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2 partecipanti

    Il giornalismo drogato: il Vayerismo (da Antoine Vayer a Eu il Genio Capodacqua)

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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Lug 27, 2014 11:30 am

    Sembra che nel mondo del ciclismo vi siano alcune persone che si siano fatte un curriculum di tutto rispetto, come diffamatori professionisti, persone disposte a ravanare nella spazzatura e nel peggio di questa professione per cercare qualcosa da pubblicare, per fare scandalo e fare facile cassetta.

    Poi i capi dello sport, in cerca di legittimazione (quando il guano legittima lo sterco), sono sempre pronti a dare le medaglie per le coraggiose inchieste di questi luridi, manco fossero giornalisti d'inchiesta veri.

    Con questo non si vuole difendere l'indifendibile, anzi. Sappiamo tutti quale sia la situazione dello sport e non solo del ciclismo. Anzi paradossalmente il ciclismo è quello più all'avanguardia, quello che ha più pagato e resta il più tormentato dai dubbi, alimentati ad arte dai figuri oltre la reale situazione.

    Mai che questi luridi si occupino di calcio, tennis ed altro. Li avrebbero già messi in mutande e sarebbero in strutture come quella milanese di Fratel'Ettore. Coi deboli questi moralizzatori del cazzo sono fenomenali, si gonfiano.
    Penso che adesso sia giunto il momento di gonfiarli (di botte, metaforicamente ovviamente) e sgonfiarli (della boria accumulata in questi anni).

    Questi assassini mediatici non hanno il diritto di occuparsi della salute dei ciclisti, argomento che loro utilizzano solo strumentalmente. Sappiamo bene come la diffamazione possa distruggere gli uomini, prima di tutto quelli non potenti e non parlo dei luridi politici, a cui poi questa gente liscia sempre il pelo.

    In questi anni abbiamo spesso letto le affermazioni bilose, vendicative, di Capodacqua, senza una precisa volontà positiva di aiutare l'ambiente a trovare una sua strada nella risoluzione o attenuazione dei fenomeni.
    Il ciclismo è l'unico sport che si è avviato sulla strada del superamento della ricerca della sostanza come unico strumento, tanto che è il più avanzato (una vera cavia) nell'utilizzo del passaporto biologico.

    Ci sono sport miliardari dove invece ciò non avviene, ma questi sport non hanno i giornalisti drogati di sangue e fama diffamatoria del nostro sport.

    In questo Tour, però, chi si è davvero distinto e si è fatto cogliere dal delirio di fama e diffamazione è stato Antoine Vayer, ex preparatore Festina, che ormai da tre settimane imperversa su twitter con le sue accuse strampalate, basate solo sui suoi famosi calcoli (renali Laughing).
    Se questo figuro indecente ha campo libero nella diffamazione, perché non prenderlo alla berlina e rendergli la stessa moneta? Lui come gli altri che si comportano come lui, che sono adusi alle facili calunnie ed alla propalazione di sospetti senza uno straccio di prova, pescando nella rumenta o, peggio, nel "si dice che" con tutta una serie di condizionali, nel perfetto stile giornalaistico di Eugenio C.

    Sia Vayer che EC scrivono su giornali della sinistra radical chic, quella che si è distinta in questi anni dai partiti conservatori, che critica ferocemente, solo per una maggiore voracità di potere. Sono gli invidiosi di potere che non rappresentano nulla di socialmente innovativo. Vedasi il giornale della tessera n.1 del Pd, l'imprenditore svizzero che dà lezioni di morale fiscale a Silvio Berlusconi dalla sua Sankt Moritz, padrone della Repubblica, il giornale che si occupa di ciclismo solo quando ci sono casi di doping, tanto che quando un dopato finisce in copertina in modo urlato, i lettori della Repubica si chiedono "E chi è questo ciclista?". Laughing 

    In Francia questo nobile ruolo lo svolge Le Monde, con la sua firma/consulenza di punta Antoine Vayer.

    Questo 3d servirà al pubblico ludibrio di questa gentaglia, senza dar loro troppo peso, usando gli strumenti dell'ironia e della bischera perculata.
    Insomma, un po' di  disgusted e un po' di  :lingua linguaccia: 

    Ps. Si dice in giro che un amico avrebbe sentito da un altro che un giornalista di Repubblica che si chiamerebbe Eugenio abbia una relazione omosessuale con un francese che opera nel ciclismo che si chiamerebbe Antoine.
    Lo avrebbe affermato uno che lo ha sentito dal cugino di un amico della moglie che sarebbe stato ad un orgia organizzata forse dai due.
    Sembrerebbe ma io non ci crederebbi mai Laughing
    Okkioxokkiodentexdente
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Lug 27, 2014 11:44 am

    Ovviamente non parliamo di doping qua, ma solo di giornalisti tossici e di giornalismo drogato.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Lug 27, 2014 11:49 am

    Tutti ci ricordiamo la querela di Nibali sulle Vedove Nere, citate da Fanini e subito pubblicate da Capodacqua. Bene, questo pezzo recentissimo di Capodacqua è da urlo, perché è una leccata di quelle ... storiche.
    Osservate come scrive Saint Morritz, località dove risiede chi gli paga lo stipendio.
    C'è una doppia erre che ricorda un freudiano Morris Laughing
    http://capodacqua.blogautore.repubblica.it/2014/07/18/nibali-dominatore-una-straordinaria-normalita/

    Il lavoro sporco questa volta lo fa solo il gemello francese.

