Da prof Lun Giu 30, 2014 12:16 pm
Credo che il tuo sia un vero e proprio "wishful thinking".
1) Non puoi pensare di mettere pochi tratti di pavè e ritenere che la tua tappa diventi d'acchito una Parigi-Roubaix. Hai presente le differenze ? Quando entri nella Foresta, hai davanti 90 km che sono tutto un susseguirsi di sassaie.
2) Vosgi: li conosciamo già, o no ? Ti ha entusiasmato la Planche des Belles Filles l'anno scorso ? Quelle dei Vosges sono tutte salitelle al 4/5% ed in piu' abbastanza brevi.
Non so cosa posso aspettarmi.
Alpi e Pirenei: tutte tappette da 140 max 180 km (a parte una) con arrivi in salita come alla Vuelta.
No, Ben, non ci siamo proprio. Una tappa di montagna oltre 230/240 km ti impone una gestione di gara tutta diversa e doti di resistenza che, se non le hai, vai a fondo in fretta. Il giorno dopo rischi di non recuperare anche se hai corso al massimo risparmio. Il tempo che trascorri in bici fa una grande differenza: da 4 ore a 6 ore, ti assicuro, cambia totalmente la visione del mondo, e di tanto.
Oggi, con GG siffatti, pompandosi, riescono piu' o meno tutti a resistere per i 3500 km. Tanto poi, alla fine, se ne vanno in vacanza fino all'anno successivo.
Non mi parlare di difficoltà logistiche che impedirebbero di aumentare le ore di corsa: quelle c'erano alla stessa maniera quando le tappe erano di 240/260 km con 6, 7 ore di gara.
Quello in atto è un vero colpo di stato che sta trasformando il ciclismo in un altro sport.
Tu lamenti un antidoping che colpisce a pallino, distruggendo gli uni e premiando gli altri: è vero, ma questo antidoping la fara sempre da padrone fin quando esisterà il doping e il doping esisterà sempre piu' in un ciclismo che, da sport di resistenza, diventa sport ove sono richieste prestazioni singole (l'ultima salita) in una breve sequenza di tappe, altrettanto brevi.
Sta cambiando il DNA del ciclismo e, di conseguenza, quello dei corridori. Contento tu ...