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    Messaggio Da BenoixRoberti Ven Giu 06, 2014 10:25 pm

    Promemoria primo messaggio :

    Lo so che è molto presto, ma la notizia sembra sempre più confermarsi. Dal 2016 il Giro avrebbe potuto partire dal Dubai ma, per fortuna, sembra confermata la partenza da Apeldoorn, capoluogo della Gheldria, il Gerderland, ex residenza dei reali olandesi, gli Orange. Un'altra tappa dovrebbe invece avere come sede d'arrivo Den Bosch, o Nimega.

    Edit Admin:
    Tutte le altimetrie e planimetrie del Giro 2016 sono visibili al seguente link:
    ALTIMETRIE E PLANIMETRIE GIRO D'ITALIA 2016

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    Messaggio Da prof Dom Mag 22, 2016 7:17 pm

    Ora non rimane che sperare che nel giorno di riposo non entrino in funzione le "cassette" dei costruttori di replicanti.
    Ho visto "cassette", in tanti anni, che nemmeno Slegar se le sogna ... sono stato testimone di resurrezioni che non si sarebbero mai immaginate, da qui ai bastioni di Orione ...
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    Messaggio Da BenoixRoberti Dom Mag 22, 2016 10:57 pm

    Cruccosvicco va forte, ma adesso anche la sua squadra dovrà fare i miracoli, almeno fino ad un certo punto.
    Il Gpm del Teide per ora arride al tulipano. Wink
    Illeggibile al momento lo stato di forma (fra crisi e/o nervosismo) di Nibali.
    Oggi ha subito una cocente sconfitta, ma non è dato capire quale possa essere stato il danno effettivo del cambio bici. In ogni modo il salto di catena è stato generato dal nervosismo di un cambio di moltiplica mal gestito, effettuato senza ascoltare il mezzo.
    Poveraccio il mansueto tifoso che si è visto arrivare addosso la bici dello squalo.

    Sorprendente il russo Foliforov, soprattutto per la vera e propria cavalcata col turbo nei km finali in salita. Non è del tutto una sorpresa perché nel 2014 aveva vinto di forza in solitaria il tappone di montagna della Ronde de L'Isard dove aveva battuto due ottimi prospetti come La Tour e niente po' po' di meno che il già affermato Tiesj Benoot.

    Ora riposino e poi tappa trabocchetto ad Andalo, dove vista la classifica, si faranno vedere per forza grandi ed ex grandi.
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    Messaggio Da prof Lun Mag 23, 2016 12:05 am

    Mi facevi notare, per sfottermi, che i distacchi non sembrano contenuti, nonostante la brevità della prova.
    Non è colpa mia se le "preparazioni" nel "ciclismo moderno" non funzionano così' bene come sarebbe legittimo prevedere, visto quanto son pagate. I campioni di stato, presto o tardi, rivelano sempre la loro inconsistenza e quando ciò accade si ricorre alla "cassetta" di cui parlava l'amico Slegar.
    A questo servono i giorni di riposo: il bravo preparatore/massaggiatore pesca nella sua cassetta l'unguento miracoloso che, abilmente spalmato sugli scarsi muscoletti, farà resuscitare il nostro campione (di stato).

    Se la frazione fosse stata più' lunga, invece, il nostro sarebbe naufragato qui, con le sue gambette a mulinare nel vuoto. Forse non sarebbe stato dignitoso per lui, e meno ancora per la Nazione, che lo sostiene tutta intera e trepidante.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Mag 23, 2016 12:23 pm

    Panem et circensis.

