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    Quale futuro per il ciclismo (quel ciclismo descritto da Danilo Di Luca nel suo libro)

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    Quale futuro per il ciclismo (quel ciclismo descritto da Danilo Di Luca nel suo libro) - Pagina 3 Empty Quale futuro per il ciclismo (quel ciclismo descritto da Danilo Di Luca nel suo libro)

    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Apr 26, 2016 10:17 am

    Promemoria primo messaggio :

    Ho fatto uno stralcio dalla discussione sulla frase di Di Luca su Pantani perché la discussione su "quale ciclismo vogliamo?" è decisamente decollata ed era inutile lasciarla nel 3d del grande Marco.

    vallelvo ha scritto:Perchè nessuno intervenne ai tempi? Solo sempre per soldi, anche scrivere i libri....
    Sempre più triste.

    Nel caso specifico, di Di Luca, va detto che lo stesso nel 1998 era all'ultimo anno da Under23.
    Perché nessuno intervenne? Hai ragione da vendere, ma il gruppo è qualcosa di antitetico ad una aggregazione. E' la somma di individui che tale restano anche se assembrati.
    Nessuno è mai intervenuto per un altro pesantemente chiamato in causa.
    Di fronte ai tribunali dell'ipocrisia sportiva (chiamarla giustizia è un eufemismo) ciascuno è e resta solo.

    Non so se si possa dire che Di Luca lo faccia per soldi, che abbia scritto il libro per avidità e denaro.
    Lo trovo riduttivo perché avendo una avviata azienda di produzione di bici, forse, gli sarebbe convenuto il silenzio. Non penso che la sua vita cambi con qualche decina di migliaia di euro mettendo a rischio una azienda, un marchio.

    Infine dalle preview di brani del libro interpreto una narrazione più intima, più su se stesso che non la classica vuotata di sacco per portare fango e danno ai colleghi.

    Eppoi qualche suo ex collega ... che ebbe a scaldarsi a suo tempo, diciamo che sarebbe meglio che non pontificasse.
    Non so se sia peggio tra chi si dopa e viene beccato e chi fa la morale da ventriloquo del potere e poi salta bellamente i controlli perché protetto.
    Per questa ragione non me la sento di gettare la croce addosso a Di Luca in modo esclusivo.
    Di Luca è la punta, ma sotto c'è un iceberg nascosto (dall'antidoping).

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    Messaggio Da vallelvo Lun Mag 02, 2016 9:12 am

    Il ciclista deve stare dentro al sistema, dice nell'intervista. 

    Di Luca non è stato chiaro, a mio parere.

    Avrebbe dovuto esprimersi meglio, quasi che il doping esista solo nel ciclismo. Negli altri sport non se ne parla, o meglio al primo accenno si mette subito tutto a tacere, questa è la differenza.

    Per il Gasparre, pecunia.....
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Mag 02, 2016 11:22 pm

    Comprendo le tue perplessità, ma pensare che da Di Luca potesse derivare una analisi completa sulle differenza dell'antidoping fra i vari sport è impossibile.
    In questo il ciclismo sconta maledettamente il suo essere sport individuale in squadre, con le squadre che poi spariscono quando il corridore ha qualche problema.
    A quel punto ecco che il "reietto" subisce le punizioni e poi passa al contrattacco, attraverso un libro con molti aspetti positivi (a mio avviso) come Di Luca o attraverso spiattellate di miseria umana come Gasparre.

    Non so se anche altri hanno notato la differenza di profondità sull'argomento fra l'intervista a Gasparre e quella a Di Luca.
    Nel primo caso si raspa proprio nello schifo, e Gasparre svolge il ruolo del perfetto voltagabbana, raccontando solo i particolari che vanno per la maggiore in questo genere di inchieste che io definisco di porno-doping e esplicitamente il servizio è orientati

    Nell'intervista a Di Luca invece il profilo delle domande è più mirato, più orientato sul filo conduttore del libro. C'è più attenzione alla narrazione e meno disinformazione su argomenti beceri, questo a dimostrazione della precisa volontà di fare male al Giro da parte della Redazione delle Iene.

