Nato a St Etienne il 5 maggio 1966. Completo. Professionista dal 1988 al 1996 e nel 2001 con 10 vittorie.
Gilles Delion, dopo essere stato un buon dilettante (soprattutto uno che appariva in crescita) passò professionista nel 1988 con la squadra svizzera Weinmann-La Suisse di Paul Koechli. Per tre anni si mise in luce come uno dei giovani più interessanti del panorama internazionale. Nel 1989, fra i tanti piazzamenti, vinse il GP di Lugano e si classificò secondo nel Giro di Lombardia, ma questa grande classica fu sua nel 1990, quando seppe superare nella volata decisiva a cinque, Richard, Mottet, Millar ed Echave. Dopo il fulgido '90 (chiuse il Tour de France al 15° posto), Gilles parve sparire. Si rifece vivo nel 1992, vincendo la Classica delle Alpi e la bella tappa di Valkenburg al Tour de France (chiuse 58°), dove superò Stephen Roche. Ancora un anno buio nel '93, corso con la Castorama di Cyrille Guimard, dove però vinse la terza e l’ottava prova del Mi-Aout Bretone, ed un discreto ritorno nel 1994, grazie alle vittorie nel GP la Marsellaise, in una tappa del Tour de l'Ain e nel GP Rennes. Ancora due stagioni in grigio ed il passaggio alla mountain bike. Poi, nel 2001 un inspiegabile ritorno alla strada nella piccola formazione “S.C.O. Dijon”, che non aggiunse e tolse nulla al suo tratto agonistico. Successivamente, Gilles fu citato come un esempio di corridore che ha sempre rifiutato di cedere alla tentazione del doping in un periodo, gli anni '90, dove i medici preparatori hanno radicalmente modificato e distrutto tanto del ciclismo. Che fosse pulito Delion? Può essere, perlomeno nei limiti poco confessionali e meno ipocriti del termine. Sicuramente più credibile di tanti strombazzati pseudo puliti, anche e soprattutto connazionali.
Maurizio Ricci detto "Morris"