    Il sistema ha bisogno di carne sempre fresca.
    Oggi il Campione di Stato si chiama VN, ieri si chiamava IB, PB o DDL, prima ancora si chiamava MP.
    Lo Stato (Coni e federazioni) ed il sistema hanno un loro criterio di selezione che potrebbe sostanziarsi nella sintesi del leccaculismo, ma richiede anche un'altra dote fondamentale: l'ipocrisia. Ne serve molta e non è procurabile né per via endovenosa, né tramite lunghi periodi in altura.
    Alcuni dei campioni citati sono finiti male, altri viaggiano sotto traccia ma ampiamente ridimensionati o ridicolizzati.
    Nessuno ha davvero di che gioire grandemente. Quelli finiti male, più o meno male, sono quelli meno ipocriti.

    Io guardo, osservo, prendo nota. So che un giorno alle Iene o ad altre trasmissioni potrebbero andare altri che adesso si indignano (mediaticamente).
    L'ipocrisia è un cancro che ti divora lentamente e irrimediabilmente.

    Adesso attendiamo il miracolo della Resurrezione di Lazzaro e confidiamo in bene con un atto di fede.

    Sulla scorta di ciò che sappiamo tutti, leggiamo ora con avidità del ridicolo la mole di puttanate referenziali ed autoreferenziali della misera e residuale stampa online e offline del nostro ciclismo. Su questo ho in cantiere un post ad hoc.
    A nessuno di costoro interessa davvero liberare questi ragazzi dalla coltre grigia che li ammanta.
    Adesso sono in attesa della grande impresa del CdS, preconizzano immaginifiche imprese impossibili che dessero loro tonnellate di inchiostro da stampare e milioni di vacue digitalizzazioni sulla tastiera per alimentare un popolo di bimbominkionizzati in attesa dello spettacolo circense.
    Poi se qualcosa andasse male, saranno pronti a coprire il malcapitato CdS di ogni tipo di improperio in parallelo con l'impero del male, il doping, che loro invece combattono strenuamente. Shocked Embarassed Laughing
    Il popolo bimbominkionizzato urlerà il proprio sdegno per l'ennesimo tradimento subito.
    Subito da chi? Dopo 20 anni di falsità mediatica e libri e testimonianze che smentiscono la fiction sempre rinnovata nella realtà quotidiana?!
    Nel contempo i pennivendoli più falsi decideranno di astenersi dal parlare dell'ultimo caso emerso confidando ecumenicamente e "democristianamente" in un ciclismo che verrà perché "the show must go on".

    Ps. Mi sono riguardato i dati di ascesa di Foliforov e ... santo cielo, siamo nella fantascienza ormai.
    In fondo comprendo i russi e Makarov. Si sono rotti le palle di mettere soldi ed aspettare.
    I tempi sono maturi per un Aleksey Armstronkov, raffinato Gazprom.
    E mi divertirò ad ascoltare le accuse delle streghe occidentali, gli stessi giornalai di cui sopra.
    Ciascuno ha diritto, ciascun paese ha diritto al suo Campione di Stato. O no? Se no, perché?
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    Messaggio Da prof Lun Mag 23, 2016 1:12 pm

    Le microapplicazioni hanno fallito e i muscoletti del CdS già ampiamente microassuefatti, non rispondono più' se non in modo, per l'appunto, micro. Sono attese entro oggi le macroapplicazioni degli unguenti miracolosi provenienti dalla "cassetta", quelli che dovrebbero produrre la Resurrezione, affinché di nuovo tutti credano. 
    Nelle cronache dei siti ufficiali serpeggiano sfiducia e lo scoramento: sembra che le macroapplicazioni presentino un problema dovuto appunto alle loro dimensioni macro e perciò, per definizione, difficilmente occultabili persino ai credenti ed ai fedeli servitori dello stato.

    Si lavora indefessamente attorno alla "cassetta".
    La Resurrezione è attesa tra domani e Sabato.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Mag 23, 2016 1:30 pm

    Il criticone Prof mi ha dato la scintilla per scrivere il post di seguito.
    Sono un paio di mesi almeno che avevo queste argomentazioni di seguito "in canna" ma non ero ancora riuscito a metterle bene a fuoco.
    Grazie a Prof ho messo un po' a punto le cose.

