Promemoria primo messaggio :
Non apro questo 3d ovviamente per parlare del caso doping Danilo Di Luca. No, no tutt'altro.
Lo apro perché io amo analizzare i rapporti fra le notizie e le opinioni espresse.
Quali sono i rapporti, le correlazioni? Lo lascio all'intelligenza di ciascuno.
"Maria Montessori: Insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire i rapporti tra le cose significa dare conoscenza." (cit. Maurizio Crozza)
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La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha inflitto la squalifica a vita a Danilo Di Luca, per violazione all’ex art. 2.1 e 2.2 del Codice WADA (art. 21.1 2.1.2 del Regolamento Antidoping UCI), ai sensi dell’art. 10.7 del Codice WADA (art. 306 del Regolamento UCI) con decorrenza dal 24/05/2013 disponendo l’annullamento di tutti i risultati agonistici da lui conseguiti successivamente al prelievo biologico del 29/04/2013.
Il TNA ha condannato Di Luca al pagamento della sanzione pecuniaria prevista dall’art. 326 del Regolamento UCI, quantificata in EUR 35.000,00 e al pagamento delle spese del presente procedimento, quantificate in EUR 850,00; oltre che al pagamento dei costi di gestione del risultato e della documentazione analitica pari a CHF 3.150,00 ai sensi dell’art. 275 del Regolamento UCI.
La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping altresì riserva per il deposito della motivazione il termine di 30 giorni.
http://www.coni.it/notizie/primo-piano/19678-antidoping-radiato-de-luca-ciclismo.html
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Ciclismo, Malagò: "Insopportabile attacco sistematico. Basta sputtanarlo"
ROMA, 5 dicembre 2013
Il presidente del Coni in difesa del mondo delle due ruote: "Si vuole sempre disturbare il ciclismo, evidenziando sistematicamente le cose che non vanno".
"Non sopporto il fatto che si voglia sempre disturbare il ciclismo, quando si deve sempre e solo sistematicamente evidenziare le cose negative che non vanno e sputtanano il nostro ambiente - attacca Malagò -. Mentre tutte le altre cose sono date per scontate e non fanno più notizia e io questo non posso accertarlo. Il ciclismo ha pagato un prezzo elevato. E' una specie di dogma evidenziare le cose negative".
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/05-12-2013/ciclismo-malago-insopportabile-attacco-sistematico-basta-sputtanarlo-201744714245.shtml
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Il presidente della Federciclismo Di Rocco lo ha definito uno stupido (Di Luca, ndr).
... Renato Di Rocco, che stamattina, in occasione del Giro d'Onore del Ciclismo aveva detto: "Solo uno stupido poteva rischiare queste cose visti i danni che aveva già creato al ciclismo".
http://www.raisport.rai.it/dl/raisport/Articoli/ContentItem-0a5fd8da-5f56-45d1-bafb-1475b5a3c224.html
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"Di stupidi ce ne sono tanti - risponde l'abruzzese -. Di Rocco può dire quello che vuole. Sicuramente io ho fatto degli errori, ma anche lui nella sua vita di errori penso ne abbia fatti tanti e magari ne commetterà altri".
http://www.raisport.rai.it/dl/raisport/Articoli/ContentItem-0a5fd8da-5f56-45d1-bafb-1475b5a3c224.html
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"Era tutto già scritto", ha detto il corridore di Spoltore, "evidentemente dovevo pagare io per tutti". Di Luca risponde sarcasticamente alla domanda sulle sue sensazioni da primo ciclista italiano radiato della storia: "Ho fatto tante cose per primo... Di sicuro chi mi conosce davvero sa che nello sport ho vinto quello che potevo vincere, non ho mai vinto una cronometro a 60 all'ora". Qualcun altro sì? "Sì, e lo sta ancora facendo". Nonostante la mazzata, Di Luca si dice addirittura "tranquillo". Poi una risposta al presidente federale Di Rocco, che l'aveva definito uno "stupido". "Di stupidi ce ne sono tanti, io di errori ne ho fatti, anche Di Rocco ne ha fatti e ne farà". E parla anche in maniera sibillina di "qualcuno che lavorava fino a qualche giorno fa e oggi non più", un imprecisato riferimento a un personaggio, sembra di capire, dell'orbita federale. Nelle prossime settimane, Di Luca e il suo avvocato Ernesto Di Toni decideranno se ricorrere in appello contro la sentenza firmata dalla seconda sezione presieduta dall'avvocato Luigi Fumagalli, peraltro giudice sportivo dalla lunga esperienza internazionale.
