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    Gli Organi dell'Ingiustizia federale

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    Gli Organi dell'Ingiustizia federale Empty Gli Organi dell'Ingiustizia federale

    Messaggio Da Admin Dom Nov 11, 2012 2:05 pm

    LA FEDERCICLISMO e i suoi ORGANI DELL’INGIUSTIZIA
    Download pdf:
    http://www.pdf-archive.com/2012/11/11/federciclismo-gli-allegri-organi-dell-ingiustizia/federciclismo-gli-allegri-organi-dell-ingiustizia.pdf
    - Perché da qualche tempo qualunque tesserato osi criticare la Federazione di Renato Di Rocco viene deferito da parte del Procuratore Federale Gianluca Santilli e squalificato dalla Commissione Disciplina Nazionale Federale?
    - Può il Procuratore Federale Santilli essere contemporaneamente Procuratore Federale, Presidente del Consorzio Federale Five Stars League, membro di un gruppo di lavoro (su incarico Fci? Operazione immobiliare?) interno al suo studio legale per la creazione di una “Coverciano del Ciclismo”, animatore (Presidente di fatto) del club Bicitaly, organizzatore e deus ex machina della Granfondo di Roma, commentatore-articolista su organi informativi nazionali di sentenze federali sportive di primo grado dopo pochi giorni dalla loro pubblicazione, nonché “gestire i rapporti con partner, sponsor e media, gestire il ranking dei partecipanti ai sensi del regolamento FSL, sovrintendere e coordinare l'attivita' di controllo e tutela della salute degli atleti amatori, promuovere, coordinare ed erogare studi, programmi di ricerche e indagini di mercato e svolgere attività finalizzata alla ricerca e accesso a fonti di finanziamento” per conto di Five Stars League?
    - Come è possibile che un cospicuo numero di componenti degli Organi di Giustizia svolgano attività amatoriale agonistica da tesserati Master in promiscuità con coloro che poi possono deferire o giudicare, e peraltro da tesserati del club Bicitaly “coordinato” dal Procuratore Santilli o per il suo ex club Petit Velò?
    - Come possono costoro giudicare poi con serenità, quando hanno AVUTO PARTE nelle competizioni da loro poi giudicate?

    Gli Organi dell'Ingiustizia federale Lawdis11

    Rimandiamo l’esame delle incompatibilità più complessive di Santilli al termine (per poterle analizzare nel contesto che lo stesso condivide col presidente federale Di Rocco) ed analizziamo le più specifiche della sua attività sportiva e quelle relative ai colleghi della Procura Federale, della Commissione Disciplina, della Corte Federale e della Commissione di Appello Federale. Ben tre (quattro con Santilli) componenti della Procura Federale risultano essere tesserati come “atleti” amatori Master e svolgono regolarmente la loro attività “amatoriale e agonistica” in promiscuità con coloro che possono poi deferire e soprattutto con cui possono entrare in conflittualità sportiva per varie ragioni, così come comunemente avviene fra diversi atleti amatori.
    Il paradosso sta anche nel fatto che gli stessi sono sottoposti al controllo dei Commissari di Gara e che questi potrebbero fare rapporto sugli stessi al Giudice Sportivo Regionale e dallo stesso venire investiti di quesiti che li riguarderebbero direttamente, creando imbarazzo anche nei colleghi, anche qualora questi si astenessero dal giudicare il caso che li dovesse riguardare.
    Questo aspetto è ancor più imbarazzante in quanto un certo numero di componenti degli Organi di Giustizia erano appartenenti ad uno stesso club non affiliato alla federazione (Petit Velò, affiliato al Csi) e ora altri sono appartenenti ad uno stesso club affiliato alla Fci (Bicitaly). Come può un giudice giudicare serenamente l’operato di un compagno di club?
    Va detto che lo Statuto Fci non vieta espressamente agli “Organi di Giustizia” di tesserarsi come atleti amatori Master, ma ciò non è stato statuito perché la cosa è di una enormità che nemmeno fu presa in considerazione in fase normativa. Ciò nonostante i regolamenti Coni, lo Statuto Fci ed i regolamenti di giustizia non lasciano scampo a dubbi interpretativi.
    Si tenga conto che il divieto (di tessera Master) è invece sancito per i commissari di gara per i quali è esplicito (art. 5 Regolamento Tecnico dei Commissari di Gara):
    http://www.federciclismo.it/download/tecnicogdgpdf.zip.