    Nibali dominatore: una straordinaria “normalità”
    18 - LUGLIO - 2014 10 COMMENTI
    Troppa grazia San Vincenzo. Si potrebbe chiosare così, parafrasando una nota parabola del passato, il gesto di Vincenzo Nibali che attacca in maglia gialla e vince la terza tappa di questo Tour dimostrando una volta di più di avere in pugno la grande corsa francese anche se più di 1000 chilometri lo separano da Parigi. Nel senso che il siciliano è andato ben oltre le attese del ciclismo nostrano e mondiale. Lo aspettavi in difesa del suo vantaggio pure già abbastanza consistente in cima alla classifica della corsa più importante del mondo e te lo ritrovi attaccante indomito a dominare la prima tappa alpina e a guadagnare ancora quasi un minuto (50”) sull’avversario più pericoloso, lo spagnolo Valverde. Facile il parallelo con quel commerciante che, acquistato un cavallo purosangue, sogno della sua vita, non riusciva a salire in sella. Rivoltosi a Sant’Antonio ottenne dal santo tanta forza da scavalcare di slancio non solo la sella ma…andare addirittura dall’altra parte. Una favola che rende bene l’idea della favola che sta vivendo e facendo vivere a tutti gli appassionati lo “Squalo dello Stretto”. Pure in una giornata non molto favorevole (la caduta di Fulgsang, la crisi di Scarponi prima della salita finale) Nibali ha saputo tenere dritta la barra del timone. Freddo e tranquillo ha constatato di persona la crisi del tasmaniano Porte, arrivato al traguardo a quasi 9 minuti dal siciliano trionfante; ha risposto con straordinaria agilità al ritmo imposto dalla Movistar e da Valverde salendo verso Chamrusse e poi, quando ha capito che l’avversario non ne aveva più, ha sferrato l’attacco decisivo. Non ha rivali in questo momento, il siciliano. Ha davvero una marcia in più in salita rispetto agli avversari. E a qualcuno  fa storcere il naso. Com’è anche comprensibile in uno sport dove per lustri si sono visti “miracoli” e “imprese” mirabolanti, rivelatisi, poi, soltanto il frutto dell’imbroglio. E, francamente, considerando ancora l’attuale ciclismo abbondantemente in mezzo al guado, a sospettare si fa certamente “peccato”, ma molte volte ci si azzecca. Come recita un vecchio adagio. Personalmente la mano sul fuoco non la metterei per nessuno in questo ambiente. Foss’anche mio fratello. Così si può ben capire come qualcuno lasci intendere, come l’ex vincitore di due Tour, l’americano LeMonde, e qualche “guru” d’oltralpe abituato a far conti con le formule, che i livelli di potenza del siciliano siano sospetti. In effetti la superiorità dimostrata dal leader Astana è evidente. Ma, innanzitutto, occorre distinguere se sia merito tutto della sua prestazione o demerito di avversari poi non così “agguerriti” come accadeva in passato. Forse c’è un pizzico dell’uno e dell’altro nell’esaminare a fondo il fenomeno-Nibali. I vari Porte e Valverde alla luce delle loro attuali prestazioni non sono che le controfigure dei Contador e dei Froome visti nelle ultime grandi corse a tappe. Per non parlare dei giovani francesi che sì, si stanno impegnando al massimo per agguantare il podio della prestigiosa “grande boucle” che manca dal lontano 1997. Ma che rivelano limiti tecnico-fisici molto evidenti. I calcoli sulla potenza stimata (attraverso formule che si avvicinano moltissimo alla realtà, ma ovviamente non sono la realtà) dicono che in un caso (salita a Planche des belle filles) Nibali è di poco al di sopra del limite superiore di quanto accettabile secondo la fisiologia normale. E nell’altro (scalata a Chamrusse) nella norma. Uno dei più accreditati “scienziati” del ciclismo, il transalpino Frederic Grappe, consigliere scientifico della federazione francese nonché allenatore di formazioni prof, pone questo limite a 6,2 watt/chilo per prove fra i 15’ e i 20’ e 5,8 w/kg  per prove superiori ai 20’. Nibali si è espresso sul livello di 6,4 watt/chilo salendo a la Planche des Belles Filles e di 5,7 scalando Chamrusse ad una potenza media di poco superiore ai 400 watt. Cifra che rappresenta un valore in linea con la “soglia anaerobica” (il wattaggio medio sostenibile dall’atleta per un’ora) registrata dai professionisti migliori. Per quanto solo indicative (sarebbe interessante poter vedere i dati reali registrati “in diretta” dallo strumento dell’atleta) le cifre sono chiare. Anche se, ovviamente, non spiegano tutto. E, ovviamente, di per se non sono affatto garanzia di limpidezza assoluta. Ma una cosa va detta chiaramente: finora il siciliano, pur vivendo in un mondo ciclistico ancora fortemente a rischio e in un ambiente, quello dell’Astana, ultra criticato per le vicende doping dei suoi ex corridori, attualmente dirigenti (Vinokourov, positivo al Tour 2007), non è mai stato coinvolto in vicende doping di sorta. Neppure a livello di voci, di chiacchiere. E anche questo è un dato di cui tener conto.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Ago 01, 2014 10:28 pm

    Giornata di scambi biblici di Vayerismo e di Tinkoffismo.

    Il Tour non lo vinceranno Contador o Bardet. Lo vinceranno Vayer o Tinkoff.
    Disgustoso scambio a chi ce l'ha più duro dei due.
    https://twitter.com/olegtinkov/status/495199667236663297

    Esilarante Vayer quando dice che "vinceremo il Tour".

    Tinkoff:
    We'll sue #UCI for non-disclosure that @Roman86_K had bio passport violations in 09/10 when we signed him in 2012.They knew, and hide this?

    Vayer:
    @olegtinkov we'll win the Tour, we'll sue the world, blablablabla.

