Sino a qualche anno fa sembrava che l'argomento fosse limitato al ciclismo, poi purtroppo o per fortuna l'incantesimo è caduto ed il ciclismo si è scoperto in bella compagnia e forse anche "superato".
Con molto disincanto e memori della esperienza lacerante vissuta dal ciclismo parliamo di questo scottante argomento limitatamente alla sfera extraciclistica.
Cosa c'entra non essere ancora nato? Nemmeno io lo ero. Quando Petrini scriveva i suoi libri eri già maggiorenne e "vaccinato". Anch'io debbo molto a Petrini e quella trasmissione citata da Uribe (mi pare che fosse su Telelombardia) me la ricordo benissimo. Fu attaccato con una veemenza senza pari, vergognosa. La stessa sorte fu riservata al povero Ferruccio Mazzola in quel "genere" o sottogenere di trasmissioni. Consiglio vivamente di leggere i libri di Petrini di cui ha parlato Uribe, editi dalla ottima Kaos, una casa editrice fuori dall'establishment che ha editato tanta letteratura "clandestina" di ottima qualità. In quei libri, per chi vuole leggere e comprendere, c'era già tutta la tragicità del calcio italiano, senza attendere "gli zingari", il boss di Singapore, Beppe Signori e l'ex marito della Ventura. In quei libri c'erano già i racconti laceranti dell'invasione della criminalità organizzata (in accordo anche coi presidenti) e del doping "zitto e piglia".
Il riferimento un po' a vanvera che sei andato pescare sulle morti giovanili non ha alcun senso, in particolar modo per un forcaiolo antidoping come te, caro Meazza. Non conta neppure la sostanza chimica, la bomba, che poi era quella di quel periodo, forse solo quella, ma i calciatori la prendevano senza nemmeno sapere cosa vi fosse nel cafferone dell'intervallo. Almeno i ciclisti la bomba a quel tempo la prendevano, sapevano cosa prendevano e quando e come avrebbe fatto effetto. In questo erano più colpevoli ma meno "bevoni".
Se poi parliamo di età, possiamo prendere le squadre di Coppi e di Bartali e vedere che più o meno tutti i loro gregari se ne stanno andando adesso, per fortuna con calma (e qualcuno resta ancora e ben lucido quasi centenario).
Insomma, ho capito, ci siamo lavati la coscienza della "Grande Inter" con l'età media alta dei sopravvissuti. Magari sopravvissuti da anni con molteplici problemi di salute. E nessun problema di coscienza come Sandrino Mazzola. Ciascuno ha i suoi eroi.
Lo scandalo doping della federazione russa andrebbe ormai chiamato con un altro nome. Potrebbe darsi che in queste ore di convulse trattative i russi non siano rimasti fermi a prendere schiaffi, ma che abbiano invece cominciato ad aprire cassetti ed archivi. I giornali inglesi parlano ormai apertamente di "Nike Connection" e stanno già arrostendo a fuoco lento il loro enfant prodige dirigenziale Sebastian Coe. http://www.theguardian.com/sport/2015/nov/10/sebastian-coe-dcms-select-committee-doping-scandal-nike
I media inglesi non sono addomesticati come quelli italiani che credono al "segretario del boss governatore De Luca che sarebbe stato ricattato da una giudice e dal marito". I media inglesi hanno modi spicci, ti mettono al muro e vedono come reagisci come fosse una sorta di macchina della verità. Sono come bestie feroci e quando hanno annusato il boccone e sentono l'odore del sangue non mollano sino a che la preda ferita non cade in trappola. Non si capisce qua chi abbia messo il boccone da esca, ma un sospetto si potrebbe anche averlo. Il Guardian va giù piatto con il Lord di Her Majesty: "Non ha fatto nulla per contrastare il doping. Le opzioni sono due: o lei ha dormito tutto questo tempo, o anche lei è corrotto" ’Jon Snow asks Lord Coe: ‘Asleep on the job, or corrupt?’ Un tranchant Jon Snow mette alle corde Lord Sebastian con una domanda che in Italia avrebbe provocato una rissa.
Per Lord Sebastian sono ore molto difficili ed è evidente che qualcosa dell'equilibrio precario che aveva retto la baracca mondiale dell'atletica sta venendo meno. E' venuta meno probabilmente la "deterrenza nucleare" e i russi, ricevuto il missile, stanno probabilmente rispondendo, e rispondendo con gli interessi.
Coe, nonostante l'incarico ufficiale istituzionale, ha conservato il suo ruolo di ambasciatore della Nike (un rapporto antico) e questa funzione viene messa sotto il microscopio in queste ore dai media anglosassoni.
Anche gli americani non hanno di che stare tranquilli. E quando si parla di Nike Connection, a noi appassionati di ciclismo suona il campanello di allarme, memori della invasione della Nike Connection ai tempi di Lance Armstrong e Ian T. Todd infilato nel board del ciclismo mondiale ad Aigle. http://www.ciclopassione.com/t18-il-canto-del-cigno-dell-uci-di-mcquaid http://www.ciclopassione.com/t715p25-marco-pantani-l-assassinio#3987 http://archive.ciclopassione.com/pdf/UCI-TRA-AFFARI-E-DOPING-2012.pdf
C'era da aspettarselo e adesso potrebbe uscire di ogni, anche se l'avvento della pax olimpica potrebbe consigliare ai neo-belligeranti di sotterrare l'ascia di guerra. Ma prima qualche scheletro salterà fuori e più di un qualcuno resterà arrostito.