    Guardiamo nel dettaglio l’attività dei singoli, limitatamente a ciò che è stato tracciato dal popolare sito dedicato alle granfondo LeComariDellaMdd: http://www.lecomaridellamdd.it/calendariogf/report_class.asp?:

    (segue nel pdf: http://www.pdf-archive.com/2012/11/11/federciclismo-gli-allegri-organi-dell-ingiustizia/federciclismo-gli-allegri-organi-dell-ingiustizia.pdf)



    Ultima modifica di Admin il Gio Feb 06, 2014 1:56 pm - modificato 2 volte.
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    Gli Organi dell'Ingiustizia federale Empty Re: Gli Organi dell'Ingiustizia federale

    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Ago 30, 2013 4:35 pm

    Caspiterina, inchiestona di Tuttobici sulla Granfondo di Roma e sul conflitto di interessi che riguarda l'ex procuratore federale Santilli.
    Il problema andava posto quando l'avvocato era procuratore e non purtroppo solo ora; quando i buoi sono scappati si chiude il recinto.
    La sorpresa grossa sta nell'intervento diretto del presidente Coni Malagò Surprised
    Peccato, perchè si pensava che Malagò rappresentasse una forte discontinuità col passato.
    Esilaranti i commenti all'articolo nel quale un patetico pseudo-supporter di Bicitaly finisce per creare eroi ... eroi che non esistono Laughing What a Face né dalla parte romana, né da quella pugliese. Pensare che fra simili potrebbero pure collaborare Razz 
    Suggerisco la spassosa lettura:
    http://www.tuttobiciweb.it/index.php?page=news&cod=61551

