Altre Corse 2015

Promemoria primo messaggio :

Via, si parte con la nuova stagione, dalle kermesse dell'altro emisfero.
Subito tante gare in questa prima metà di gennaio.

vallelvo ha scritto:Questo ragazzo italiano dal nome complicato, dove abita e dove è nato?

E' nato in Polonia, ma la mamma si è trasferita in Italia quando lui non aveva ancora 5 anni e lui la seguì nel bel paese.
Vive a Brescia e se non fosse per il cognome nessuno capirebbe che è polacco d'origine.
Insomma è ciclisticamente tutto bresciano.

Resiste per ora il giovane Jacub. Vince Zanotti, emigrante tricolore in Limburgo.

Ad una tappa dal termine tre italiani in testa alla classifica: Mareczko, Palini e Zanotti.
E Jacub è a quota sei tappe vinte. Non sarà una gara eccezionale, tutt'altro, ma sei vittorie in una gara a tappe 2.1 a 21 anni (con la generale ad un soffio ormai) non sono proprio da buttare. Anzi, un ottimo segnale, anche di resistenza psicologica.

Missione compiuta del bresciano, e bravo Jacub che in soli 9 giorni fa 8 vittorie, compresa quella a tappe.

Se sono rose fioriranno.

Vittoria di Mattia Gavazzi al Tour of Futzhou, 5° Zanotti, 8° Bani.

Nell'ultima tappa del Tour of Fuzhou, ancora vittoria di Gavazzi, 3° Zanotti.

Prima di mandare in soffitta questo 3d agli sgoccioli giusto qualche sano vitale batterio per un po' di dolce mal d'Africa.
Mi ero perso le prime tappe di questo Tour che ha un po' perso qualità rispetto a due, tre anni fa, ma che resta comunque un qualcosa di assolutamente speciale nel pionieristico ciclismo africano.
Da non perdere i bollettini quotidiani (Il Pasto in Rwanda), un vero viaggio narrato, di Marco Pastonesi su Tuttobiciweb.
Pastonesi è sempre il Pasto.
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=85109

Promo del Tour of Rwanda:


Prologo





1a tappa





2a tappa



3a tappa



4a tappa



5a tappa



6a tappa



7a tappa


CLASSIFICA GENERALE FINALE


PLaylist completa da TV5 Monde Afrique e Supersport:

Lo spettacolo incredibile del Kigaliberg, il Coppenberg del Rwanda.
La quantità di pubblico e tifo della penultima micidiale tappa di Kigali non aveva nulla da invidiare alla Ronde.
Questo circuito di Kigali sarebbe degno di un mondiale, altro che quella cagata del Qatar, mondiale I$i$.




La religione del ciclismo comincia da queste immagini:




Unica nota negativa, ma neanche tanto, sono i buh del pubblico per i ciclisti che hanno messo il piede a terra, a dimostrazione di un pubblico molto esigente.
Nonostante il pubblico enorme, non transennato, si nota una generale correttezza e disciplina dello stesso.
E, almeno in questo, la dominazione belga in Rwanda ha portato qualcosa di positivo: la religione del ciclismo.

Bellissimo.....potremo vedere il pavè 2016? Tanta tristezza vedere una città "assediata".
Fuori tema: domani son 50 ...e non li dimostra!

vallelvo ha scritto:Bellissimo.....potremo vedere il pavè 2016? Tanta tristezza vedere una città "assediata".

Ma sì che lo vedrai! Non ti far prendere dalla campagna del Ministro della Paura.
Dietro alla paura c'è tanto business.
Quando vivevo in una città estera dove c'era un attentato ogni due gg., mi dicevano "stai lontano dai cestini", "stai lontano dai cassonetti", "stai lontano dai poliziotti, che qualcuno potrebbe sparargli o farsi saltare vicino" ...
All'inizio mi ero fatto prendere dai timori, poi ho deciso di fregarmene del tutto e ... VIVERE.