    Fatto sta che oggi l'Accpi ha deciso di querelare Le Iene, Di Luca e Gasparre congiuntamente.
    Ma di questo rimando ad un successivo post.
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    Messaggio Da vallelvo Lun Mag 02, 2016 11:30 pm

    L'Accpi meno male che è intervenuta.
    Dovrebbero intervenire anche altri, se non altro per difendere il piatto in cui si cibano: i grandi capi.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 03, 2016 12:13 am

    Certo, ma temo che la querela ad una trasmissione Mediaset  possa divenire un boomerang. Mi vorrei sbagliare, ma ho sinistre sensazioni.
    Non anticipo nulla della mia analisi prima di avere riportato fedelmente il testo.

    Il comunicato diramato dall'Accpi è il seguente:
    Di Luca, Gasparre e Le Iene: parte la denuncia dei corridori
    maggio 2, 2016 giulia de maio NEWS
    L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani ha deciso di procedere legalmente nei confronti di Danilo Di Luca, Graziano Gasparre e le “Iene” Michelangelo, Gianluca Paloschi e Alessandro De Giuseppe per i servizi andati in onda sul tema del doping nel ciclismo nelle puntate del 28 aprile e del 1° maggio.
    I due ex atleti, con precedenti noti alla giustizia, hanno diffamato la professione dei corridori in attività arrecando loro un gravissimo danno d’immagine. I due ex pro’ hanno infatti mosso accuse generalizzate alla categoria dei ciclisti, che sono state trasmesse dal popolare programma di Italia 1 Le Iene, senza alcuna verifica della loro fondatezza.
    I corridori italiani non accettano di essere insultati da ex colleghi che già con la loro condotta ai tempi in cui gareggiavano hanno infangato il nome del ciclismo. Dispiace e addolora vedere che a pochi giorni dall’avvio del Giro d’Italia altro fango è stato gettato sul mondo delle due ruote, anche se da soggetti privi di ogni credibilità. Nessuno può smentire i grandi sforzi profusi dal ciclismo in questi anni che hanno consentito peraltro di mettere in luce i gravi comportamenti posti in essere da soggetti quali, ad esempio, lo stesso Danilo Di Luca, squalificato a vita per recidiva.
    Il gruppo non intende in alcun modo accettare che il comportamento spregiudicato e la ricerca spasmodica di popolarità di rari elementi danneggino, con il contributo consapevole di una trasmissione televisiva, l’immagine dell’intero movimento. Per questo l’Assocorridori italiana affidandosi all’avvocato Federico Maria Scaglia di Milano nella giornata di oggi si muoverà legalmente nei confronti di Di Luca, Gasparre e della trasmissione suddetta in merito alle affermazioni diffamatorie pronunciate.


    Stasera mi sono sentito con un amico "legale" perchè all'interno del comunicato c'è uno strafalcione che potrebbe dare occasione sia a Gasparre che soprattutto a Di Luca di controquerelare pesantemente l'Accpi ove afferma con preoccupante leggerezza una castroneria colossale:
    "I due ex atleti, con precedenti noti alla giustizia ..."
    Orbene, in questo passo l'Accpi denuncia una diffamazione compiendone un'altra lei stessa, perché i due non hanno precedenti con la giustizia!
    Paradossale che nessuno abbia rilevato l'assenza della parola "sportiva", ovvero "giustizia sportiva".
    Anche il passaggio in cui si descrive il fango gettato sulla categoria "anche se da soggetti privi di ogni credibilità" mostra note di merito che andrebbero distinte fra la perdita di credibilità sportiva e quella in senso assoluto di due comuni cittadini. Come i due non avrebbero diritto di affermare che il ciclismo non è credibile, allo stesso modo una controparte non deve passare al rilancio.

    Personalmente avrei inciso molto più sulle parti deboli del messaggio prodotto senza attaccare i due soggetti e men che meno gli autori della trasmissione, ovvero focalizzandosi sul merito, perché il ciclismo sebbene migliorato come vuole affermare l'Accpi non è strutturalmente e mediaticamente ancore forte per potere controbattere di solo orgoglio, soprattutto se la base del discorso è la solita "pretesa pulizia" che poi finisce per essere ridicolizzata anche dal singolo successivo caso. Semplici sfumature di diversa strategia sono le mie.

