SITO UFFICIALE:
TWITTER: https://twitter.com/edozardi
FACEBOOK: https://www.facebook.com/pages/FAN-CLUB-Edoardo-Zardini/629544167073463 - https://www.facebook.com/pages/Edoardo-Zardini/521735931196477
WIKIPEDIA: http://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Zardini
CICLOWEB: http://www.cicloweb.it/ciclista/199175/edoardo-zardini.html
CQ RANKING: http://www.cqranking.com/men/asp/gen/rider.asp?riderid=14189
Apro questo 3d per un corridore che mi è sempre piaciuto parecchio, sempre protagonista nelle tappe dure del GiroBio e soprattutto sempre pronto a dare battaglia, un corridore molto spettacolare ed anche sprecone nella sua generosità.
La cosa che mi colpisce di questo corridore è che ricorda alcuni ottimi ciclisti del passato che passavano pro un po' nell'ombra, acerbi come degli splendidi frutti e dissipatori di energie in attacchi apparentemente suicidi.
Poi dopo qualche anno te li trovavi nei prof a sgomitare alla pari con gli sceriffi, mentre alcuni loro coetanei passati prof sotto i riflettori ma nel contempo logorati da un dilettantismo esasperato, si limitavano a compiti di mite gregariato sanza infamia e sanza lodo.
Erano un po' di anni che non si vedeva, a parer mio, un così splendido frutto passato indenne al professionismo.
Le sue azioni importanti fra i dilettanti sono state al GiroBio ed in poche altre gare, tutte dure. Non è un gran vincente, o meglio non lo era, ma è proprio questo il corridore tagliato per il professionismo.
L'ultimo di questo genere, ma con attitudini e peculiarità molto diverse era stato forse l'ex campione del mondo Alessandro Ballan.
Non si monti la testa Edoardo, ne ha ancora tanta di strada da fare, ma è sulla ... buona strada
Vincere una tappa in questo modo e con questi avversari non è da tutti.
Il ciclismo italiano ha bisogno come il pane di questi conigli dal cilindro.
Tieni duro Edoardo, lavora, e ti toglierai delle grandi soddisfazioni.
L'importante è lavorare. Di meteore i Zardini ne hanno avuta già una e tanto basta. Stiamo parlando del perfettamente omonimo cortinese del ciclista gardesano, che è stato un discreto sciatore negli anni '90 ed inizio 2000 ed oggi è allenatore della nazionale di sci.
Zardini è per me un cognome particolare, un cognome che mi ricorda un fatto che mi colpì molto nella mia infanzia, una storia che in questi giorni di crisi italiana pare tornare tragicamente attuale per l'idiosincrasia di alcuni svizzeri verso immigrati e frontalieri italiani. Quel fatto, quel "sacrificio" contribuì a cambiare l'atteggiamento degli svizzeri verso i lavoratori italiani. E' questa la storia di Alfredo Zardini, un volenteroso e laborioso falegname quarantenne di Cortina (sì quella ricca Cortina) che nel 1971 si trasferì in Svizzera a Zurigo per trovare lavoro e sostenere così la sua famiglia. In un bar della città elevetica alle 5 del mattino, prima di recarsi al lavoro, ebbe la scongiura di incrociare un energumeno ubriaco di 130 kg, militante degli Schweizer Demokrat (nome incredibile per un partito di estrema destra anti-italiano) che lo picchiò ciecamente a sangue nella totale indifferenza degli altri avventori del locale, che altro non seppero fare che portare all'esterno il malconcio falegname italiano. Alfredo tenne duro per qualche minuto, ma i soccorsi arrivarono con colpevole ritardo e così morì prima di giungere in ospedale.
L'autore di quel criminale pestaggio, tanto violento quanto insensato, venne "dolcemente" condannato per eccesso di legittima difesa, grazie alle testimonianze "ispirate" dei testimoni svizzeri.
Giornali e tv si occuparono di quella vicenda che fece vergognare la civilissima Svizzera e ciò contribuì ad avviare una profonda rivisitazione delle politiche verso gli italiani.
Anche il cinema dedicò a quelle vicende grande attenzione ed il regista Franco Brusati trasse ispirazione per il suo "Pane e Cioccolata", un film che scosse gli svizzeri come un uragano investe una palma.
Almeno possiamo dire che il sacrificio di Alfredo Zardini servì a quello.
http://it.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Zardini
Adesso sta ad Edoardo riportare doverosamente in alto questo grande cognome di lavoratori italiani e magari lui potrà aggiungervi quel pizzico di fantasia che un ciclista può anche permettersi.
Edoardo, via verso altri traguardi!
