Da BenoixRoberti Ven Apr 04, 2014 1:41 pm
Resta il fatto che se Lemond è stato costretto ad una difesa degli italiani è perché siamo proprio più deboli
Scherzi a parte mi sento di condividere le parole di Carletto, anche se resta valida in sostanza l'osservazione di Salvatore. Il calo qualitativo non lo possiamo negare.
Però dobbiamo osservare che quando i nostri giovani si misurano sui terreni difficili e "si provano", "ci picchiano il naso", non ci mettono molto a diventare protagonisti.
Altra cosa che balza all'occhio è la difficoltà dei nostri nelle corse di lungo chilometraggio.
Facile dargli addosso, ma avendo poche possibilità di correre corse lunghe lo ritengo abbastanza normale.
Peraltro tutti sanno che preparandosi per le lunghe distanze si perde smalto nelle corse sotto i 200, che sono poi quelle che pagano il pane ai nostri.
Rimediare a queste problematiche non è compito dei corridori, ma della dirigenza politica che dovrebbe avere una visione d'insieme, una progettualità che assolutamente non esiste.
Non vi pare un parallelo con quello che avviene in Italia tra politica e piccoli imprenditori (sottolineo PICCOLI) lasciati allo sbando? La conseguenza è la chiusura delle piccole imprese e la disoccupazione dei dipendenti.
Nel ciclismo questo è il crollo del movimento nel suo complesso.