    Per guardare il ciclismo oggi è necessario bimbominkionizzarsi un po', bisogna almeno provare a credere alle fantasmagoriche riforme e misure economiche di Renzi, bisogna diventare un pochino almeno americani bambinoni, bisogna credere che l'Europa (politico-finanziaria) sia una grande madre che vuole ogni bene per noi suoi cittadini, altrimenti bisogna avere le mani in pasta per non sentire il fetore dell'ipocrisia.

    Da due mesi a questa parte ho realizzato che quella che credevo una teca entro cui il debole ciclismo andava protetto, ora è diventata una sorta di gabbia-prigione trasparente.

    I muratori di questa teca tombale sono i media di settore, una piccola e ferale insignificante casta di giornalai-becchini che, al di fuori del ciclismo, nei giornali verrebbero posti a curare le rubriche dei necrologi. Ormai il cuore dei loro scritti non sono più le imprese di questo ciclismo moderno, ma degli avatar giornalistici con cui i mestieranti indorano la pillola per i loro sempre meno lettori (offline e online). La dose di ipocrisia endovenosa necessaria per assumere per vere e reali le panzane ciclistiche e per credere ai loro esercizi letterari è ormai prossima alla soglia letale.
    Loro stessi sono vittime di questo avvelenamento e hanno ormai una freschezza narrativa pari alla carica di libidine di un attore porno dopo 10 ore di set.
    Quest'ultimo pittoresco quadro, parallelo al ciclismo giornalistico, lo devo ad un amico che mi ha suggerito questo spunto tremendo ma lucidissimo, dove lo sport e la passione defraudate sono un po' come l'amore impossibile per l'attore porno divorato dal sesso professionale e (anche lì) dalle sostanze per restare performante e concludere le scene nei tempi impossibili prestabiliti dalla produzione.
    E lui retoricamente mi domandava: perché se un attore porno (e non solo porno!) si "sostiene" va tutto bene per lo spettacolo che poi offre, mentre per un ciclista si pretende una falsa pulizia corredata da improbabili rassicurazioni regolarmente smentite poi ex post?
    La domanda è effettivamente di quelle maledette, che una società ti sbatte in faccia ed alle quali non riesci a rispondere se non scimmiottando il banale, l'ovvio da medioman ed il politicamente corretto.

    Le recensioni (etimologicamente ignoranti, o pro domo loro) dei figuranti del giornalismo della carovana ambulante di nani e ballerine del medioevo riguardanti il libro di Danilo Di Luca mi hanno dato la scossa per realizzare nella mia mente che tenere il ciclismo in questa teca è un errore madornale.
    Così questo sport sta solo prolungando una triste agonia e gioca sulle pelle dei ragazzi e soprattutto sulla loro passione e buona fede trasformata in pesante ipocrisia.

    Ora basta, io ho raggiunto la mia soglia limite di sopportazione dell'ipocrisia.
    Ho inconsciamente per troppo tempo avallato e alimentato mio malgrado il "sistema".
    Ora va trovata una nuova strada. E va trovata per ridare davvero dignità a questi ragazzi, vittime e carnefici di loro stessi e solo di loro stessi.
    Se l'Uci fosse l'Unione dei Ciclisti Internazionali mi andrebbe tutto bene. Sarebbero loro a decidere nel bene o nel male il loro destino. Ma nella situazione attuale, dove vere e proprie associazioni a delinquere hanno in mano questo sport ..., no non posso farmi andare bene questa sbobba ed ingoiarmi silentemente tutto con questo puzzo di ipocrisia attorno.