    E come strategia ritengo il seguente il peggiore errore di comunicazione:
    Il gruppo non intende in alcun modo accettare che il comportamento spregiudicato e la ricerca spasmodica di popolarità di rari elementi danneggino, con il contributo consapevole di una trasmissione televisiva.
    Con questa affermazione (anche se la miratezza esplicita sul Giro è palese) si finisce con l'accusare esplicitamente una trasmissione di aver confezionato una operazione diffamatoria. Si può pensare una cosa del genere, ma scriverla esplicitamente è un suicidio, vuol dire sollecitare una reazione cattiva da parte del media accusato.

    Il ciclismo non ha le spalle ancora forti per reggere un confronto impari come mettersi contro Mediaset. Peraltro la speranza di verità su Campiglio e Pantani, sposata dalla redazione sportiva di Mediaset e da Italia1 in particolare, è già orientata criticamente sulla volontà di indagare il sistema che sovrintende al ciclismo. Esacerbare i conflitti porterebbe solo ad ulteriore e mortificante fango. Per questo penso che sia preferibile una chiara e coraggiosa scelta di trasparenza a testa alta.

    Personalmente avrei preferito propendere per un dialogo serrato, a muso duro con la trasmissione, magari con la possibilità di concordare con Le Iene un servizio sulla condizione di vita di un ciclista e sulla limitazione alla vita privata che questa professione comporta a seguito dei vincolanti controlli.
    Il ciclismo ha bisogno di uscire dalla gabbia in cui si è cacciato, ha bisogno di mostrasi al pubblico, di abbattere i muri del luogo comune, non di trincerarsi dietro una stizzita querela che poi non porterà a nulla come tutti sappiamo, perché in fondo in quei servizi non ci sono gli estremi per quella che la giurisprudenza ordinaria considera diffamazione, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione che ha un impianto informativo e quindi potrà fare tesoro del passato anche prossimo e magari venturo del povero ciclismo per affrancarsi in scioltezza da ogni accusa.
    Se questo invece serviva per dare orgoglio ad una categoria vessata, va benissimo, ma attendersi qualcosa di concreto da una querela nel Paese delle 5 milioni di cause penali è puramente velleitario e, semmai si giungesse ad un esito processuale, quel giorno gli attuali corridori avranno già tutti smesso la loro attività.

    Ancora una volta temo che si sia persa una occasione per rompere l'accerchiamento con intelligente lungimiranza e che invece si stia prestando il fianco per un ulteriore bagno di sangue trincerandosi dietro garanzie urlate che all'esterno vengono percepite dal comune cittadino come ulteriore ipocrisia.

    Non ho belle sensazioni sull'aria attorno a questo giro, anche perché Rcs è in questa fase una nave in balìa del vento in attesa di un capitano e di una direzione da prendere. Il Giro poi è ancor più debole perché subisce anche gli attacchi interni del suo house organ di colore rosa, che al doping nel ciclismo dedica sempre tre volte lo spazio che dedica al ciclismo stesso.

    In un contesto così debole valeva proprio la pena gettarsi in una crociata?
    Speriamo bene. Embarassed
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 03, 2016 9:21 am

    Le mille querele che finiscono nel nulla. Tanto per dire.

