Nato a Caprino Veronese (VR) l’8 gennaio 1941. Passista veloce, alto 1,77 m. per 72 kg. Professionista dal 1965 al 1969, con 5 vittorie.
Maurizio Ricci - Morris
Con questo ottimo pedalatore veronese, incontriamo uno dei tantissimi esempi, tra l’altro uno dei più illustri, di come la categoria dilettanti e la ferma olimpica, attraverso “l’artifizio” dei “Probabili Olimpici”, abbia arato certe carriere di vertice. Quelle, per intenderci, che si determinano fra i professionisti, da sempre, checché ne dicano i puristi fuori dai tempi e dalla storia. E se c’è un aspetto evidente (e positivo), in cui le Olimpiadi più recenti, non sono solo quella jattura rovina economie di chi le organizza (viste le richieste da strozzini del CIO), questi è proprio l’apertura dei Giochi ai massimi alfieri delle discipline presenti alla rassegna.
Severino Andreoli, è stato un grande dilettante, uno di quelli che, a dispetto delle sue poche parole, faceva la gioia di chi organizzava, ed il suono del proprio nome risuonava con lunga eco sull’allora foltissimo pubblico presente alle corse. Perno azzurro nel biennio ’63-’64, fu grande protagonista alla Corsa della Pace (Praga-Varsavia-Berlino) ’63, dove vinse la tappa di Poznan, ed ottima spalla di Flaviano Vicentini nei per questi vittoriosi Mondiali di Renaix. Nel ’64 partecipò alle Olimpiadi di Tokyo sia nella Cronosquadre assieme a Luciano Dalla Bona, Pietro Guerra e Ferruccio Manza conquistando la Medaglia d’Argento, indi nella prva in linea vinta da Mario Zanin, dove finì 28°. Poi, ai Mondiali della “100 km a squadre” di Albertville, coi medesimi compagni dei Giochi, si laureò Campione del Mondo. Di nota anche sue altre vittorie, su tutte le prova finale in Francia a Melun del Trofeo San Pellegrino ’63 e la Coppa Calderara nel ’65, poco prima di fare il salto di categoria.
Severino Andreoli, è stato un grande dilettante, uno di quelli che, a dispetto delle sue poche parole, faceva la gioia di chi organizzava, ed il suono del proprio nome risuonava con lunga eco sull’allora foltissimo pubblico presente alle corse. Perno azzurro nel biennio ’63-’64, fu grande protagonista alla Corsa della Pace (Praga-Varsavia-Berlino) ’63, dove vinse la tappa di Poznan, ed ottima spalla di Flaviano Vicentini nei per questi vittoriosi Mondiali di Renaix. Nel ’64 partecipò alle Olimpiadi di Tokyo sia nella Cronosquadre assieme a Luciano Dalla Bona, Pietro Guerra e Ferruccio Manza conquistando la Medaglia d’Argento, indi nella prva in linea vinta da Mario Zanin, dove finì 28°. Poi, ai Mondiali della “100 km a squadre” di Albertville, coi medesimi compagni dei Giochi, si laureò Campione del Mondo. Di nota anche sue altre vittorie, su tutte le prova finale in Francia a Melun del Trofeo San Pellegrino ’63 e la Coppa Calderara nel ’65, poco prima di fare il salto di categoria.
Passato professionista per il Giro d’Italia ’65 con la Vittadello, nei suoi cinque anni nella massima categoria, ha svolto perlopiù il ruolo di gregario, ma fra le sue vittorie, una è entrata di prepotenza negli annali e rappresenta ancora oggi, nel ciclismo scientifico e dei “dottori”, un primato ineguagliato: Andreoli è colui che s’aggiudicò la tappa Diano Marina-Genova al Giro d'Italia 1966, alla media di 48,828 kmh, ovvero la più veloce frazione in linea della corsa rosa.
Le sue vittorie: 1965: Circuito di Brescia - 1966: Tappa Genova (Giro d'Italia); Circuito di Alte Cecato; Circuito di Abano Terme - 1968: Circuito di Col San Martino.
I suoi piazzamenti al Giro: 1965, 53°; 1966, 70°; 1967 64°.
Altri piazzamenti di rilievo: 3° Tappa Benevento (Giro d'Italia ‘65); 3° Tappa Catanzaro (Giro d'Italia ‘65). Ha corso nel 1965.’66 e ’67 per la Vittadello e nel 1968-’69 per la Filotex.
Le sue vittorie: 1965: Circuito di Brescia - 1966: Tappa Genova (Giro d'Italia); Circuito di Alte Cecato; Circuito di Abano Terme - 1968: Circuito di Col San Martino.
I suoi piazzamenti al Giro: 1965, 53°; 1966, 70°; 1967 64°.
Altri piazzamenti di rilievo: 3° Tappa Benevento (Giro d'Italia ‘65); 3° Tappa Catanzaro (Giro d'Italia ‘65). Ha corso nel 1965.’66 e ’67 per la Vittadello e nel 1968-’69 per la Filotex.
Maurizio Ricci - Morris