Nato a Vigneux sur Seine il 3 marzo 1949. Professionista dal 1972 al 1982 con 21 vittorie.
Con questo corridore elegante, completo, dalla pedalata armoniosa, incontriamo una delle più grandi delusioni del ciclismo francese degli ultimi quaranta anni. Da dilettante il suo ruolino fu da fuoriclasse: pieno di successi che, nel computo quantità-qualità, aveva pochi paragoni nel passato del pedale transalpino e non solo. Da citare, il titolo francese militari nell’inseguimento su pista nel 1969; la Route de France '70 e '71 (corsa a tappe di valore internazionale), il Tour de l'Avenir '71, all’epoca realmente da considerarsi come la corsa a frazioni principale al mondo relativamente ai “puri” e, con un autentico numero da campione con la maiuscola, il Campionato Mondiale di Mendrisio nel ’71, su Freddy Maertens, lo spagnolo Viejo, il “re dei dilettanti” olandesi Fedor Den Hertog e Francesco Moser. All’indomani di quel successo avrebbe voluto passare prof, ma la ferma per le Olimpiadi (che tanti danni ha procurato a numerosi atleti già pronti per il professionismo), lo costrinse a rimanere dilettante ancora un anno e a Monaco ’72 deluse. Passato prof dopo i Giochi, non mantenne le promesse. Qualche lampo nella sua carriera nell’elite del ciclismo non è mancata, ma niente a che vedere con ciò che si sperava. Fu 3° nel campionato francese '73, ma vinse il Titolo nel '75. Non colse classiche, ma solo alcune belle corse, come il GP di Nizza ’75, il Giro della Corsica '77, la Parigi-Bourges '78. Vinse qualche tappa di secondo piano, come la 4a frazione del Dauphine Liberé ’73 e la 3a del Tour de l’Oise ’76. Senza particolari risultati le sue 8 partecipazioni al Tour de France: il suo miglior piazzamento fu il 10° posto nel '73 e la sola tappa vinta, nel '76, gli venne tolta per irregolarità al controllo antidoping. Insomma un ruolino che non rende esagerazione alcuna, alla definizione di corridore “flop” fra i professionisti. E dire che aveva classe da vendere….
Maurizio Ricci detto "Morris"