    I corridori non contano nulla. Sono alla merce di questi narcisi.
    Almeno Tinkoff ci mette i soldi, Vayer solo il veleno.
    Imbarazzante vedere il nostro sport in balìa di questa gente.

     calcinculo
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Ago 04, 2014 9:51 am

    Dopo qualche giorno, sul caso Pantani si è pelosamente espresso (non riusciva a tacere almeno stavolta), col suo solito veleno, anche la firma (si fa per dire) più ripugnante di Repubblica.
    http://capodacqua.blogautore.repubblica.it/2014/08/03/pantani-dopo-quella-morte-speculazione-infinita/#more-2304

    Non è degno per me di essere postato nel 3d su Pantani. In questo 3d è più adatto.
    Nel pezzo ci sono alcune menzogne che meritano una replica nel merito, quello che questo mistificatore professionista accuratamente omette, aldilà dei complottismi da "capro espiatorio" (lo ha messo non a caso fra virgolette), che sono i suoi migliori alleati e con i quali va a nozze.

    Ripugnante all'ennesima quando parla del business del ricordo di Pantani, lui che ha lucrato come nessuno e con il massimo dell'indecenza e della disonestà intellettuale sul doping e sulla salute degli atleti, atleti di cui non gli è mai fregato nulla, perché le sue tremende accuse mediatiche hanno distrutto molti ragazzi come (anzi psicologicamente peggio) delle schifezze farmaceutiche che questi prendevano.

    Recupero un po' di documentazione per smontare alla radice le fandonie di questo mistificatore e nei prossimi giorni posterò.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Ago 04, 2014 5:24 pm

    In rosso alcune piccole repliche al Profeta della Sventura nel Ciclismo.

    __________________________________________________________________________
    Pantani, dopo quella morte speculazione infinita
    Pantani, PRIMA DI quella morte speculazione infinita (La tua!)

    3 - AGOSTO - 2014         COMMENTI SATRAPIRICI Laughing 
    Avevo fatto un patto con me stesso, in nome dell’amicizia che mi ha legato per breve tempo a Marco Pantani, e cioè che non avrei più scritto un rigo su di lui e sulle sue tragiche vicende.
    Amicizia?! Breve tempo sì. Credo giusto il tempo di conoscerti.
    Se uno non è leale con se stesso, immaginarsi con gli altri. Promessa da coccodrillo alquanto patetica.

    Pur conoscendo la sua storia nei minimi particolari non ritenevo di dover puntualizzare fatti e situazioni; proprio per rispetto di un uomo che ha comunque pagato il prezzo più alto.
    Rispetto?
     :pinocchi8 

    Ma evidentemente non c‘è pace sotto gli ulivi.
    Ci voleva lui a portare la pace.

    E, con la riapertura d’ufficio dell’inchiesta sulla morte, riecco Pantani pronto ad essere di nuovo immolato sull’altare della cronaca. Quella più bieca e nera che allunga un triste velo di grigio sull’ immagine dell’uomo e dell’atleta, comunque rimasto profondamente nel cuore di molti appassionati e tifosi.
    Ci volevi tu per aggiungere il marrone. Nooo cosa hai capito? Pensavo alla bile.

    Un atto dovuto da parte dei magistrati dopo l’esposto dei genitori e l’accurata perizia dell’avvocato di parte che ipotizza l’omicidio. Diciamo subito che se ci sono dubbi (e ce ne sono) sulle circostanze di questa tragedia è doveroso andare fino in fondo. Anche se il cammino delle indagini, a dieci anni di distanza dai fatti, risulta piuttosto difficile.
    ROSICANTE MENAGRAMO.

    Ma, più in generale, sembra arrivato il momento di fare un minimo di chiarezza.
    Contraddizione evidente con l'osservazione appena precedente Laughing
    Fate chiarezza, ma è difficile, fate chiarezza, ma è difficile, fate ch... difficile ... Laughing 

    Per lunghissimi dieci anni l’informazione (specie la tv di stato) ha contribuito a mistificare un dramma che è e resta umano prima ancora che sportivo. Pantani trasformato in un eroe. Pantani campione, esempio da seguire e imitare.
    Meglio un figlio drogato che un figlio diffamatore professionista e avvoltoio

    Pantani vittima di chissà quale complotto. Pantani “capro espiatorio” di una realtà che invece tutti conosciamo, purtroppo. E cioè la realtà di un ciclismo all’epoca stradopato che ha tradito la passione degli spettatori propinando uno “spettacolo” al di fuori e al di sopra di ogni umana credibilità.
    L'umana credibilità che tu non avrai mai e poi con il tuo pseudo-giornalismo altrettanto stradopato ...
    In compenso c'è chi non tradisce mai la passione dei suoi fans assetati di maldicenze su questo o quel ciclista.
    Quel "capro espiatorio" costruito dai cazzari ti fa comodo per ridicolizzare le ben più consistenti documentazioni emerse nel tempo. Come Jack Obbo per il suo Kazzenger ha bisogno delle scie chimiche e degli alieni, tu hai bisogno del "capro espiatorio" dei cazzari.

    Pantani faceva sognare e del sogno in questa dannata società c’è fame come dell’aria, dell’acqua, del pane. Lui incarnava l’attacco, il successo, la botta vincente. Quello che tanti “travet” covano nell’intimo. Il “come” poco importava.
    Il come importa poco anche nel giornalaismo stradopato, quello che però provoca solo incubi.

    Quanti erano in grado di capire, o volevano capire il “come”? E forse poco importa, adesso. Da questo punto di vista Pantani è stato un grande. Ha toccato nel più profondo l’animo degli appassionati.  Ancorché alle prese con un problema esistenziale che tormenta spesso, troppo spesso, la vita di tanti protagonisti. Un problema che Madonna di Campiglio ha acuito e fatto esplodere. Mettendo in risalto tutta la fragilità dell’uomo, ma anche l’insensibilità, l’egoismo e l’ignoranza di qualcuno che gli è stato accanto.