    Le aziende non sono tutte in mano a pazzi che non colgono il valore potenziale del ciclismo. La verità è che attorno a questo sport c'è un vero e proprio cordone sanitario.
    Le aziende, soprattutto in Italia, vedono questo sport con molto sospetto perché scottati o perplessi per la qualità dei manager che lo hanno loro proposto.
    Qualche anno fa ebbi modo di vedere una proposta di sponsorizzazione messa a punto da un manager che la presentò ad un evento universitario milanese. Vi risparmio l'ilarità della platea alla vista degli strafalcioni linguistici in esso contenuti. Imbarazzante. Ogni bandito si improvvisa a fare il manager nel ciclismo, un po' come iscriversi all'albo dei promotori finanziari.

    E' questo il sottobosco che poi i nostri giornalai, moralisti e buonisti allo sfinimento oltre che immancabilmente leccaculo coi forti, finiscono per idolatrare, un po' come facevano le baccane dei vecchi bordelli del periodo fascista che esaltavano ipocritamente le fattezze dei giovani clienti, il tutto come in un quadretto cinematografico del film Roma di Fellini.
    In questo ciclismo sono tutti eroi, campioni, campioni della beneficenza, solidali, votati al sacrificio per uno sport duro come il leccaculismo.
    Il destefanismo ciclistico abbonda a chili, quintali e tonnellate, anche in chi non sopporta la zia. La zia almeno è genuina nel suo essere così, è cristallinamente nazionalpopolare.
    Lei è vera quando chiede a Chaves "Davvero vuoi vincere il Giro d'Italia? (no zia fa solo finta! ndr)".
    E' il giornalismo Rai-renziano bellezza, quello che fa chiedere al padre che ha appena perso un figlio "Come si sente?".
    Questa non è tv del dolore, è il dolore della tv applicata al ciclismo, è solo la risposta coerente ad una domanda di ipocrisia che permea il nostro sport, i suoi cantori di serie z ed i suoi appassionati legati ad un feticcio d'infanzia, colpa da cui nessuno è esente.

    E dove c'è dolore, ci sono carcasse in putrefazione da ipocrisia, è naturale che arrivino le Iene.
    Il dolore ed il ridicolo, il comico ed il tragico si richiamano inevitabilmente.
    E' naturale che la tragica menzogna richiami la "pseudo-cattiveria" di chi ride cinicamente di un dolore, una sofferenza sportiva vissuta solo retoricamente, e che viene ormai solo interpretata teatralmente.
    La retorica falsa, le iperbole esagerate della fatica e del sacrificio hanno un effetto elettromagnetico sulla cinica vis comica. Le Iene come nella savana assolvono solo al loro compito di ripulitori in video delle carcasse mediatiche, ma è il ciclismo che si è ridotto e continua a ridursi in carcassa.
    Il risultato è la disfatta totale di questo sport che, però, di fatica vera e concreta è fatto, non solo purtroppo di quella delle montagne e del pavé. E che tutti lo sappiano!

    L'unica medicina per questo sport, l'unico doping positivo possibile è la VERITA', una grande operazione verità.
    Giù la maschera dell'antidoping e della becera retorica giornalistica.
    Giù le balle costruite attorno ai campioni, balle che non nascono da loro, ma che vengono costruite su di loro, imposte loro e poi fatte pagare caramente SOLO A LORO.
    Giù la vergogna delle coperture, della magnanimità dei controllori non controllati più da nessuno, giù l'infamia dei controlli spifferati in anticipo, giù le balle del duro lavoro in altura e delle residenze estere con tesseramento in Svizzera, giù il velo sui contratti d'immagine registrati all'estero che servono solo ad alimentare un mercato lurido di faccendieri offshore e svizzeri, da farmacisti, banchieri, opportunisti ed avvocati che campano sul doping e sull'antidoping, giù il velo sui contratti da fame che costringono i disperati a giocare alla roulette.
    Il Tribunale antidoping dell'Uci serve a tutelare gli interessi della gentaglia, quella gentaglia, e dei corrotti, non a tutelare l'immagine e la correttezza dello sport ciclismo.