BenoixRoberti ha scritto:Cosa c'entra non essere ancora nato? Nemmeno io lo ero. Quando Petrini scriveva i suoi libri eri già maggiorenne e "vaccinato". Anch'io debbo molto a Petrini e quella trasmissione citata da Uribe (mi pare che fosse su Telelombardia) me la ricordo benissimo. Fu attaccato con una veemenza senza pari, vergognosa. La stessa sorte fu riservata al povero Ferruccio Mazzola in quel "genere" o sottogenere di trasmissioni. Consiglio vivamente di leggere i libri di Petrini di cui ha parlato Uribe, editi dalla ottima Kaos, una casa editrice fuori dall'establishment che ha editato tanta letteratura "clandestina" di ottima qualità. In quei libri, per chi vuole leggere e comprendere, c'era già tutta la tragicità del calcio italiano, senza attendere "gli zingari", il boss di Singapore, Beppe Signori e l'ex marito della Ventura. In quei libri c'erano già i racconti laceranti dell'invasione della criminalità organizzata (in accordo anche coi presidenti) e del doping "zitto e piglia".
Il riferimento un po' a vanvera che sei andato pescare sulle morti giovanili non ha alcun senso, in particolar modo per un forcaiolo antidoping come te, caro Meazza. Non conta neppure la sostanza chimica, la bomba, che poi era quella di quel periodo, forse solo quella, ma i calciatori la prendevano senza nemmeno sapere cosa vi fosse nel cafferone dell'intervallo. Almeno i ciclisti la bomba a quel tempo la prendevano, sapevano cosa prendevano e quando e come avrebbe fatto effetto. In questo erano più colpevoli ma meno "bevoni".
Se poi parliamo di età, possiamo prendere le squadre di Coppi e di Bartali e vedere che più o meno tutti i loro gregari se ne stanno andando adesso, per fortuna con calma (e qualcuno resta ancora e ben lucido quasi centenario).
Insomma, ho capito, ci siamo lavati la coscienza della "Grande Inter" con l'età media alta dei sopravvissuti. Magari sopravvissuti da anni con molteplici problemi di salute. E nessun problema di coscienza come Sandrino Mazzola. Ciascuno ha i suoi eroi.
1) Anche stavolta.. sei fuori strada I miei eroi non son quelli della Grande Inter son Altobelli e Beccalossi (insieme a Villeneuve , Pantani , Tomba e Ronaldo) 2) Son contento che hai messo in mezzo il ciclismo.. Perché andare a vedere i gregari di Coppi e Bartali quando prendevano grosso modo le stesse cose di quelli della grande Inter confrontiamo piuttosto le squadre di calcio anni 80-90 con quelle di ciclismo.. Come mai i calciatori son quasi tutti vivi (nella media) mentre quasi tutte le squadre di ciclismo hanno avuto qualche decesso ? pdm 1989.. tre morti tvm 1990.. due morti
meazza ha scritto:2) Son contento che hai messo in mezzo il ciclismo.. Perché andare a vedere i gregari di Coppi e Bartali quando prendevano grosso modo le stesse cose di quelli della grande Inter confrontiamo piuttosto le squadre di calcio anni 80-90 con quelle di ciclismo.. Come mai i calciatori son quasi tutti vivi (nella media) mentre quasi tutte le squadre di ciclismo hanno avuto qualche decesso ? pdm 1989.. tre morti tvm 1990.. due morti
Ti sei documentato in modo troppo superficiale, se me lo permetti. E' vero che quelle morti colpirono il ciclismo nei primi anni 90 e fine anni 80. Ma non mi dire che il problema non ha riguardato il calcio !!! Questa tua affermazione è completamente fuori luogo. Peraltro ha riguardato anche altre discipline sportive, non solo di "fatica" e di fondo. Alcune delle morti avvenute in quel periodo furono attribuite all'uso del doping ematico, mentre molto probabilmente invece tale non era. Alcune comunque furono proprio dovute a quello ed all'imperizia, mi si passi tragicamente il termine, nel gestire le criticità connesse. Le stesse criticità le vivevano (vivevano?) pure i calciatori che, a differenza dei ciclisti che pernottavano a casa loro, potevano contare sulla presenza nei ritiri dei medici specializzati. Io non sono calciofilo come te, ma certamente lo è Morris, che ha la fortuna di attingere informazioni dirette dai protagonisti per la sua attività. Chiedi a lui ragguagli in merito. Io ho ascoltato le parole di un mio vicino che ha giocato in serie B e per pochissimo in serie A e lui dice che il ciclismo è più pulito. Siccome anche io conosco i difetti enormi del ciclismo, tanto mi è bastato. Da juventino non mi sono mai messo le fette di salame agli occhi e la farmacia "agricola" parlava da sola. Non credo che la Juve fosse l'unica a fare certe cose, visto che nello stesso periodo c'era chi la batteva e chi, comunque, le teneva testa perdendo e rosicando.
