Da Lemond Ven Feb 06, 2015 12:07 pm
Plutarco vite parallele - Teseo e Romolo
Vita di Romolo II
Tarchezio impose a una delle figlie di accoppiarsi con il mostro, ma ella ne provò una tale ripugnanza, che mandò, in sua vece una serva, che dette alla luce due gemelli e Tarchezio li consegnò a un suo accolito affinché li sopprimesse, ma costui li depose soltanto sulla riva del fiume, dove una lupa li nutrì con il suo latte, finché non li scorse un pastore che li raccolse e i due furono salvi. Divenuti grandi, assalirono Tarchezio e lo ammazzarano.
Ma la versione predominante del racconto, quella più credibile e meglio documentata, fu fatta conoscere da Diocle di Pepareto e che, per sommi capi, può essere riferito così.
Il trono d'Alba, passando di figlio in figlio discendenti di Enea, pervenne a due fratelli: Numintore e Amulio, che decisero di dividere il regno dalle ricchezze. Numintore scelse il regno, ma Amulio, con il tesoro riuscì facilmente a destituirlo e a costringere sua figlia, per non farla procreare, a farsi Vestale. Ma non molto tempo dopo costei dai vari nomi (Ilia, Rea, Silvia) fu scoperta incinta, contro ogni regola delle Vestali. La cosa meritava la morte, ma Anto (figlio del re) riuscì a cambiare la pena in prigionia, dove Amulio poteva seguire la gravidanza. Una volta nati i gemelli, il re mandò un servo per sbarazzarsene, ma lui depose lungo la riva e poco dopo un'onda li trasportò in un'insenatura fangosa, ove sorgeva un fico selvatico che poi i romani chiamarono "ruminalis" probabilmente perché i bambini vi furono allattati e *ruma* era la poppa. La storia della lupa è controversa, perché i romani con questo nome designavano anche le donne prodighe delle loro grazie (da lì "lupanares"), come la moglie del pastore Faustolo, che si chiamava Acca Larenzia. I romani facevano dei sacrifici in suo onore nel mese di Aprile. I nomi dei due gemelli custoditi da Faustolo erano Romolo e Romo, trasformato poi in Remo, perché entrambi facessero riferimento alla poppa che li aveva allattati. Una volta cresciuti si dimostrarono uomini franchi e coraggiosi (Romolo in particola brillava per assennatezza e intuito politico) e la loro fama si diffondeva.