Giro d'Italia 2016 - Notizie, anticipazioni, ipotesi sul percorso - DISCUSSIONE GENERALE

Promemoria primo messaggio :

Lo so che è molto presto, ma la notizia sembra sempre più confermarsi. Dal 2016 il Giro avrebbe potuto partire dal Dubai ma, per fortuna, sembra confermata la partenza da Apeldoorn, capoluogo della Gheldria, il Gerderland, ex residenza dei reali olandesi, gli Orange. Un'altra tappa dovrebbe invece avere come sede d'arrivo Den Bosch, o Nimega.

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Tutte le altimetrie e planimetrie del Giro 2016 sono visibili al seguente link:
ALTIMETRIE E PLANIMETRIE GIRO D'ITALIA 2016

Lunedì 9, riposo
4 ª tappa, martedì 10, Catanzaro-Praia a Mare, 191 km



Dunque, in Olanda ci potrebbero essere a fine maggio anche soli 15°C, mentre in Calabria l'estate potrebbe mordere già, ed andare quindi sui 30°C come ridere. Sarà probabilmente un bel contrasto come meteo e come percorsi, con le prime vere salite, brevi ma da non sottovalutare, perché il finale di Praia a Mare è tutto tranne che banale.

Il dettaglio dei Gpm
BONIFATI


SAN PIETRO MAIERA'


Il dettaglio del finale


A mio avviso non è una tappa per velocisti puri, ma più per finisseur e scattisti. Non è roba per Kittel, tanto per capirsi, ma nemmeno per un Degenkolb, qualora prendessero i Gpm prima molto forte.
E' una di quelle tappe che potrebbero fare male a qualche pesce grosso beccato dietro nel momento sbagliato.

5 ª tappa, mercoledì 11, Praia a Mare-Benevento, 233 km


Da anni mancava il cosiddetto tappone meridionale, il tappone che non presenta grandi salite, ma non mostra nemmeno grandi pianure, da correre magari con 30-32°C.
C'è tanta letteratura al riguardo, storie di tante e storiche cotte.
Bene, la tappa dalla Calabria alla Campania è proprio il classico "tappone terrone" che non ti fa staccare gli occhi dalla diretta tv, anche se il finale verso Benevento è più piallato della prima parte e di quella intermedia.
Giornata per velocisti sì, probabile, ma con doti da fondisti, anche perché sarà in leggera ascesa.
Mancheranno le grandi salite, ma il guadagno altimetrico è da tappa di media montagna.
E' la seconda per lunghezza del Giro, solo un Km in meno della Muggiò-Pinerolo, che però è insignificante altimetricamente.

Dove posso vedere il parterre del Giro. Mi spiego, Sagan, Contador, ecc.

6 ª tappa, giovedì 12, Ponte-Roccaraso (Aremogna) 165 km



Prima tappa di montagna, montagna appenninica e classica tappa che non decide il vincitore del Giro, ma chi di certo lo perde.
Ottimo il dislivello complessivo, ma le pendenze, a parte il primo tratto della ascesa a Roccaraso, raramente vanno oltre il 7% anche negli strappi precedenti come la interessante comunque Bocca di Selva.
Vediamo se qualcuno saprà salire di rapporto.

Nel complesso non sono da trascurare i lunghi sfiancanti rettilinei in ascesa nell'attraversamento della provincia di Isernia, come a Castelpetroso, zone di vento, di parecchio vento in questi bellissimi canaloni appenninici.


BOCCA DI SELVA


Bivio Forlì del Sannio-Rionero Sannitico


ROCCARASO (Aremogna)
Prima Parte salita Roccaraso

Via Aremogna - (mancano gli ultimi 500 metri di ascesa più facile)

vallelvo ha scritto:Dove posso vedere il parterre del Giro. Mi spiego, Sagan, Contador, ecc.

Cosa cerchi esattamente? Foto o video?
Qua trovi alcune foto della giornata:
https://twitter.com/search?f=images&vertical=default&q=presentazione%20giro&src=typd
https://twitter.com/search?f=images&vertical=default&q=giro&src=typd
https://twitter.com/search?f=images&vertical=default&q=giroditalia&src=typd

Grazie, qui si tifa Peter Sagan e si sono persi la presentazione.
Da una giornata grigia, è spuntato un bel sorriso.  Anzi più d'uno.

Purtroppo niente da fare per il video, a meno che qualcuno lo abbia registrato e te lo possa mettere a disposizione.  