In ogni caso le morti sospette sul campo di calciatori sono state di un numero ragguardevole e, mentre quelle dei ciclisti si sono interrotte (per le buone pratiche di autocontrollo e non certamente per virtù, lo dico senza patemi d'animo), quelle dei calciatori non hanno avuto sosta e sono durate sino a pochissimi anni fa. Senza per forza prendere in esame le morti, bisognerebbe anche analizzare i numerosi ricoveri d'urgenza dei calciatori, le crisi improvvise ed i malanni strani durante i voli.
Nel ciclismo girano meno soldi che nel calcio e per quanto affinati i giochetti dei ciclisti nulla hanno a che fare con le sperimentazioni genetiche utilizzate sui calciatori che dànno carta bianca agli staff medici al servizio delle società.
Ovviamente poi ciascuno è libero di osservare solo ciò che vuole, o peggio preferisce per tesi precostituite.
Adesso non ho purtroppo piu' tempo ma 7-8 anni fa mi ero messo a confrontare i corridori morti nel ciclismo (solo in base alla morte , poteva esser incidente stradale ecc) rispetto al calcio avevo preso le rose delle squadre di ciclismo anni 90 e quelle di calcio italiano Grosso modo era lo stesso numero di corridori / calciatori , tra i 600 e gli 800 La Percentuale di morti nel ciclismo era nettamente superiore rispetto a quella del calcio italiano Preciso che era solo un rilievo statistico
Ma lo stesso era quello sull'inchiesta dei calciatori degli anni 60
Se hai tempo prendi un anno a caso e vedrai che i numeri son quelli che ti ho detto io
Non posso andare in dettaglio, ma posso dirti di avere visto ricerche dettagliate al riguardo che hanno avuto rilevanza p... e le cose non stanno affatto così.
La ragione? Ci sono decine di morti del calcio che sono passate sotto silenzio. E quando uno ha deciso di vederci più chiaro è stato stoppato. Come sono stati stoppati tutti coloro che hanno tirato fuori l'argomento. E come succederà anche a Wenger, dopo l'uscita di ieri.
Mi ricordo adesso una cosa che mi aveva molto colpito di quei dati. Mentre le morti del ciclismo fine anni 80 e inizio anni 90 avevano fatto scalpore, proprio perché erano morti atleti famosi e stelle nascenti, nel calcio il grosso delle morti riguardavano squadre minori e di serie inferiore (B e C soprattutto). Ovviamente le società maggiori potevano contare su team medici di prima qualità e di maggiore esperienza. Ciò nonostante ci sono state squadre letteralmente falcidiate anche in serie A come Fiorentina, Cesena, Avellino, Perugia. http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=280 In serie B il Novara ha le sue morti. Guarda qua e dimmi se nel solo ciclismo italiano si riesce a trovare una lista così vasta di morti: http://testedicalcio.blogosfere.it/post/373892/calciatori-morti-da-curi-a-petrini-il-triste-elenco-di-unodissea-senza-fine Morti a parte, non c'è nemmeno paragone confrontando i numeri dei malati. Se ti capita di partecipare ad incontri coi magistrati che seguirono alcune inchieste sentirai i veri numeri di cui l'industria calcio ed i media coinvolti non vogliono che si parli.
Tornando all'Inter di Herrera (su cui non voglio affatto indugiare) fai il confronto con qualsiasi team italiano di ciclismo dello stesso periodo. http://calciomalato.blogosfere.it/post/485004/doping-inter-tutti-i-morti-della-pasticca-di-herrera (questo articolo non è mio, a scanso di equivoci).
Ps. Mio zio che giocava in serie C in quegli anni ricorda bene il suo allenatore che gli imponeva la pasticca all'uscita dallo spogliatoio. Un giorno stette male e da lì imparò a tenerla in bocca e sputarla appena giunto in campo.
anche il numero di corridori morti rispetto al numero di calciatori bisogna compararlo con il numero totale..
le percentuali nel ciclismo anni 90-00 son nettamente superiori
per ottenere , a mio avviso , gli stessi morti " giovanili " bisogna avere il doppio o il triplo di calciatori
T ripeto compara il 1996 (o un altro anno) dei corridori itaiani (circa 200) con le squadre di calcio dello stesso anno (metti le sette squadre piu' forte , fanno 210-220 giocatori) e vedi la differenza Questo non significa nel calcio non girasse doping , tuttaltro (probabilmente erano seguiti meglio ecc)
Infatti è guerra Ma non al doping. Nel silenzio post-Parigi intanto la Russia è stata esclusa dal Cio dalle competizioni. Ciò che temevo su sta avverando. E noi siamo dalla parte sbagliata e ...perdente!
meazza ha scritto:Escludendo rari casi.. i nomi da te citati son tutti ampiamente oltre i 50 anni Per il ciclismo invece.. http://forum.cicloweb.it/viewtopic.php?f=7&t=108&start=50
le percentuali nel ciclismo anni 90-00 son nettamente superiori T ripeto compara il 1996 (o un altro anno) dei corridori itaiani (circa 200) con le squadre di calcio dello stesso anno (metti le sette squadre piu' forte , fanno 210-220 giocatori) e vedi la differenza Questo non significa nel calcio non girasse doping , tuttaltro (probabilmente erano seguiti meglio ecc)
Perdonami, ma non capisco questo tuo agire da anguilla. La rilevanza statistica ha un significato particolare e ben preciso. Nella pagina linkata ho visto che ti era già stato risposto esaustivamente. Cosa importa il 96? Se si vuole studiare un fenomeno bisogna analizzarlo tutto o per un periodo "significativo". Il post di Morris dice già tutto, e quello di Bitossi è ineccepibile sul piano dell'analisi.
