4a tappa Vuelta a España 2013 - Lalín/La Estrada (Finisterre) - 189,0 Km - (27 agosto)

Si va avanti di Mirador in Mirador. Da un punto di vista ciclistico potrà anche fare arricciare il naso, ma è un periodo difficile e Unipublic deve fare tesoro dove può.
Il successo delle tappe galiziane dello scorso anno ha portato le varie diputaciones gallegas a coalizzarsi per creare un pacchetto di 4 tappe ben assortite (di salite da garage s'intende) che certamente non annoiano gli spettatori (quelli "tele" come quelli in loco).
La politica galiziana ha dato il meglio di sé in questa vicenda e amministratori popolari, socialisti e soprattutto i rigidi nazionalisti del bloque gallego hanno fatto sistema per proporre al meglio la loro terra, qualche anno fa messa in ginocchio dal disastro ambientale della petroliera Prestige (un nome, una beffa).

Ciò nonostante la Galizia è ripartita ed è stato notevole il lavoro fatto per recuperare in parte la natura persa. Ma la vita continua sopra e sotto il mare. Per ciò non mancheranno i paesaggi da cartolina che tanto quest'anno sono aumentati in questo ciclismo prof sempre più al servizio turistico, dalla Corsica stra-celebrata per una grave dimenticanza decennale francese, ai fiordi norvegesi, alle montagne alpinistiche austriache, sino all'incombente territorio inesplorato ciclisticamente dell'Alberta canadese. Nuova età dell'oro? Mah, prendiamo tutto con le pinze, ma certamente non c'è di che lamentarsi, vista la tremenda crisi. Finché ci sono idee nuove e paesaggi nuovi con tracciati non banali, perché privarsene? Resta il fatto che il ciclismo è il ciclismo e la sua magia non ha bisogno per forza della cartolina, tant'è che tre monumento su cinque transitano da lande non proprio incantevoli (o almeno non del tutto come per le due belghe) o stupendamente brutte come quelle della Roubaix.
In ogni caso queste novità non rappresentano delle solenni cacate come le invenzioni cinesi (magari quest'anno migliorerà) o le chiaviche arabe di cui francamente se ne farebbe a meno, anche se al petro-soldo ormai non rinuncia nessuno; si parla addirittura di una prova di coppa del mondo di sci nel famoso impianto artificiale.  

Insomma non lamentiamoci troppo e godiamoci questo terzo traguardo ballerino, stavolta pure anticipato da un vero e proprio mostro, il Mirador de Ézaro, dove lo scorso anno la Vuelta fece tappa. Per molti non dovrebbe essere decisiva, ma personalmente credo che siano in molti a voler fare fuori ruote veloci e resistenti come quelle di Gianni Meersman e portare via un gruppetto selezionato. Si aggiungano le esigenze degli uomini di classifica di stare davanti a quelle di coloro che vogliono fare pulizia di velocisti e non è difficile attendersi una bella bagarre prima dell'ennesimo Mirador. Il primo almeno lo chiamano monte (da Groba), il secondo oggi era il Lobeira e domani due: il mostro citato e quello dell'arrivo al faro di Fisterra (Finisterre), dove si credeva finisse il mondo. Peccato che poi luoghi analoghi se ne trovano, sempre ad ovest, pure in Portogallo ed in Francia (appunto il Finistère, quest'anno cancellato dal calendario ciclistico).
Non sarà la fine del mondo domani ma di certo le fatiche cominciano a farsi sentire (la tappa di ieri ventosa è stata massacrante), per cui credo che al faro non si presenteranno in tantissimi. Il vento sarà minore di quello della tappa passata ma non mancherà, in particolare quando il gruppo giungerà in riva al mare. Anche domani spirerà da NNE quindi in favore nella salita finale (e contro sull'Ézaro).
Si diceva dell'Ézaro. Serve giusto un ripasso per capire di che si parla:

'na brutta roba ed in particolare nelle foto seguenti dove la strada tocca in questo breve tratto a S (in cemento rigato) il ... udite udite ... 29%  

Non serve dire molto altro, se non che la strada successiva al Mira-Mostro in falso piano sarà controvento, tortuosa e non molto ampia. Sarà invece ampia la discesa, unico tratto ove i ritardatari potranno recuperare.

Ma una volta terminata la discesa comincerà il tratto finale di circa 10 km su strade abbastanza tortuose e vallonate.
Qua di seguito l'attacco della salita finale in discreta pendenza (sopra al 10%), che poi spianerà prima del lungo-costa finale da mozzafiato.

E siamo al gran finale, non c'è che dire, pura cartolina. Scenario bellissimo e strada che sale (gli ingredienti della Vuelta).

Un'altra tappaccia è andata, magari senza grossi (o forse nessuno) solchi fra gli uomini di classifica, ma le energie sono calate ulteriormente, il giusto per rendere saporito un finale dove le fatiche saranno enormi.
Ma non lamentiamoci troppo, in fondo lo spettacolo di certo non manca e non mancherà. Questo, si può fare.
Eppoi l'alternativa è questa: