Nato a March (Illinois-Usa) il 15 luglio 1911, deceduto a Chicago il 30 novembre 1975. Passista scalatore. Professionista dal 1935 al ‘48 con 19 vittorie.
Secondo di otto figli di immigrati italiani in una cittadina mineraria nel cuore dell’Illinois, Joseph, si spostò prestissimo con la numerosa famiglia nella vicinissima Mount Clare, dove passò un’infanzia vissuta di stenti, a causa delle precarie possibilità economiche familiari. A poco più di sedici anni, nel 1928, il futuro corridore, assieme alla sorella maggiore Angelina, fu inviato in Francia, a Cap d'Ail, una piccola località turistica vicino a Nizza, in Costa Azzurra, presso parenti, per la sopravvenuta crisi della miniera che obbligò i Magnani a sfoltire la consistenza del loro nucleo. Qui, Joseph, iniziò a lavorare, prestando le proprie braccia verso mansioni umilissime, per la gran parte orientate sulla consegna di carbone e legna ai residenti di zona. Un lavoro di movimento e di fatica, nel quale, in un modo o nell’altro, incontrò i mezzi di locomozione più disparati, compresa quella bicicletta che gli serviva nella parte meno pesante delle proprie mansioni, ovvero quando si trattava di andare a recuperare gli ordini e le commesse. Venne così in contatto con un club ciclistico della zona, sponsorizzato dalla Cicli Urago, un’azienda produttrice di biciclette con sede a Nizza. Cominciò così a correre, distinguendosi per la sua capacità di andar forte in salita, nonostante un fisico non proprio da grimpeur: 1,82 m per 75 chilogrammi. In quegli anni conobbe un altro corridore emigrante e ne divenne amico: Fermo Camellini.
Magnani e Camellini
Nel ‘35, Joseph Magnani, passò professionista e nel silenzio più evidente e sconosciuto di tanti dello stesso osservatorio, può essere considerato il pioniere del ciclismo statunitense su strada. Negli anni vinse diverse corse, per la gran parte concentrate nel sud est della Francia, ma talune anche di un certo spessore. Fu il primo americano a piazzarsi ad un Mondiale, 7° nel 1947, che per 33 anni resterà la migliore performance di uno statunitense nella corsa iridata. Partecipò al Giro d’Italia ’46 in appoggio all’amico Camellini che fu pure maglia rosa, ma fu costretto al ritiro per i postumi di una caduta. Unico rammarico: non aver mai potuto prendere il via al Tour de France, per l’impossibilità di organizzare una formazione nazionale. A metà del ‘48, Joseph, con la moglie Mimì, francese e col un figlio, Rudy, tornò negli Stati Uniti, dove abbandonò l’agonismo a causa di una caduta. Divenne operatore di una grande casa produttrice di biciclette, fino all’insorgere di una malattia che se lo portò via. Tutte le sue vittorie da professionista: 1935: Marsiglia-Nizza, GP Barda, GP Waldorf Nice. 1936: GP Grasse. 1937: Nice - Annot – Nice. 1938: Marsiglia-Tolone-Marsiglia, Giro dei Colli Pirenaici, 4a e 5a tappa del Tour de l'Est Central, Circuit des Landes. 1939: Lione – St.Etienne, 1a tappa Tour du Sud-Est, 2a tappa parte b Circuit des Alpes. 1940: GP Cote d’Azur, GP Antibes. 1941: 1a tappa Circuit du Mont Ventoux. 1946: GP Villefranche-en-Rouerge, Circuit Saint-Ceré, Criterium Firmy.
Maurizio Ricci detto Morris