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/05-12-2013/ciclismo-doping-danilo-di-luca-radiato-primo-corridore-squalificato-vita-201746078903.shtml
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Non sono del partito degli innocentisti, né di quello dei vittimisti che si oppongono ai manettari (degli ultimi), men che meno coi sanguinari per giustizia sportiva ed ingiustizia essenziale. No, lungi da me tutta la schiera di gioppini della ipocrita giustizia sportiva e quella dei frustrati faziosi.
Ciò che conta è capire il mondo nel quale Danilo e gli altri hanno fatto i loro errori, per i quali "loro" (e solo loro) stanno pagando. E quel mondo non è fatto solo dai ciclisti. Proprio no!
Per capire un po' come è l'ambiente della giustizia sportiva rimando a questa lettera aperta inviata proprio per la vicenda Di Luca da Sciotti a Tuttobici.
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Gentilissimo Dr. Stagi,
mi permetto di disturbarla per chiarire un equivoco di base derivante da quanto
pubblicato su alcuni organi di stampa e comunicato dal Procuratore della Federazione Ciclistica Italiana.
Innanzitutto, non mi sono sentito offeso per la chiamata dell’avvocato Grauso, già
che ho considerato tale atto un procedimento come una giusta opportunità per
dimostrare chiarezza e professionalità nella gestione di alcuni casi da parte della
FCI. Per questo ho risposto presentandomi all’incontro, seppur con il team
ciclistico professionistico io non abbia nulla a che vedere, rivestendo il semplice
ruolo di Presidente ed Amministratore Delegato di una delle aziende sponsor della
squadra. Quello che mi ha offeso sono stati i modi usati dal Procuratore nel fare i
propri comunicati stampa, che hanno anticipato ai giornalisti di ben due giorni la
mia convocazione (io ne ho avuta notizia da un suo collega con ben due giorni di
anticipo rispetto al telegramma della Procura) e hanno sempre avvicinato il mio nome e quello del team ad una possibile indagine sul caso Doping di Danilo di Luca.
Vorrei precisare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
1. Il procuratore, in base a quanto da lui stesso comunicatomi, non è competente a
fare indagini sulle positività di atleti, indagine che di fatto spetta
esclusivamente alla procura Antidoping del Coni.
2. Per altro, nella mia audizione, nessuna domanda mi è stata fatta sulla positività
di Danilo Di Luca o su fatti che abbiano potuto portare a collegarsi direttamente
alla stessa.
3. Elemento ancora più importante e ben noto ad una persona che dovrebbe svolgere
nella vita quotidiana le funzioni di avvocato, "un atleta è positivo solo dopo aver
espletato la formalità delle controanalisi", oppure dopo aver rinunciato a questa
possibilità. È proprio per questo che la nostra azienda ed il gruppo ciclistico che
sponsorizziamo, non ha ancora potuto dar seguito alle azioni legali di richiesta
danni verso gli atleti che hanno ingannato la nostra buona fede e che hanno
pesantemente danneggiato la nostra immagine, potendo procedere esclusivamente dopo la conferma della positività.
Nella bilancia della vicenda, vorrei inoltre che fosse inserito un aspetto di non
poco conto e che riguarda il modo in cui é stato condotto l’interrogatorio.
L’avvocato Grauso durante tutta l’audizione ha fumato sigari toscani, incurante delle leggi nazionali a tutela degli ambienti pubblici e della salute pubblica.