E giusto per vivere, più guardo questa salita, che sia chiama Nyamirambo, più la vedo adatta per un mondiale da favola in terra africana, il primo della sua storia. Anche perché il Rwanda ha un pubblico appassionatissimo e, come si vede, anche disciplinato. Fare un mondiale in una terra che ha visto pochi anni fa un genocidio sarebbe il massimo per questo sport che va sulle strade in mezzo alla gente.
https://www.facebook.com/108858219452387/videos/189505988054276/

vallelvo ha scritto:Fuori tema: domani son 50 ...e non li dimostra!

50 cosa? silenzio c'è il coprifuoco.

Hai ragione....a Brussel non sarei tanto tranquilla. Una sera, stanca dimenticai la valigia in aeroporto, nessuno si avvicinò e dopo mezz'ora la ritrovai.

.......fortunatamente ieri 77  .

Rubo un articolo ... che dico un articolo?! ... rubo una poesia a Tuttobiciweb.
Pastonesi da brivido. Una grandissima penna il Pasto.
http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=85149&tp=n

IL PASTO IN RWANDA. The best of

Quel che ci resta nel cuore di una corsa speciale

STORIA | Il Tour of Rwanda 2015 è anche Herman Beysens, belga, antico gregario, poi eterno direttore sportivo e inguaribile malato d’Africa, che a ogni Giro del Burkina Faso ha portato soldi per costruire pozzi, adesso che ha raggiunto la quota di 140 pozzi porta soldi per mantenerli funzionanti, “perché in Africa è così - spiega -, se c’è una cosa che funziona più, non si sa come ripararla e allora la si butta via”. In questa edizione del Tour of Rwanda, Beysens, senza squadra, guidava la macchina della Skol, sponsor. Il Tour of Rwanda 2015 è anche Beniamin, 25 anni, ugandese di origini ruandesi, venuto in Ruanda a un anno, subito orfano di padre, qui si dà da fare, vorrebbe fare il fotografo, è al seguito della corsa sul bus di uno sponsor, e per pagarsi i viaggi, sul bus, fa il d.j. Beniamin mi ha detto che per tre anni ha fatto il prete, o forse studiava da prete, poi ha capito che non era la sua strada, meglio quella del ciclismo. Il Tour of Rwanda 2015 è anche quei corridori che, dopo qualche tappa, cominciano a infilarsi guanti della Lampre, calze della Cofidis, giubbotti della MTN-Qhubeka, ed è anche quei corridori che, caduti, si devono tenere i calzoncini bucati. Il Tour of Rwanda 2015 è anche quel negozio specializzato in letti, letti di tutti i tipi, a una piazza, a una e mezza, a due, e fra la mercanzia esposta sulla strada (trattasi di showroom) c’è anche una bara, che in fondo è un letto per l’eterno riposo. Il Tour of Rwanda 2015 è anche la squadra svizzera Meubles Descarte, che ha donato 250 maglie da ciclismo, è anche Jock Boyer, team manager americano dei Team Rwanda, che ufficialmente accompagna un fotografo in moto e praticamente detta le strategie in corsa, è anche lo spettacolo finale con giocolieri sui trampoli con birilli, danzatori sui pattini con ombrelli, e un motociclista che fa acrobazie su e giù dalla moto. Il Tour of Rwanda 2015 è anche i carcerati, quelli in divisa arancione sono i ladri, quelli in divisa rosa sono i politici, sulla strada a spaccare le pietre o nei campi a zappare la terra, sorvegliati a vista, è anche i bambini delle montagne, coperti di stracci e scalzi, che rincorrono corridori e corsa. Il Tour of Rwanda è anche i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, i poveri che si vedono e quelli che non si vedono, è anche le carriole e i Suv, è anche le bottigliette di plastica raccolte sulle montagne e quelle gettate in città, è anche le maglie tarocche di Balotelli (azzurra), Pirlo e Cannavaro (bianconere), è anche l’ordine pubblico a spintoni, a bastonate, a manganellate, a fucilate, è anche i sette euro a giornata (otto ore) a un muratore e i tre-quattro a un manovale a Kigali, la metà fuori da Kigali, perché a Kigali la vita costa il doppio, è anche la super e il diesel che costano un euro al litro. Il Tour of Rwanda 2015 è anche le parole grazie (murakoze) e buongiorno (muraho), che hanno la stessa radice, come se ci fosse un grazie per ogni buongiorno e anche un buongiorno per ogni grazie. Marco Pastonesi

Lo spunto dell'articolo di Pastonesi, molto bello, mi porta alla mia infanzia, al dopo guerra.