7 ª tappa, venerdì 13, Sulmona-Foligno, 210 km


Tappa che attraversa tre regioni: Abruzzo. Lazio e Umbria.
Se dall'Abruzzo si fosse passati direttamente in Umbria vi sarebbe stata un tappa di media o alta montagna.
In questo caso, passando dalla Sabina, è una tappa per velocisti, che certamente non avranno problemi a passare il Valico della Somma, come avvenuto nella analoga (come finale da Rieti in poi) Frosinone-Foligno del 2014 vinta da Nacer Bouhanni.

Tre belle tappe di montagna nel mio Piemonte e poi la passerella finale a Torino.

Non c'è male, mi piacciono anche se le dovessi vedere dal divano.
Quella di Corvara pare il percorso della Maratona delle Dolomiti.
Conosco i percorsi, io in macchina, lui sulla due ruote. Bei tempi.
Grazie Benoix.

8 ª tappa, sabato 14, Foligno-Arezzo, 169 km


E' la tappa più bella, più disegnata del Giro, ovvero una di quelle dove la natura morfologica non è preponderante come nell'alta montagna e dove il disegno umano fa di più la sua parte, la sua ricerca.
La distanza è contenuta, troppo contenuta, affinché possa fare male in classifica l'altimetria, ma ecco la sorpresina: è una tappa di altri tempi, un assaggio di antico che va sempre apprezzato. Metà tappa senza rilievi di nota e poi finale con due picchi senza enormi patemi, se non fosse che il secondo è sterrato, ovvero "Eroicamente" sterrato.
Arezzo si è presa dai senesi la tappa "eroica" questa volta. E in più sarà la prima eroica su di una vera salita, l'Alpe di Poti, montagnola posta sopra il tradizionale passo del Giro della Toscana aretino, la Foce di Scopetone, da dove la corsa passerà due volte.
E proprio sulla Foce di Scopetone c'è una piccola curiosità cartografica.
Fra il primo ed il secondo passaggio la Foce si innalza in altimetria.


Ho ricostruito l'altimetria degli ultimi 84 Km da Assina prima del Valico della Rassinata ed il profilo è così:
https://i.servimg.com/u/f21/18/44/61/04/tappa_16.png

Il dettaglio non è da poco, perché al termine della discesa dall'Alpe i corridori dovranno scalare ancora il versante facile della Foce di Scopetone, che nella altimetria non è proprio così evidente.
Aldilà delle battute, questa è una tappa pericolosa, di quelle che possono fare male, e per chi non sarà in giornata qua potrebbe volare anche il quarto d'ora. Qua verranno in tanti a provare il tracciato preventivamente, anche perché la prima parte ha una pendenza media superiore al 12%. La forte pendenza sarà presente anche all'inizio della parte sterrata e lì farà male. E guardiamola questa Alpe di Poti.
La prima salita dolce porta alla frazione San Polo di Arezzo, luogo di una delle più sanguinarie stragi naziste nel corso del 1944, con l'eccidio anche di donne e bambini.
Da lì la strada si inerpica con pendenze che toccano il 15% all'altezza di una "esse" che precede l'inizio dello sterrato.
La salita dell'Alpe di Poti potrebbe, come detto fare male, perché è lunga ben 8,5 Km (di cui ben 6,5 sterrati) e prevede un dislivello di 560 metri, di cui quasi 350 metri da scalare su sterrato. Ha una pendenza media del 6,2%, mentre la parte sterrata è al 5,4% medio con punte al 12%,



In immagine l'ultimo tornante della "esse" al 15%:


La curva che precede l'inizio dello sterrato:



Il tremendo rettilineo sterrato al 12% e qua saranno dolori per parecchi:

Dettaglio dei Gpm

VALICO DELLA RASSINATA


ALPE DI POTI

LA STRAGE DI SAN POLO

https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_San_Polo
Nel Luglio 1944 i nazisti rastrellarono la popolazione di San Polo e trucidarono 65 persone, fra cui vecchi, donne e bambini.

Il borgo venne minato e falto saltare in aria.




Oggi è stato ovviamente tutto ricostruito ed è un luogo incantevole.



Gli autori di quella orrenda strage restarono impuniti.




Il Giro d'Italia aiuta a ricordare la nostra storia, anche quella triste, e vivere lo sport aiuta ad apprezzare il sacrificio delle persone morte nel 1944.

Mi inchino all'analisi

Grazie Apache, ma non siamo nemmeno a metà.