I corridori degli anni 90 sono in larga parte over 50 ormai (ahimé ). Poi anch'io ti ripeto: mentre le morti "sospette" nel ciclismo si sono quasi interrotte, nel calcio ed in altre discipline sono ampiamente proseguite. Stai tentando di dimostrare l'impossibile.
Se poi lo scopo è di dire che il ciclismo è colpito dal doping come il calcio ... va beh siamo d'accordo, ma è una triste realtà che nessuno può negare, solo che nel ciclismo non ci si nasconde dietro ai grissini, mentre nel calcio si rasenta l'assurdo, che però va bene a tutti.
meazza ha scritto:Questo non significa nel calcio non girasse doping , tuttaltro (probabilmente erano seguiti meglio ecc)
Tempo fa facevi fatica ad ammettere anche questo. E non lo dico per "pungerti".
meazza ha scritto:Escludendo rari casi.. i nomi da te citati son tutti ampiamente oltre i 50 anni Per il ciclismo invece.. http://forum.cicloweb.it/viewtopic.php?f=7&t=108&start=50
le percentuali nel ciclismo anni 90-00 son nettamente superiori T ripeto compara il 1996 (o un altro anno) dei corridori itaiani (circa 200) con le squadre di calcio dello stesso anno (metti le sette squadre piu' forte , fanno 210-220 giocatori) e vedi la differenza Questo non significa nel calcio non girasse doping , tuttaltro (probabilmente erano seguiti meglio ecc)
Perdonami, ma non capisco questo tuo agire da anguilla. La rilevanza statistica ha un significato particolare e ben preciso. Nella pagina linkata ho visto che ti era già stato risposto esaustivamente. Cosa importa il 96? Se si vuole studiare un fenomeno bisogna analizzarlo tutto o per un periodo "significativo". Il post di Morris dice già tutto, e quello di Bitossi è ineccepibile sul piano dell'analisi.
I corridori degli anni 90 sono in larga parte over 50 ormai (ahimé ). Poi anch'io ti ripeto: mentre le morti "sospette" nel ciclismo si sono quasi interrotte, nel calcio ed in altre discipline sono ampiamente proseguite. Stai tentando di dimostrare l'impossibile.
Se poi lo scopo è di dire che il ciclismo è colpito dal doping come il calcio ... va beh siamo d'accordo, ma è una triste realtà che nessuno può negare, solo che nel ciclismo non ci si nasconde dietro ai grissini, mentre nel calcio si rasenta l'assurdo, che però va bene a tutti.
meazza ha scritto:Questo non significa nel calcio non girasse doping , tuttaltro (probabilmente erano seguiti meglio ecc)
Tempo fa facevi fatica ad ammettere anche questo. E non lo dico per "pungerti".
1) In realta' il post di Bitossi era smentito dai numeri per trovare la stessa incidenza era dovuto andare a cercare campionati di mezzo mondo ha trovato 11 morti su piu' di 50000 giocatori (ed ero stretto.. mettiamo ventimila) mentre nel ciclismo erano 9 su 1000 (e non avevo tenuto conto delle depressioni) quelli sono i dati
se tu hai dei dati che dimostrano il contrario , giustamente cambiero' opinione (ma comparare delle morti di trentenni a sessantenni..)
Il 1996 era un esempio..
2) Tu spesso interpreti male quello che scrivo. Mai detto che non c'e' doping nel calcio Vorrei sapere dove ho scritto il contrario ? Son curioso di leggere dove (sia su cicloweb che qui)
Se un ciclista moriva di infarto, per te era chiara l'attinenza col doping. Lo stesso parametro non lo applicavi per il calcio. Addirittura tu avevi tirato in ballo le depressioni, quando ci sono cliniche e numerosi esperti che si occupano degli ex calciatori (clienti facoltosi). Nel ciclismo se ne parla, nel mondo dorato di quello invece no. Di questo fenomeno ne avevo parlato ad un incontro nel 2009 con una psicologa che aveva fra i suoi clienti un notissimo ex interista (e pure juventino e milanista), che nessuno sapeva avere problemi di questo tipo. Solo lei ne seguiva una trentina e su queste esperienze aveva anche scritto un libro.
Sulle fonti che smentiscono la tua osservazione posso dirti che ne trovi a iosa, solo che subiscono un certo ostracismo. Fammi dire però una cosa. Io nella analisi di Bitossi rilevavo un metodo, un approccio scientifico. Nel tuo modo di scrivere vedo la tesi ed una successiva dimostrazione.
Infine cosa importante: io non ho comparato la morte di trentenni a quelle di sessantenni. In realtà non ho fatto alcuna comparazione od analisi. Il riferimento alla Fiorentina, ecc. era legato alla osservazione di quel periodo storico. E il riferimento all'Inter di Herrera era successivo alla domanda sulla tardiva ammissione di Sandro Mazzola.
