Nato a Esch sur Alzette l’8 maggio 1935. Italiano fino al 28 luglio 1962, poi lussemburghese. Professionista dal 1960 al 1963 con 3 vittorie.
La storia di Bruno è una delle tantissime (sono centinaia) che il grande romanzo ciclistico ritrova, fra Francia, Belgio e Lussemburgo, a proposito dell’emigrazione dalle tinte bibliche che ha coinvolto gli italiani. All’uopo, fanno letteralmente ridere, certe posizioni nazionali attuali circa questo problema: diciamo che chi oggi viene in Italia, non fa altro che il percorso di decine di milioni di italiani che si sono sparsi nel mondo per cercare un pezzo di pane.
Martinato nacque in Lussemburgo dove il padre era emigrato lavorando in miniera. In quel piccolo stato è cresciuto e vive ancor oggi. Qui ha consumato la sua carriera ciclistica e qui si è fatto apprezzare.
Nel 1959, vinse la Fleche du Sud, la più importante corsa per dilettanti non solo lussemburghesi del periodo. Un successo che gli valse il passaggio al professionismo dove, nel primo anno gareggiando in corse miste con gli indipendenti vinse tre corse, il Giro dei Due Cantoni, il GP Petange e il Giro “Due” del Lussemburgo. Vittorie che gli valsero il passaggio alla forte squadra belga Wiel’s Flandria nel 1961, dove imparò a fare il gregario. Charly Gaul lo volle con sé alla Gazzola nel 1962, dove da spalla dell’Angelo della Montagna, Martinato partecipò al Giro e al Tour conclusi rispettivamente al 19° e 53° posto. Nel 1963, al contrario del suo capitano, rimase in Gazzola, si piazzò più volte e concluse il Giro al 31° posto e la Vuelta di Spagna al 64°. A fine anno però, il pragmatismo del buon emigrante, rafforzato dai consigli di famiglia, lo spinse a chiudere l’attività ciclistica, per avviarne una commerciale. Sempre in Lussemburgo, ovviamente.
Maurizio Ricci detto "Morris"