    L’Accpi e un’altra querela annunciata. Ma che fine fanno tutte queste denunce ?
    Posted by: admin 2 maggio 2016
    L’Accpi ha deciso, probabilmente a furor di popolo, di denunciare gli autori de “Le Iene” che hanno realizzato le interviste a Di Luca e Gasparre e i due corridori. Prima di entrare nel merito analizziamo letteralmente cosa hanno dichiarato i due corridori.
    Di Luca, oltre a parlare del suo libro ha detto:«Il ciclista deve stare dentro certi schemi e non può dire certe cose» e «Si, PENSO ancora che chi arriva nei primi 10 al Giro non può andare a pane e acqua» e ancora «Nel ciclismo si è molto ipocriti quindi la menzogna conta parecchio».
    Non serve essere Perry Mason per capire che in queste frasi non ci sono assolutamente gli estremi per la querela.
    La frase «E’ impossibile non fare uso di doping e arrivare nei primi 10 al Giro d’Italia» attribuita, all’inizio del servizio di Gasparre, a Danilo Di Luca risale in realtà a due anni fa e lo si può facilmente capire dai capelli, più lunghi, di Di Luca.
    Gasparre ha dichiarato:« I ciclisti di preparano in allenamento e con preparatori» poi, incalzato il giornalista gli chiede se si preparano ANCHE con il doping e lui risponde: « Si, perché finire un Giro d’Italia a pane e acqua, senza doping, è DIFFICILE» e poi ancora stimolato dall’intervistatore racconta cos’è l’epo, come si prende e che tipo di vantaggi dà: né più e né meno di un libro. E poi ancora dice dove si poteva (verbo al passato) comprare, quanto costava, ecc. . L’intervistatore gli chiede se ancora oggi tutti i ciclisti facciano uso di Epo e lui risponde: « PENSO di si». Poi prosegue a spiegare come faceva a non essere beccato. Passa poi a descrivere cosa prendeva: niente ormone della crescita, ma il testosterone si e poi via con la descrizione delle caratteristiche dei prodotti quali anfetamine, cocaina, nitroglicerina e insulina. Poi spiega cos’è l’ormone “stargate e dice che «si usa anche in palestra e ti dà potenza». Poi descrive il noto processo delle sacche di sangue,  il metodo utilizzato per i controlli, racconta di aver avuto un tumore e consiglia il libro di Di Luca. In conclusione di intervista alla precisa domanda su quanti saranno i dopati in gara al prossimo Giro d’Italia e Gasparre risponde: «Chi lo sa ?!? SECONDO ME molti e chi non è pieno si ritira».
    continua qua:
    http://www.ciclismo-online.it/2016/05/02/laccpi-e-unaltra-querela-annunciata-ma-che-fine-fanno-tutte-queste-denunce/
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    Messaggio Da prof Mer Mag 04, 2016 11:25 am

    Ormai ero convinto che l'ACCPI non esistesse nemmeno più'.
    Se volessero davvero fare l'interesse dei corridori, dovrebbero aiutarli a crearsi un ambiente di lavoro più' dignitoso e umano, a meno che non ritengano che tale già sia: ce lo dicano e di li' sapremo con chi abbiamo a che fare.

    Sul fatto che siano sempre e solo gli atleti a pagare, io dico che mi auguro di cuore che se esistono "certi atleti", quelli protetti nelle basiliche (come dice Francini) e, come sembra, protetti pure dalle istituzioni ciclistiche (di Stato), paghino, paghino in fretta e paghino salato. Lo scandalo del ciclismo sarebbero solo loro.


    Quel che dice Di Luca suona molto simile a quanto affermano tante altre testimonianze: stranamente suona sempre più' vicino a quanto si dice in giro tra addetti e non addetti ai lavori. Sembra sempre più' coincidere con quanto da decenni si sostiene attorno al ciclismo e, spesso e volentieri, con molta più' cognizione di causa dei quattro coglioni che si grattano l'ego in certi forum de ciclismo.
    Per farsi andare giu' questa sbobba, che è diventato questo povero sport, ci vuole un gran stomaco ed anche un bel po' di fette di prosciutto sugli occhi.
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    Messaggio Da Admin Gio Mag 05, 2016 3:12 am

    Grazie ad Alessandra Carati per il caloroso messaggio speditoci.
    Grazie davvero, ma sono gli appassionati del ciclismo a ringraziare Alessandra.
    Alcuni lo hanno fatto subito, altri lo faranno più avanti quando avranno metabolizzato la qualità ed il valore strutturale del lavoro fatto da Alessandra con Danilo.
    Tirare pugni è un gesto di violenza, ma non se la vittima aveva ingoiato una moneta rischiando di soffocare.
    Il ciclismo sta soffocando per la moneta che ingoiano (in pochi).
    Un salutare pugno nello stomaco è necessario per salvarlo.