    Vediamo di ragionare con un minimo di freddezza. Pantani è stato un eccellente ciclista.
    Un eccellente? Dai braccino, sali un po'. O altrimenti dì cosa pensi veramente: "Pantani era un drogato di merda", ovvero ciò che hai fatto in tutti i modi arrivasse al pubblico generico del giornale che ti ospita. La sincerità sarebbe più apprezzata, non come una calda "freddezza" Laughing
    :pinocchi8 


    Un eccellente scalatore che, doping o meno, probabilmente avrebbe inebriato ugualmente le folle con le sue gesta in salita, con il suo carattere e la sua personalità. Perché comunque il ciclismo si fa e si esalta in salita.
    Nel giugno 2000 il "nostro" affraid profeta scriveva così:
    ____________________________________________
    GIUGNO 2000 - Pantani contro Armstrong. Il Pirata, l’atleta travolto dal Grande Scandalo e poi "risorto" dalle ceneri nell’ultimo Giro, contro l’Uomo che ha sconfitto il Grande Male e ha "salvato" il Tour del dopo-Festina. Il ciclismo vive di immagini e protagonisti. Spesso immagini esagerate, gonfiate, distorte. Un paio di scatti di Pantani sull’Izoard bastano per consacrare la "resurrezione". E tutto, compreso il duro lavoro di Garzelli per un Giro intero, finisce alle ortiche, passa in secondo piano. Se vince è in nome e su mandato del Pirata; non perché ha pedalato in prima fila per oltre 3700 chilometri, ma perché il Pirata gli fa due scatti sotto il naso e lo "aiuta". Garzelli è costretto ad incassare - non si sa quanto "obtorto collo" - perfino il soprannome di "piratello", perché tutto diventa funzione della Grande Resurrezione. Cosa di meglio per restaurare l’immagine del Pirata, contaminata dalla vicenda dell’ematocrito sballato a Madonna di Campiglio, se non il gesto "generoso" con cui soccorre il compagno nel momento del "bisogno"? Soccorre? Personalmente ho visto il povero Stefano in difficoltà; ha perfino rischiato di lasciarci la pelle sulle azioni del compagno di squadra che sembrava in certi momenti cercare la vittoria personale… Ma siamo davvero convinti che con due scatti sull’Izoard Pantani ha fatto vincere il Giro a Garzelli? In ogni caso così è per alcuni media, che "macinano" tutto con clichet selvaggi. Pantani è il "salvatore": non solo è risorto, cosa che non capita tutti i giorni, ma addirittura mette la sua resurrezione al servizio del compagno. Così, però, il Giro di Garzelli scompare. Sarà ricordato come il Giro della "resurrezione" di Pantani. E c’è da chiedersi non solo se tutto ciò sia giusto e rispettoso della fatica del varesino, ma anche quale tipo di informazione si faccia in questo modo, esagerando fino alla nausea. Ma, ormai le chiacchiere stanno a zero. Se Pantani è davvero risorto sarà il Tour a dirlo.

    Armstrong e Pantani, dunque. Pantani e Armstrong. America (sarà la stessa America dello scorso anno?) contro Italia (sarà il riscatto definitivo per il Pirata? E a che livello?). Un Tour che incuriosisce e intriga più di quanto non sembri a prima vista.

    E, per una volta, si ragiona al buio o quasi. C’è qualcosa che rischia di cambiare equilibri agonistici e previsioni della vigilia. Se sarà introdotto il nuovo test che individua l’epo nell’urina ci sarà un ulteriore colpo di freno. Se saranno attuati con determinazione e senza sconti per nessuno quei controlli, non sarà possibile fare il cosiddetto "rabbocco", ovvero quel trattamento minimo con l’epo (diffusissimo) per mantenere i valori ematici a livello elevato attorno al massimo consentito. Pena lo stop. Per doping, questa volta, non sotto l’ipocrita motivazione della "tutela della salute". Si dovrebbe vedere, dunque, un ciclismo più a dimensione d’uomo. Si dovrebbero riscoprire, cioè, gli effetti della fatica che si somma alla fatica. Le crisi (umanissime) da una parte, e gli exploit di chi, dotato da madre natura, "tiene" meglio di altri. Come dovrebbe essere sempre nello sport. Non il ciclismo-pastone dai valori livellati, dove tutti sono uguali a tutti. Un ciclismo più umano, dunque più bello. Anche perché – se ci saranno i nuovi test - finalmente più credibile. Sarà così?

    E, in questo quadro, come si inserirà Pantani? L’operazione-Giro è riuscita perfettamente per il Pirata. Se l’obbiettivo era quello di rinfrescare e consolidare l’immagine presso il pubblico; di rinforzare il potere trainante dell’icona-Pirata: l’intento è stato raggiunto in pieno. Ma, parlando di Pantani, occorre distinguere: ciò che è lui come atleta e ciò che invece rappresenta ormai per il mondo che lo circonda e nell’inconscio collettivo. Ecco: tra l’icona che deve "farci sognare" e l’atleta che deve fare certe prestazioni c’è di mezzo questo Tour. Ora è arrivato il momento di pedalare.
    ____________________________________________

    E POI E' ARRIVATO IL MOMENTO DI PEDALARE, E IL PIRATA HA ANNICHILITO I TUOI AUSPICI DI GUFO ROSICONE CIVETTUOLO, nonostante fosse zavorrato rispetto ar Texano de li alti ottani.
    Notevole l'evoluzione recente della cornacchia acquatica rosicante.

