Non ho anch'io le competenze e le conoscenze (solo empiriche) per stabilire se Contador, come altri direi, sia adatto alle classiche ed alle gare lunghe, ma di certo le sensazioni ed i dati almeno apparenti si possono ricavare.
Il dubbio vero sta qua però:
- non sarebbe adatto tout court ai 250 km per sua lacuna naturale?
o
- non sarebbe adatto per una eccessiva specializzazione di doti personali per distanze fra i 180 ed 220 km?
Il dubbio è sempre più forte e un po' l'argomento è stato sviscerato in uno scambio con Salvatore.
La riforma Uci sulle distanze ha livellato ed appiattito il ciclismo, favorendo una esasperata specializzazione. Per un corridore di GT, avere nelle gambe una distanza di 250 km è una dissipazione di risorse e preparazione, perché le tappe solo raramente vanno oltre i 220 km ed inoltre le gare a tappe di quella distanza non vengono comunque corse con l'intensità di una classica e quindi col coltello fra i denti e la tensione sin dai primi km. Si veda l'ultimo Fiandre in cui la bagarre è cominciata molto presto ed anche le cadute. I primi 50 km almeno di una tappa di GT sono assolutamente sereni e col pilota automatico.
Il problema è che la distanza contenuta è divenuta una sorta di "contraccettivo" del doping, un totem-feticcio sposato dall'Uci per "tennisizzare" il ciclismo (allargare il calendario), e per la gran parte dei corridori la lunga distanza è una signora sconosciuta, anche per i molti corridori WT che fanno di mestiere i gregari della prima ora.
Ecco pertanto che nasce la specializzazione del Pavé (con max 30 concorrenti veri), delle Côtes brevi-facili (50-60 concorrenti veri), delle Côtes lunghe (leggi Liegi) con una 40ina di concorrenti veri, che consumano qua il loro primo (e talvolta unico
) blocco stagionale.
Poi ci sono i corridori da GT (una cinquantina di persone) che si dividono in quattro blocchi
1 G+T
2 G+V
3 T+V
4 solo G o T o V
dove G, T e V sono i tre grandi giri.
Da sempre la sovrapposizione fra il gruppo delle pietre e quelli dei GT è stata risibile (Moser, Kelly, Lemond, Hinault, Wiggins (?), stop).
La cosa preoccupante è che adesso si sta rapidamente restringendo anche la sovrapposizione fra gli insiemi dei corridori dei GT e quello delle Côtes.
Detto questo, mi chiedo se il dubbio su Contador sia in positivo od in negativo. Ovvero, è Contador che oltre ad essere un ottimo corridore da GT emerge anche se con qualche limite nelle gare delle Côtes, o davvero sia fortunato che i GT non abbiano più tappe dure da 250-260 km perché sennò crollerebbe?
Purito e Valverde vanno bene anche nelle classiche, ma è possibile che così abbiano perso quella punta di smalto nei GT? Domanda senza risposta e ... molto pericolosa per la bellezza di questo sport.
Guardata da questo punto di vista a me verrebbe da pensare che un Contador, un Andy Schleck, uno Vinokourov, e ovviamente Valverde e Purito (spero di aggiungere Nibali a breve) siano più completi di un Wiggins (Roubaix a parte), di un Froome e di altri che limitavano e limitano la loro stagione ai piccoli e grandi giri.
E' una frase accademica, sia chiaro, che prescinde dai nomi e soprattutto da eventuali simpatie.
Mi riferisco solo ai programmi, alla specializzazioni esasperate ed alle attitudini personali rispetto alla distanza.
Detto questo, continuo a chiedermi senza risposta, perché i Mondiali si corrano sui 260-270 km quando più di metà del gruppo quella distanza la corre fra 0 e 5 volte soltanto nell'annata.
E' anche per questa ragione che l'insieme dei corridori da titolo mondiale si incrocia sempre meno con quello dei GT. E qua non stiamo parlando di specializzazione per le Côtes.
Per smentire questa impressione auguro un mondiale storico a Ponferrada ad Alberto ed agli altri leader dei GT.
Ultima modifica di BenoixRoberti il Gio Apr 17, 2014 5:38 pm - modificato 1 volta.