TWITTER: https://twitter.com/edozardi
FACEBOOK: https://www.facebook.com/pages/FAN-CLUB-Edoardo-Zardini/629544167073463 - https://www.facebook.com/pages/Edoardo-Zardini/521735931196477
WIKIPEDIA: http://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_Zardini
CICLOWEB: http://www.cicloweb.it/ciclista/199175/edoardo-zardini.html
CQ RANKING: http://www.cqranking.com/men/asp/gen/rider.asp?riderid=14189
Apro questo 3d per un corridore che mi è sempre piaciuto parecchio, sempre protagonista nelle tappe dure del GiroBio e soprattutto sempre pronto a dare battaglia, un corridore molto spettacolare ed anche sprecone nella sua generosità.
La cosa che mi colpisce di questo corridore è che ricorda alcuni ottimi ciclisti del passato che passavano pro un po' nell'ombra, acerbi come degli splendidi frutti e dissipatori di energie in attacchi apparentemente suicidi.
Poi dopo qualche anno te li trovavi nei prof a sgomitare alla pari con gli sceriffi, mentre alcuni loro coetanei passati prof sotto i riflettori ma nel contempo logorati da un dilettantismo esasperato, si limitavano a compiti di mite gregariato sanza infamia e sanza lodo.
Erano un po' di anni che non si vedeva, a parer mio, un così splendido frutto passato indenne al professionismo.
Le sue azioni importanti fra i dilettanti sono state al GiroBio ed in poche altre gare, tutte dure. Non è un gran vincente, o meglio non lo era, ma è proprio questo il corridore tagliato per il professionismo.
L'ultimo di questo genere, ma con attitudini e peculiarità molto diverse era stato forse l'ex campione del mondo Alessandro Ballan.
Non si monti la testa Edoardo, ne ha ancora tanta di strada da fare, ma è sulla ... buona strada
Vincere una tappa in questo modo e con questi avversari non è da tutti.
Il ciclismo italiano ha bisogno come il pane di questi conigli dal cilindro.
Tieni duro Edoardo, lavora, e ti toglierai delle grandi soddisfazioni.
L'importante è lavorare. Di meteore i Zardini ne hanno avuta già una e tanto basta. Stiamo parlando del perfettamente omonimo cortinese del ciclista gardesano, che è stato un discreto sciatore negli anni '90 ed inizio 2000 ed oggi è allenatore della nazionale di sci.
Zardini è per me un cognome particolare, un cognome che mi ricorda un fatto che mi colpì molto nella mia infanzia, una storia che in questi giorni di crisi italiana pare tornare tragicamente attuale per l'idiosincrasia di alcuni svizzeri verso immigrati e frontalieri italiani. Quel fatto, quel "sacrificio" contribuì a cambiare l'atteggiamento degli svizzeri verso i lavoratori italiani. E' questa la storia di Alfredo Zardini, un volenteroso e laborioso falegname quarantenne di Cortina (sì quella ricca Cortina) che nel 1971 si trasferì in Svizzera a Zurigo per trovare lavoro e sostenere così la sua famiglia. In un bar della città elevetica alle 5 del mattino, prima di recarsi al lavoro, ebbe la scongiura di incrociare un energumeno ubriaco di 130 kg, militante degli Schweizer Demokrat (nome incredibile per un partito di estrema destra anti-italiano) che lo picchiò ciecamente a sangue nella totale indifferenza degli altri avventori del locale, che altro non seppero fare che portare all'esterno il malconcio falegname italiano. Alfredo tenne duro per qualche minuto, ma i soccorsi arrivarono con colpevole ritardo e così morì prima di giungere in ospedale.
L'autore di quel criminale pestaggio, tanto violento quanto insensato, venne "dolcemente" condannato per eccesso di legittima difesa, grazie alle testimonianze "ispirate" dei testimoni svizzeri.
Giornali e tv si occuparono di quella vicenda che fece vergognare la civilissima Svizzera e ciò contribuì ad avviare una profonda rivisitazione delle politiche verso gli italiani.
Anche il cinema dedicò a quelle vicende grande attenzione ed il regista Franco Brusati trasse ispirazione per il suo "Pane e Cioccolata", un film che scosse gli svizzeri come un uragano investe una palma.
Almeno possiamo dire che il sacrificio di Alfredo Zardini servì a quello.
http://it.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Zardini
Adesso sta ad Edoardo riportare doverosamente in alto questo grande cognome di lavoratori italiani e magari lui potrà aggiungervi quel pizzico di fantasia che un ciclista può anche permettersi.
Edoardo, via verso altri traguardi!