Nato a Saint-Marcellin-en-Forez l’11 gennaio 1900, deceduto a Montbrison il 16 giugno 1980. Professionista dal 1925 al 1951 con 40 vittorie all’attivo.
Nella storia del ciclismo, ci sono personaggi puntualmente dimenticati o sottostimati, che fa un grande piacere riportare un poco all’attenzione. Benoit Fauré è certamente uno di questi. Un atleta valoroso, fra i più longevi in assoluto, originale e con grandi doti di scalatore. Nato in una famiglia di ciclisti - suo padre Antoine vinse una tappa al Tour del 1904, mentre suo fratello Eugene, di due anni più giovane, fu anch’egli professionista - Benoit, fece della bici una ragione di vita. Dopo l’interminabile carriera da ciclista, infatti, divenne costruttore e meccanico. Noto per un 2° posto un Campionato francese all'età di 43 anni ed aver partecipato 2 volte alla Parigi-Brest-Parigi, quando aveva già compiuto i 48 e i 51 anni (dove fu autore di una fuga di quasi 500 km), Faurè seppe vincere il Tour de France per “isolati” sia nel ’29 (15° assoluto) che nel ’30 (8° ass.), risultando evidente ad ogni partecipazione, perché anche quando non tagliava per primo il traguardo, ed accadde una sola volta nella tappa Cannes-Nizza del ’29, praticamente tutte le grandi montagne dei suoi anni, lo han visto, almeno in una occasione, superare in testa la cima. Su tutte: il Tourmalet e l’Allos (2 volte), l’Aubisque e il mitico Galibier (a spalla con Pierre Magne). Fra i suoi successi, inoltre, sono da segnalare: la Vichy-Nevers-Vichy e la Lyon-Genève-Lyon nel ’30; la Parigi Caen nel ’32, il Tour de Corrèze e la Bourg-Genève-Bourg nel ’34; 3 tappe del Tour de Suisse ’35; la Parigi Nantes ’36, la Parigi Angers ’37, la Marseille-Toulon-Marseille e la St. Etienne-Lyon nel ’39; il Critérium National (zone libere) nel ’41; la Valence-Annecy nel ’43, nonché il GP de Gueugnon nel ’51, a 51 anni! Lo chiamavano “La souris”, “Il topo”, per la piccola statura e per la velocità con la quale si muoveva.
Maurizio Ricci detto "Morris"