Nato a Giubiano di Varese il 21 giugno 1909. Deceduto a Milano il 19ì8 settembre 1973. Scalatore. Professionista dal 1929 (1° settembre) al 1939, con 13 vittorie.
Un esempio di dedizione verso una leggenda come Alfredo Binda, anche quando questi stava tramontando. Bertoni, era uno scalatore che poteva lasciare un segno superiore al tracciato, ed era pure buono sul passo, ma pur non avendo sprint avrebbe potuto vincere di più se non si fosse dedicato così tanto al grande Alfredo. Conquistò gli onori della notorietà nel 1929, quando giunse secondo ai Mondiali dilettanti e, pochi giorni dopo, passando professionista nella Legnano del medesimo varesino Binda, si laureò Campione Italiano Indipendenti. Le sue qualità s’evidenziarono subito anche nella massima categoria ed anche se nel 1930 non ebbe modo di gioire, nell’anno successivo andò a segno 4 volte: vinse il GP Bendoni, il GP Masnago e 2 tappe del Giro di Campania. Ancora migliore il ’32, che lo vide vincere la tappa di Genova al Giro d’Italia, manifestazione nella quale aggiunse un’infinità di piazzamenti ed il 3° posto finale, indi trionfò nella Treviso Montegrappa e nella Firenze-Roma, per squadre, si classificò secondo sia ai Campionati Italiani dietro Learco Guerra, che ai Campionati del Mondo dietro Binda, dopo essere stato perlomeno pari al fuoriclasse capitano fino a pochi metri da quel traguardo. Chiuse poi l’anno col 3° posto nel Giro di Lombardia. L’evidenza nazionale e mondiale, spinse la Bianchi, desiderosa di attenuare il dominio della Legnano ad offrirgli un ricco contratto nel ’33 ed in quella stagione si impose nella Pistoia-Prunetta e fu ancora 2° ai Tricolori dietro Guerra. Nel 1934, tornò con l’amico Binda in Legnano: vinse la Cittiglio-Leffe, la Castellanza-Macugnaga e fu sesto al Giro d'Italia, vincendo la classifica degli scalatori. Nel 1935 subì una flessione anche per l’insorgere di diversi acciacchi, che lo costrinsero ad un’attività più moderata e ai ritiri sia al Tour de Suisse che al Tour de France. Una flessione di risultanze che continuò anche nel ’36, dove corse pochissimo. Idem nel ’37 e nel ’38, dove comunque ritornò a gioire, conquistando la Coppa Vittoria a Trieste. Fu il suo ultimo acuto. Nel ’39, infatti, abbandonò l’attività col 3° posto ai Tricolori di Ciclocross.
Maurizio Ricci detto "Morris"