9 ª tappa, domenica 15, Chianti Classico (Crono individuale), 40,4 km



L'hanno venduta come una tappa difficile, l'hanno presentata pure all'estero, per promuovere l'ultima contea acquisita da Her Majesty e dai sudditi britannici, ovvero il Kiantyshire.
Ma almeno, io non me la bevo, con tutto il rispetto per quel raffinato equilibrio fra vitigni di Sangiovese, di Cabernet e qualche bell'artificio dei maghetti toscani.
Tanto per rimanere in tema di vini, questa tappa potrebbe portare le ciabatte all'altra tappa dei vini che saliva parecchio di più e non solo perché si passava da Barbaresco a Barolo, salendo enologicamente.
Nulla da dire sullo scenario delle colline toscane che saranno lambite dalla cronometro intermedia del Giro. Quello sarà spettacolo puro, ma l'altimetria non è da crono impegnativa.
Ciò che invece sarà messa a dura prova sarà la lucidità dei corridori, perché sarà una crono da guidare metro dopo metro, con continui rilanci, non per le modificazioni altimetriche appunto, ma per la estrema tortuosità orizzontale del tracciato. C'è un solo tratto di pendenza di 500 metri in Strada Sicelle al 14% di media, giusto poco prima del tratto più lungo di salita che porta a Panzano in Chianti.

Questi sono i dettagli dei cinque strappi significativi della giornata in 3D e poi 2D:

3D

img]https://i.servimg.com/u/f21/18/45/48/19/110.png[/img]

2D

Nell'immagine di seguito il dettaglio dello strappo di Sicelle



Conclusione
Credo che possa comunque definirsi una crono per specialisti puri, nonostante i su e giù per il Chianti.
Interessante lo strappo di 500 metri di pendenza, ma nel complesso è una crono che si fa pedalare tenendo la posizione, anche se con lo sguardo fisso alle traiettorie da fare. Servirà la potenza, ma anche la lucidità nel scegliere le traiettorie per fare meno metri possibile.

Lunedì 16, riposo
10 ª tappa, martedì 17, Campi Bisenzio-Sestola, 216 km



Tappa di media montagna dopo il giorno di riposo. E tappa in cui la distanza dirà la sua. E' assieme alla tappa di Arezzo la più disegnata di tutto il Giro.
Va detto però che queste strade non sono una scoperta del Giro, perché sono le strade utilizzate ampiamente in questi anni da Adriano Amici per la Settimana Internazionale Coppi e Bartali.
La tappa parte da Giro di Lombardia, si trasforma in tremenda Liegi delle cotes intermedie con grandi pendenze e ritorna Lombardia nel finale con il Pian del Falco che vale una Colma di Sormano. L'arrivo è invece da Giro d'Italia, perché è lo stesso arrivo della tappa 2014, anche se stavolta la corsa si fermerà nel centro cittadino e i corridori arriveranno molto più provati e senza le orecchie abbassate da una tappa col Carpegna come nel 2014.
Poche ciance, qua chi ha da spendere deve darci dentro e castigare.
Facile dire che è una tappa per Ulissi e quelli come lui, ma stavolta i 200 Km li passeranno un po' ed oltretutto con un guadagno altimetrico da tappa di alta montagna, quasi 5300 metri.
Qua faranno selezione tanto le salite, come le discese.
Con la pioggia potrebbe anche diventare una tappa importante per la classifica.
Gran lavoro per i gregari.

Dettaglio della spezzettata ascesa a Pian del Falco Passando per il versante di Via Lamacchia di Montecreto, Rocascaglia e Sestola.




Ed infine i tratti della ascesa finale, da Fanano a Poggio Raso e da Sestola alla zona del traguardo.

