Questa sera la trasmissione di France 2 Cash Investigation si è occupata del Dr. Mabuse che si pensava ormai fuori attività, e invece il guru è ancora molto attivo e potente in gruppo.
Alcune parti della trasmissione facevano rabbrividire.
I comportamenti dei ciclisti lasciano basiti, perché oggi nessuno può ignorare che questo figuro non sia nemmeno un medico, ma soltanto un praticone stregone.
Ciò nonostante, il "medicante" normanno, oggi nullatenente, rimane a 72 anni un uomo molto potente in gruppo e, per chi volesse mettersi contro di lui sarebbe la fine, la compromissione di rapporti con amici e personaggi influenti dell'ambiente.
Toccante la testimonianza finale della moglie di Isabelle Billet, vedova di Pierre Henry Menthour, fratello di Erwann ex ciclista ed oggi anchorman tv, deceduto pochi mesi fa per un cancro al pancreas. Pierre Henry chiese consulto al guru per la sua malattia, e costui gli suggerì delle cure assurde.
Va però segnalata in questa parte una gaffe giornalistica. A Sainz vengono attribuiti dei messaggi whatsapp, ma le immagini riprodotte riportano i messaggi come inviati e non ricevuti. Escludendo ovviamente che la trasmissione abbia potuto avere lo smartphone di Sainz, questa riproduzione in video rappresenta un evidente scadimento giornalistico: sono confezionati.
Grazie a due infiltrati ed alle telecamere nascoste la trasmissione ha davvero incastrato il medicante. Vedremo se la giustizia troverà il coraggio di perseguire il famelico medicone.
Tra i nomi citati di clienti attivi del medicone, che creano parecchio imbarazzo, ve ne sono tre che lasciano l'amaro in bocca perché attivi: Sylvain Chavanel, Jerome Coppel e soprattutto il figlio d'arte ed attuale campione mondiale under 23, Kevin Ledanois.
Ovviamente questi tre si sono avvalsi di Sainz solo per cure omeopatiche del "naturopata" normanno.
Non appena avrò tempo metterò online la registrazione della trasmissione.
http://www.liberation.fr/sports/2016/06/24/le-docteur-mabuse-revient-hanter-le-peloton_1461944
http://mobile.lemonde.fr/cyclisme/article/2016/06/24/les-reseaux-mabusiens_4957235_1616656.html