L'acronimo si presta a innumerevoli giochetti, ma l'Uci è purtroppo diventata con verbruggen prima e con McQuaid poi, quella brutta cosa che ormai appare a tutti in trasparenza, una associazione a delinquere di stampo sportivo.
Nell'ambiente si sa da anni dei veri e propri tariffari per coprire, insabbiare e inficiare i risultati sportivi.
Il doping è solo una piccola sfumatura della vendita/svendita più complessiva di ciascun minimo diritto e funzione di garanzia da parte dei vertici del principale organismo del ciclismo. Il corpo è marcio dalla testa e non poteva essere diversamente.
Fa tristezza che mentre l'Europa e tutto il ciclismo storico sta abbandonando gli impresentabili che hanno distrutto e monetizzato questo sport, sia proprio la nostra federazione nella persona di Renato Di Rocco la sola ad approggiare McQuaid e picciotti.
Per quali ragioni? Per quali interessi? Ce lo si chiede vista la natura speculativa e senza scrupoli del clan McQuaid. Cosa hanno in comune McQuaid e Di Rocco? Quali progetti hanno in ballo?
Ecco cosa ha scritto oggi Luca Gialanella sulla Gazzetta.
McQuaid e l'Uci accusati di corruzione
Soldi per coprire Contador positivo al Tour del 2010
Veleni, dossier, accuse, vendette. Il 27 settembre a Firenze si eleggerà il nuovo presidente dell’Uci, la federciclo mondiale, ma il clima che da mesi circonda il duello tra Pat McQuaid e lo sfidante Brian Cookson si è talmente surriscaldato che non escluderemmo neanche un ricorso al Tas (il tribunale arbitrale) dopo la scelta dei 42 delegati del Congresso. L’irlandese McQuaid, in carica dal 2005, cerca il terzo mandato; l’inglese Cookson, dal 1997 presidente della federciclo britannica e anima della rivoluzione d’oro su pista e strada targata Sky, incarna il vento che deve allontanare le nebbie del passato (il caso Armstrong, le connivenze, le donazioni del texano, etc). Ieri però un salto di qualità, se possiamo dire così. Sono emerse tre pagine, stralciate da un dossier di 54 presentato a giugno al Comitato direttivo Uci dal russo Makarov e dall’americano Plant, in cui sono elencate accuse a McQuaid e al suo predecessore Verbruggen. Si intitola «Report sulla corruzione nei dirigenti dell’Uci», in 12 punti. Ecco i principali:
a) «Ci sono prove che, nell’estate 2012, McQuaid e Verbruggen chiesero 250 mila euro a un proprietario di squadra per aiutare la diffusione del ciclismo in quella nazione. La persona rifiutò. I fondi sarebbero stati pagati a una società negli Emirati Arabi».
b) «C’è la prova che quando i membri di una squadra reclamarono il mancato pagamento degli stipendi, l’Uci appoggiò i dirigenti del team e consentì che i pagamenti non fossero fatti».
c) «C’è la prova che, dopo la positività di Contador nel 2010 (al Tour, per clenbuterolo), l’Uci cercò di coprire il test in cambio di denaro. Gli sforzi non ebbero successo perché i giornalisti ebbero notizia della positività prima che la copertura fosse completata».
d) «Quando Armstrong rientrò nel ciclismo nel 2009, non era stato inserito nel registro Uci dei controlli per il prescritto periodo (6 mesi). McQuaid acconsentì alla violazione delle regole, e Armstrong poté correre in Australia per un ingaggio di 1 milione di dollari».
e) «Per i fatti del Tour 1999 sulla presunta positività di Armstrong, Verbruggen (allora presidente Uci, ndr) incaricò un amico avvocato (l’olandese Vrijman) di stendere una relazione (Armstrong ne uscì indenne, salvo poi essere accusato di Epo, ndr) e gli stessi avvocati di Armstrong scrissero e curarono parti della relazione».
McQuaid ha replicato: «Questo dossier è completamente falso e non c’è alcuna prova. E’ un attacco scurrile nei miei confronti. Makarov e Plant sono le uniche persone a possederlo, ed entrambi hanno strombazzato il loro supporto a Cookson. Invito Cookson a condannare questa misera tattica. Questa è politica stile gangster».
