Nato a Nerviano (Milano) il 04 giugno1939, deceduto a Magenta (MI) il 20 aprile 2008. Passista, alto 1,95 per kg. 73. Professionista dal 1961 al 1964, non ha ottenuto vittorie.
Nato nel milanese, Cogliati, aveva conosciuto subito il grande ciclismo della zona, anticipando forse un po' troppo quella competitività che, a dispetto del fisico, avrebbe avuto bisogno di maturare in un lasso di tempo più lungo.
Ma il sogno olimpico, allora portava lo sport della bicicletta a bruciare le tappe e molti ragazzi, giunsero un po' troppo scarichi al professionismo. Ottavio, era certamente uno di questi. Nonostante ciò, anche se il suo palmares da prof, non narra vittorie e nemmeno piazzamenti di nota, il ruolo recitato nell'elite del ciclismo, compromesso tra l'altro da vari malanni, lo ha evidenziato come un gregario che ha saputo servire i propri capitani e, all'occorrenza, anche i colleghi di ruolo. Importanti, in quei tempi dove i regolamenti erano molto restrittivi, soprattutto in termini di rifornimenti d'acqua, le sue trenate per riportare se stesso ed i compagni con le bottiglie recuperate qua e là, nelle fontane e nei bar, talvolta nelle stesse case, su quel gruppo dove ad attenderne i frutti ci stavano capitani, o luogotenenti, come Graf, Carlesi, Adorni, Daems, Hoevenaers, Bitossi, Defilippis, Balmamion, Conterno ed un giovanissimo Zilioli. Quanto basta per dire, che Cogliati è stato un gran bell'atleta e potrà vantare perennemente quell'Oro Olimpico, che rappresenta una meta invidiabile e di pregio. Già, perché Ottavio, assieme a Giacomo Fornoni, Antonio Bailetti e Livio Trapè, aveva conquistato la Medaglia più pregiata alle Olimpiadi di Roma, nella Cento Chilometri a Squadre. I quattro strabiliarono, oltre che vincere.
Maurizio Ricci detto Morris
Edit:
Le immagini del trionfo nella 100 km Olimpica di Roma 1960
Nato nel milanese, Cogliati, aveva conosciuto subito il grande ciclismo della zona, anticipando forse un po' troppo quella competitività che, a dispetto del fisico, avrebbe avuto bisogno di maturare in un lasso di tempo più lungo.
Ma il sogno olimpico, allora portava lo sport della bicicletta a bruciare le tappe e molti ragazzi, giunsero un po' troppo scarichi al professionismo. Ottavio, era certamente uno di questi. Nonostante ciò, anche se il suo palmares da prof, non narra vittorie e nemmeno piazzamenti di nota, il ruolo recitato nell'elite del ciclismo, compromesso tra l'altro da vari malanni, lo ha evidenziato come un gregario che ha saputo servire i propri capitani e, all'occorrenza, anche i colleghi di ruolo. Importanti, in quei tempi dove i regolamenti erano molto restrittivi, soprattutto in termini di rifornimenti d'acqua, le sue trenate per riportare se stesso ed i compagni con le bottiglie recuperate qua e là, nelle fontane e nei bar, talvolta nelle stesse case, su quel gruppo dove ad attenderne i frutti ci stavano capitani, o luogotenenti, come Graf, Carlesi, Adorni, Daems, Hoevenaers, Bitossi, Defilippis, Balmamion, Conterno ed un giovanissimo Zilioli. Quanto basta per dire, che Cogliati è stato un gran bell'atleta e potrà vantare perennemente quell'Oro Olimpico, che rappresenta una meta invidiabile e di pregio. Già, perché Ottavio, assieme a Giacomo Fornoni, Antonio Bailetti e Livio Trapè, aveva conquistato la Medaglia più pregiata alle Olimpiadi di Roma, nella Cento Chilometri a Squadre. I quattro strabiliarono, oltre che vincere.
Maurizio Ricci detto Morris
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Le immagini del trionfo nella 100 km Olimpica di Roma 1960