Le strade non erano asfaltate, non c'era la "forza" e la luce tenue rischiarava le abitazioni in cui se la potevano permettere. La maggior parte delle persone andava alla fonte a rifornirsi per i bisogni giornalieri, la pulizia personale/settimanale nel mastello che fungeva anche da lavatrice, scaldando l'acqua sulla stufa. Il bicchiere sul tavolino da notte ghiacciava in inverno.
I più fortunati acquistavano dei grandi "pani" di ghiaccio, la ghiacciaia era il  frigorifero. Pochi potevano permettersi di leggere un quotidiano, non c'erano soldi. Al commerciante si diceva "segna", passerò a fine settimana. La spesa era un etto di zucchero, 10 cl di olio, un panino e mezzo bastava alla famiglia, c'era la polenta, la "cicoria" era il caffè.
I bambini costruivamo l'arco con le frecce perché un bastoncino e una corda si trovava, per la fionda serviva un elastico che non tutti avevano. Nel boschetto c'era la terra rossa, l'argilla,  con la quale costruivamo le bocce, le bilie, tavoli, sedie, ecc. Il cavallo era un bastone che cavalcavamo. Le mamme dicevano, vai un attimo nel bosco e portaci dei "bulè" per il pranzo. Raccoglievamo le more e tanti frutti, erano le nostre merende.
Il bimbo chiedeva all'amico, lasciami almeno il torsolo della mela. In casa c'era solo del pane perché i più grandi, comunque piccoli di anni, lavoravano dal fornaio. La borsa era appesa in alto a un chiodo così non si poteva "rubare".


Tanta la fantasia, la manualità non mancava, c'era poco, no forse tanto perché ci divertivamo ed eravamo felici, come i bambini di oggi.....pur avendo nulla, solo la famiglia, due genitori a cui volere bene e che ci amavano...
Tutto ciò accadeva 70 anni fa: il mio Ruanda.

Murakoze !

Ancora OT.

Mai lasciarsi prendere dalla paura, specie se vivi lontano dagli attentati.
Per chi vive in quei luoghi è più difficile, da giovane è facile, quando hai famiglia....

St. Denis è vicino a Drancy, "Ero in cucina ed i Boumm del Raid alle 7:30 di mercoledì è stato terribile, era a soli 6 km da qui. Il mio ordinateur non funziona ancora, lavoro a Paris nell'11° ed a meno di 10' a piedi da qui, ci sono state cose orribili. Tanta la paura."

Questo il messaggio ricevuto da mia cugina.

Da domani si corre una corsa a tappe negli Emirati Arabi Uniti sino al 1° dicembre e poi sarà la volta della United Arab Emirated Cup il 2 dicembre.
Al via anche la Skydive Dubai con Palini, diretta da Alberto Volpi, squadra che potrebbe anche comprare una licenza WT il prossimo anno o subentrare a qualche altro team. Per ora hanno annunciato solo di voler salire a ContPro, ma ...
La gara di domani si chiama International Sharjah Tour    
Al via anche il SHARJAH TEAM.
In caso di $$$ e €€€ anche la Sharjah va benissimo.

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La Skidive Dubai Pro Cycling Team, nella prima tappa del Sharjah Internaational Cycling Tour, è andata a segno piazzando tre atleti nei primi tre: vittoria di Haddi Soufiane, 2° Mancebo, 3° Palini.

Seconda tappa del Sharjah Tour: 1° Soufiane , 2° Palini, 3° Mirza.

Andrea Palini si aggiudica la quarta tappa del Jelajah Malaysia.

Francisco Mancebo conserva la maglia di leader della corsa. Domani ultima tappa.

Secondo posto di Palini nell'ultima tappa del Jelajah Malaysia vinta dal malese Manan.

Mancebo si aggiudica la classifica finale davanti proprio ad Andrea Palini.