    Ma che facesse come tutti gli altri lo ammette anche la stessa madre che – è comprensibile: è la mamma – continua una sua battaglia infinita. La capisco: la mia, di mamma, è andata fuori di testa alla morte del figlio 25enne in un incidente aereo di cui non si è mai data ragione. E comunque si vuole restituire dignità. Ma quale dignità? Quella del “così fan (hanno fatto) tutti”? Ben magra consolazione…
    Neanche le mosche africane (particolarmente assatanate) indugiano così tanto nella merda di gallina.
    E poi, ad andarsene, come si sa sono sempre i migliori. Povere mamme.

    Perché che facesse come tutti i ciclisti della sua epoca è ormai chiarissimo. E adesso, dopo l’indagine del Senato francese sul Tour 1998, è addirittura comprovato al di là di ogni sospetto.
    Le mosche sono insetti nobili, qua siamo ai batteri necrofagi

    Niente da aggiungere. Niente da chiedere al mondo ipocrita del ciclismo.
    La dignità a Pantani la si restituisce non arzigogolando attorno a presunti complotti, ma spiegando come la vita possa mettere trappole mortali anche sulla strada degli uomini di più grande successo.
    Ma tu che ne sai?! Rosicante di successo!

    Insegnando a diffidare della notorietà, della gloria effimera (un giorno sugli altari, il giorno dopo nella polvere); ad essere guardinghi e mai esagerati. La breve vita del Pirata è un paradigma dove c’è tutto: dall’esaltazione nel momento della gloria, alla più profonda depressione quando un mondo costruito con cura crolla davanti al test di Campiglio. Pantani come gli altri. Tanti altri.
    Peppio mettiti d'accordo. Hai appena detto che il "così fan tutti" non si può usare e mò lo dici tu?
    Ah ma tu volevi l'esclusiva sull'affermazione "Pantani di dopava come gli altri". Gne gne gne.
    Le iene in attesa del pasto lasciato dai felini hanno più classe.

    L’osservatore un minimo distaccato tocca con mano la profondità del baratro quando si finisce nei meandri della droga. Vede come sia facile scivolare, cadere definitivamente. Eppure cosa era è successo, in fondo, a Madonna di Campiglio? Nient’altro che quello che è successo a decine di altri corridori. Uno stop (di soli 15 giorni, neppure una squalifica…) per essere fuori dalle regole stabilite in quel momento. Scontata quella pena che all’epoca non aveva neppure il marchio del doping (“sospensione a tutela della salute”) tutto era finito. Ma paradossalmente è stata proprio la sensibilità particolarissima dell’uomo, la coscienza e il sentimento di vergogna per essere stato scoperto e messo a nudo, a perderlo.
    Gne gne gne
    Si dopava ... si drogava ... era come gli altri ... ho vinto io ...
    (Genio ti sei già mangiato tre quarti di fegato)

    Non ha retto, dicono, e si è rifugiato nella droga, trascinato in un mondo che gli turbinava attorno da tempo.
    Dicono ... 
    Gne gne gne ... Pantani si drogava da tempo ... si drogava già prima ... Pantani ha sempre preso la cacche dal naso ... Pantani rubava la marmellata ...
    (Genio il fantasma del Pirata ti tormenta?)

    In un mondo di cinici si è comportato come l’ultimo dei romantici. Ciò che lo rende umano, umanissimo. Tutt’altro che un dio: umanissimo uomo. Per questo ancora più apprezzabile.
    Questo è un volo carpiato con avvitamento sul naso e triplo salto mortale
     :pinocchi8 

    Per questo, a me non danno fastidio le celebrazioni e i ricordi. Men che meno che si scavi per chiarire i dubbi sulla morte.
    :pinocchi8 

    Mi da fastidio il sentimento peloso che trasuda interesse economico attorno a tutta la vicenda. Mi da fastidio chi su quella morte ci ha guadagnato e continua a guadagnarci, speculando sull’emozione.
    Firmato: LO SPECULATORE DEL DOPING.
    Voglio l'esclusiva. Gne gne gne

    Pantani è stato un business milionario da vivo e ancora di più da morto. I libri basati sulla sua tragica epopea sono andati a ruba. Al ritmo di 25-27 mila copie vendute. Fra il 2003 e il 2005, raggranellando cifre di gadget, dvd, bandane, donazioni, libri, poster, foto e tutto il merchandising connesso sono arrivato a calcolare quasi un milione di euro. Una cifra che si può tranquillamente moltiplicare per 3, per 5 arrivando ai nostri giorni. Chiaro che a questo mercato serva l’eroe.
    L'anima dello speculatore qua sì che viene fuori. Tu sì che li sai fare i conti.

    Anche se eroe non è. Pace all’anima sua.
    Questa la chiamerei "doppia rosicata bastone e carota"

    Il sistema che in qualche modo lo ha messo in un angolo, continua a succhiarne la linfa. Come? Raccontando la favola dell’eroe tragico. Della vittima predestinata. Del campione che suscita invidia e viene eliminato. Emozione, sentimento, partecipazione. Sul piano umano è tutto più che comprensibile, dopo la grande tragedia. Ma se vogliamo dare un esempio ai giovani non possiamo continuare a proporre tesi senza fondamento.
    Detto di cuore, hai rotto er cazzo con l'esempio per i ciofani
    Pensa a come diventar vecchio con un minimo di dignità

    Complotto? E chi mai avrebbe avuto interesse a complottare contro il Pirata?
    Rispondendo seriamente direi che "I rettiliani sono solo un capro espiatorio". La colpa è delle scie chimiche

    La Fiat perché lui aveva scelto la Citroen come sponsor? Ma, andiamo! Chi lo voleva in squadra ottenendo il rifiuto? E come si sarebbe realizzato il complotto? Corrompendo i medici prelevatori? Quello che si è letto negli anni e di recente appare chiaramente strumentale. E a mio avviso infondato.
    A tuo avviso, dì cosa è infondato. Rispondi ai fatti e non ai cazzari delle scie chimiche capitalistiche e plutogiudaiche che ti fanno tanto comodo.