    le scrivo per ringraziarla della lettura acuta e lucida che ha proposto. Stanno uscendo diverse recensioni, nessuna ha colto la portata più sotterranea ed eversiva del libro, così come invece ha fatto lei. Le 'verità' di Danilo non riguardano tanto il suo outing sulla condotta farmacologica, quanto il quadro di riferimento in cui questa si inscriveva. certo, è molto più complesso e faticoso guardare il libro in questo modo, ma è quello più fedele all'intenzione che ci eravamo prefissati
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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Mag 05, 2016 9:41 am

    Voglio rassicurare i veri, grandi appassionati di ciclismo, che il libro non è assolutamente scandalistico. Chi lo scrive lo fa un po' in preda alla psicosi di vedere questo sport ed i suoi principali attori ricoperti di fango per l'ennesima volta.

    E' molto comprensibile, ma le parole pesatissime e delicate utilizzate da Alessandra Carati trovano un reale conferma in un libro che va letto due volte.
    La prima lettura viene rapita dalla curiosità dei particolari rivelatori, inevitabile, la seconda invece serve ad inquadrare il filo rosso della narrazione, e lì si entra inevitabilmente in un mondo da cambiare che nessuno che ami questo sport potrà dire di non aver percepito, a meno di essere "ipocriti". 
    E' quello che si legge e si può leggere sotto traccia, ma sempre ben presente, che rende questo libro assolutamente diverso da una letteratura a cui viene erroneamente attribuito ed a cui assolutamente non appartiene.
    Ciò che colpisce è che a criticare maggiormente questo libro siano i soliti forcaioli dell'antidoping, i pennivendoli dal "sistema" marcio traggono benefici. Il cancro sta dentro al ciclismo e la scrittura intelligente di una persona esterna è riuscito a dimostrarlo.
    Questo dà tremendamente fastidio.

    L'altro ieri ho saputo da Morris che ha dovuto penare per trovare il libro perché in alcune librerie era già sparito, a dimostrazione che il tam tam sta dando vigore alle vendite, ovvero che chi lo legge lo consiglia ad altri.
    Io sinceramente mi sento di fare lo stesso.
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    Messaggio Da vallelvo Gio Mag 05, 2016 5:10 pm

    Admin, già sapevamo della lettura acuta del nostro!

    Forse il libro lo leggerò, più avanti quando le acque si saranno un po' calmate.
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    Quale futuro per il ciclismo (quel ciclismo descritto da Danilo Di Luca nel suo libro) - Pagina 3 Empty Le Iene - Francesco Reda

    Messaggio Da Admin Ven Mag 06, 2016 1:03 am



    Iene
    Francesco Reda, un ciclista professionista che in questi anni ha gareggiato in tutte le corse più importanti, ci ha chiamato per aggiungere la sua testimonianza a quanto detto sino a qui.

    Reda
    Io cinque anni fa ho denunciato il sistema

    Iene
    Che è successo?

    Reda
    Niente, mi hanno squalificato.

    Iene
    In cosa consisteva la tua denuncia?

    Reda
    Ho denunciato un sistema malato nel quale i ciclisti sono costretti ad accettare tutto pur di correre.

    Iene
    Accettare cosa?

    Reda
    Accettare l'uso di sostanze vietate e contratti poco chiari.

    Iene
    Le cose che ci hanno raccontato Di Luca e Gasparre sono verosimili?

    Reda
    Certamente

    Iene
    Nelle loro interviste hai trovato esagerazioni?

    Reda
    No erano uno spaccato seppur minimo della realtà.

    Iene
    Allora la realtà è ben più complessa?

    Reda
    Sì la realtà è molto più complessa. E' molto più grande di noi singoli ciclisti.

    Iene
    In sintesi come funziona il sistema che hai denunciato?

    Reda
    Chi denuncia viene punito e non è detto che se risulti positivo ad un controllo, tu sia davvero dopato.
    Ovviamente è vero anche il contrario. Cioè non è detto che se tu risulti pulito, lo sei davvero.

    Iene
    Quindi l'antidoping è il randello del potere?

    Reda
    Sì, le logiche di protezione sono i soldi.

