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    CINEMA e Ciclismo - Totò al Giro d'Italia di Marco Mattoli

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    Messaggio Da BenoixRoberti Gio Gen 02, 2014 7:48 pm

    Il regista Marco Mattoli sul finire degli anni '40 inizio '50 era il partner cinematografico fisso di Totò e sull'onda del successo di popolarità del comico napoletano sfornava film utilizzando tutto ciò che c'era di popolare in quel momento (negli anni 90 avremmo detto televisivamente nazional-popolare).
    Fra gli elementi popolari lo sport la faceva da padrone, un po' in continuità con il periodo fascista (del quale risultava uno degli elementi da salvare), ed anche perché lo sport era comunque un elemento di forte coagulo in un Paese ancora diviso politicamente e geograficamente (nord-sud, nordovest-nordest).
    I film avevano certamente le classiche pecche dei prodotti di cassetta, ma oggi a distanza di decenni possiamo rivedere questo film come un pezzo di antiquariato culturale, sportivo, etnografico e pure linguistica, vista la presenza forte di accenti locali.
    Allora di questi difetti di dizione sembra che non si andasse fieri (la Nuova Gazzetta del Popolo parlò di "abuso di dialetti" Embarassed  Evil or Very Mad  Laughing), evidentemente non ancora consci degli effetti dell'omologazione. L'Italia era ancora contadina, umile e quindi tendente ad una schiva vergogna per il suo essere "paesana" contrapposta alla lingua italiana della nuova televisione.
    In ogni caso l'Italia dei campanili e dei dialetti non è morta del tutto, ha solo cambiato un po' pelle, un po' nel bene un po' nel male.
    Sentire parlare i vecchi ciclisti aiuta a capire anche questa "evoluzione/involuzione", nel senso che valgono entrambi i termini, almeno per chi scrive.
    Una curiosità: la femme fatale del film, colei che fa perdere la testa a Totò, è Luisita Barzizza, in arte Isa Barzizza, figlia di maestro musicista, bellezza degli anni 40-50 e Miss Italia 1948. Isa non è stata solo una "bellezza", negli è stata una discreta attrice, nonostante il debutto "leggero" e soprattutto doppiatrice.
    Nel 2012 ha interpretato un ruolo nel film di Massimiliano Bruno "Viva l'Italia"; era il ruolo della dolce vecchina ospedalizzata nel reparto controllato da Raoul Bova, e che poi muore sotto i ferri nella clinica del satrapo primario corrotto. Per me è stato il miglior film italiano del 2012, in un certo senso precursore dei tempi.

    Info: Per chi vuole vedere "Totò al Giro d'Italia" in streaming:
    http://www.ciclopassione.com/t825-toto-al-giro-d-italia-di-marco-mattoli#


    SCHEDA DEL FILM:
    Film in B/N durata 90 min.
    Incasso lire 289.750.000  (valore attuale €  12.369.694,21)
    Spettatori 3.490.000

    "Totò al giro d'Italia"
    Anno 1948
    Regia di Mario Mattoli
    Soggetto e Sceneggiatura Marcello Marchesi, Steno
    Produttore Enic Peg Produzioni Film
    Direttore della Fotografia Tino Santoni
    Musiche Nino Rota dirette da Ugo Giacomozzi
    Montaggio Giuliana Attenni
    Sceneggiatore Piero Filippone
    Direttore della Produzione Alfredo De Laurentiis
    Aiuto Regista Totò Mignone

    Interpreti: Totò (professor Totò), Giuditta Rissone (madre di Totò), Isa Barzizza (Doriana), Walter Chiari (il giornalista), Carlo Ninchi (Dante), Luigi Catoni (Neroni), Mario Castellani (allenatore), Carlo Micheluzzi (il diavolo), Fulvia Franco (miss Italia), Alda Mangini (Gervasia), Ughetto Bertucci (il meccanico), Fausto Coppi, Gino Bartali, Louison Bobet, Ferdy Kubler e altri campioni del ciclismo.



    LE LOCANDINE ORIGINALI e LA DVD-COVER:
    CINEMA e Ciclismo - Totò al Giro d'Italia di Marco Mattoli Totoal10
    CINEMA e Ciclismo - Totò al Giro d'Italia di Marco Mattoli Totoal11
    CINEMA e Ciclismo - Totò al Giro d'Italia di Marco Mattoli Dvd10

    Un estratto-trailer del film:


    Per acquistarlo online:
    ITA http://www.amazon.it/Toto-Al-Giro-DItalia/dp/B000MGB6KA

    Una chicca:
    La critica del tempo non fu per nulla tenera con la pellicola, anche se forse per attori ed autori ciò era assolutamente non importante. Ecco alcuni dei commenti di allora: Laughing
    E' il primo film in cui compare il nome di Toto nel titolo e nasce dall'idea di iniziare una serie con Toto assoluto protagonista , come poi avvenne con tutta la serie di film "Toto ......" . In film venne quasi completamente girati in esterni ma Antonio de Curtis che non si trovava a suo agio in esterni ne' tantomeno a pedalare , sovente si fa sostituire dalla sua controfigura Dino Valdi . Il film viene girato mentre i corridori ,Coppi e Bartali in testa , facevano la preparazione per il prossimo Giro di Lombardia , gli interni si svolgono negli studi di Cinecitta. Le prime scene del film furono girate nell'ottobre del 1948 a Stresa, durante la finale di Miss Italia, in cui Antonio de Curtis faceva parte realmente della giuria.Oltre al titolo di Miss la vincitrice avrebbe ottenuto anche una piccola parte in un film di Toto, ed infatti la prima classificata, Fulvia Franco, compare nel breve ruolo della sorella di Doriana.