    Oggi c’è di mezzo la giustizia ordinaria e un’indagine ufficiale, ma se ne sono viste e lette in passato… Soprattutto per assecondare la tesi della trappola. Qualcuno ha tirato fuori perfino la provetta di quel tragico prelievo ematico a Campiglio che sarebbe stata scaldata per alzare l’ematocrito. Ma – è addirittura banale – scaldando il sangue si scalda e aumenta di volume anche la parte liquida non solo quella corpuscolare e il rapporto in percentuale dell’ematocrito resta inalterato. Insostenibile scientificamente, eppure c’è chi ne ha fatto un elemento saliente della tesi complottistica. E poi: chi l’avrebbe scaldata? Il medico prelevatore? I medici dell’ospedale di Parma che nella serata di quel 5 giugno 1999 hanno ripetuto i test su ordine del pm di Trento Giardina trovando gli stessi valori dei medici Uci? Si può sostenere un’accusa così grave, che sfiora la calunnia, in modo così generico? Chi fa riferimento al complotto deve anche spiegare chi, come e dove può aver complottato. Per questo dico che sono solo speculazioni per suscitare emotività e vendere copie (o altro) al tifoso.
    Mi spiace per chi ha letto queste righe per nulla. Eugenio parlava a cazzo, parlava ai suoi utili idioti amici cazzari rettiliani, su cui il "lucido" profeta di sventura può svettare.
    Genio, lascia perdere le ampolle scaldate. Parla di cose serie.
    Ci sono due dati ufficiali: Campiglio e Imola.
    Il valore delle piastrine di Campiglio non è normale, quello di Imola sì, aldilà del valore dell'ematocrito. Le piastrine variano lentissimamente nel tempo.
    Quel valore così basso delle piastrine è spiegabile con un prelievo della parte liquida (cosa che avrebbe alterato il tasso dell'ematocritto), mentre la seconda provetta stranamente si ruppe. Quella avrebbe mostrato un diverso valore delle piastrine e quindi enormi dubbi su quell'esame, a prescindere dalle eventuali malefatte di Pantani.
    Per chi volesse leggere in merito a quanto sollevò meritoriamente Davide De Zan:
    http://www.ciclopassione.com/t715p75-marco-pantani-l-assassinio#4070

    Pantani era la gallina dalle uova d’oro per il ciclismo di quel tempo. E non solo. L’atleta che era riuscito a riportare milioni di tifosi sulle strade del Giro e con loro gli sponsor, cioè il potere economico. Cioè il dio denaro. Tanto e disponibile per tanti. Su Campiglio ha indagato la Procura di Trento. Il verdetto è stato univoco: nessuna truffa, nessuna sostituzione di provette (il sangue era di Pantani, come hanno provato i test del DNA), nessun complotto, nessuna manomissione.
    La Procura di Trento non si è pronunciata ad esempio su quella differenza dei valori delle piastrine. Quel valore evidenziato a Campiglio è quello di un uomo malato, impossibilitato a muoversi, quello di un malato di leucemia.
    E questo, ripeto, sempre a prescindere dall'ematocrito e dalle eventuali "malefatte" di Pantani.
    "Cosi fan tutti" valeva per il doparsi, ma forse non valse per l'esame dell'ematocrito di Pantani quella mattina, perché quell'esame probabilmente si fece "così" solo per lui.

    Resta solo l’ombra delle scommesse. Ma le indagini fin qui fatte non hanno portato a nulla. E ad anni di distanza il nome di quell’ “amico” di Vallanzasca che gli avrebbe consigliato di non scommettere su Pantani perché non sarebbe arrivato a Milano nonostante la maglia rosa sulle spalle e la classifica ormai blindata dai risultati, ancora non viene fuori.
    Le indagini sono "in mano" ai servizi segreti  condom-iniale

    Su Pantani si specula.
    Finalmente siamo d'accordo

    Come definire altrimenti il sottolineare l’irregolarità della procedura punto centrale in una delle ultime pubblicazioni? La provetta sarebbe stata scelta da uno dei medici prelevatori e non dall’atleta come vuole il regolamento. Un vizio di forma ininfluente ai fini del test.
    Ma che stai a dì, Genio?! Ininfluente? Era una totale violazione del regolamento. Travisatore! Distorsore! Mistificatore!

    A meno di non chiamare in causa la stessa ditta produttrice delle provette, che sono sigillate e sottovuoto. Tutte. E anche qui senza prove si sfiora la calunnia.
    Ma a cosa può servire tirare fuori un vizio di forma di fronte al quale oggi non si può fare nulla se non instillare senza motivo il dubbio generico che qualcosa di irregolare sia accaduto?
    Si sta alzando una tempesta di sabbia, o è fumo? :bobbymarley:

    Facile rispondere: è una mossa furba per accalappiare ancora di più il tifoso.
    C'è chi attira i tifosi e chi attira i vampiri assetati di sangue e di odio per il ciclista vincente.
    Ciascuno sceglie il suo target. I primi saranno magari anche stolti, ma certamente più genuini.

    Ma dire, 14 anni dopo, che si sarebbe potuto fare ricorso contro le modalità di quel test, non toglie nulla alla realtà storica: l’ematocrito fuori norma per le regole del tempo. Controllato otto volte sul sangue del Pirata. Valori fiori norma.
    E' vero, ma vale anche per il valore (altrettanto ufficiale) ed immensamente strano delle piastrine.