    Iene
    Insomma un bel casino

    Reda
    Sì un bel casino.
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    Messaggio Da vallelvo Ven Mag 06, 2016 8:41 am

    Ci mancava anche Reda, cosa non si fa per soldi.

    Le iene dello sport conoscono solo il ciclismo, poveri.
    Qualcuno dovrebbe dir loro che lo sport non è solo ciclismo e ricordargli che il buon tacer....
    Tristezza infinita.

    Buon Giro d'Italia nonostante tutto.
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    Messaggio Da prof Ven Mag 06, 2016 11:00 am

    Certo che il buon Francesco, oltre che coraggioso, mi pare anche tutt'altro che sprovveduto ... Credo davvero che il Protetto nella Basilica avrebbe fatto meglio a cambiare strada quel giorno ...
    Bravo Francesco! E bravi tutti quelli che si daranno da fare per salvare il loro sport e la loro dignità di uomini che svolgono o hanno svolto la loro professione.

    Chi non capisce (o meglio, fa finta di non capire) che non ci troviamo di fronte ad uno scandaletto da rotocalco ma ad una lesione gravissima della dignità di uomini che lavorano e che svolgono la loro professione con grande merito, sacrificio, coraggio e dedizione  e che tutto questo si perpetua da decenni, non è soltanto un semplice ipocrita ma anche un disonesto. E pensare che solo pochi giorni fa si è officiato il rito del I Maggio ...

    Chi ha sofferto per la vicenda del povero Pantani ed è pronto a chiudersi occhi, orecchie e bocca di fronte  alla realtà verminosa del ciclismo di oggi o è un povero mentecatto o è un povero coglione: tertium non datur.
    VinceStrong? Speriamo di no ...
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    Messaggio Da vallelvo Ven Mag 06, 2016 11:05 am

    Contesto il fatto che per farsi le ragioni si vada alle iene.
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    Messaggio Da prof Ven Mag 06, 2016 11:31 am

    vallelvo ha scritto:Contesto il fatto che per farsi le ragioni si vada alle iene.
    Spero che mi perdonerai, Vall, ma proprio non sono d'accordo.
    Gli altri, quelli funzionali e alleati (per forza, per convenienza?) al potere vigente si permettono di sparare a pallettoni sui malcapitati che vengono designati dall'antidoping e questi ultimi dovrebbero solo tacere e prendersela in quel posto?

    Un povero coglione, qualche giorno fa e su un altro forum, si chiedeva un po' snobisticamente chi fosse 'sto Gasparre; così', per sottolineare come, a sparlare della cosca fossero solo degli sfigati ... Gasparre, capisci? Uno dei migliori (anzi, il migliore) U23 della sua generazione e più' che discreto professionista.

    La comunicazione si fa con i mezzi che ci stanno: l'importante è che sia buona comunicazione e buona informazione.
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    Messaggio Da vallelvo Ven Mag 06, 2016 1:06 pm

    Nessun perdono, non mi hai fatto male Smile , hai espresso un  parere. 

    Sul primo e ultimo capoverso concordo.

    A me non è piaciuto Gasparre  alle iene: come dici tu ha usato i mezzi "che ci stanno".
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    Messaggio Da prof Ven Mag 06, 2016 1:22 pm

    E' già moltissimo se sei d'accordo su due punti su tre: non posso che essere contento!
    Sarebbe molto peggio per il ciclismo se non venisse denunciato il marcio che c'è e che, purtroppo, ci fanno anche vedere ogni giorno che passa.
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    Messaggio Da Lemond Ven Mag 06, 2016 2:40 pm

    vallelvo ha scritto:Ci mancava anche Reda, cosa non si fa per soldi.

    Le iene dello sport conoscono solo il ciclismo, poveri.
    Qualcuno dovrebbe dir loro che lo sport non è solo ciclismo e ricordargli che il buon tacer....
    Tristezza infinita.