    L'Interpol è già arrivata alla Fifa. Se le cose continueranno così arriverà anche all'Uci.
    Ho visto di recente uno studio sulle positività annunciate per singolo anno. Quelle dei team WT sono crollate dal 2013, anno di insediamento di Cookson, mentre sono aumentate quelle dei team delle fasce minori.
    Al vertice del ciclismo sono di colpo diventati così puri? Laughing
    Liberissimi di crederlo.

    LO SPORT VA LIBERATO. E il ciclismo deve essere il primo sport a liberarsi, pena la sua scomparsa nel ridicolo totale, una cosa che la sua storia grandiosa e ultrasecolare non merita.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Mag 23, 2016 1:53 pm

    prof ha scritto:Le microapplicazioni hanno fallito e i muscoletti del CdS già ampiamente microassuefatti, non rispondono più' se non in modo, per l'appunto, micro. Sono attese entro oggi le macroapplicazioni degli unguenti miracolosi provenienti dalla "cassetta", quelli che dovrebbero produrre la Resurrezione, affinché di nuovo tutti credano. 
    Nelle cronache dei siti ufficiali serpeggiano sfiducia e lo scoramento: sembra che le macroapplicazioni presentino un problema dovuto appunto alle loro dimensioni macro e perciò, per definizione, difficilmente occultabili persino ai credenti ed ai fedeli servitori dello stato.

    Si lavora indefessamente attorno alla "cassetta".
    La Resurrezione è attesa tra domani e Sabato.
    Questa atmosfera di calvario o pre-calvario rende bene l'idea della situazione del nostro ciclismo.
    Mi chiedo cosa desiderino adesso "i credenti ed i fedeli servitori dello stato".
    Chi volete libero? Gesù o Barabba?

    "Signori miei - direbbe il nostro BM di Stato - cosa volete?
    Preferite un terzo posto onorevole ed "umano" o un miracolo del nostro CdS? Decidete voi sennò vi tolgo le 80 euro e le regalo a Giuda".

    Cosa vorrà mai il nostro popolo del golgota ciclistico?
    Ci sono pochi dubbi. Tanto nessuno ci deve mettere faccia e portafoglio e, male che vada, sarà lo stronzo pedalatore a pagare.
    E se sarà qualche fattore estero a complicare le cose, un po' come per Schwazer, il Coni avrà già la soluzione pronta.
    Il solito ciclista che tradisce la passione e l'amore per questo grande sport.

    Intanto Nibali ieri sera ha twittato:
    "Esistono giornate belle e giornate nere. Oggi una di quelle! Il sorriso resta sempre! Sono umano e non me ne vergogno. #NeverGiveUp"
    Quel sono "umano e non me ne vergogno" mi piace, lo apprezzo tanto.
    Più da interpretare è quel 'mai arrendersi' finale, che avrebbe uno spettro infinito di interpretazioni "umane" e non.
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    Messaggio Da FeniceBlu Lun Mag 23, 2016 3:37 pm

    :clappps: :clappps: :clappps:
    Oggi sei super ispirato Ben
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    Messaggio Da BenoixRoberti Lun Mag 23, 2016 4:22 pm

    FeniceBlu ha scritto::clappps: :clappps: :clappps:
    Oggi sei super ispirato Ben
    Grazie Fenice, troppo generoso.
    Nella realtà il post era già impostato da giorni e oggi ho solo trovato il coraggio di postarlo. Infatti si comprende bene come il post delle 12,23 che lo procede sia stato scritto successivamente nella realtà. Quello sì è di oggi.

    Temevo che il post fosse troppo forte e temevo di colpire la sensibilità di qualche appassionato. Lungi da me.
    Nella realtà, come ho anche scritto, quell'appassionato ero io, perché anche io mi ero un po' bimbominkionizzato per proteggere (e mi sbagliavo) questo sport.