Son andato a guardarmi le rose dell'Inter dal 1978-1979 a oggi.. han giocato tantissimi giocatori
213 avevano come data di nascita (over 1975 , quindi tutti sopra i 40 anni) Ho tralasciato quelli piu' giovani comunque tutti vivi (Ronaldo, Recoba ecc) , avrebbero falsato il calcolo
211 son ancora vivi (alcuni han passato ampiamente i sessanta , Causio , Bordon ecc)
due son deceduti Ludo Coeck per incidente stradale e il povero Cucchi per tumore
Questi son i numeri , mi sembrano molto normali
come ti ho gia' scritto prendo ad esempio una qualsiasi annata ciclistica italiana tra il 1993 e il 2002 , il gruppo italiano era formato da circa 200 pro (come gli ultra 40enni dell'Inter) vediamo quanti son morti
mi potrai dire che il campione di 200 è piccolo.. vero potrei aggiungere le rose di milan , juve , roma , napoli arriverei a mille , la percentuale cambierebbe di poco
ti ripeto se hai delle statistiche portale anche tu , il forum serve a questo (pero' numeri , non me l'ha detto tizio o caio..)
2) Aspetto sempre il riferimento a dove ho scritto che non c'e' doping nel calcio Se l'ho fatto , chiedo scusa (per correttezza , gradirei sapere dove ?) perché non è quello che penso
Antidoping addomesticato alla Iaaf? E guarda che salta fuori? Vecchia conoscenza del ciclismo e di Lance Armstrong. Martial Saugy. http://www.sportsintegrityinitiative.com/the-destruction-of-samples-and-martial-saugy/
E' cominciato questa mattina a Bolzano il processo ai due ex medici della Fidal (e della Fci) Fischetto e Fiorella. Oggi ci sarà anche la deposizione importantissima di Alex Schwazer. Oggi il marciatore si giocherà un'altra parte della sua credibilità e si vedrà se vorrà coprire i medici o racconterà i fatti nella loro cruda realtà. http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/altrisport/2015/11/25/doping-al-via-processo-medici-fidal_e8eb9088-ab12-4d9f-8dbc-09894363d784.html
Dick Pound, boss della Wada, ha dichiarato ieri che la seconda parte dell'inchiesta sarà ancora più esplosiva della precedente: "Quando saranno divulgate queste informazioni al mondo, ci sarà un generale sgomento (wow). Penso che la gente dirà "come diavolo è potuto accadere?". Si tratta di un tradimento completo di ciò che i responsabili di questo sport dovrebbero fare" . A questo punto è evidente che l'inchiesta coinvolgerà pesantemente i vertici della atletica e parrebbe proprio che il pesce grosso possa essere proprio l'eroe di casa e big boss di Londra 2012. Se l'atletica a Londra era davvero compromessa ... il resto come era? E quanti erano gli atleti inglesi fuori regola? Chi li protesse e in quanti altri sport "inglesi" le cose andarono così? http://www.independent.co.uk/sport/general/athletics/dick-pound-we-will-never-end-doping-despite-our-small-victories-a6747296.html
Il primo report era questo: https://wada-main-prod.s3.amazonaws.com/resources/files/wada_independent_commission_report_1_en.pdf
In questi ultimi giorni del 2015 l'assioma del "ciclismo sport più dopato" sta subendo dei fortissimi attacchi e l'assunto è ormai vicino ad essere demoliti anche a livello mediatico.
Ormai si parla del doping in modo diffuso (e di quanto sia diffuso!) in tantissimi sport. Ieri Wenger ha criticato la Uefa dicendo che tollera il doping nel calcio e ha proposto la squalifica anche della squadra in caso di doping di un calciatore della rosa (in riferimento al caso del giocatore croato del Zagabria). http://www.gazzetta.it/Calcio/24-11-2015/champions-league-wenger-contro-uefa-le-loro-regole-tollerano-doping-1301055470681.shtml Qualcuno collega questa grana doping alla probabile radiazione di Michel Platini: http://www.sportstadio.it/articoli/video/calcio/caos-uefa-platini-radiato/1070281/ Di certo fra Uefa e Fifa l'aria si taglia con il coltello. E in tanti ormai si chiedono, anche alla luce delle notizie extrasportive, se i mondiali di calcio in Russia si faranno o no. Ad Obama ed Erdogan di certo la cosa non piace.
In Gran Bretagna uno sconsolato presidente di club di rugby ha parlato del doping dilagante in Gran Bretagna. Ma come? Non erano i cittadini d'Europa più intelligenti ed etici (cit. McQuaid)? http://sport24.lefigaro.fr/rugby/fil-info/le-dopage-fleau-du-rugby-gallois-780613 E di ieri è questa inchiesta della Bbc che elimina ogni residuo velo sul rugby: http://www.bbc.com/news/uk-wales-34902105
Fioccano le sospensioni anche nel tennis, dove "stranamente" abbondano i mancati controlli. Solo che al terzo controllo saltato la sospensione è di un anno (sigh!), mentre per la stessa infrazione nel ciclismo scattano i due anni e da gennaio 2016 saranno 4 anni! http://www.itftennis.com/antidoping/news/suspensions.aspx Aveva fatto scalpore la notizia della squalifica del russo 19enne Ivan Gakhov: http://www.puntodebreak.com/2015/11/24/doping-ivan-gakhov-sancionado-itf e di pochi giorni fa è la squalifica del venezuelano Rafael Martinez.
