tabella di seguito che raccoglie i dati fondamentali del 2013 e 2014.


Il calo di spettatori totali per tutte le tappe rispetto al 2013 si è ridotto grazie al fatto che nel 2013 venne a mancare la tappa di Val Martello. All'appello sono mancati 3.500.000 spettatori, ovvero circa 250.000 a tappa.
Dal 2013 si è passati da oltre 2 milioni di spettatori a circa 1.750.000 con un calo del 13%.

Nel complesso il Giro del 2014 ha fatto peggio di poco anche del 2012 e meglio del 2011.

L'AUDITEL DELLE TAPPE

Cominciamo dall'osservare la composizione fra generalista e tematica (manca il dato HD) dell'audience di ciascuna tappa del 2014:


Appare evidente come di anno in anno la forbice fra la generalista e la tematica sportiva si assottigli. Questo è certamente un ottimo dato che darebbe anche nuova linfa alla dimostrazione che la domanda di sport e di ciclismo è attiva e non passiva (ovvero solo perché passa sul canale generalista).
Una curiosità dalla comparazione delle due curve: il pubblico più "sportivo" si appassiona di meno di quello generalista alle cronometro. Mentre la curva generalista mostra un incremento sensibile passando dalle tappe minori alle cronometro (tanto Barolo che Monte Grappa), la curva tematica (dove stanno i ciclofili) non mostra alcun sensibile incremento, anzi addirittura un leggero calo per Barolo ed un piccolo incremento per Monte Grappa.
E' un dato che fa riflettere.

Compariamo ora i dati macro di alcune delle ultime edizioni, 2007-2011-2012-2013-2014:


Osserviamo ora un grafico comparativo di audience e share relativi alle tappe degli anni 2007-2011-2012-2013-2014:



Nei grafici seguenti, sia audience che share, sono invece isolati i dati dei soli anni 2012, 2013 e 2014.



Come possiamo vedere, il Giro ha ormai un suo zoccolo duro di spettatori che resta sopra al milione, ma quest'anno gli sono mancati i picchi di ascolto e di interesse.
La dipendenza del Giro dal grande nome italiano è davvero eccessiva e questo dovrebbe far riflettere in Rai sull'importanza di diffondere una specifica cultura sportiva, prescindendo dalla nazionalità della maglia rosa. Ciò è ancor più importante in presenza di contenuti sportivi assoluti come quelli mostrati quest'anno da un gioiellino come Quintana, che era qua presente non al 100% e, ciò nonostante, ha saputo tirar fuori dal cilindro un finale di qualità eccelsa, alla faccia delle polemiche sulla discesa dallo Stelvio.

Ampie valutazioni sulle ultime edizioni e sull'apporto effettivo del nazionalismo sportivo, si possono fare anche osservando il grafico successivo che mostra il trend degli spettatori complessivi di tappa in tappa. Il Giro di quest'anno ha sofferto le tappe intermedie ed interlocutorie, ma ha mostrato una discreta performance di interesse nella fase finale.

L'AUDITEL DEL PROCESSO

Cominciamo anche qua dal grafico che ci mostra la composizione dell'audience del Processo, scomposta fra generalista e tematica sportiva


Appare evidente come il pubblico ciclofilo sia estremamente selettivo. Gli incrementi di audience del Processo su Raisport avvengono solo in occasione di tappe particolari e fa riflettere il fatto che l'audience in generale delle prime tappe non abbia avuto incrementi fra tappe della settimana e tappe del weekend, a differenza delle dirette delle tappe.
E' un ulteriore segno evidente che la formula adottata sia da migliorare.

Valutazioni più puntuali vengono fornite al riguardo anche dai due grafici seguenti che raffrontano audience e share di tappa e Processo.



Passiamo ora ai dati Auditel storici del Processo, considerando gli anni 2012-2013-2014.


N.B. Il grafico riporta tutti i giorni dell'evento, anche i giorni di riposo, in quanto in alcune edizioni il Processo veniva prodotto anche nella giornata di riposo.

Tanto i dati di audience che di share (comparati con le dirette tappa) mostrano la debolezza della formula attuale del Processo che perde soprattutto audience sul target nobile, quella delle tematica sportiva, non riconfermando l'audience più importante per il movimento ciclistico.
Non lo dico per criticare asetticamente il Processo, ma solo osservando le crude cifre.
Spero che l'analisi possa essere utile per qualcuno.

Sul processo non commento.. non l'ho mai visto (per fortuna..)
Non pensavo si fossero invece persi cosi' tanti telespettatori
Non vedevo grosse differenze tra le due edizioni (2014 vs 2013)
Poi il 2014.. che fa peggio del 2012 (credo uno dei piu' brutti giri della storia), anche se di poco..
misteri dell'auditel

Mi sorprende il 2007 , credevo piu' alto (ma c'era gia' la tecnica di Giro all'Arrivo ?)

meazza ha scritto:Mi sorprende il 2007 , credevo piu' alto (ma c'era gia' la tecnica di Giro all'Arrivo ?)

Credo proprio di sì. La rilevazione separata del finale di tappa venne introdotta da Mediaset.
E mi pare che la Rai l'abbia riprodotta.
Adesso però non è più un artificio perché la diretta di RaiTre comincia più o meno in coincidenza di Giro all'Arrivo, quindi la rilevazione è abbastanza corretta.

Pero' nel 1994.. Giro all'arrivo durava due ore
mentre adesso siamo sotto l'ora
A me sembra una tecnica sleale (France 2 i dati del Tour son sulle due ore)

Attendevo con molto interesse di sapere i dati di ascolto del Mondiale e francamente sono una grossa delusione. Il picco peraltro si è avuto ad inizio trasmissione e quindi non è un dato attendibile, perché significa che è trainato dal programma precedente e poi l'audience crolla.

Alle 19.33 - Mondiali su strada di ciclismo – Prova in linea elite uomini (1.690.000 spettatori – 7,03%).

I Mondiali sono stati superati anche dalla Domenica Sportiva in termini di share.
Alle 22.40 il programma sportivo “La domenica sportiva” (1.325.000 spettatori – 10,37%)

A parte Giro e Tour il ciclismo in Italia non riscuote più interesse. L'unica cosa positiva è che ha un suo zoccolo duro, ma solo in un target di età elevata.

Si è un po bassino..
L'orario era l'ideale doveva garantire almeno un milione in piu'
Infatti Duitama fece piu' di 3 ml

ma..
Il giorno di Duitama non c'era il campionato (tantissimi tifosi di calcio seguono anche il ciclismo.. mettiamo 0,5 ml)
A Duitama c'erano Indurain e Pantani.. qui Sagan e Nizzolo o Trentin (altri 0,5 ml)
Poi  il pubblico del ciclismo è molto vecchio.. in vent'anni ne son morti di appassionati.. ma son stati sostituiti ? no.. (altri 0,5 ml)

Meazza sei un pozzo di informazioni, sono tuoi ricordi personali o fai delle ricerche.
Comunque bravo.

Ricordi personali (poi su altre cose , mi piace cercare), di un ciclismo che non c'e' piu'
Anche ieri spettacolo scarsino.. fino ai 4 km non è successo nulla