    Non per la prima volta, come del resto provano i dati emersi nel processo Conconi alle cui cure Pantani si era affidato già dal ‘94. E baggianate come “il prelevatore ha messo la provetta in tasca alzando la temperatura, ecc. ecc.” dicono sopratutto dell’ignoranza se non della malafede di chi sostiene tale ridicola tesi. Basta pensare alla temperatura corporea: 38 gradi circa. Ci sono 38 gradi in una tasca? Difficile. Dunque caso mai la provetta si sarà raffreddata non riscaldata.
    Aridaje coi rettiliani, gli alieni e le scie chimiche

    Ma tant’è. Lo dico chiaro: queste “spiegazioni postume” non mi convincono. Come quella che la macchina da analisi (Coulter Act) avrebbe “visto” un ematocrito alto per via del raggrumarsi delle piastrine.
    Ma gli esperti sono chiarissimi: “E’ impossibile – sostiene Benedetto Ronci ematologo di fama dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, consulente dei pm nella inchieste doping più clamorose – anche se le piastrine hanno tendenza ad aggregarsi non incidono sul volume corpuscolare; non possono modificare in alcun modo l’ematocrito”.
    Uno ti chiede se ti piace il cacio sulle pere e tu je risponni che le pesche hanno er nocciolo?
    Ciascuno poi trova le sue luminarie o il luminare che ti dice che è vero che le pesche hanno er nocciolo.
    Genio, sai che è vero che "se le piastrine hanno tendenza ad aggregarsi non incidono sul volume corpuscolare; non possono modificare in alcun modo l’ematocrito".
    Il fatto che l'amante di mia moglie non metta il preservativo non potrebbe mai escludere che io sia UN GRAN CORNUTO!
    Ps. Non sono sposato. Tiè!

    Piuttosto al medico che avrebbe fatto l’ematocrito a tutta la squadra in quei giorni andrebbe posta una semplice domanda. Perché? Si sa che con lo sforzo prolungato per settimane l’ematocrito cala. Che bisogno c’era di controllare?
    Così facevan tutti. Gne gne gne

    Altro discorso è la morte nel residence. Ma qui la scelta è ancora più netta. O si sposa la tesi dell’esagerata ingestione di cocaina (sette volte la dose mortale), overdose accidentale, come dice il referto di morte e dunque si spiega così il delirio la gran baraonda trovata in quella tristissima camera n.5 del Residence Le Rose, che è poi la tesi ufficiale di chi ha indagato. Oppure si allineano una serie di elementi di dubbio. Particolari incerti che dall’ora della morte, al cibo cinese (odiato dal Pirata), trovato in camera, alle ferite sul corpo, ai boxer che farebbero sospettare un trascinamento, al particolare del cuore portato via dal medico che eseguì l’autopsia timoroso che venisse rubato (da chi?); alimentano dubbi concreti. Cui dovrà rispondere l’indagine.
    Qui è partito il pilota automatico del conformismo peloso.

    Si continua a confondere il piano umano che merita il massimo della comprensione per una morte assurda con quello sportivo sfruttando la mozione degli affetti. Cosa dobbiamo fare? Giustificare tutto in nome della tragedia? E cosa raccontiamo ai nostri figli? Segui quell’esempio e sarai felice?
    Giustificare cosa? La tragedia sei tu e quelli come te.
    Che sfiga che hanno "i nostri figli"! Ma ciascuno pensi ai suoi ed io terrò i miei lontani da te.
    Eugenio fai un gran favore: NON RACCONTARE PIU' NULLA. SII FELICE
    #EugenioStaiSereno corna  :lingua linguaccia: 
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Ago 04, 2014 5:52 pm

    Come può essere credibile un giornalista che ha scritto delle CAZZATE del genere?!

    PANTANI E LO SPORT SCONFITTO
    AGOSTO 1999 - Ora che lo "strappo" è stato ricucito – e per di più da autorevoli dirigenti dello sport nazionale (Petrucci e Pagnozzi, rispettivamente presidente e segretario generale del Coni) e della politica (D’Alema, che gli ha conferito il collare d’oro dei migliori sportivi per il 1998) - il ciclismo italiano può tirare un sospiro di sollievo. Con Pantani "recuperato" ecco il protagonista auspicato, il portabandiera ideale per i mondiali di ottobre tutti italiani. Dunque, se per raggiungere questo obbiettivo è stato necessario chiudere un occhio (anzi, entrambi gli occhi) sulle tante polemiche di cui Pantani si è fatto portavoce al Giro ("No ai controlli per la salute del Coni, sì solo a quelli dell’Uci", ironia della sorte, successivamente rivelatisi fatali a lui…), ebbene, sia. Nello sport, come nella vita - è pura constatazione e non altro - spesso il fine ultimo giustifica i mezzi. E le recenti vicende di Pantani ne danno ulteriore conferma.
    Innanzitutto il Coni. Che in questa vicenda rivela almeno due anime. Da una parte la Procura antidoping che assolve Pantani, ma con motivazioni così pesanti (che avrebbero dovuto restare segrete: "al contandino non far sapere…") da sembrare una vera e propria condanna. Dall’altra la disponibilità di Petrucci e Pagnozzi ad assecondare il disegno della ricomposizione della querelle e del ritorno del Pirata, nonostante le ripetute umiliazioni patite dall’ Ente del Foro Italico, proprio per gli interventi del cesenate nelle vesti di portavoce dei corridori al Giro. Insomma in cambio dei tanti schiaffoni sarebbe stato logico attendersi un minimo di umiltà. Invece, niente. Ci si poteva aspettare, dopo la "preziosa" mediazione di Petrucci e Pagnozzi, un addolcimento anche delle spigolosità manifestate dal Pirata in tutta la vicenda. Almeno che non insistesse ancora su fragili tesi difensive (da Madonna di Campiglio in poi si è passati dall’adombrare un fantomatico complotto, al mettere in dubbio la validità dei test, a contestare i risultati tecnici dell’Uci: il tutto inutilmente, un giudice ha stabilito che quei test, proprio quei test, erano stati fatti bene e il loro risultato era attendibile, attendibilissimo ). Invece, niente. L’ unica concessione fatta dallo scalatore romagnolo – raccontano i suoi agiografi - è stata quella di abbandonarsi al volante di una Ferrari, acquistata proprio il giorno del pubblico rientro nel giro delle corse. Sguardo fiero, voce sicura, a chi – nella conferenza stampa del "ritorno", a Treviso - gli chiedeva se intendeva in qualche modo rivedere le sue tesi difensive, rispondeva secco che lui non si era mai difeso. Come a dire che non ne aveva bisogno. Dal che dobbiamo desumere che i legali che hanno presentato memorie e tesi per suo conto a giudici e magistrati nel corso di questi quaranta giorni, non erano autorizzati dal buon Pirata. A chi gli chiedeva se intendesse diventare – come auspicato da qualcuno – portabandiera della lotta al doping, per aiutare il mondo del ciclismo a voltare pagina, rispondeva che lui lo era già da prima. Da quando? Da quando – anni e anni addietro – accettava (sollecitava?) le attenzioni del professor Conconi e del suo centro di Ferrara, oggi indagati per "somministrazione di farmaci dannosi per la salute" e per "illecito sportivo"? Chissà. Noi – colpevolmente – non ce ne siamo accorti.
    Resta da chiedersi quale messaggio trasmetta uno sport siffatto. Che cosa sia diventato. Di quali valori si faccia portavoce. Di quale esempio per i giovani. Non si chiedeva poi tanto: un minimo di umiltà. Invece, niente.