Luca Gialanella
Gazzetta dello Sport 11 settembre 2013
Nell'ambiente si sa da anni dei veri e propri tariffari per coprire, insabbiare e inficiare i risultati sportivi.
Il doping è solo una piccola sfumatura della vendita/svendita più complessiva di ciascun minimo diritto e funzione di garanzia da parte dei vertici del principale organismo del ciclismo. Il corpo è marcio dalla testa e non poteva essere diversamente.
Fa tristezza che mentre l'Europa e tutto il ciclismo storico sta abbandonando gli impresentabili che hanno distrutto e monetizzato questo sport, sia proprio la nostra federazione nella persona di Renato Di Rocco la sola ad approggiare McQuaid e picciotti.
Per quali ragioni? Per quali interessi? Ce lo si chiede vista la natura speculativa e senza scrupoli del clan McQuaid. Cosa hanno in comune McQuaid e Di Rocco? Quali progetti hanno in ballo?
Ecco cosa ha scritto oggi Luca Gialanella sulla Gazzetta.
McQuaid e l'Uci accusati di corruzione
Soldi per coprire Contador positivo al Tour del 2010
Veleni, dossier, accuse, vendette. Il 27 settembre a Firenze si eleggerà il nuovo presidente dell’Uci, la federciclo mondiale, ma il clima che da mesi circonda il duello tra Pat McQuaid e lo sfidante Brian Cookson si è talmente surriscaldato che non escluderemmo neanche un ricorso al Tas (il tribunale arbitrale) dopo la scelta dei 42 delegati del Congresso. L’irlandese McQuaid, in carica dal 2005, cerca il terzo mandato; l’inglese Cookson, dal 1997 presidente della federciclo britannica e anima della rivoluzione d’oro su pista e strada targata Sky, incarna il vento che deve allontanare le nebbie del passato (il caso Armstrong, le connivenze, le donazioni del texano, etc). Ieri però un salto di qualità, se possiamo dire così. Sono emerse tre pagine, stralciate da un dossier di 54 presentato a giugno al Comitato direttivo Uci dal russo Makarov e dall’americano Plant, in cui sono elencate accuse a McQuaid e al suo predecessore Verbruggen. Si intitola «Report sulla corruzione nei dirigenti dell’Uci», in 12 punti. Ecco i principali:
a) «Ci sono prove che, nell’estate 2012, McQuaid e Verbruggen chiesero 250 mila euro a un proprietario di squadra per aiutare la diffusione del ciclismo in quella nazione. La persona rifiutò. I fondi sarebbero stati pagati a una società negli Emirati Arabi».
b) «C’è la prova che quando i membri di una squadra reclamarono il mancato pagamento degli stipendi, l’Uci appoggiò i dirigenti del team e consentì che i pagamenti non fossero fatti».
c) «C’è la prova che, dopo la positività di Contador nel 2010 (al Tour, per clenbuterolo), l’Uci cercò di coprire il test in cambio di denaro. Gli sforzi non ebbero successo perché i giornalisti ebbero notizia della positività prima che la copertura fosse completata».
d) «Quando Armstrong rientrò nel ciclismo nel 2009, non era stato inserito nel registro Uci dei controlli per il prescritto periodo (6 mesi). McQuaid acconsentì alla violazione delle regole, e Armstrong poté correre in Australia per un ingaggio di 1 milione di dollari».
e) «Per i fatti del Tour 1999 sulla presunta positività di Armstrong, Verbruggen (allora presidente Uci, ndr) incaricò un amico avvocato (l’olandese Vrijman) di stendere una relazione (Armstrong ne uscì indenne, salvo poi essere accusato di Epo, ndr) e gli stessi avvocati di Armstrong scrissero e curarono parti della relazione».
McQuaid ha replicato: «Questo dossier è completamente falso e non c’è alcuna prova. E’ un attacco scurrile nei miei confronti. Makarov e Plant sono le uniche persone a possederlo, ed entrambi hanno strombazzato il loro supporto a Cookson. Invito Cookson a condannare questa misera tattica. Questa è politica stile gangster».
Luca Gialanella
Gazzetta dello Sport 11 settembre 2013