    Buon Giro d'Italia nonostante tutto.
    Ma le Iene sanno che l'uso di cocaina (Boonen) non aumenta le prestazioni, ma è solo un vizio che magari ha anche qualche giornalista e che Cantador si scrive e si pronuncia in un altro modo? Quanto affermato da Reda non credo sia per i soldi, ma perché è vero che "non è detto che ..." Sad Certo da una trasmissione scandalistica non c'è molto da aspettarsi se non che segua il *senso comune*, il che è più facile che interrogarsi se non sarebbe meglio cercare di arrivare al *buon senso*! Quanto alla spettacolarità del Giro, ci credo poco, ma vedremo. Smile
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Mag 08, 2016 1:53 am

    Una piccola chicca sulla denuncia dell'Accpi.
    "L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani ha deciso di procedere legalmente nei confronti di Danilo Di Luca, Graziano Gasparre e le “Iene” Michelangelo, Gianluca Paloschi e Alessandro De Giuseppe per i servizi andati in onda sul tema del doping nel ciclismo nelle puntate del 28 aprile e del 1° maggio."

    Credo che le querele siano state effettuate sulla base di questo fotogramma:


    Ebbene la Iena Michelangelo non esiste, perché è un pseudonimo mi pare e Gianluca Paloschi è un tecnico montatore diavoletto e non firma ovviamente i servizi ed i relativi contenuti.
    Il servizio è stato realizzato da Michelangelo con (sottintesa la collaborazione tecnica) di Gianluca Paloschi e Alessandro De Giuseppe, non con i due soggetti citati presenti in video.
    L'Accpi ha graziato l'omino delle pulizie degli studios di registrazione. Laughing
    Perché rimediare simili figure di m...?! Embarassed

    Accpi avvisato, mezzo Salvato. Laughing
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    Messaggio Da vallelvo Lun Mag 09, 2016 8:52 pm

    Il ciclista torna a far parlare di sè.
    Dichiarazione di Di Luca rilasciata a Libero Quotidiano: "I corridori sono delle bestie. O ti dopi o non puoi fare il professionista".
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Mag 09, 2016 9:48 pm

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    Messaggio Da Lemond Mar Mag 10, 2016 8:58 am

    Parole giuste, anche se risapute, quelle di Di Luca: Campioni si nasce, a prescindere dal doping e Pantani/Amstrong lo sono stai. Sad Poi ogni sport, se fatto per professione, porta dei danni: mia figlia maggiore ha giocato a palla a volo in serie B2 e cammina un po' zoppa da allora! Sad 

    P.S.

    Se facessero i controlli al calcio, ping-pong etc. come nel ciclismo, dovrebbero smettere di giocare tutti! Per il secondo sport hanno trovato positiva Maria e mai Nadal, sarà possibile?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 10, 2016 9:33 am

    Lemondaccio devo contraddirti in parte.
    Tu sai quanto io rispetti il tuo pensiero libertario e, in qualche misura, ritengo che tutti ci si debba armare dello spirito libertario per comprendere il limite fra esigenze di controllo e libertà inviolabili.

    Ma debbo ripuntare l'obiettivo che tu hai mal calibrato.
    Ormai non è più in discussione l'accettazione o meno del doping, che nella pratica oscura è assolutamente accettato, o meglio sollecitato, ovviamente nella più totale delle ipocrisie.

    E' la proibizione del doping, parallela alla sua sollecitazione implicita, che è sotto esame.
    Il doping non è il problema, quanto piuttosto la soluzione adottata dal "sistema" per controllare e condizionare le "bestie".

    Il sistema lercio che va dalle dirigenze ad alcuni team manager e procuratori ha bisogno del doping per creare l'omertà e l'ipocrisia su cui costruire e mantenere il business.

    Tu da antiproibizionista mi dirai che basterebbe togliere il divieto ...
    Non so se hai ragione, ma è fuor di dubbio che il calcio, il tennis, il nuoto, ecc. (non l'atletica e lo sci endurance) hanno fatto scelte più o meno "antiproibizioniste".
    E mi sento di dire "chiamali scemi!".

    Però poi mi viene anche da pensare alle decine di atleti malati e tutto si complica.

    So però che questo sistema criminale deve sparire, deve collassare e che è prossimo al collasso.
    Ciò che ha scritto Di Luca nel suo libro non può restare senza una indagine della magistratura, anche se in fondo sappiamo che già a Padova il sistema era stato scoperto (le modalità sicuramente), ma non è dato sapere perché quella inchiesta venne fermata.