    _________________________________________

    SCUSATE MA VAL LA PENA SOTTOLINEARE GLI INCISI:

    -  la disponibilità di Petrucci e Pagnozzi ad assecondare il disegno della ricomposizione della querelle e del ritorno del Pirata, nonostante le ripetute umiliazioni patite dall’ Ente del Foro Italico, proprio per gli interventi del cesenate nelle vesti di portavoce dei corridori al Giro.
    Le umiliazioni patite da Petruzzi e Pagnozzi Laughing
    Cose comiche per non dire tragiche!

    - Ci si poteva aspettare, dopo la "preziosa" mediazione di Petrucci e Pagnozzi, un addolcimento anche delle spigolosità manifestate dal Pirata in tutta la vicenda.
    Er Coni dell'Acqua Acetosa per corpa der piscio de li calciatori andava coperto cor dolce?!

    Ora il vero colpo di euGenio, il culmine della magia del rosicone:
    - L’ unica concessione fatta dallo scalatore romagnolo – raccontano i suoi agiografi - è stata quella di abbandonarsi al volante di una Ferrari, acquistata proprio il giorno del pubblico rientro nel giro delle corse.
    La Ferrari non c'entra un cazzo con una eventuale ammissione, ma il profeta di sventura doveva confezionare il "merdone" con il fiocco ai danni del "vanaglorioso dopato" che però fa i soldi.

    - Da quando – anni e anni addietro – accettava (sollecitava?) le attenzioni del professor Conconi e del suo centro di Ferrara, oggi indagati per "somministrazione di farmaci dannosi per la salute" e per "illecito sportivo"?
    E chi creò il mito del Centro di Ferrara? Ah ah ah, gli amici der profeta, quelli "ripetutamente umiliati" dell’Ente del Foro Italico, 'a banda der buco Italico. Laughing

    - Resta da chiedersi quale messaggio trasmetta uno sport siffatto. Che cosa sia diventato. Di quali valori si faccia portavoce. Di quale esempio per i giovani.
    Evvai cor pippone moralista dei ciofani
     diavoletto
    Con un pippone quotidiano così, la via della droga per un ciovvane diventa l'unico rimedio.
    Famose una canna euGenio :bobbymarley: 

    Ah Maximo te faccio conosce euGenio
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    Messaggio Da Bolt Ecchia Mer Ago 06, 2014 7:14 pm

    BenoixRoberti ha scritto:Ma tant’è. Lo dico chiaro: queste “spiegazioni postume” non mi convincono. Come quella che la macchina da analisi (Coulter Act) avrebbe “visto” un ematocrito alto per via del raggrumarsi delle piastrine.
    Ma gli esperti sono chiarissimi: “E’ impossibile – sostiene Benedetto Ronci ematologo di fama dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, consulente dei pm nella inchieste doping più clamorose – anche se le piastrine hanno tendenza ad aggregarsi non incidono sul volume corpuscolare; non possono modificare in alcun modo l’ematocrito”.
    Uno ti chiede se ti piace il cacio sulle pere e tu je risponni che le pesche hanno er nocciolo?
    Ciascuno poi trova le sue luminarie o il luminare che ti dice che è vero che le pesche hanno er nocciolo.
    Genio, sai che è vero che "se le piastrine hanno tendenza ad aggregarsi non incidono sul volume corpuscolare; non possono modificare in alcun modo l’ematocrito".
    Il fatto che l'amante di mia moglie non metta il preservativo non potrebbe mai escludere che io sia UN GRAN CORNUTO!
    Ps. Non sono sposato. Tiè!
    ah ah ah ah!!! lol!

    Sui ciclisti sono sempre un po' frenato perchè anche se sono eccessivamente sotto accusa hanno le loro belle colpe. Ciò non toglie che Capodacqua è veramente insopportabile.
    Bella risposta, se la meritava.

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