    Mi piacerebbe che questo post potesse nel suo piccolo far riflettere, anche se è una sberla, per me in primis.
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    Messaggio Da prof Lun Mag 23, 2016 7:08 pm

    Mamma mia, Ben, se solo avessi immaginato che cosa si sarebbe scatenato, non sarei andato a sfrucugliare ...
    Però, che vuoi fare, gli è stato chiesto: volete Barabba o Armstribali?
    Hanno preferito liberare Barabba ed ora l'altro dovrà operare il miracolo della sua resurrezione.
    Si godano i CdS se è questo che piace loro ...
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    Messaggio Da Admin Lun Mag 23, 2016 7:24 pm

    Pippo Pozzato mostra il suo invidiabile stato di forma al #Giro.
    https://twitter.com/PippoPozzato/status/734795170122698753


    Questo ha imparato tutto dalla vita (in giù). diavoletto
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    Messaggio Da vallelvo Lun Mag 23, 2016 8:32 pm

    A me pare anche sformato, da quel che vedo.

    Tutti lo lasciano solo, sul Campolongo e poi manco la macchina al seguito della cronometro: povero!
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    Messaggio Da vallelvo Lun Mag 23, 2016 8:40 pm

    Benoix, complimenti per l'analisi fatta, cruda e sincera.
    Da sempre, in tutti i campi, i grandi schiacciano i piccoli. Dobbiamo credere in questo sport senza farci troppe domande.
    Ti prego non toglierci il sogno, è uno sport bellissimo che i semplici amano e cercano di proteggere con la loro passione.

    Si attende per ore il passaggio di quel variopinto arcobaleno: è festa grande per tutti, è il ciclismo.

    Ancora una volta è stato un week-end entusiasmante, sotto un sole cocente e lo scenario magnifico delle Dolomiti. cheers

    Fenice ci legge qualche foto anche per lui.


    Tifosi in attesa dei girini a far bisboccia.


    Il campione che arranca sul Campolongo con la Maglia Azzurra.


    Chaves felice brinda sul podio.


    Inaspettatamente sulla navetta incontri tre giovincelli, coi quali scambi battute ricordando il passato sulle due ruote....non senza critiche. Battute e simpatia tanta, con la vecchia signora.
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    Messaggio Da Lucio Quinzio Mar Mag 24, 2016 8:15 am

    Ottimo lavoro Ben!
    L'unica integrazione e riflessione che mi sento di fare ė che il ciclismo di cui parli è quello da boutique, quello firmato, quello mediatico. il ciclismo che fa sognare con tutto ciò che ne consegue in termini di spettacolo (a volte), milioni di appassionati, più o meno oggettivi, che forse identificano la loro passione con ciò che vedono e sentono in TV e sui giornali.
    Oltre a questo, nella stessa cucina e nella stessa pentola, dipende poi dallo chef e dai gusti personali servire ai clienti il condimento ed il contorno, lo stesso piatto lo presenti seguendo il mercato e ci adegui il prezzo. Non so se ho reso l'idea.
    Per chi ha smesso di sognare questa è la cruda realtà, il quadro Italiano ė , appunto, desolante ed ė la conseguenza di ciò che descrivi, del resto il ciclismo e lo sport non possono essere immuni dal contesto in cui abitualmente tutti viviamo.
    Per fortuna si può fare sport anche solo per il benessere fisico ed il ciclismo ė una delle attività sportive che meglio si prestano senza dover essere necessariamente benestanti.
    Non possiamo togliere i sogni a chi vuol sognare ma la tua disamina ė quasi perfetta, oggi da qualsiasi parte ti giri vedi che tutto è finalizzato all'aspetto economico, per quanto ne so vedo fuori dal contesto solo ed esclusivante parecchie società che si occupano di sport giovanili ed in qualche caso raro anche di sport per master, gruppi composti da veri volontari disinteressati che ci mettono del loro.
    Conclusione. La cosa da fare prioritariamente , a mio parere, ė quella di fare una netta distinzione tra lo sport professionistico e l'altro. La materia ė complessa ma bisogna iniziare da lì se i vuole tutelare chi ha fatto dello sport una professione,lo stesso vale per chi di mestiere fa altro.
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Mag 24, 2016 8:51 am