Questo comportamento è contrario alle leggi dello Stato italiano e alle norme di buona educazione, per questo sarebbe forse il caso che lo stesso Procuratore Federale si autodenunciasse di fronte agli organi federali che ha offeso con il suo
stesso comportamento, oltre che di fronte alle autorità competenti per l’applicazione della sanzione prevista.
Vorrei anche far presente che le due
impiegate che lavoravano nell’ufficio, per fumare, si sono giustamente recate
all’esterno della struttura in modo da non arrecare danni fisici e fastidi a nessuna
persona presente.
Concludo sottolineando che, conscio di non avere nulla da nascondere, mi sono
presentato all’audizione da solo, senza il supporto di un legale, in quanto la mia
correttezza ed integrità morale e materiale la ritengo al di sopra di ogni ragionevole dubbio, malgrado l’Avv. Grauso cerchi di provocare costantemente nei lettori e nei giornalisti errate associazioni di idee o vicinanze discutibili a casi e fatti estranei al sottoscritto, all'azienda che rappresento e allo stesso management del team professionistico.
Questa nota scritta, spero serva a ripristinare la dovuta chiarezza ed il dovuto equilibrio tra i lettori, specificando quanto fino ad oggi descritto solo per una parte.
La ringrazio per la Sua attenzione e resto sempre disponibile per ogni futuro
chiarimento.
Cordiali Saluti
Valentino Sciotti
Amministratore Delegato
Farnese Group
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Non so perché, ma vedo nuvoloni all'orizzonte, e stavolta mi sa che non pioverà merda su ciclisti e ciclismo.
Hai voglia a dire che la grandine è marrone ...
Ps. Qualunque cosa facciano i corrotti che comandano lo sport (il nostro sta finalmente aprendo gli armadi a livello internazionale) i veri valori dello sport restano intatti, anche per i ragazzi che sbagliano.
Grande Madiba, cambieremo anche questo mondo "sportivo".
Non apro questo 3d ovviamente per parlare del caso doping Danilo Di Luca. No, no tutt'altro.
Lo apro perché io amo analizzare i rapporti fra le notizie e le opinioni espresse.
Quali sono i rapporti, le correlazioni? Lo lascio all'intelligenza di ciascuno.
"Maria Montessori: Insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire i rapporti tra le cose significa dare conoscenza." (cit. Maurizio Crozza)
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La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha inflitto la squalifica a vita a Danilo Di Luca, per violazione all’ex art. 2.1 e 2.2 del Codice WADA (art. 21.1 2.1.2 del Regolamento Antidoping UCI), ai sensi dell’art. 10.7 del Codice WADA (art. 306 del Regolamento UCI) con decorrenza dal 24/05/2013 disponendo l’annullamento di tutti i risultati agonistici da lui conseguiti successivamente al prelievo biologico del 29/04/2013.
Il TNA ha condannato Di Luca al pagamento della sanzione pecuniaria prevista dall’art. 326 del Regolamento UCI, quantificata in EUR 35.000,00 e al pagamento delle spese del presente procedimento, quantificate in EUR 850,00; oltre che al pagamento dei costi di gestione del risultato e della documentazione analitica pari a CHF 3.150,00 ai sensi dell’art. 275 del Regolamento UCI.
La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping altresì riserva per il deposito della motivazione il termine di 30 giorni.
http://www.coni.it/notizie/primo-piano/19678-antidoping-radiato-de-luca-ciclismo.html
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Ciclismo, Malagò: "Insopportabile attacco sistematico. Basta sputtanarlo"
ROMA, 5 dicembre 2013
Il presidente del Coni in difesa del mondo delle due ruote: "Si vuole sempre disturbare il ciclismo, evidenziando sistematicamente le cose che non vanno".
