Nato il 30 aprile 1961 a Oudenaarde, professionista dal 1984 al 1996 con 23 vittorie su strada.
Eric Van Lancker è stato uno dei pochi corridori dell’epoca moderna, che ebbe il coraggio di portare per un certo periodo i baffi. Fu un segmento della sua carriera che contemplò l’ultimo anno da dilettante ed i primi due da professionista, quando militava nella piccola formazione della Fangio. Poi, con l’arrivo nella blasonatissima Panasonic, dei baffi non vi fu più traccia. Una nota di colore per un corridore silenzioso, forte, che ha sempre svolto il suo lavoro con attenzione e intelligenza. Eric, capì presto di non essere un super, ma con astuzia e abnegazione, finì per prendersi il massimo del possibile per quello che la natura gli aveva dato e per ritagliarsi, dal mestiere, una sistemazione capace di incidere anche sul dopo carriera. Buono su tutti i terreni, salvo in volata, dove non era fermo, ma nemmeno uno che poteva aspettarla.
Grazie alla completezza, s’è ritagliato un palmares che ha sì poche vittorie, ma quelle colte sono tutte di ottimo livello, ed a ciò è necessario aggiungere che ha sempre corso per aiutare gli altri. Tantissimi i suoi piazzamenti di pregio. Alla fine, ha raccolto meno di quello che valeva, ma chi lo ha visto sa, che i suoi undici anni di professionismo sono stati positivi. Una bella carriera, dove nessuno può parlarne male e dove tutti lo hanno rispettato.
Già, il rispetto è doveroso quando si incontrano corridori come Van Lancker! Passò prof, come detto, nelle file della belga Fangio, nel 1984. Nell’anno non vinse, ma si piazzò più volte. Meritevole di menzione il suo 3° posto nella Parigi-Bruxelles. Quattro le vittorie nella stagione seguente: il Tour Milk Race in Gran Bretagna, due tappe dello stesso e una al Giro di Danimarca. Nel 1986 passò alla Panasonic, di cui divenne una colonna per ben sette anni. Nella sua prima stagione vinse la tappa di Merano (l’ultima) al Giro d’Italia, dove chiuse 14°, due frazioni della Parigi-Nizza e una al Giro di Svizzera. Nel 1987, dopo un’infinità di piazzamenti e due vittorie di tappa alla Vuelta a Lloret del Mar e nel GP Guglielmo Tell, fu autore di un grande finale di stagione in Italia, dove, dopo il secondo posto nel Giro del Piemonte, impegnò allo spasimo Moreno Argentin, l’unico che gli finì davanti, nel Giro di Lombardia. Nella stagione seguente, si distinse in maniera ancor più marcata, nel ruolo di riferimento per i tanti nomi di prestigio della Panasonic, ed a livello personale, aldilà dei piazzamenti, tagliò per primo il traguardo in frazioni del Giro del Belgio e della Vuelta a Cantabria.
La vittoria nell’Amstel Gold Race, fu la stella del suo ’89, dove vinse anche una tappa del Giro dei Paesi Baschi. Con l’arrivo dell’ultima decade del secolo, il suo ruolo anche di vincente all’interno del team, trovò eccelse risposte nei successi alla Liegi-Bastogne-Liegi ‘90, nel GP delle Americhe e nella Wincanton Classic del ’91, tutte prove di Coppa del Mondo. Fra le altre vittorie del periodo vanno segnate la cronoscalata del Montjuich (’90) e due tappe del Tour du Vaucluse ’92. Dopo una parentesi non felice nel ’93 in seno alla Lotus Festina, nel 1994 tornò in un grande team, la Wordperfect, diretta da Jan Raas.
In quell’anno vinse la semiclassica Bruxelles-Ingooigem. Fisicamente ormai logoro, passò la stagione ’95 alla Callstrop. Il suo canto del cigno il 6 agosto a Kelmis, nel Giro del Belgio dell’Est. Staccò la licenza anche nel ’96, sempre con la Callstrop, ma non corse praticamente mai. Un ottimo corridore.
Maurizio Ricci detto "Morris"