11 ª tappa, mercoledì 18, Modena-Asolo, 212 km



Tappa dei colli asolani, ovvero quel blocco collinare gemello ad ovest del Montello.
Questa volta niente Monte Grappa come nel 2010, quando vinse in solitaria un emergente Nibali, allora scudiero di Ivan Basso.
E' la tappa Selle Italia, una tappa abbastanza indecifrabile perché aperta a vari scenari:
- potrebbe arrivare una fuga o parte di essa dopo le due tappe appenniniche da non sottovalutare
- potrebbe arrivare un gruppetto in volata
- potrebbe esserci l'anticipo di un finisseur nel finale
Ciò che mi sento di escludere è l'arrivo di tutto il gruppo compatto, perché la Forcella Mostaccin taglia le gambe al velocista pesante, sia perché ha una certa lunghezza (2700 metri più il falsopiano che la precede), sia perché ha un dislivello da colmare di 220 metri, con una pendenza media dell'8,1% con punte vicine al 15% nel finale.
Se anche i velocisti la sfangassero sulla prima ascesa finale, rientrando in qualche modo, si vedrebbero poi corti sull'ultima ascesa ad Asolo, nulla di complesso perché dovrebbe essere affrontato il versante di Via Foresto di Pagnano, ovvero proprio da Pagnano, ma è comunque una salita di 1400 metri al 6,8%, anche se assolutamente regolare nel suo sviluppo.


Molto importante sarà anche il tratto in discesa verso Casella d'Asolo, a valle dove sarà posto il traguardo, che terminerà a pochissimo dal traguardo e ci sarà da aspettarsi una grande bagarre, anche se va detto che la discesa sarà interamente neutralizzata in quanto all'interno dei -3 Km.
Le tre stellette ci stanno tutte insomma.

FORCELLA MOSTACCIN




ASOLO

12 ª tappa, giovedì 19, Noale-Bibione, 168 km


Questa, sulla carta, è la tappa "che noia, che barba".  Tappa da 5 "stallette".
La domanda è: ma perché fare tutto sto casino per andare da Noale a Bibione?
Ma tira dritto con la squadretta e fai fare un circuito in quel di Bibione, magari su è giù per riviere e lagune spazzate dal vento. Gli operai della Aprilia avrebbero fatto così.
Ecco un'altra idea ... si poteva farla dietro derny.
Ok basta cavolate, andiamo a Cividale a mangiarci una bella Gubana con la Slivoviz, ciò. Va in mona tì e'l Giro.

Ho letto da qualche parte che anche "il Delfino" non è soddisfatto di questa tappa.

vallelvo ha scritto:Ho letto da qualche parte che anche "il Delfino" non è soddisfatto di questa tappa.

Disegnare le tappe di pianura così serve solo a fare annoiare la gente davanti alla tv.
E' una mia opinione, ma per ravvivare la pianura bisogna andarsi a cercare gli sterrati, le zone di vento, le stradine, esattamente come fanno in Belgio e Olanda.
L'esempio viene dalle stesse tappe olandesi (anche se non hanno sterrati).
Una tappa così non serve a nulla, se non a raccattare 120.000 euro dal comune di Bibione.
Almeno avessero fatto vedere la costa, le pinete, le zone umide della località che paga ...
Evidentemente la noia serve ad aumentare il pathos delle tappe dopo. A me dà solo noia e

....quindi neppure turisticamente Bibione ci guadagna.

Per chi fosse interessato su Raisport la ripetizione della presentazione del Giro d'Italia 2016.

13 ª tappa, venerdì 20, Palmanova-Cividale del Friuli, 161 km



Tappa della mia terza regione del cuore e per tempo vissuto (dopo Lombardia e Piemonte).
E' la tappa del Natisone, la tappa del Basso Friùl, che altimetricamente tanto basso non è e lo vedremo.
C'è tantissima storia in questa tappa. Si parte dalla città dell'ennagono fortificato, uno splendore mondiale, delle mura ritracciate ogni 40°, appunto 40° per 9 lati per fare 360° ed un angolo giro, anzi angolo Giro.
Così vollero i veneziani per la loro "stellare" precisione.


Al centro dell'ennagono c'è un altro più piccolo ennagono ed è quel gioiello di Piazza Grande, da dove si parte in direzione delle Alpi e Prealpi Giulie, prima le une e poi le altre, anche se altimetricamente e morfologicamente non sono così differenti, visto che il grosso delle Alpi Giuliane è rimasto aldilà del confine dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Queste montagne mi sono molto care, sia perché ci ho passato parecchie avventure durante l'anno regalato allo Stato, sia perché sono le montagne di cui mi parlava mio nonno Cavaliere di Vittorio Veneto, ma non lo voleva sentir dire dopo 8 anni di ferma obbligatoria dal 1911 in Libia sino al 1918. Lui se la scampò per un pelo non rimanendo ingabbiato dallo sfondamento e accerchiamento di Kobarid, o Caporetto, da parte degli austro-tedeschi nella Valle dell'Isonzo appena aldilà delle montagne basse, ovvero quella azione organizzata da quella volpe tedesca. che poi divenne la "Volpe del Deserto", al secolo Erwin Rommel, che si prese gioco degli stupidi e retrogradi, quando non criminali (verso i soldati), generaloni piemontesi.
Le foto tremende delle carneficine perpetrate da una parte e dall'altra in questo conflitto vennero distrutte dal regime fascista da una parte e da quello nazista dall'altro per non compromettere i sentimenti nazionali e di ritrovata amicizia. Ma qualcosa nei musei si ritrova e quando l'Isonzo veniva descritto come rosso di sangue non era proprio una forzatura espressionista.
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Caporetto