"Non sopporto il fatto che si voglia sempre disturbare il ciclismo, quando si deve sempre e solo sistematicamente evidenziare le cose negative che non vanno e sputtanano il nostro ambiente - attacca Malagò -. Mentre tutte le altre cose sono date per scontate e non fanno più notizia e io questo non posso accertarlo. Il ciclismo ha pagato un prezzo elevato. E' una specie di dogma evidenziare le cose negative".
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/05-12-2013/ciclismo-malago-insopportabile-attacco-sistematico-basta-sputtanarlo-201744714245.shtml
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Il presidente della Federciclismo Di Rocco lo ha definito uno stupido (Di Luca, ndr).
... Renato Di Rocco, che stamattina, in occasione del Giro d'Onore del Ciclismo aveva detto: "Solo uno stupido poteva rischiare queste cose visti i danni che aveva già creato al ciclismo".
http://www.raisport.rai.it/dl/raisport/Articoli/ContentItem-0a5fd8da-5f56-45d1-bafb-1475b5a3c224.html
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"Di stupidi ce ne sono tanti - risponde l'abruzzese -. Di Rocco può dire quello che vuole. Sicuramente io ho fatto degli errori, ma anche lui nella sua vita di errori penso ne abbia fatti tanti e magari ne commetterà altri".
http://www.raisport.rai.it/dl/raisport/Articoli/ContentItem-0a5fd8da-5f56-45d1-bafb-1475b5a3c224.html
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"Era tutto già scritto", ha detto il corridore di Spoltore, "evidentemente dovevo pagare io per tutti". Di Luca risponde sarcasticamente alla domanda sulle sue sensazioni da primo ciclista italiano radiato della storia: "Ho fatto tante cose per primo... Di sicuro chi mi conosce davvero sa che nello sport ho vinto quello che potevo vincere, non ho mai vinto una cronometro a 60 all'ora". Qualcun altro sì? "Sì, e lo sta ancora facendo". Nonostante la mazzata, Di Luca si dice addirittura "tranquillo". Poi una risposta al presidente federale Di Rocco, che l'aveva definito uno "stupido". "Di stupidi ce ne sono tanti, io di errori ne ho fatti, anche Di Rocco ne ha fatti e ne farà". E parla anche in maniera sibillina di "qualcuno che lavorava fino a qualche giorno fa e oggi non più", un imprecisato riferimento a un personaggio, sembra di capire, dell'orbita federale. Nelle prossime settimane, Di Luca e il suo avvocato Ernesto Di Toni decideranno se ricorrere in appello contro la sentenza firmata dalla seconda sezione presieduta dall'avvocato Luigi Fumagalli, peraltro giudice sportivo dalla lunga esperienza internazionale.
http://www.gazzetta.it/Ciclismo/05-12-2013/ciclismo-doping-danilo-di-luca-radiato-primo-corridore-squalificato-vita-201746078903.shtml
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Non sono del partito degli innocentisti, né di quello dei vittimisti che si oppongono ai manettari (degli ultimi), men che meno coi sanguinari per giustizia sportiva ed ingiustizia essenziale. No, lungi da me tutta la schiera di gioppini della ipocrita giustizia sportiva e quella dei frustrati faziosi.
Ciò che conta è capire il mondo nel quale Danilo e gli altri hanno fatto i loro errori, per i quali "loro" (e solo loro) stanno pagando. E quel mondo non è fatto solo dai ciclisti. Proprio no!
Per capire un po' come è l'ambiente della giustizia sportiva rimando a questa lettera aperta inviata proprio per la vicenda Di Luca da Sciotti a Tuttobici.
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Gentilissimo Dr. Stagi,
mi permetto di disturbarla per chiarire un equivoco di base derivante da quanto
pubblicato su alcuni organi di stampa e comunicato dal Procuratore della Federazione Ciclistica Italiana.
