Non ho resistito alla curiosità di consultare questo libro uscito oggi.
Wheelmen: Lance Armstrong, the Tour de France, and the Greatest Sports Conspiracy Eve
http://www.amazon.com/Wheelmen-Armstrong-France-Greatest-Conspiracy/dp/1592408486/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1381839819&sr=8-1&keywords=Wheelmen-Armstrong-France-Greatest-Conspiracy
Non che il libro rappresenti qualcosa di nuovo e di ciclisticamente interessante. Tutt'altro. Il sentimento che il libro lascia (dopo la "leggiucchiata" sommaria in libreria) è quello del disgusto e dell'imbarazzo per una storia che ha messo in ginocchio la credibilità del ciclismo e non già, non solo, dallo scorso anno. Il decadimento del ciclismo ha origini antiche che trovano i maggiori responsabili nel vertice che è stato appena rimosso nel recente congresso Uci.
Ma nel contempo non è possibile pensare che la cacciata di McQuaid e Verbruggen possa rappresentare la purificazione delle coscienze di questo sport. Il ciclismo ha più che mai la necessità di riprendere i fili della sua storia e di rianalizzare la sua storia commista al doping da un punto di vista storiografico, senza incappare nel bisogno di condanne postume e soprattutto scollegate dalle diverse sensibilità dei differenti periodi.
Il processo necessario è diverso, è un processo di presa di coscienza di errori che nascono nella notte dei tempi di questo sport, errori la cui gravità ha assunto valori diversi a seconda della sensibilità del tempo.
La storia anche a questo serve. Perché ho fatto questa premessa?
Perché il libro è una sorta di colpo di grazia a Lance Armstrong, insomma un esercizio di bombardamento del despota deposto. Inutile dire che Lance appare in tutti i suoi aspetti peggiori, una vero tiranno senza "né legge né fede", cinico, opportunista, spregiudicato e soprattutto perfidamente vendicativo.
Ma c'è un passaggio nel libro, ricco di particolari (anche se in parte riprende un libro inglese) che narra dell'avvicinamento di Lance Armstrong a Michele Ferrari.
Eh sì questo particolare lascia molto amaro in bocca a chi come me ha vissuto in infanzia il ciclismo anni 70.
Michele Ferrari fu consigliato e presentato a Lance Armstrong da Eddy Merckx.
Con ciò non oso pensare che Eddy sia stato il precursore di una associazione a delinquere. No, proprio no.
Il problema sta nella storia, nella natura di questo sport. Nella sua ancestrale leggerezza e superficialità verso l'aiutino, anche nel passaggio dal doping farmacologico a quello ematico, che possiamo ormai considerare come la frontiera del non ritorno, passando dal piccolo barare alla modificazione fisiologica massiva, che col tempo vorrà sempre più dire modificazione genetica.
Non possiamo buttare a mare Eddy Merckx per questo errore, ma certamente è necessario per questo mondo capire, rileggere il proprio passato per migliorare (oggi) il proprio futuro.