dal 2016 cambio di format anche per la coppa del mondo femminile
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=74590&tp=n
Allora:
- per le corse a tappe si guarda ad Usa e Gb perché non si vuole che anche nel ciclismo femminile si instauri un'egemonia Aso o comunque della "vecchia" europa ciclistica.
- aumenteranno i costi per le squadre e per gli organizzatori. Come farà ad essere sostenibile questo regime se già oggi fa gran fatica (almeno in Italia)? In questo senso gli organizzatori sembra che dovrebbero essere spinti ad associare alla "versione" maschile delle corse anche una corsa femminile (e questo anche in virtù del primo punto sarebbe auspicabile succedesse in Italia). Fare però "due corse in una" non mi sembra così immediato, ad esempio per una questione di orari, di corretto svolgimento della corsa (se nella corsa femminile, che verosimilmente precede quella maschile, succede qualcosa che la fa rallentare parecchio (incidente, particolare dinamica ella gara ecc.) che si fa?) e di tempo di impegno delle strade.
Mi sembra che si stia usando il ciclismo femminile come "chiavistello", da una parte per scardinare certi geoequilibri del ciclismo, dall'altra per rendere più appetibile il ciclismo ai media, proponendo due gare in un'unica produzione.
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=74590&tp=n
da tuttobiciweb ha scritto:
Donne, è tempo di Riforma. Se in campo maschile ancora si discute, in campo femminile le cose vanno molto più velocemente e la Riforma Uci è alle porte: dopo un 2015 di appuntamenti di preparazione, il "colpo di pedale" d'inizio verrà dato a marzo 2016.
Una Riforma pensata per far crescere il movimento del ciclismo femminile, ma una Riforma che sin dal suo primo punto eclatante ricorda quanto accaduto in campo maschile: dal 2016 sarà cancellata infatti la Coppa del Mondo. tuttobiciweb vi propone in esclusiva il riassunto del progetto presentato agli organizzatori di Coppa del Mondo e ad alcuni possibili organizzatori interessati in un seminario svoltosi nei giorni scorsi a Montreux.
COM'E' OGGI. Il calendario di Coppa 2015 propone 10 avvenimenti in 8 paesi, due dei quali extraeuropei (oltre alla Cina, si tornerà negli Stati Uniti con la The Parx Casino Philly Cycling Classic). Tutte gare di un giorno alle quali sono invitate - non obbligate apartecipare, si badi bene - le migliori 20 formazioni della classifica mondiale sulle 35 registrate dall'UCI.
COME SARA'. Il calendario del Women's World Tour (questo sarà il nuovo nome del circuito) conterà su 30-35 giorni di corsa spalmati lungo l'arco della stagione, comprensivi di corse a tappe (al seminario Uci hanno partecipato gli organizzatori di Giro di California e Giro di Gran Bretagna, non è stato invitato l'organizzatore del Giro d'Italia, per esempio). Il calendario femminile sarà armonizzato con quello del WorldTour maschile, anche perché numerosi eventi - Fiandre, Freccia Vallone, ultima tappa del Tour... - sono già in contemporanea.
2017. Dopo la prima stagione di lancio, verrà creata una prima divisione forte di 15-20 team, mentre tutti gli altri confluiranno nella seconda divisione. E solo i team di prima divisione potranno partecipare alle prove di Women's World Tour.
2018. Entrerà in vigore l'introduzione di nuove regole per i team: staff minimo, contabilità sotto controllo, regole di ingaggio).
MAGLIE. Nel 2014 sono state presentate come grandi novità di Coppa del Mondo: parliamo delle maglie per la miglior giovane, la miglior velocista e la miglior scalatrice. Bene, dopo una sola stagione, due di loro hanno già la sorte segnata: dal 2016, nel nuovo circuito infatti resteranno solo la maglia di leader e della miglior giovane.
ORGANIZZATORI. Come in campo maschile, anche agli organizzatori delle corse femminile vengono chieste garanzie, in particolare per quel che riguarda la prosuzione di immagini televisive in diretta, in HD e in live internet broadcasting. E poi - non siamo noi a scriverlo in quest'ordine, ma il documento ufficiale dell'Uci - anche garanzie sugli aspetti tecnici, sulla sicurezza e sulla comunicazione.
DIRITTI TV. Come nel mondo maschile - dove se ne discute ormai dal 2005, quando nacque il ProTour - la formula magica del nuovo progetto è "diritti televisivi". La proposta è quella di cederli, dividere gli investimenti ra Uci e organizzatori e tante belle parole. Destinate a rimanere tali, visto che Aso e Giro delle Fiandre tanto per fare due nomi - se vi sembra di leggere qualcosa di già letto non state sbagliando - hanno già detto che non se ne parla nemmeno.
Allora:
- per le corse a tappe si guarda ad Usa e Gb perché non si vuole che anche nel ciclismo femminile si instauri un'egemonia Aso o comunque della "vecchia" europa ciclistica.
- aumenteranno i costi per le squadre e per gli organizzatori. Come farà ad essere sostenibile questo regime se già oggi fa gran fatica (almeno in Italia)? In questo senso gli organizzatori sembra che dovrebbero essere spinti ad associare alla "versione" maschile delle corse anche una corsa femminile (e questo anche in virtù del primo punto sarebbe auspicabile succedesse in Italia). Fare però "due corse in una" non mi sembra così immediato, ad esempio per una questione di orari, di corretto svolgimento della corsa (se nella corsa femminile, che verosimilmente precede quella maschile, succede qualcosa che la fa rallentare parecchio (incidente, particolare dinamica ella gara ecc.) che si fa?) e di tempo di impegno delle strade.
Mi sembra che si stia usando il ciclismo femminile come "chiavistello", da una parte per scardinare certi geoequilibri del ciclismo, dall'altra per rendere più appetibile il ciclismo ai media, proponendo due gare in un'unica produzione.