    AL MIO SEGNALE, SCATENATE GLI AVVOCATI
    Bicitaly, la Granfondo di Roma, una causa e...
    Quando ha pensato di organizzare una granfondo a Roma, non immaginava certo il vespaio che avrebbe sollevato. Diffide, ricorsi al tribunale ordinario, intoppi burocratici e perfino una propaganda contraria: su questo percorso, ben più duro di quelli proposti per la bici, si è dovuto muovere Bruno Irace, uno dei fondatori del Team Termoli che ha messo in piedi per il 4 agosto la «Fondo dei Gladiatori», con partenza e arrivo nel suggestivo scenario delle Terme di Caracalla. In realtà, il suo si è rivelato un viaggio nel sottobosco italiano che, dietro il perbenismo di facciata, na­sconde ben altri interessi. Un malanno al quale, stando allo sviluppo di questa vicenda, anche il mondo del ciclismo amatoriale non sembra immune.
    L’idea di una granfondo a Roma nasce nell’ottobre scorso. «Avendo creato un circuito denominato Centro Italia tour, dovevamo coinvolgere anche il Lazio e la Cam­pania», racconta Irace, ex campione italiano amatori e tante altre benemerenze in bici. Dai pensieri ai fatti: il 29 dicembre partono le richieste di autorizzazione alle au­torità competenti e viene pagata l’assicurazione. Nem­me­no due mesi e a Roma si svolge la riunione che fissa termini e dettagli della manifestazione, che intanto incassa la benedizione della Regione, la collaborazione del Vaticano e soprattutto l’Alto patronato del presidente della Re­pubblica. «Di fatto, è come se la organizzasse Napolitano», scherza Irace.
    Sembra filar tutto liscio, finché, a mar­zo, non arriva la diffida di Bicitaly, so­cietà che organizza un’altra granfondo, sponsorizzata dalla Campagnolo, che ha altre date (ottobre) e altri percorsi e alla quale, a fine 2012, era stato proposto invano di far parte del Centro Italia Tour. La diffida porta anche la firma dell’avvocato Gianluca Santilli, ideatore - a sua detta - della gran fondo romana e titolare dei diritti di autore ma, altresì - in quel periodo - procuratore della Federciclismo e membro della com­missione antidoping del ministero, nonché socio fondatore di Bicitaly. Approfondendo, però, i tratti di Bi­citaly, che sin dalle prime diffide si presentava con inusitata protervia, a Bru­no Irace si apre un mondo inaspettato, poiché Bicitaly è una sorta di Giano bifronte: vi è la associazione sportiva, fondata dallo stesso Santilli e da altri personaggi importanti come Gian­fran­co Comanducci, vice direttore generale Rai, Renato Di Rocco, grande capo della Federciclismo, Giovanni Malagò, presidente del Coni e Mario Resca, ma­nager, ex numero uno di Mc Do­nald’s e funzionario dei Beni culturali nel governo Berlusconi, che di Bicitaly è anche il presidente. Ma vi è anche la Bicitaly s.r.l., società di capitali, che è quella che agisce per la tutela dei suoi interessi, della quale però non si possono conoscere i soci, coperti da un’intestazione fiduciaria della Finnat spa e che avrebbe acquisito tutti i diritti della gran fondo Roma, già di Santilli, addirittura da una società cipriota. In­som­ma, dietro al ciclismo amatoriale e, in par­ticolare dietro alla gran fondo Ro­ma, ruota evidentemente un giro di interessi, gestito dalla società di capitali Bicitaly, di cui non si conoscono i soci.
    Sostenendo che la manifestazione ciclistica gran fondo Roma è addirittura un’opera dell’ingegno e che Santilli ne avrebbe depositato il marchio, Bicitaly, intesa come società di capitali, rivendica l’esclusiva sul territorio, in quanto cessionaria dei diritti. Alla prima diffida ne segue una seconda a stretto giro di posta e subito dopo arriva un esposto al tribunale ordinario di Roma: al giudice Vittorio Carloma­gno, che convoca le parti già in aprile, la società romana motiva la sua azione sostenendo che la presenza dei concorrenti sul territorio le provocherebbe un danno economico. Richiesta insussistente: così motiva l’atto con cui il magistrato il 28 maggio respinge la pretesa della società romana di bloccare l’evento.
    Querelle finita? Non ancora. Qualche settimana dopo la decisione del giudice, il Termoli Team riceve una lettera nella quale il Comune di Roma comunica che la Fondo dei Gladiatori non si può fare in quanto nessuno ha chiesto le autorizzazioni in Campidoglio. La scrive un funzionario del gabinetto del sindaco, Francesco Tarsia, lo stesso che in marzo, all’apparire del sito internet della manifestazione, aveva invitato Irace e compagni a oscurarlo e a non raccogliere alcuna iscrizione. ‘Curioso che abbia contestato a noi di esserci mossi in anticipo: non risulta che lo abbia fatto con la granfondo di Bicitaly, che ha aperto le iscrizioni e lo ha fatto sapere con un anno d’anticipo. Lo fanno tutti, a cominciare dal Giro d’Italia, in attesa che tre giorni prima dell’evento arrivi il via libera dalle autorità, altrimenti non ci sarebbe tempo per raccogliere i partecipanti’, aggiunge Irace. All’ultima diffida di Tarsia risponde direttamente l’ufficio del Prefetto di Roma, confermando quanto sostenuto dagli organizzatori molisani: le autorizzazioni a queste manifestazioni non spettano ai comuni, ma a regioni e prefetture, quando, come nel caso della «Fondo dei Gla­diatori», interessino i territori di più comuni. Ed è strano che tale chiarissima normativa, contenuta addirittura nel codice della strada, sfugga ad un funzionario di livello del Comune di Roma.
    Ad aggiungere un capitolo, non l’ultimo, è Giovanni Malagò: mentre in giro per l’Italia comincia a circolare la notizia che la granfondo del 4 agosto non ci sarà e mentre nella Capitale anche chi aveva deciso di collaborare comincia a chiudere la porta, il presidente Coni telefona agli organizzatori molisani. «Mi ha chiamato dicendo di aver saputo che avevamo vinto una causa e congratulandosi per questo. Gli ho risposto di non prenderci in giro, rinfacciandogli il ruolo quantomeno inadeguato che aveva lui nella vicenda: come presidente Coni non può far parte di un’associazione che organizza manifestazioni, ma deve avvalersi di federazioni ed enti di promozione sportiva. Lo stesso vale per Di Rocco della Federciclismo. Gli ho detto che non poteva non sapere che come Bicitaly ci aveva denunciati mentre lui doveva stare dalla nostra parte, in quanto promotori di una manifestazione senza scopo di lucro. E gli ho pure sottolineato il conflitto di interessi con la Granfondo del 14 ottobre, l’unica di questo genere che ha avuto una conferenza stampa di presentazione all’interno del Coni, presente il ct azzurro Paolo Bettini. Ciò nonostante, non ci fermiamo. Anzi: i tanti ostacoli incontrati sulla nostra strada ci hanno dato ancora più forza. Vogliamo solo organizzare una manifestazione come tante altre: lo facciamo da trent’anni, sempre nelle regole, mai un problema. È così grave?».

    p.s. Il 15 luglio, il funzionario Tarsia scrive un’altra lettera alla Termoli Team, in­formando che la notte precedente alla ma­nifestazione ciclistica la zona interessata verrà chiusa per un evento legato alla pe­do­nalizzazione del centro storico, appena de­cisa dal nuovo sindaco di Roma Ma­ri­no. Morale: le bici dovranno spostarsi al­trove. È un ulteriore tappa di questa personalissima granfondo di Irace e soci, che col passar del tempo meritano sempre più il titolo che hanno dato alla loro gara: per far valere le proprie ragioni, in questa vi­cenda servono davvero dei gladiatori.

    di Angelo Costa, da tuttoBICI di agosto

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