Nato a Ponteareas il 19 aprile 1916, deceduto a Vigo il 14 gennaio 1994. Passista veloce, completo. Professionista dal 1936 al 1950 con 138 vittorie.
Un corridore che a giudizio di chi scrive e da considerarsi uno dei più sottovalutati dell’intero ciclismo spagnolo. Capostipite di una famiglia in cui anche i fratelli minori, Emilio, Manolo e Pastor, furono professionisti, Delio, risulta troppo di sovente solo meritevole di menzioni, magari parlando del fratello Emilio, o dei suoi contemporanei Berrendero e Ruiz, quando, invece, meriterebbe un obbligatorio capitolo. D’accordo i suoi 138 successi (un record per i ciclisti dell’anteguerra), furono colti per la grandissima parte in patria, ed il ciclismo spagnolo non era da considerarsi ai vertici di oggi, ma restano pur sempre significativi di qualità e, soprattutto, di una continuità che testimonia valori rari. Si dice cercasse solo il traguardo parziale per un gus-to tutto suo della vittoria e non inseguisse quello finale di una corsa a tappe perché meno impregnante o troppo sfumato e, per questo, si concedeva delle amnesie che gli costavano piazzamenti finali migliori. Si tratta di una lettura che può possedere delle verità a livello psicologico, ma non spiega l’andamento comunque di pregio assoluto che Delio Rodriguez ha espresso. Prendiamo la Vuelta di Spagna, dove alle 39 tappe vinte fra il 1941 e 1947 compresi, che rappresentano ancora oggi il record relativamente alla corsa, ci sono i piazzamenti finali a dimostrare un ruolino che in tanti vorrebbero avere: vinse l’edizione del 1945, fu 3° nel 1947, 4° nel 1941, 5° nel 1946 e 7° nel 1942. Non male per uno che si limitava a vincere le tappe che non presentavano particolari difficoltà. Hanno forse simili ruolini i velocisti cacciatori di frazioni? Inoltre, aldilà del numero impressionante di vittorie in frazioni della Vuelta delle Asturie, Vuelta a Burgos, Vuelta della Galizia, Vuelta a Levante, Giro di Catalogna e Volta del Portogallo, vanta ancora delle classifiche finali, come nella Madrid-Salamanca-Madrid (1940), o nella Vuelta a Alava (1940 e ‘41), nel GP Victoria Manresa (’43), nella Vuelta di Galizia (’45), nella Vuelta di Gallega (’45). A suggellare ulteriormente il suo valore di atleta primario, vanno annotati fra le decine di altri, i successi nel Trofeo Masferrer ’40 e nella Madrid-Valencia 1941-’42-’43. Un monumento del ciclismo spagnolo.
Morris