Anch'io irrispettoso della memoria feci una battaglia da quelle parti, una battaglia contro l'ubriachezza.
Un giorno ero di servizio come "sottufficiale di giornata" nei servizi generali della caserma (due volte al mese toccava anche gli impiegati) e con un un militare autista di camion del posto andammo a ritirare del materiale. Siccome era ora di pranzo decidemmo di fermarci a mangiare (in mimetica! Cosa vietatissima allora) in un ristorante di un suo amico sopra Cividale.
Fosse stato solo il mangiare ... In Friuli ho lasciato dieci anni di fegato sano! Siamo partiti dal bianco del Collio e poi passati al rosso, il Refosco dal Peduncolo ... rosso appunto, degustando tutte le annate ... quelle perse dal mio fegato. Per finire, ovviamente la Slivoviz, quella morbida, poi quella più asciutta ...
Finito il bagordo alle tre del pomeriggio saliamo sul camion dopo 3 caffé e la testa sotto al lavandino, ma la scimmia era ancora presente. L'amico autista volle farmi vedere il giro del Gran Monte facendo il Passo Tanamea, ma non vide dove doveva svoltare per tornare verso valle ed andammo dritti come dei deficienti, fino a che con il classico proverbiale "colpo di culo" vedemmo i militari della frontiera (la cortina di ferro jugoslava!) a 100 metri. Frenata brusca e manovra rapida di cambio direzione, sperando che non ci vedessero, ma uno forse ci vide e probabilmente si chiese perché un camion militare fosse in quel punto. Tornammo a Udine facendo stradine e sperando che nessuno avesse preso la targa. Ci andò bene, perché tra licenza premio ed arretrati di licenze varie restai a casa per 3 settimane e rientrai solo per il congedo e la relativa festa (su cui è meglio soprassedere ). Adoro il Friùl!

Torniamo al Giro e sorry per la divagazione.
Tappa con 3925 metri di guadagno altimetrico divisi quasi equamente fra 4 salite medie (sulla carta), ma caratterizzate da discrete pendenze e discese strette, lunghe ed impegnative. Oltre a questi rilievi si aggiungono il non banale Passo San Martino inframmezzato fra i primi 2 Gpm e i due dentelli di Abbazia di Rosazzo e Faedis, strappi utilizzati dalle corse minori giovanili.
Le salite del Matajur, del Porzus e di Valle sono abbastanza regolari, mentre la seconda, quella di Crai, è divisa in tre, con tre gradoni intervallati da falsopiani.
Queste sono le altimetrie enfatizzate delle cinque ascese.






Mi sono voluto analizzare bene il tracciato con Street View e questa è una tappa che potrebbe fare sfracelli. Sarà una tappa difficile e stressante, perché le discese faranno anche più selezione delle salite. Le discese sono semplicemente da brivido. Certamente sono le più difficili dell'intero Giro. Quando i tratti non sono estremamente tecnici, sono comunque tortuose e con curvature molto irregolari. Questa è una tappa dove il saper guidare la bici sarà fondamentale. E' una tappa da seguire dal primo passaggio in quel di Cividale. Spettacolo garantito.
Dall'ultima salita di Valle di Soffumbergo ci saranno soli 13 Km, e di questi 6,6 sono di discesa stretta, tortuosa e forte pendenza, seguita dagli ultimi 6,4 Km di pianura abbastanza rettilinea, particolare questo importante per i fuggitivi eventuali.

ANALISI DELLE SALITE

MATAJUR (Montemaggiore) - Il grafico è solo da Ieronizza, ma la ascesa comincia a Savogna



Monte San Martino (non valido come Gpm)



CRAI - La salita di Crai coi tre tratti distinti di salita di Trusgne, Lase e il durissimo chilometro finale di Crai.
Trusgne


Lase


Crai



CIMA PORZUS



VALLE di Soffumbergo





CONCLUSIONI
Sono rimasto impressionato dal percorso di questa tappa e l'altimetria non gli rende minimamente giustizia.
Messa il giorno prima del tappone limiterà parecchio le energie degli attaccanti e dei coraggiosi.
Non mi stupirei se, alla fine, questa tappa risultasse più pesante sulla classifica del successivo tappone.