    Scriveva Vice, Giornale dell'Emilia, Bologna, 7 gennaio 1949:
    «...Sono balorde imprese che magari vi fanno sorridere, ma non vi divertono eccessivamente. Fotografare il Totò del palcoscenico non basta: bisognerebbe cercare di dargli una consistenza cinematografica, ammesso che sia possibile. Comunque, Mattoli che in Fifa e Arena aveva imbroccato se non altro una discreta formuletta commerciale, in questo film frammentario, banale, perfino noioso dimostra di averne già perduto il piccolo segreto. Che pena, poi, per i tifosi del ciclismo, vedere i loro idoli (ci sono quasi tutti) appiedati dalle battute!».

    E ancora Caran [Gaetano Carancini], Lo Voce Repubblicana, Roma, 7 gennaio 1949:
    «I cinematografari stanno riscoprendo la leggenda di Faust... Metz, Marchesi e Steno, con la collaborazione registica di Mario Mattoli, l'hanno rispolverata, contaminandola con meno concettosi motivi pseudo-sportivi, per farne la «molla» di questo Totò al Giro d'Italia... Su questo filo conduttore, ch'è spesso confuso e arruffato, e con la collaborazione non certo disinteressata di moltissimi assi del pedale, Mattoli ha costruito un filmetto agitato e frettoloso come di consueto, che il pubblico ha accolto con sonore risate».

    [Anonimo], Il Nuovo Corriere della Sera, Milano, 15 gennaio 1949:
    «E facile immaginare che cosa Totò possa rendere in comicità con la sua bazza, i suoi lazzi, la sua compassata buffoneria ... Non bisogna sottilizzare e tanto meno dimenticare che si tratta di una farsa affidata al grottesco e alle trovate, inserita tra gli autentici episodi della competizione. Infatti a Totò fanno anche corali ... gli autentici assi del pedale, Bartali, Coppi, Magni, Schotte, Cottur e tutta una popolazione di autentici personaggi sportivi, Consolini e Nuvolari compresi. Qualcuno anzi si presta a dire battute e a cantare strofette. Il film ... cerca il suo successo nell'amenità dei casi, ma anche nell'interesse dei tifosi per i loro beniamini».

    Sono balorde imprese che magari vi faranno sorridere, ma non vi divertiranno eccessivamente. Fotografare il palcoscenico non basta: bisognerebbe cercare consistenza cinematografica, ammesso che sia possibile… Che pena poi per i tifosi del ciclismo, vedere (ci sono quasi tutti) appiedati dalle battute! "Giornale dell’Emilia", Bologna, 7 gennaio 1949.

    Una farsa sciocca che non manca di festosità. Qualche battuta spiritosa ogni tanto la si sente, ma viene fuori guastata dall’abuso di dialetti. "Nuova Gazzella del Popolo", Torino, 31 dicembre 1948.

    Primo vero tentativo di innestare Totò e la sua maschera nell'attualità, addirittura a contatto con personaggi tratti dal mondo del ciclismo, quali Coppi, Bartali, Bobet, Magni ecc.
    L'inserimento di Vittorio Metz, oltre che Marchesi, nel folto gruppo degli sceneggiatori, dà luogo ad un film costruito su una palese contraddizione (e proprio per questo interessante): un "cinema-verite" coniugato con l'assurdo della trama (il patto col diavolo, le situazioni irreali ecc.).

    Con "Totò al giro d'Italia" nasce per la prima volta l'idea di iniziare una serie, come poi avvenne, con "Totò ", ossia una serie di film del tipo "Charlot pilota", "Charlot alla guerra", "Charlot giardiniere" ecc., inserendo il personaggio in una qualunque situazione. Tale idea in verità si era già affacciata nella mente dei produttori nel 1939, all'epoca di "Animali pazzi", quando si era pensato di intitolare il film "Totò N. 2", ma poi non se ne fece nulla.

    Fu con questa logica che nell'immediato dopoguerra "L'allegro fantasma" e "Due cuori tra le belve" vennero rititolati rispettivamente "Totò allegro fantasma" e "Totò nella fossa dei leoni", dando l'impressione, appunto, di una serie interminabile di film tutti centrati sul nome "Totò".
    Se si analizza la recitazione di Totò in questo film, nonostante la sua cornice assurda, ci si rende conto che il personaggio ha una connotazione umana, reale, verosimille. Sono quasi scomparse le funamboliche corse, la mimica esasperata, gli atteggiamenti da teatro di varietà. Il personaggio è fragile, cade dalla bicicletta, patisce i contrasti del quotidiano, si muove con controllata moderazione. In sostanza, a parte l' irrealtà della storia, il personaggio è realistico.

    Partendo dall'ossimoro iniziale, il film contiene numerosi riferimenti all'attualità e ci rendiamo conto che questo aspetto andrà sviluppandosi gradualmente, perchè permetteva al regista e all'attore di entrare in contatto diretto con il pubblico attraverso una complicità allusiva.
    Così, a parte le ricorrenti quisquilie e bazzecole, sentiamo la voce reale di Coppi e Bartali, cogliamo frasi come Lei mi deve fare arrestare -Ma il commissario sono io, A chi mi vuole denunciare? A Scelba. È il primo film che presenta il personaggio nella forma più seria e l'effetto comico deriva proprio da questa contaminazione e da questo contrasto tra favola e cronaca.


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