Innanzitutto, non mi sono sentito offeso per la chiamata dell’avvocato Grauso, già
che ho considerato tale atto un procedimento come una giusta opportunità per
dimostrare chiarezza e professionalità nella gestione di alcuni casi da parte della
FCI. Per questo ho risposto presentandomi all’incontro, seppur con il team
ciclistico professionistico io non abbia nulla a che vedere, rivestendo il semplice
ruolo di Presidente ed Amministratore Delegato di una delle aziende sponsor della
squadra. Quello che mi ha offeso sono stati i modi usati dal Procuratore nel fare i
propri comunicati stampa, che hanno anticipato ai giornalisti di ben due giorni la
mia convocazione (io ne ho avuta notizia da un suo collega con ben due giorni di
anticipo rispetto al telegramma della Procura) e hanno sempre avvicinato il mio nome e quello del team ad una possibile indagine sul caso Doping di Danilo di Luca.
Vorrei precisare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
1. Il procuratore, in base a quanto da lui stesso comunicatomi, non è competente a
fare indagini sulle positività di atleti, indagine che di fatto spetta
esclusivamente alla procura Antidoping del Coni.
2. Per altro, nella mia audizione, nessuna domanda mi è stata fatta sulla positività
di Danilo Di Luca o su fatti che abbiano potuto portare a collegarsi direttamente
alla stessa.
3. Elemento ancora più importante e ben noto ad una persona che dovrebbe svolgere
nella vita quotidiana le funzioni di avvocato, "un atleta è positivo solo dopo aver
espletato la formalità delle controanalisi", oppure dopo aver rinunciato a questa
possibilità. È proprio per questo che la nostra azienda ed il gruppo ciclistico che
sponsorizziamo, non ha ancora potuto dar seguito alle azioni legali di richiesta
danni verso gli atleti che hanno ingannato la nostra buona fede e che hanno
pesantemente danneggiato la nostra immagine, potendo procedere esclusivamente dopo la conferma della positività.
Nella bilancia della vicenda, vorrei inoltre che fosse inserito un aspetto di non
poco conto e che riguarda il modo in cui é stato condotto l’interrogatorio.
L’avvocato Grauso durante tutta l’audizione ha fumato sigari toscani, incurante delle leggi nazionali a tutela degli ambienti pubblici e della salute pubblica.
Questo comportamento è contrario alle leggi dello Stato italiano e alle norme di buona educazione, per questo sarebbe forse il caso che lo stesso Procuratore Federale si autodenunciasse di fronte agli organi federali che ha offeso con il suo
stesso comportamento, oltre che di fronte alle autorità competenti per l’applicazione della sanzione prevista.
Vorrei anche far presente che le due
impiegate che lavoravano nell’ufficio, per fumare, si sono giustamente recate
all’esterno della struttura in modo da non arrecare danni fisici e fastidi a nessuna
persona presente.
Concludo sottolineando che, conscio di non avere nulla da nascondere, mi sono
presentato all’audizione da solo, senza il supporto di un legale, in quanto la mia
correttezza ed integrità morale e materiale la ritengo al di sopra di ogni ragionevole dubbio, malgrado l’Avv. Grauso cerchi di provocare costantemente nei lettori e nei giornalisti errate associazioni di idee o vicinanze discutibili a casi e fatti estranei al sottoscritto, all'azienda che rappresento e allo stesso management del team professionistico.
Questa nota scritta, spero serva a ripristinare la dovuta chiarezza ed il dovuto equilibrio tra i lettori, specificando quanto fino ad oggi descritto solo per una parte.
La ringrazio per la Sua attenzione e resto sempre disponibile per ogni futuro
chiarimento.
Cordiali Saluti
Valentino Sciotti
Amministratore Delegato
Farnese Group
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Non so perché, ma vedo nuvoloni all'orizzonte, e stavolta mi sa che non pioverà merda su ciclisti e ciclismo.
Hai voglia a dire che la grandine è marrone ...
Ps. Qualunque cosa facciano i corrotti che comandano lo sport (il nostro sta finalmente aprendo gli armadi a livello internazionale) i veri valori dello sport restano intatti, anche per i ragazzi che sbagliano.
Grande Madiba, cambieremo anche questo mondo "sportivo".