L'Eccidio di Porzus

Il Giro spesso intreccia nei suoi percorsi la storia ed inevitabilmente avverrà anche per la tappa di Cividale e con l'ultima scalata al Porzus, luogo, durante l'ultimo conflitto mondiale, di una controversa e lacerante storia di conflitti all'interno delle stesse formazioni partigiane, conflitti che anticipavano in pratica la successiva guerra fredda fra blocco occidentale ed orientale. In questo territorio di frontiera da secoli fra latini, tedeschi e slavi, gli ideali internazionalisti e comunisti si trovarono in fortissimo conflitto coi sentimenti nazionali rappresentati dalle formazioni partigiane della Osoppo, una brigata di ispirazione cattolica e laico-socialista guidata in particolare da membri del Partito d'Azione.
Il 7-8 e 9 febbraio 1945 diciassette componenti del vertice della Osoppo ed altri furono fucilati dai partigiani gappisti, e fra questi Francesco De Gregori (detto Bolla), ufficiale dell'esercito e della Osoppo e zio dell'omonimo cantante e di Luigi Grechi, nonché il 19enne Guido Pasolini, fratello del grande poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini.
L'azione fu attribuita ad un intento di ispirazione del futuro blocco sovietico, ma nella realtà l'input venne soprattutto dalle formazioni partigiane slovene titine interessate più ad ampliare la loro influenza a tutti i territori abitati da sloveni, che ad una effettiva motivazione ideologica internazionalista. Prova ne fu che il partigiano gappista (i Gap erano formazioni comuniste), Mario Toffanin (Giacca), che coordinò l'azione di Porzus dapprima riparò in Jugoslavia, ma appena terminata la guerra Tito abbandonò il Cominform ed il Patto di Varsavia e Toffanin dovette fuggire in Cecoslovacchia, in quanto sgradito in Jugoslavia.
Da questa brutta vicenda fu tratto un film del 1997, liberamente ispirato, con la regia di Renzo Martinelli.
https://it.wikipedia.org/wiki/Porzûs_(film)

Il Terremoto del 1976

Da quello che i media hanno riportato, per la tappa friulana, nelle intenzioni degli organizzatori locali (Càinero in primis), c'era la volontà di ricordare le vittime del Terremoto del 1976 in Friuli (6 maggio e successivamente 11 e 15 settembre), che provocò quasi mille morti in Italia.
La corsa passerà nel finale da Faedis ed Attimis, due paesi particolarmente distrutti da quel terremoto.
Il terremoto non fece distinzioni fra le popolazioni di qua e di là della cortina, seminando morte e distruzione sia in Italia che in Slovenia. Le cittadine sono state poi ricostruite e sono oggi dei modelli di ricostruzione e ripristino dei siti, sia dal punto di vista architettonico che del restauro che urbanistico. In particolare è da ricordare il caso di Gemona, un gioiellino restituito all'umanità.
https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_del_Friuli_del_1976

14 ª tappa, sabato 21, Alpago (Farra)-Corvara, 210 km



Weekend dolomitico e quest'anno ritorna il "tappone". Non ha i 230-240 Km delle tappe anni '90, ma ha tante salite, le salite vere dove bisogna spingere di rapporto, ovvero quelle tradizionali per i ciclisti, prima dell'avvento del ciclo-alpinismo.
Ben 6 Gpm, di cui tre assolutamente importanti, e tre minori ai quali andrebbe aggiunto anche il Colle Santa Lucia posto a valle, ma che ha il suo perché, anche per ridurre il chilometraggio e tagliare i primi 6 Km del Giau più lungo, ovvero da Caprile. In totale oltre 6600 metri di guadagno altimetrico complessivo, al netto delle gallerie che mandano in tilt i valori conteggiati dal gps.

Veniamo alla tappa ed al suo sviluppo. Dal Veneto basso cadorino, da Farra d'Alpago e dal lago, si parte alla volta proprio di Caprile passando per l'Agordino, dove si attacca la prima ascesa che porta a Pieve di Livinallongo.


