September Eleven, 17a tappa, anche la piccola Rioja, terra di discreto vino tinto, ha la sua piccola fetta di Vuelta, decisamente più bella e democratica (per quasi tutte le comunidad) della Vuelta 2012.
La Rioja notoriamente significa in termini ciclistici: neanche un metro di pianura; le dolci colline dell'11 settembre (17a tappa), giusto per far suonare il tutto un po' sinistro, sono interminabili salite ma non impossibili. E di pianura nella prima parte in territorio di Rioja, in effetti, non ve ne sarà molta. Il risultato finale è che la tappa, che dovrebbe essere una tappa per velocisti, prevederà invece solo 500 metri in meno di guadagno altimetrico complessivo della tappaccia dell'Aramón Formigal, che era di circa 2700 metri.
La prima salita, l'Alto de Pradilla, è davvero lunghissima. E' di 8 chilometri non impossibili (al 5,4% medio, max 9%), ma è preceduta da un lungo rettilineo falsopiano costante al 2%, con punte al 3, lungo circa 20 chilometri! Si passa infatti verso l'interno della penisola iberica, salendo verso l'alta Meseta, l'altopiano della penisola iberica interna. In rapida successione al Pradilla ecco l'Alto de Valmala, più breve della precedente (solo 6,3 km), irregolare e leggermente più pendente (5,6% medio con punte sempre al 9%).
Entrambe le discese dei due colli sono ampie e con curvature regolari, sebbene le strade siano tortuose. Negli ultimi chilometri pianura spazzata da un discreto vento laterale (lato dx) da N-NE sino all'interno del bellissimo capoluogo castillano.
Sono molto legato a Burgos ed alla sua Vuelta, come altri in questo forum.
Chi mi conosce sa quanto sia maniacale la mia cura per i particolari ciclistici. Ebbene l'altimetria presenta nel piattone finale un piccolo dentello quasi impercettibile. Bene, chi segue con attenzione il Burgos, quel dentello lo conosce come uno degli appuntamenti quasi fissi del Burgos assieme alle Lagunas de Neila ed alla Ciudad Romana de Clunia.
Si tratta del Castillo de Burgos, una salita irregolare con brevi tratti anche in doppia cifra, seguita da una discesa assolutamente da guidare, con tornanti e strada stretta, caratterizzata all'inizio ed alla fine da due curve a gomito assolutamente non facili. E' il terreno ideale per un bel colpo di mano e sarà motivo di stress per i corridori di classifica, in particolar modo per coloro che in discesa non sono dei piloti di MotoGP.
Per questa ragione ho il piacere di condividere con voi fratellini ciclofili e ciclopassionati l'analisi degli ultimi 10 chilometri della tappa. Tanto la salita che la discesa intera saranno fuori dalla zona neutralizzata, per cui è possibile immaginare la cura con cui le squadre dei big organizzeranno il finale delicato.
ANALISI ULTIMI DIECI CHILOMETRILA SALITA
Si arriva dalla Avenida Cid Campeador e si svolta in Calle Eras de San Francisco, ovvero la salita del Castillo.
La salita incomincia con una bella curva a destra che allungherà di molto il serpente passando da un vialone ampio ad una strada di 5 metri (che poi si restringe ancora). Ci sarà certamente volata per prendere posizione prima dello strappo. Le squadre dei big lavoreranno per proteggere i loro capitani e/o portarli avanti.
Subito dopo l'imbocco curva a sinistra con strada al 4%, al che i corridori si trovano un bel rettilineo di 300 metri al 10% medio.
All'inizio del parco del Castillo, la strada si fa più dura e si tocca la pendenza massima al 12% (con qualche punta superiore). E' qua in genere che si scatena la bagarre. Da qui potrebbe uscire un gruppetto selezionato ed anche andare all'arrivo.
Il tratto più duro:
Dopo il tratto duro la strada spiana sensibilmente, con anche un po' di strada in contropendenza, per poi riprendere con un ultimo rettilineo al 6-7% che porta in vetta:
LA DISCESA
Mancano 8,5 chilometri al traguardo. La discesa non inizia subito, prima c'è un tratto piano leggermente tortuoso che non dà grande visuale agli eventuali inseguitori. Dopo questo tratto la strada inizia a scendere e la strada presenta significative difficoltà tecniche. C'è subito una S con due tornanti, uno a sinistra ed uno a destra decisamente a gomito. Quello a sinistra:
E quello a destra:
A seguire un tornatone a 180° in discreta pendenza:
Rettilineo di 300 metri con sede stradale stretta che non favorisce gli inseguimenti:
Lungo il rettilineo la pendenza arriva al 13% e dopo un leggera curva a destra si arriva ad una difficilissima curva a gomito (cieca sino a venti metri da essa) che stabilisce la fine della prima parte tecnica della discesa. Fortunatamente non è prevista pioggia.
Mancano 7 chilometri al traguardo
La strada continua a scendere più dolcemente ma su una sede più ampia e rettilinea lungo Calle Francisco Salinas.
Mancano 5 chilometri e mezzo. Termina completamente la discesa con una curva ad U che porta i corridori verso il ponte sul fiume Arlanzòn. Strada larghissima e rettilinea per un chilometro abbondante che favorisce gli inseguitori che qui si riorganizzeranno.
Siamo al ponte sull'Arlanzòn, si svolta a sinistra e la strada si fa leggermente più stretta.
Diminuisce leggermente la visuale per gli inseguitori eventuali e la strada seguendo il fiume tende a curvare a sinistra.
Si svolta a sinistra per ripassare il fiume e curvare poi a destra imboccando il rettilineo d'arrivo.
Siamo nel rettilineo finale, in Calle Vitoria, l'asse longitudinale della bella e verde città castillana con già qualcosa di "basco". Il rettilineo è lunghissimo, più di tre chilometri, ed in leggera salita (1%), cosa che favorisce chi insegue.
Siamo al traguardo nel grande vialone a quattro corsie che offre spazio a tutta l'ampia struttura "meta" della Vuelta.
Il finale offre lo spazio per una bella imboscata ed il rischio di cadute e buchi è tutt'altro che remoto. E siamo ampiamente fuori dalla neutralizzazione. Di converso chi insegue ha spazio e luogo per recuperare. La corsa, però, la fanno sempre i corridori.
Nibali, punito ieri, potrebbe divertirsi a punzecchiare chi non è molto abile su questo tipo di stradine. Solo punzecchiare, anche se è scontato che a questo punto gli uomini di classifica pensino solo a non rischiare. Ma non è mai detta l'ultima parola.
Ps. Una piccola curiosità su oggi 10 settembre. Il calendario Uci oggi non ha una sola gara su tutto il globo. Con l'eccezione di novembre e dicembre, è ormai raro che ciò avvenga.