    Leggi il libro di Di Luca e vedrai che il doping è solo un ingrediente di qualcosa di ben maggiore e molto più grave.

    Ps. Ho la quasi certezza che il libro di Di Luca sia solo una parte ... diciamo pubblicabile.
    Sono certo che la parte oggi non pubblicabile sia comunque stata messa nero su bianco, compresi dati, nomi, conti esteri, società estere, pagamenti in nero, pagamenti non effettuati, dettagli sulle malefatte di giornalisti compiacenti, ricatti inconfessabili e tonnellate di ipocrisia.
    E' solo una questione di tempo, ma tutto verrà fuori.
    La cosa divertente è che all'Uci sanno tutto perché sono decine i corridori che hanno reso testimonianza, ma nessuna azione sanzionatoria è stata compiuta dall'organismo internazionale, per cui si teme che questi documenti possano poi venire utilizzati a loro volta per fini politici.
    Non avendo indagato ed avendo coperto tante responsabilità, spero che l'Uci venga ribaltata come la Fifa e in parte anche la Iaaf.
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    Messaggio Da Lemond Mar Mag 10, 2016 10:30 am

    Grazie Alf delle tue parole, solo che non vedo (in questo caso) nessuna contraddizione fra noi: il doping fa male, è indubbio, può portare cecità, cancro e tante altre cosette e la società deve fare qualcosa per insegnare alla gente a non doparsi, come a non fumare, non mangiare carne e a fare una vita il più possibile sana, però a mio parere considerare il doping reato serve solo a peggiorare le cose. In quanto sopra, mi limitavo a ripetere una cosa ovvia, che sappiamo tutti, un asino, se si dopa, non diventa un cavallo e quindi l'aver tolto ad Armstrong i suoi Tour è una stupidaggine sesquipedale Sad , così come pensare (come fanno in troppi) che il ciclismo si trovi maggiormente nel ciclismo che in altri sport. Se poi non ho capito qualcosa delle tue osservazioni, ripetimelo, perché davvero non ho trovato niente con cui non sono d'accordo.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mag 10, 2016 10:44 am

    Ormai per i ciclisti tutto è doping anche un semplice medicinale per il mal di testa. Dovrebbero prima di tutto fare una pulizia sule liste di prodotti proibiti.

    In parte sono d'accordo con Lem, mi trovo in disaccordo sull'affaire Armstrong. In quegli anni qualcuno veniva beccato, mai l'americano.

    Ho qualche dubbio che tutto verrà fuori. Dove c'è politica c'è "rogna". Ne fa le spese il "lavoratore" mai i grandi capi.

    Mi viene un dubbio su nostri talenti inespressi:  che non abbiamo accettato il "sistema doping"?
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    Messaggio Da Lemond Mar Mag 10, 2016 1:59 pm

    vallelvo ha scritto:Ormai per i ciclisti tutto è doping anche un semplice medicinale per il mal di testa. Dovrebbero prima di tutto fare una pulizia sule liste di prodotti proibiti.

    In parte sono d'accordo con Lem, mi trovo in disaccordo sull'affaire Armstrong. In quegli anni qualcuno veniva beccato, mai l'americano.

    Ho qualche dubbio che tutto verrà fuori. Dove c'è politica c'è "rogna". Ne fa le spese il "lavoratore" mai i grandi capi.

    Mi viene un dubbio su nostri talenti inespressi:  che non abbiamo accettato il "sistema doping"?
    Scusa Val, ma l'importante (per me) non è chi è beccato (o no), perché questo dipende dalla squadra più o meno brava nel nascondere, bensì se, a parità di doping, Lance avrebbe perso o no quei Tour. Forse uno (il 2003) da Ullrich, ma gli altri penso proprio di no.
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mag 10, 2016 2:31 pm

    Chi lo può dire.
    LA era già stato colpito da una malattia che a tanti non lascia scampo. Non mi spiego con che coraggio abbia continuato ad accettare quel sistema.
    La morte del giovane Verdick fa pensare, non solo quella negli ultimi mesi.

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