Siamo all'unica crono individuale di questa Vuelta. E' l'unica, non è lunghissima, ma non è assolutamente da sottovalutare. Non ha il dislivello di una crono tourista tipo Morzine o della crono "Cinqueterre" del Giro, ma ha delle caratteristiche che la possono rendere davvero ostica e potrebbe portare anche a discreti ritardi per chi non la digerisse a dovere. Qualcuno pensa che venendo dopo alcune fatiche, si possa pensare ad un livellamento delle forze. Io non lo credo molto, anche perché oltre al percorso che impone sempre il rapportone (anche lungo la salita) ci sarà al 90% il fattore "vento", un elemento che a volte (in Spagna in particolare) fa più male che la stessa salita.
La cronometro è stranissima e in pochi chilometri attraverserà paesaggi completamente diversi se non proprio agli antipodi, da canaloni brulli e rocce spazzate dal vento, a vegetazione rigogliosa da riserva naturale, a dolci colline coltivate con cura.
Per la cronaca, consultando vari siti meteo (tutti concordi), ci si attende un vento attorno ai 20 km/h che sarà contrario per tutta la salita (!!!) e temperature oltre i 30°. Il vento aumenterà nell'arco della corsa dai 17 ai 23 Km/h.
Passo all'analisi del tracciato.
Siamo alla partenza. Pronti, via, un ponticello con dosso e curva stretta a sinistra
Appena passato il ponticello, stradina stretta in leggera salita dove rilanciare il mezzo
Successiva discesina e curva in contropendenza per immettersi a destra sulla strada nazionale
Poco più di un paio di chilometri di crono classica (biliardo) lungo la strada nazionale
Bivio a sinistra verso la strada di Torrelas con una leggera salita su sede stradale strettina nella prima parte
Nei pressi di Torrelas la carreggiata si fa più ampia ed a due corsie, ma per poco ancora.
Prima dell'abitato di Los Fayos la strada comincia a farsi più tortuosa ed a salire leggermente. Alla destra un primo segnale del Parque che ingloba il picco della salita di giornata
Si entra nell'abitato molto caratteristico di Los Fayos. La crono è stata "deviata" apposta verso questo pueblo importante per il turismo locale. A destra la bellissima parete rocciosa di colore rossastro, famosa anche per le cuevas (le grotte). Anche la corsa a Los Fayos termina la sua parte "turistica".
E' questo l'ultimo tratto di pianura attraversando Los Fayos, a parte l'ultimo chilometro.
L'occhio vuole la sua parte, ecco una gran bella vista di Los Fayos, una vista che i corridori non potranno avere perché presa a ritroso dell'andamento di corsa. Sulla destra l'incombente e minacciosa diga dell'Embalse del Val, il fiume più importante della zona.
Appena usciti da Los Fayos inizia un tratto di salita da paura, non per la pendenza, bensì per lo scenario, che smonta letteralmente chi non ha la "locomotiva". Lunghissimo, eterno rettilineo fra il 6 ed il 7% lungo un paio di chilometri abbondanti, molto probabilmente spazzato dal vento (che qua sarà contrario!) vista anche la pochissima vegetazione e l'ambiente lunare, e capiamo la presenza dei rapaci (come quello visto prima) in questa zona. Qualcuno farà la quaglia lungo questa salita ed in generale i punti di riferimento ENORMI saranno la costante di questo tracciato. Qualcuno qua andrà in stress se non avrà le forze per spingere il rapporto. Altri magari saranno raggiunti (o anche si faranno raggiungere) dai più forti a crono e ne trarranno vantaggio nella seconda parte a scendere. Sarà fondamentale ed importantissimo analizzare l'ordine di partenza per valutare e prevedere le tattiche di ciascuno.
Fine della prima salita dura e si arriva ad un bivio dove i tracciati di andata e di ritorno si dividono la carreggiata in due corsie con la mezzeria invalicabile. La strada resta sempre in falsopiano, ma di salita
Svolta a destra ed inizia l'Alto de Moncayo, piano piano dolcemente, ma non tanto dolcemente qua soffierà il vento. Il paesaggio è simile alle nostre Murge pugliesi-lucane e quelli sullo sfondo sembrano i monti Dauni.
