La cosa più divertente della tappa odierna è stato l'intervento telefonico di Renato Di Rocco.
Inizialmente ho interpretato malamente questo coinvolgimento fuori luogo da parte della Rai.
E' partita subito la retorica tronfia ed autoreferenziale del baffo federale subito pronto alla celebrazione del movimento (ovvero di se stesso) e della "credibilità che abbiamo (in testa sua, ha) ridato al ciclismo". Inascoltabile.
Ma ecco la sorpresa, De Luca lo incalza con piglio da giornalista anglosassone sulla maglia tricolore e lì il baffo ha sbroccato letteralmente sparandone tante e mostrando insofferenza palese nei confronti di De Luca.
La più grossa l'ha sparata quando ha detto il Kazakistan è il più grosso paese europeo e che quindi serviva ... una forma di cautela e rispetto.
Bene, se consideriamo l'Eurasia, il paese più grosso d'Europa è la Russia, anche solo calcolando la parte al di qua degli Urali.
Ma soprattutto c'è una cosa che Di Rocco dovrebbe sapere: il Kazakistan non fa parte della Unione Europea di Ciclismo, ma della Asian Cycling Federation:
http://en.wikipedia.org/wiki/Asian_Cycling_Confederation
Meglio sorvolare sulle castronerie dette sull'impianto della maglia, mischiandole con esigenze di marketing della Movistar che ebbe la stessa deroga 5 anni fa per non avere troppo rosso (il colore della nemica Vodafone) nella maglia. Oppure quella scusa sulla impossibilità di mettere il nome di una capitale straniera sulla maglia tricolore italiana. Quanto vorrei vedere la scritta di una città inca su quella maglia. Sarebbe adattissima al tricolore federale: Machu Pichu.
In nomen omen.
A quel punto è stata troppo divertente la faccia del suo (ex?) amico Adorni che faceva grandi smorfie di fastidio alle parole del baffo federale.
Dunque, la prima deroga sarebbe del 2009 o 2010, ma non si capisce cosa intendesse Di Rocco perché Visconti corre per la Movistar dal 2012 ed è di quell'anno il suo titolo con maglia Movistar.
Forse che lo abbia confuso con Pozzato?
Il suo non essere sul pezzo in questo modo è la palese dimostrazione di come a lui del ciclismo professionistico non interessi praticamente nulla.
Lo usa solo quando serve e quando questo garantisce visibilità e possibilità di contatti e visibilità politica.
Ora ce lo dovremo sorbire ad auto-celebrarsi quando Vincenzo verrà ricevuto dalle autorità.
E' un peccato avere questo rottame (da renzianamente rottamare) a capo della federazione, oggi che il fato ci ha ridato una occasione per rianimare il nostro sport in Italia.
Avessimo avuto un vero nuovo leader come si deve.
Così invece sarà come dare perle ai porci.