vallelvo ha scritto:Era un talento, aveva personalità: a questi si perdona tutto, lui ha esagerato, un vero peccato.
No, il perdono è altra cosa. E le colpe di Riccardo Riccò (colpe che lui, col suo carattere estremo, ha esagerato) restano tutte, ma per me sono parte di un quadro più generale da cui non si può estrapolare il mostro, perché la riterrei una operazione intellettualmente disonesta.
Nessun perdono, piuttosto una presa di coscienza collettiva di una diffusa responsabilità (più di una somma di tante innegabili responsabilità individuali).
Capire una situazione, analizzarla a fondo, non significa perdonare o chiuderla a "tarallucci e vino". Semmai l'esatto contrario. Ma alla storia del "Mostro Riccò" non credo per nulla, anche se poi lui fa di tutto per appropriarsi ed identificarsi nel "Mostro Riccò". Se leggi il suo messaggio, lui si nutre di tifosi e detrattori ... "Tutti quelli che mi vogliono bene, tutti quelli che mi odiano senza conoscermi". Fa lo sbruffone, ma in quel "mi odiano senza conoscermi" c'è una sorta di richiesta di aiuto, di comprensione. Se il ciclista ha sbagliato e sta pagando il conto, l'uomo resta ed è lì che non ha senso applicare una ulteriore punizione.
Per adesso le cose stanno così:
- Armstrong e Riccò pensano che per vincere il Tour sia indispensabile doparsi. Triste "verità" autoconsolatoria?
- L'antidoping e le sue risultanze fanno pensare che per forza "i ciclisti sono tutti dopati". Triste "verita" auto referenziale?
Nel mezzo fra i due "presunti" fronti ... il deserto che avanza!
Metafora
Forse la cura dell'ebola, come di altri virus, verrà proprio da vecchi virus riattivati come antivirus. Per alcuni virus la ricerca per riattivarli in positivo ci vuole più lavoro. Ma poi sono efficacissimi.
Ciò non toglie che qualcuno preferisca invece spingere sulle cure palliative che attenuano gli effetti ma non riducono i nuovi casi e le morti (leggi antidoping solo repressiva come è ora), obbligando per legge a credere che quella sia la via unica percorribile.
vallelvo ha scritto:Provo anche pena per Riccardo, la vita è lunga e presenterà il conto.
Sì, il suo voler essere borderline lo potrebbe portare anche a questo. La speranza è che i doveri famigliari gli consentano di trovare la strada migliore ed anche una sorta di serenità interiore.
In quel caso potrebbe diventare veramente utile agli altri.