Un breve pianoro annuncia la prima scalata ufficiale di giornata, ovvero il passo forse più percorso nella storia del Giro, il Passo Pordoi, dal versante di Arabba.


A seguire un tracciato di antica tradizione, il cosiddetto Giro dei Quattro Passi, il Sellaronda, attorno al Gruppo del Sella, tra Val di Fassa, Val Gardena e Val Badia. Questo giretto bastava negli anni 80 per fare il tappone di montagna per Moser.


Questi passi sono caratterizzati da pendenze costanti fra il 6 e l'8% con leggerissimi picchi impercettibili.
Siamo nel cuore delle dolomiti, in uno dei tre massimi picchi di bellezza.
Dopo il Pordoi si sale verso Passo Sella con la salita imboccata al bivio prima di Canazei.


A seguire il Passo Gardena o meglio Grödner Joch salita che intervallata da un lungo falsopiano.


Dal Passo Gardena si scende verso Colfosco e Corvara, discesa molto più lunga delle precedenti di Pordoi e Sella e di quasi 10 Km. Da Corvara si risale subito verso l'ultimo dei quattro passi, il Campolongo, quello più facile.


Nel 2016, per fortuna rispetto agli anni '80, almeno si proseguirà un po' oltre il solo Sellaronda.
Dal Campolongo si ridiscende ad Arabba e da qua si torna a ritroso verso Pieve di Livinallongo, ove si svolterà a sinistra salendo verso il Falzarego versante sud in direzione di Cernadoi per poi discendere lungo questo versante del Falzarego più lungo sino a Rucava da dove si affronterà il breve ma importante Colle di Santa Lucia,


che porta dopo una altrettanto breve discesa all'attacco del Passo Giau da Codalonga, appena a nord di Selva di Cadore, tagliando in pratica quasi 6 Km del versante più lungo del Giau, quella da sud.


La difficoltà di questa salita resta comunque intatta. E' questa la salita decisiva, quella che resta nelle gambe e quella dove si attendono gli attacchi veri degli uomini di classifica. Una volta scollinati discesa in direzione di Cortina, leggermente più corta della salita perché a Pocol si svolta per il Passo Falzarego (versante est) e proseguire sino al poco soprastante Valparola. Questa salita unica (Falzarego più Valparola) è un po' meno regolare della precedente, e con minore pendenza media. E' un passo dove conterà fare velocità e mantenere il ritmo per chi avrà attaccato lungo le rampe del Giau. Difficile immaginare che un attacco serio possa invece nascere su quest'ultimo passo.


Alla vista del Sass Stria (Sasso della Strega) a sinistra della strada, le grandi fatiche di giornata saranno terminate, ma in discesa non ci si dovrà far prendere dalla Stria (in milanese e nordico la strizza, la strega, la paura).
Dopo l'ultimo picco comunque discesa bellissima lungo la Val Badia nel cuore della patria ladina sino a La Villa lunga 165 Km e da qua ultimi 5 Km in falsopiano con circa 130 metri di dislivello da risalire per raggiungere la capitale ladina.
Dal Valparola al traguardo vi saranno esattamente 20 Km e non sono pochi.

ANALISI DELLE SALITE

Pian di Salesei (Pieve di Livinallongo) (non valido come Gpm)



PASSO PORDOI



PASSO SELLA



PASSO GARDENA



PASSO CAMPOLONGO



PASSO GIAU



PASSO VALPAROLA - La salita è composta dal Passo Falzarego versante est e dal solo tratto finale del Valparola est dal Falzarego
Falzarego est


Valparola est dal Falzarego





CONCLUSIONI
Ha tutti i crismi per essere la tappa che delineerà la classifica in vista dell'ultima settimana.
La tattica ispirata da una tappa del genere è abbastanza prevedibile. Nel tratto del Sellaronda e precedente si sganciano gli attaccanti da lontano con poche possibilità ed i gregari o seconde linee per fare da appoggio nel finale, mentre sul Giau si devono muovere i capitani e non ci sono alternative perché il Falzarego est è molto facile. Avere poi dei compagni su quest'ultima salita è fondamentale per piazzare un attacco vincente, cosa comunque tutt'altro che semplice. Non saprei comunque dire se questa tappa darà i frutti attesi, perché il finale è davvero facile.
Di certo è una tappa da vincere con la squadra, impossibile a mio avviso una azione solitaria a sé stante.

