Capisco e condivido perfettamente il tuo sentimento Vall.
Ma ciò che uccide lo sport è l'ipocrisia.
La catena del
doping non la possono spezzare gli atleti. Chi ha responsabilità e copre, o peggio si fa pagare per coprire, commette un crimine triplo.
Dalla Gazzetta di oggi:
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La verità di Schwazer inchioda il medico
Nuove accuse a Fiorella: «Dopo i test sballati gli dissi dell’epo: volle rassicurarmi in autostrada»Sono passati tre anni, sei mesi e quattro giorni. L’aula del tribunale di Bolzano ha sostituito il parcheggio all’uscita del casello autostradale di Parma. Dove Alex Schwazer e il medico Pierluigi Fiorella si incontrarono in un pomeriggio che è una delle chiavi del processo cominciato ieri davanti al giudice Carla Scheidle. E che vede imputati per favoreggiamento, oltre a Fiorella, l’altro medico federale di allora, 2012, Giuseppe Fischetto e la funzionaria Fidal Rita Bottiglieri. È a Parma che Schwazer dice di aver confessato a Fiorella, anzi a Piero perché lui continua a chiamarlo così, il suo segreto fatto di eritropoietina, che avrebbe portato al controllo fatale del successivo 30 luglio. Una ricostruzione che la difesa del medico cercherà di smontare nella prossima puntata col contro esame del test. L’appuntamento è per il 16 dicembre. Il processo, dopo mesi persi per vizi di forma e incompatibilità, spinge il piede sull’acceleratore.
DATI SPAVENTOSI Il marciatore racconta in aula la lunga marcia di avvicinamento al
doping, le prime iniezioni nel febbraio 2012, le gare super di Lugano e Dudince in marzo, ma anche il controllo a sorpresa del 1° aprile. E quei valori «spaventosi», secondo Schwazer. Che cita due dati: i reticolociti, i globuli rossi giovani, a 0,16; il cosiddetto offscore, il valore che combina i numeri del passaporto biologico, a 137. Siamo sotto e sopra le soglie, numeri che suonano l’allarme. Schwazer è preoccupato, lo diventa ancor di più quando 10 giorni dopo arriva un altro controllo a sorpresa. Proprio i giorni in cui entra nel sistema Adams, il data base Wada e controlla i suoi valori ematici. «Prima per giustificarli ho dato la spiegazione dell’uso della tenda ipobarica, poi non ce l’ho fatta più. Ho chiamato Piero e gli ho detto dell’epo. Mi ha detto sarebbe stato meglio vedersi».
IL SEGRETO Ed ecco il pomeriggio di Parma con la confessione che Fiorella nega, per ora così in attesa dell’intervento dei suoi legali: «Siamo alla settima versione...». Per Schwazer il colloquio fu preceduto da un pianto a telefono. «A Parma mi rassicurò, dicendo che la Iaaf non avrebbe potuto squalificarmi per un solo esame anomalo. Mi ha chiesto di promettergli di non farlo più e mi ha messo in guardia sulle conseguenze per me e per chi mi era vicino. Ma ero nel tunnel, avevo la mia fissa, volevo partire alla pari con gli altri». Cioè coi russi, che gli avevano confessato il loro
doping ai Mondiali di Daegu 2011. Secondo il marciatore, Fiorella gli disse di sottoporsi a esami ematici ripetuti proprio per ridurre il peso del singolo esame con valori anomali. Schwazer torna sull’argomento anche a udienza finita, davanti alle telecamere: «Avrebbero potuto convocarmi, dirmi “ora te ne stai all’Acqua Acetosa, non ti muovi di qui e ti teniamo sotto controllo”. Le cose sarebbero andate diversamente per tutti».
SISTEMA COLABRODOIn apertura, il giudice Scheidle aveva respinto le eccezioni preliminari delle difese sull’incompetenza territoriale di Bolzano e la costituzione di parte civile della Wada. Poi il colonnello dei Ros, Michael Sen, responsabile dell’indagine, ha ripercorso l’istruttoria, sottolineando la «situazione sconvolgente» del sistema antidoping nel 2011-2012:
«Un colabrodo, così lo definisce un imputato in un’intercettazione. In tanti non comunicavano la reperibilità: come facevi a controllarli?». Una documentazione girata più di un anno fa alla procura antidoping Coni, che ancora non ha deciso fra archiviazione e deferimenti.FERRARI Schwazer ha parlato anche della frequentazione con Michele Ferrari, del famoso viaggio al Teide, alle Canarie, «in cui ad alcuni compagni fu chiesto di spiarmi». Per l’avvocato Marco Consonni, che rappresenta la Wada, «non è credibile che Schwazer tenga fuori Ferrari». La Wada intanto è stata contattata dai legali del marciatore per chiedere uno sconto di pena in base alla collaborazione (la denuncia del
doping dei russi), negato da procura e tribunale nazionale antidoping in Italia. La Wada ha il diritto di concedere la riduzione anche a compimento del percorso giuridico-sportivo. In caso contrario, la squalifica di Schwazer terminerà il 29 aprile. E solo allora potrà cominciare l’operazione Olimpiade.
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Ciò che viene da chiedersi è: come è possibile che la Procura Antidoping di fronte a così numerose e circostanziate prove ritardi in questo modo i deferimenti o che si ventili addirittura l'archiviazione?!
Per molto molto meno ci sono atleti squalificati due anni. Qua siamo di fronte ad un reato doppio, il favoreggiamento del
doping e la sua copertura, e non si fa nulla in un anno?!
Schwazer dice che all'Acquacetosa non avrebbe rischiato nulla, che i dirigenti restano (mentre gli atleti vengono e vanno), ci sono decine di email di evidenza, c'è la "vacanza di lavoro" al Teide con il dott. Ferrari (soggetto inibito dal Coni) nel 2010 (con tanto di angeli custodi dei carabinieri a testimoniare) e tutto va bene?
La Fidal non ne sapeva nulla, il Coni non vedeva e la Procura Antidoping non parla?
Ogni dopato ha più dignità di tutti questi dirigenti messi assieme.
Ultima modifica di BenoixRoberti il Gio Nov 26, 2015 12:53 pm - modificato 1 volta.