Uno degli avvenimenti para-sportivi che sin da piccolo mi ha affascinato è stata la mitica sfida fra Oxford e Cambridge a colpi di remo. Due giorni fa, uno dei vogatori di Oxford, Oxford Brookes, è stato squalificato per doping: http://www.oxfordmail.co.uk/sport/14097007.ROWING__Oxford_Brookes_oarsmen_banned_after_failing_drugs_tests/ Non è il primo oxfordiano a subire l'onta. A maggio vi furono anche Sybren Hoogland e Timothy Grant.
Infine c'è una enorme inchiesta sulla NFL negli States, inchiesta a cui collabora anche la Dea. http://sport.ilmessaggero.it/altrisport/scandalo_doping_nfl/1016608.shtml Nella NFL le squalifiche sono addirittura ridicole. Basti l'esempio di LaRon Landry. Il 29 settembre 2014, Landry fu sospeso dalla lega per quattro partite per uso di sostanze dopanti. Il 5 marzo 2015 è stato nuovamente trovato positivo, venendo sospeso per altre dieci gare. Dieci gare!
Tutto merito della mamma, che di mestiere fa la scultrice. Ridere per non piangere.
Ps. Perché Messi ha sempre la nausea ed è costretto a pillolarsi in campo? Questo è accaduto ieri sera nella vittoria marziana del Barça con la Roma:
Edit. GIORNATA CAMPALE La federazione di atletica ucraina ha squalificato per 4 anni la Shmyrko, quinta della maratona di Londra 2012.
Si susseguono voci convulse su Sebastian Coe. Il presidente Iaaf sarebbe ormai vicino alle dimissioni, travolto anche dalle accuse di avere fatto enormi pressioni per assegnare alla cittadina di Eugene, nell'Oregon, i mondiali di atletica. Ad accusarlo è addirittura l'ex presidente della Iaaf, il corrottissimo Diack. http://www.theguardian.com/sport/2015/nov/24/sebastian-coe-role-eugene-2021-bidding-process L'assegnazione a Eugene non sarebbe in sé un problema e ai più quella cittadina non dice nulla. In realtà si tratta di una cittadina importante per il tristemente famoso Nike Oregon Project, un team di atleti diretto dal chiacchieratissimo Alberto Salazar, accusato di pratiche dopanti. E tutti sanno come Coe sia da sempre legato alla Nike. A Londra Salazar aveva due atleti: Mo Farah e Galen Rupp. Il primo fece la doppia 5-10.000 nel tripudio dello stadio con i britannici in idillio per lui, primo Gb a fare quella impresa. E come nel ciclismo (caso Armstrong) ritorna sempre la Nike. http://www.runnersworld.com/elite-runners/guide-to-the-doping-allegations-against-the-nike-oregon-project
A questo punto Seb Coe ha le ore contate ... in attesa del report 2 della Wada.
Linda Haglund è morta il 21 novembre scorso a 59 anni mentre il marito, Houston McTear, era scomparso nel giorno di Halloween il 1° novembre scorso ed aveva 58 anni. Linda, come sopra riportato, ebbe una storia di doping che provocò enorme scandalo in Svezia. Linda e Houston erano formalmente sposati, ma vivevano separati da anni, sebbene avessero una comune attività in Svezia di consulenza sportiva. La cosa che colpisce è che siano morti entrambi di cancro ai polmoni, e per Linda è stata fatale in particolare una emorragia polmonare. La vita li aveva separati e la morte li ha riuniti. Le loro storie personali sono davvero degne di una sceneggiatura cinematografica. https://en.wikipedia.org/wiki/Houston_McTear https://en.wikipedia.org/wiki/Linda_Haglund
In Germania sta facendo enorme impressione questo libro, Shot, uscito a fine ottobre 2015. E' scritto da Thomas Kistner, il principale esperto internazionale della criminalità nello sport, e grande conoscitore del dietro le quinte del calcio.
Dice Kirstner: "Il Doping abbiamo associato fino a poco con lo sport della bicicletta. Ma è stato recentemente scoperto che nei club calcistici tedeschi VfB Stuttgart e SC Freiburg (Stoccarda e Friburgo, ndr) alla fine degli anni settanta e nei primi anni ottanta venne organizzato un doping di squadra. Sono convinto che il mondo del calcio si è trasformato in un doping sistematico." Questo libro è un must assoluto per gli amanti del calcio e della narrazione del crimine, pieno di rivelazioni inaspettate e di scandali. "Il calcio non è più quello che fu" è uno dei claim del libro. Kistner è anche l'autore del bestseller "FIFA Maffia"! Molto e sempre d'attualità.
