Nato a Avigliana (Torino) il 14.08.1927. Deceduto ad Avigliana il 14 marzo 2006. Passista scalatore, alto m. 1,84 per kg. 77. Professionista dal 1952 al 1961, con 6 vittorie.
Un corridore la cui eleganza sul passo e l’estrema regolarità, han fatto pensare a lungo a lui come ad un predestinato per le corse a tappe. Così non fu, anche se Agostino Coletto, era effettivamente un bel corridore. Nonostante il numero esiguo di vittorie, per la sua evidenza e per le speranze citate, nonché per i cospicui piazzamenti anche nelle corse a frazioni, questo corridore torinese, va messo fra i protagonisti degli anni ’50. Completo, anche se non con punte notevoli, ebbe una maturazione lenta, non a caso passò professionista già venticinquenne, nel 1952, e gli va dato atto che nel momento in cui scoprì di non poter raggiungere a piene mani il ruolo di capitano, con umiltà seppe trasformarsi in spalla o addirittura in gregario. Nel 1953 ruppe il ghiaccio vincendo il circuito di Nole Canavese e finì sul podio nel prestigioso Gran Premio delle Nazioni a cronometro, vinto dal diciannovenne Jacques Anquetil, ma fu nel ’54 che entrò nel novero delle attenzioni degli appassionati, vincendo in solitudine la Milano Torino. In una giornata da lupi, scattò sulle rampe della Rezza, l’ultima salita della giornata, la cui cima distava 15 chilometri dall’arrivo e giunse al Motovelodromo torinese con 1’20” sugli inseguitori. Un mese dopo, s’aggiudicò la tappa di Avezzano della Roma-Napoli-Roma, poi vinse la Coppa Mostra del Tessile, ma furono il 2° posto colto dietro Fornara al Giro di Svizzera ed il 5° nel Giro di Lombardia, ad alimentare le speranze su di lui. Nel ’55 vinse la tappa di Salerno del Gran Premio Ciclomotoristico e il GP di Locarno, una cronosquadre composta da tre elementi per ciascuna. Con Coletto gareggiarono e vinsero Nencini e Giudici. Al Giro d’Italia la regolarità di Coletto finì per emergere, garantendogli un comunque importante 5° posto finale. L’anno successivo, grazie anche alla tremenda tappa del Bondone che falcidiò la classifica, Coletto, che riuscì a superarla, finì sul podio rosa di Milano, dietro a Gaul, trionfatore ed a Fiorenzo Magni. Dopo un ’57 incolore, Agostino tornò in auge nel 1958. S’aggiudicò ancora la Milano Torino, stavolta con un’impresa ancor più tangibile di quella di 4 anni prima. Inseritosi in un folto drappello in avanscoperta a 120 km dall’arrivo, attaccò in salita e con lui rimase il solo velocista belga Vannitsen, poi, nell’ascesa successiva, il torinese staccò anche il pericoloso compagno e si bevve gli ultimi 40 chilometri in solitudine anticipando Poblet 2° di 1’36”. Al Giro d’Italia vestì per 3 giorni la Maglia Rosa, perdendo il primato a Boscochiesanuova a favore di Baldini, poi vincitore della corsa. Fu al via di 2 Mondiali su strada: ritirato nel ‘54 e 12° nel ‘55. Chiuse la carriera nel ‘62, passando gli ultimi anni a fare il gregario.
Maurizio Ricci detto "Morris"