Osservando le altimetrie della 13a e 14a tappa, quella di Cividale e quella di Corvara, mi è venuta voglia di fare un piccolo gioco di comparazioni.
Premesso che la prima tappa in esame, Cividale, è di quasi 4000 metri di guadagno altimetrico, mentre quella di Corvara è di 6600 metri, ho provato ad immaginare questa seconda tagliata di 50 Km, che già significano un bel 500 in meno di guadagno altimetrico, in modo da compararle a pari chilometraggio.


La tappa di Corvara si corre in quota e ciò ha il suo peso. Un altro rilievo importante è che la seconda ha comunque un buon 2000 metri in più di guadagno altimetrico, in buona parte apportato dalla prima ascesa, quella al Pordoi.
Premesso tutto quanto possiamo dire che:
- le pendenze della tappa dolomitica sono assolutamente dolci e regolari, mentre la tappa friulana under 1000 metri è ricca di salite irregolari e con forti pendenze, dove per un gruppo o per degli inseguitori è difficile vedere gli attaccanti, ovvero avere punti di riferimento;
- le discese della tappa dolomitica sono altrettanto regolari e pedalabili in relativa tranquillità, mentre la tappa friulana sarà una somma di stress e fatica per le discese assolutamente irregolari ed estremamente impegnative e pericolose;
- l'abbinata finale Porzus+Valle di Soffumbergo non ha molto da invidiare all'abbinata Giau+Valparola, in particolare per le non proibitive caratteristiche di quest'ultima;
- il recupero eventuale dei corridori staccati nel finale della tappa dolomitica è possibile, fatte salve le forze, mentre un recupero nel finale di Cividale richiede doti di temerarietà unite a riserve di energia, cosa tutt'altro che banale.

La Gazzetta dello Sport ha attribuito 4 stelle alla tappa di Cividale e 5 a quella di Corvara.
Formalmente è una cosa corretta, anche per la differenza di chilometraggio, ma dopo l'analisi dei tracciati mi sento di affermare che anche Cividale meriterebbe le 5 stelle, e sennò diciamo 4 e mezzo!

Con l'arrivo di Corvara si scaleranno 5 colli superiori ai 2000 m; il meteo avrà la sua importanza perché si corre il 21 maggio.

vallelvo ha scritto:Con l'arrivo di Corvara si scaleranno 5 colli superiori ai 2000 m

Certo, certo, assolutamente l'avevo messo nelle premesse.
350 metri di dislivello a 500 metri sono diversi dagli stessi a 1800-2000 di quota. Nessun dubbio.

vallelvo ha scritto:il meteo avrà la sua importanza perché si corre il 21 maggio.

Fatto salvo che il freddo a quota 2000m  non è quello di quota 1000m nello stesso giorno e stessa ora, dio non voglia che il giorno di Cividale sia giorno di pioggia o comunque brutto tempo.
Su quelle stradine sarebbero dolori e la selezione la farebbero le discese.

15 ª tappa, domenica 22, Castelrotto-Alpe di Siusi (Crono individuale), 10,8 km



Tappa domenicale per questa paradisiaca località che mi pare una novità per il Giro.
Una tappa tutta per questo altopiano da favola, affinché le telecamere lo inquadrino per un paio d'ore in diffusione mondiale. Il Giro serve anche (soprattutto) a questo. E ben venga al posto del deserto impostoci dai merdosi petrodollari delle truppe cammellate.
Pensiamo positivo adesso e pensiamo al Giro che resta l'evento più importante per adesso di Rcs.

Tappa semplice da descrivere. E' una totale cronoscalata che sarà corsa con la bici normale.


Giù dalla rampa di lancio la strada tende subito all'insù. Meno di due km in leggera ascesa e si arriva al bivio di Telfen-Lanzin che porta dritti alla ladina Compatsch, località di arrivo nel cuore dell'Alpe di Siusi. Salita molto regolare attorno al'8-9% con alcune punte brevissime che toccano il 13%.

ANALISI DELLE SALITE

Alpe di Siusi (da Telfen-Lanzin fino a Compatsch)








CONCLUSIONI
Sulla carta dovrebbe favorire gli scalatori perché è di sola salita, ma la distanza contenuta e la pendenza ragionevole non dovrebbero far loro asfaltare i passisti scalatori, anzi ...
A meno di soggetti particolarmente in forma, non dovrebbero proprio vedersi i distacchi della cronoscalata del Monte Grappa.
E dopo l'Alpe di Siusi si riposa per riprendere dal Trentino sudtirolese (Bressanone) e italiano (Andalo).