Giacomo Fornoni
Da sinistra: Cogliati, Trapè, Bailetti e Fornoni
Maurizio Ricci - Morris
Edit:
Le immagini del trionfo nella 100 km Olimpica di Roma 1960
Il "treno" di Gromo (BG), località dove nacque il 26 dicembre 1939, è stato un formidabile passista, un atleta capace come pochi di trasmettere una grande sicurezza ai compagni e capitani che gli sono stati accanto.
Giacomo Fornoni aveva tutto per impressionare, perché era di corporatura massiccia, non altissimo, ma compatto, con uno stile sulla bici da con-siderarsi stereotipo del cronoman. Potenza da vendere e ritmo impres-sionante sui rettilinei. Non adattissimo per i percorsi nervosi e pieni di curve. Per questi motivi, appariva l'ideale per il quartetto della 100 km e per le cro-nometro a coppie. Non è dunque un caso, se il suo palmares mostrò so-prattutto queste luci. Da dilettante, divenne un perno della cronosquadre: assieme a Cogliati, Bailetti e Trapè, vinse l'Oro Olimpico nella specialità ai Giochi di Roma.
Giacomo Fornoni aveva tutto per impressionare, perché era di corporatura massiccia, non altissimo, ma compatto, con uno stile sulla bici da con-siderarsi stereotipo del cronoman. Potenza da vendere e ritmo impres-sionante sui rettilinei. Non adattissimo per i percorsi nervosi e pieni di curve. Per questi motivi, appariva l'ideale per il quartetto della 100 km e per le cro-nometro a coppie. Non è dunque un caso, se il suo palmares mostrò so-prattutto queste luci. Da dilettante, divenne un perno della cronosquadre: assieme a Cogliati, Bailetti e Trapè, vinse l'Oro Olimpico nella specialità ai Giochi di Roma.
Da sinistra: Cogliati, Trapè, Bailetti e Fornoni
Passato professionista nel '61 con la Molteni (unica sua squadra nei nove anni fra i prof.), Giacomo trovò nel Trofeo Baracchi la "sua gara": la vinse col giovanissimo Motta nel '64, arrivò secondo col coetaneo Babini nel '62 e nelle altre edizioni a cui partecipò fu sempre un protagonista. Vinse poi la cronostaffetta Rho-Como nel '68, grazie a quelle che già si definivano "trenate", in grado di ricordare i suoi grandi trascorsi olimpionici. In linea, colse un solo successo, nel Gran Premio Eldag, a Vigevano, nel ‘67. Pedina di squadra importante per la sua capacità sul passo, a livello personale trovò modo di mettersi in luce al Giro d'Italia '62, quando giunse 3° nella tappa di Lignano Sabbiadoro, dietro a Mealli e Schroeders e, nel '65, quando, a Torino, fu battuto allo sprint (il suo punto debole assieme alla salita per motivi di peso), per pochi centimetri, da Aldo Pifferi. Sempre nel ‘62, giunse 3° nel Trofeo. Tendicollo Universal a cronometro, battuto solamente dai "mostri" Baldini e Anquetil. Chiuse la carriera nel 1969.
Maurizio Ricci - Morris
Edit:
Le immagini del trionfo nella 100 km Olimpica di Roma 1960