La murgia aragonese comincia a prendere pendenza, dopo i primi chilometri costanti fra il 3 ed il 4% si sale un poco più ripidamente. E bisogna sempre mulinare il rapporto; non è una salita per scalatori o dove gli scalatori si sfogano un poco
Prima dell'inizio del Parque del Moncayo, altro massacro alla catena per i non passisti. La strada ritorna al 3-4% e nuovo interminabile (deprimente) drittone infinito.
Inizia il Parco del Moncayo (si passa di colpo dalle Murge all'Appennino Abruzzese). Ecco i primi pini e qua la salita ha la sua massima impennata all'8% lungo un tornantone molto ampio
Siamo quasi in cima, i corridori vengono dalla strada a destra e girano il tornante per imboccare il rettilineo al 6% che li porta all'Alto del Moncayo.
Siamo in cima. I corridori percorrono la rampetta finale da destra e svoltano a sinistra giù a tutta lungo la strada molto stretta a serpentone da percorrere a tutta velocità. Ci vuole fegato a guidare a tutta il mezzo giù per tutta la stradina iniziale. Non è discesa per il povero vituperato Ulissi. Non è però una discesa tecnica. Il pericolo sta nella imposta velocità.
La strada è buia per la vegetazione e ogni tanto c'è qualche varco di luce. Sono questi alcuni particolari da tenere a mente perché la lucidità e fondamentale nel vedere e guidare al limite il mezzo e prevedere eventuali ostacoli improvvisi.
La strada è stretta e velocissima. Qualche curva c'è ma verrà percorsa a tutta. Non oso immaginare forature e/o possibilissimi sorpassi (anche doppi in questo tratto). Ci vorrà massima accortezza anche da parte delle ammiraglie
Prima discesa pendente terminata e svolta semi-cieca a sinistra in leggera contropendenza e curvatura ingannevole. E' un punto critico del percorso da segnalare.
Dal bivio sopra avremo 4,5 chilometri di discesa rettilienea dolce al 3-4% dove menare il rapportone col vento in poppa, sino a questo bivio dove i corridori arriveranno dalla sinistra dell'immagine ed imboccheranno la carreggiata ampia che li porterà verso il tratto comune fra andata e ritorno della crono
Prima della ricongiungimento con la strada dell'andata un tratto di tracciato nel canalone fra le due montagne. La minaccia del vento è annunciata dalle presenze incombenti sulla montagna a destra, le pale eoliche. La strada sale in falsopiano al 2-3% per quattro chilometri e qui il vento soffierà laterale e leggermente a favore, ovvero dalla sinistra nella foto
Siamo al bivio della strada comune andata-ritorno. La strada inizia a scendere, totalmente rettilinea e dolce nella prima parte. Si ritorna a mulinare il massimo rapporto. Come? Lo diranno le forze rimaste. Speriamo non vi siano qua in questo tratto condiviso troppi sorpassi multipli. Sarebbe un gran casino
La strada è diventata proprietà esclusiva dei corridori in rientro. Siamo tornati al paesaggio lunare. Iniziano le prime curve, niente di problematico ma vanno guidate con la lucidità residua. Le traiettorie non saranno uguali per tutti
Verso il termine della discesa aumenta leggermente la pendenza e anche la curvatura in alcuni tratti.
Lungo drittone in discesa dolce prima di un breve tratto tortuoso
L'ultimo tratto tortuoso prima dell'arrivo a valle
Bivio a destra lungo la strada nazionale, ed ormai siamo dentro Tarazona. Si va a tutta con le forze residue.
Dopo 500 metri di strada nazionale, svolta a gomito a sinistra per imboccare l'ultimo chilometro.
E siamo al traguardo.
E' una crono mediamente breve, con un discreto dislivello ma nella media delle crono dei GT, ma se il "vento farà il suo giro" saranno dolori per parecchi.
Qua Fabian proverà la sua gamba e dopo i tweet e le parole alla stampa contro l'eroe teutonico, il duello sarà vero e spietato, anche se la prova non sarà un esame dirimente per la crono-biliarda di Firenze. Sarà questione di voglia ed orgoglio.
Non vorrei invece essere uno scalatore, un Igòr Anton, un Pur ... (non lo dico) del 2011.
Qua si paga e di brutto.