Una nota di ... colore. Fifa Mafia è stato tradotto anche in inglese, francese e spagnolo. Il libro è del 2012 e nessuna casa editrice italiana ne ha comprato i diritti per tradurlo. Sembra che la Mondadori abbia posto un vero e proprio veto su questa pubblicazione, che è un best seller europeo. Grazie a Google Books un piccolo assaggio della versione spagnola: FIFA MAFIA
SCHWAZER VUOTA IL SACCO E FA SECCHI FIORELLA E FISCHETTO Esplosive le dichiarazioni di Schwazer. E qualcuno credeva che il doping di Stato fosse esclusiva della Russia. Inquietante ciò che dice sul laboratorio dell'Acquacetosa. In pratica ha candidamente dichiarato che i controlli erano addomesticati. http://sport.ilmessaggero.it/altrisport/schwazer_doping_russia/1700625.shtml
«Io sono fermo da tre anni, tra l'altro dopo aver confessato, mentre in Russia, dove è stato scoperto un doping di stato, nessuno si è dimesso e si sta già pensando, come riammetter la squadra ai giochi olimpici di Rio». Lo ha detto il marciatore Alex Schwazer, dopo aver testimoniato in tribunale a Bolzano durante il processo contro i medici Fidal Giuseppe Fischietto e Pierluigi Fiorella. «Lo dico da anni che in Russia c'è un sistema di doping e la prova sono i 30 casi di positività scoperti solo tra i marciatori. Prima d'ora nessuno si era mai preoccupato di fermarli», ha aggiunto Schwazer. Anche durante l'udienza l'altoatesino ha parlato degli avversari russi e della sua scelta di doparsi. «Ero in un tunnel» - ha detto - e a Londra 2012 «volevo partire alla pari con i russi».
«Già nella primavera del 2012 la Fidal era a conoscenza del fatto che avevo provato l'epo, ma nessuno mi ha fermato». Lo ha detto il marciatore Alex Schwazer in tribunale a Bolzano durante il processo contro i medici Fidal Giuseppe Fischietto e Pierluigi Fiorella e l'ex dirigente del settore tecnico della Fidal, Rita Bottiglieri. Durante la sua deposizione come testimone, Schwazer ha ripercorso le tappe: dalle prime ricerche su internet e l'acquisto di sostanze dopanti in Turchia, fino alla prima assunzione di epo in primavera 2012. «Volevo provare l'effetto prima dei giochi olimpici», ha spiegato.
«Quando ho visto i valori ematici sulla piattaforma online del mio passaporto biologico Wada mi sono spaventato», ha aggiunto l'altoatesino. «Questi valori non erano giustificabili senza doping. Non sapevo più cosa fare e così ho chiamato il dott. Fiorella» che lo seguiva da anni. Schwazer ha detto, di aver confessato l'assunzione di epo prima per telefono e poi anche durante un incontro con il medico Fidal a Parma.
«Fiorella - secondo il marciatore - mi ha messo in guardia dalle conseguenze per me e per chi mi era vicino. Gli ho promesso di non farlo più, ma tra me e me avevo deciso di andare avanti», ha aggiunto Schwazer. Conversando con i cronisti dopo l'udienza, l'altoatesino ha ribadito che la Fidal sarebbe stata a conoscenza dei suoi valori ematici anomali, ma di non essere stato convocato.«È vero, sono io ad essermi dopato, ma se fossi stato chiamato ad Acquacetosa, non mi sarei messo nei guai». «Gli atleti vengono e vanno, i funzionari restano», ha aggiunto.
Voglio credere a Schwazer, forse si è fermato in tempo senza compromettere la sua salute.
Ero stata colpita da una frase letta su un libro di Ambrogio Fogar, se ricordo bene: "La vita ti offre tante occasioni senza bisogno di andarla a stuzzicare". Erano gli anni in cui andavo per ghiacciai e non solo. A casa c'era chi aspettava........
Da qualche tempo ho conosciuto una "amica" virtuale: ama il ciclismo e la passione per questo sport l'aiuta a combattere una grave malattia, risvegliatasi dopo 12 anni. Non l'ha voluta, l'ha incontrata strada facendo. Lotta con coraggio e in questo l'aiuta l'amore per lo sport più bello del mondo. Ha incontrato tanti amici con la sua stessa passione che l'aiutano ad andare oltre....
La storia di McTeac e Haglund mi ha colpita profondamente, in quegli anni seguivo l'atletica. Mi auguro che tanti si soffermino un attimo sui danni che certe pratiche possono recare al fisico giovane e non solo.
Capisco e condivido perfettamente il tuo sentimento Vall.
Ma ciò che uccide lo sport è l'ipocrisia. La catena del doping non la possono spezzare gli atleti. Chi ha responsabilità e copre, o peggio si fa pagare per coprire, commette un crimine triplo.
Dalla Gazzetta di oggi: __________________________________________________
La verità di Schwazer inchioda il medico
Nuove accuse a Fiorella: «Dopo i test sballati gli dissi dell’epo: volle rassicurarmi in autostrada»
Sono passati tre anni, sei mesi e quattro giorni. L’aula del tribunale di Bolzano ha sostituito il parcheggio all’uscita del casello autostradale di Parma. Dove Alex Schwazer e il medico Pierluigi Fiorella si incontrarono in un pomeriggio che è una delle chiavi del processo cominciato ieri davanti al giudice Carla Scheidle. E che vede imputati per favoreggiamento, oltre a Fiorella, l’altro medico federale di allora, 2012, Giuseppe Fischetto e la funzionaria Fidal Rita Bottiglieri. È a Parma che Schwazer dice di aver confessato a Fiorella, anzi a Piero perché lui continua a chiamarlo così, il suo segreto fatto di eritropoietina, che avrebbe portato al controllo fatale del successivo 30 luglio. Una ricostruzione che la difesa del medico cercherà di smontare nella prossima puntata col contro esame del test. L’appuntamento è per il 16 dicembre. Il processo, dopo mesi persi per vizi di forma e incompatibilità, spinge il piede sull’acceleratore.
