Nato a St Denijs-Boekel il 25 luglio 1942, deceduto a Zaventem il 12 aprile 2015. Passista. Professionista dal 1964 al 1972 con 20 vittorie.
Può definirsi una meteora, o una delusione. Entrambi i termini possono calzare come estrema sintesi del tratto ciclistico di questo ragazzo delle Fiandre orientali, nato in un piccolo villaggio tutto agricoltura e campanile. Iniziò a pedalare come gioco e necessità, divenendo corridore per la normalità di quei ragazzi che, da Zwalm, il comune dove andava a scuola, sognavano di diventare degli Ockers, o dei Van Steenbergen. Lo facevano tutti e lo fece anche lui il passo fra i debuttanti. La sorpresa, per i genitori e per lui stesso, fu quella di cavarsela troppo bene per non continuare. E così, Noel ci prese gusto e divenne dilettante con licenza di colpire i traguardi, senza aspettare troppo le volate. Andava in fuga con delle formidabili progressioni, sovente veniva ripreso, altre volte arrivava da solo al traguardo. Gli capitava poi di vincere anche col tempo di altri, allo sprint, ma sempre perché chi era con lui, arrivava in prossimità dell’arrivo cotto per le sue trenate. In altre parole, era un corridore che faceva parlare. Non a caso, quando giunse fra gli indipen
Insomma, De Pauw, era una grande promessa con limpidi momenti di gloria, come quando, nel ‘63, vinse una gran corsa in Austria su Gerben Karstens, l’asso olandese, o quando mise tutti in fila nel Giro delle Province Fiamminghe. Oppure quando, nel ‘64, con tanti prof allo start, rivinse quella corsa, lasciando con un palmo di naso un certo Guido Reybrouck. E così, il 14 agosto di quell’anno, passò prof, scegliendo la Solo Superia, lo squadrone di Van Looy. Il tempo d’ambientarsi, ed il 2 marzo ‘65, nell’Het Volk, gara che significava la prima gara già classica del calendario belga, il botto: staccò tutti e arrivò solo, con 1’17” sul gotha presente. Il 21 marzo, concesse il bis, sempre in solitudine, facendo sua la Gand-Wevelgem. Abbastanza, per farne il corridore del momento, ma anziché continuare a dare segni di grandezza, cominciò lì il suo declino, che le vittorie ed i piazzamenti che pure verranno, non riusciranno ad invertire. Fu atteso fino al ‘69 compreso, quando s’accasò alla Flandria, dopo esser stato nel ’68 alla Faema, del già grande Merckx, ma Noel De Pauw, che campione non era diventato e che il gregario non riusciva a farlo, deluse ancora una volta. Certo, ci furono anche incidenti, ma il vero crogiolo stava in quel potenziale di pregio, bruciato o compromesso nelle categorie giovanili. Nel ’70 rimase disoccupato, nel ’71 restò inattivo e nel ’72, tentò un disperato rientro nelle file della Van Cauter-Magniflex-De Gribaldy: ma a giugno capì che era il caso di chiudere.
Maurizio Ricci detto "Morris"