Nato a Bedolita (BG) il 3 giugno 1933. Passista veloce, alto m. 1,78 per kg. 62. Professionista dal 1957 al 1969 con 13 vittorie.
Un esempio di buona carriera, considerando l’epoca in cui ha corso. Non un formidabile vincente, ma un evidente che possedeva buon senso e tanta disponibilità a giocare al meglio le sue più che discrete qualità. Ha alternato strada e pista prima dell’arrivo fra i professionisti ed una volta arrivato nell’elite, le ha praticate negli apogei come una ideale staffetta. Si segnalò da dilettante nel 1954, in pista, con due segni che oggi verrebbero giudicati in contrapposizione: giunse secondo nella Velocità Tandem in coppia con Pesenti e stabilì il primato mondiale della 100 km in 2h41’00”. Nei due anni successivi vinse il Titolo Italiano nell’Inseguimento a Squadre, giunse 3° nel Tricolore stayer nel ’56 e si dimostrò un ottimo stradista. Nel 1957 passò al professionismo con la blasonata Faema e vinse subito 4 corse: il Giro delle Alpi Apuane, il GP Vighizzolo, entrambe prove del Trofeo UVI e la classifica finale della Challange, nonché il GP Grunding. Al Giro d’Italia finì 30° e giunse 2° nel Tricolore stayer. Nel ’58 vinse la tappa di Taranto del GP Ciclomotoristico, il GP Rho, valido per il Trofeo UVI e colse un’infinità di piazzamenti: praticamente non uscì mai dai primi 10 in tutte le classiche del calendario italiano. Nel ’59 passò all’EMI e fu autore della sua migliore stagione relativamente alla strada. Vinse la frazione di Oristano al Giro di Sardegna, la tappa di Uzes della Parigi Nizza e quella di Roma nella Mentone-Roma. Ruppe finalmente il ghiaccio anche al Giro d’Italia, vincendo la frazione di Arezzo. Fu azzurro ai Mondiali di Zandwoort, dove, finito il lavoro d’appoggio, si ritirò. Tornò al successo nel 1961 in maglia Vov, conquistando, sempre ad Oristano, la specifica frazione del Giro di Sardegna. Corse con la Nazionale il Tour de France che finì 56°, dopo un ottimo lavoro da gregario per Carlesi, cogliendo pure un 7° posto a Tours ed un 9° a Bordeaux. Nel 1962 passò alla Molteni e colse il suo secondo successo di tappa al Giro d’Italia, sfrecciando primo a Casale Monferrato. Dal 1963, iniziò a dedicarsi quasi esclusivamente alla pista e, nell’amato mezzofondo, chiuse 3° al Tricolore. Ma la maglia biancorossoverde della specialità, fu finalmente sua nel ’64. Nell’anno vinse pure l’ultima corsa su strada: il GP Riviera di Cesenatico. Dal ’65, fino al ritiro dall’attività agonistica, avvenuta nel ‘69, Armando Pellegrini continuò a lottare fra gli stayer, contro l’astro della specialità: Domenico De Lillo. Una lotta che lo vide di nuovo vincente ai Tricolori del ‘68.
Maurizio Ricci detto Morris