DATI SPAVENTOSI Il marciatore racconta in aula la lunga marcia di avvicinamento al doping, le prime iniezioni nel febbraio 2012, le gare super di Lugano e Dudince in marzo, ma anche il controllo a sorpresa del 1° aprile. E quei valori «spaventosi», secondo Schwazer. Che cita due dati: i reticolociti, i globuli rossi giovani, a 0,16; il cosiddetto offscore, il valore che combina i numeri del passaporto biologico, a 137. Siamo sotto e sopra le soglie, numeri che suonano l’allarme. Schwazer è preoccupato, lo diventa ancor di più quando 10 giorni dopo arriva un altro controllo a sorpresa. Proprio i giorni in cui entra nel sistema Adams, il data base Wada e controlla i suoi valori ematici. «Prima per giustificarli ho dato la spiegazione dell’uso della tenda ipobarica, poi non ce l’ho fatta più. Ho chiamato Piero e gli ho detto dell’epo. Mi ha detto sarebbe stato meglio vedersi».
IL SEGRETO Ed ecco il pomeriggio di Parma con la confessione che Fiorella nega, per ora così in attesa dell’intervento dei suoi legali: «Siamo alla settima versione...». Per Schwazer il colloquio fu preceduto da un pianto a telefono. «A Parma mi rassicurò, dicendo che la Iaaf non avrebbe potuto squalificarmi per un solo esame anomalo. Mi ha chiesto di promettergli di non farlo più e mi ha messo in guardia sulle conseguenze per me e per chi mi era vicino. Ma ero nel tunnel, avevo la mia fissa, volevo partire alla pari con gli altri». Cioè coi russi, che gli avevano confessato il loro doping ai Mondiali di Daegu 2011. Secondo il marciatore, Fiorella gli disse di sottoporsi a esami ematici ripetuti proprio per ridurre il peso del singolo esame con valori anomali. Schwazer torna sull’argomento anche a udienza finita, davanti alle telecamere: «Avrebbero potuto convocarmi, dirmi “ora te ne stai all’Acqua Acetosa, non ti muovi di qui e ti teniamo sotto controllo”. Le cose sarebbero andate diversamente per tutti».
SISTEMA COLABRODO In apertura, il giudice Scheidle aveva respinto le eccezioni preliminari delle difese sull’incompetenza territoriale di Bolzano e la costituzione di parte civile della Wada. Poi il colonnello dei Ros, Michael Sen, responsabile dell’indagine, ha ripercorso l’istruttoria, sottolineando la «situazione sconvolgente» del sistema antidoping nel 2011-2012: «Un colabrodo, così lo definisce un imputato in un’intercettazione. In tanti non comunicavano la reperibilità: come facevi a controllarli?». Una documentazione girata più di un anno fa alla procura antidoping Coni, che ancora non ha deciso fra archiviazione e deferimenti.
FERRARI Schwazer ha parlato anche della frequentazione con Michele Ferrari, del famoso viaggio al Teide, alle Canarie, «in cui ad alcuni compagni fu chiesto di spiarmi». Per l’avvocato Marco Consonni, che rappresenta la Wada, «non è credibile che Schwazer tenga fuori Ferrari». La Wada intanto è stata contattata dai legali del marciatore per chiedere uno sconto di pena in base alla collaborazione (la denuncia del doping dei russi), negato da procura e tribunale nazionale antidoping in Italia. La Wada ha il diritto di concedere la riduzione anche a compimento del percorso giuridico-sportivo. In caso contrario, la squalifica di Schwazer terminerà il 29 aprile. E solo allora potrà cominciare l’operazione Olimpiade. __________________________________________________
Ciò che viene da chiedersi è: come è possibile che la Procura Antidoping di fronte a così numerose e circostanziate prove ritardi in questo modo i deferimenti o che si ventili addirittura l'archiviazione?! Per molto molto meno ci sono atleti squalificati due anni. Qua siamo di fronte ad un reato doppio, il favoreggiamento del doping e la sua copertura, e non si fa nulla in un anno?!
Schwazer dice che all'Acquacetosa non avrebbe rischiato nulla, che i dirigenti restano (mentre gli atleti vengono e vanno), ci sono decine di email di evidenza, c'è la "vacanza di lavoro" al Teide con il dott. Ferrari (soggetto inibito dal Coni) nel 2010 (con tanto di angeli custodi dei carabinieri a testimoniare) e tutto va bene? La Fidal non ne sapeva nulla, il Coni non vedeva e la Procura Antidoping non parla?
Ogni dopato ha più dignità di tutti questi dirigenti messi assieme.
Ultima modifica di BenoixRoberti il Gio Nov 26, 2015 12:53 pm - modificato 1 volta.