    Comunque anche presumendo che ci siano dietro l'angolo cassette miracolose penso che le stesse cassette siano a disposizione del resto del mondo (ne dubiterei solo se in rosa ci fosse qualche sventurato di serie b = squadre professional).
    A me comunque un Nibali così scadente come domenica non è mai capitato di vederlo (nemmeno l'anno scorso nella prima tappa pirenaica, rapportando la prestazione con la difficoltà della tappa). Forse queste cassette, se ci sono, fanno più danni che altro, visto che i capitani della squadra kazaka (specialmente gli isolani) hanno un rendimento estremamente ondivago, e le risurrezioni improvvise difficilmente riescono a compensare le scoppole tremende che arrivano prima. Un anno fa a quest'ora ad esempio l'altro isolano incassava una mazzata niente male sul Mortirolo.

    Forse il problema non è la cassetta in sé ma farne un uso più corretto  diavoletto diavoletto

    EDIT: Dimenticavo di sottolineare, a beneficio di prof (che ha già troppo di che ridersela), l'assoluta inconsistenza di Fuglsang, che senza correre per la squadra come al solito, fa la solita classifica anonima. Se Scarponi corresse come lui sarebbe da podio probabilmente Razz Razz
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 24, 2016 10:45 am

    eliacodogno ha scritto:Comunque anche presumendo che ci siano dietro l'angolo cassette miracolose penso che le stesse cassette siano a disposizione del resto del mondo (ne dubiterei solo se in rosa ci fosse qualche sventurato di serie b = squadre professional).

    Dopo la tappa calabrese e la tappa di Roccaraso anche io, che non sono Morris, Prof o uno che ha respirato ciclismo come loro da dentro il plotone (da atleta e/o da tecnico) avevo visto in Cruccosvicco una marcia in più. L'ho scritto il 14 maggio che per me era da podio basso, ma non pensavo potesse addirittura ambire al Giro.
    http://www.ciclopassione.com/t1395p150-giro-d-italia-2016-notizie-anticipazioni-ipotesi-sul-percorso-discussione-generale#23592

    Però devo essere onesto ed ammettere che sapevo che aveva scalato anche lui il Teide quest'anno.
    La montagna magica non inganna "quasi" mai ed è anche un vulcano di sorprese.
    http://www.ciclopassione.com/t1395p225-giro-d-italia-2016-notizie-anticipazioni-ipotesi-sul-percorso-discussione-generale#23678

    Sui malanni che ammantano il Giro e dei quali i suivers chiacchierano come comari (salvo poi negare nei momenti ufficiali) rimando a questo post, sperando che nessuna verginella tra i pennivendoli abbia poi il coraggio di dire "ah io non sapevo":
    http://www.ciclopassione.com/t1194p100-doping-nuove-frontiere#23690

    Perché tutti sanno tutto, ma continuano nella loro imperterrita ipocrisia.
    E forse sarebbe ora che il giornalismo bugiardo venisse smascherato per quello che fa e quello che NON FA, per le presunte verità che spaccia (il doping di cui i soli ciclisti sono responsabili) e per le VERITA' che non "spaccia" mai (le coperture e le connivenze).

    Il secondo forcaiolo più forcaiolo (spiace ma la leadership di Eupeppio Capodacqua non la minaccia nessuno) diventa garantista quando il livello si alza e quando sono i media esterni al ciclismo a buttare un occhio (anche con qualche imperfezione):
    http://cyclingpro.it/il-blog-di-cycling-pro/2016/05/07/doping-nel-ciclismo-piu-iene-piu-sciacalli/

    Anche il miele spacciato in quantità abnormi è dopante Laughing
    http://cyclingpro.it/altro/2016/05/20/caro-vincenzo-sulle-montagne-salvaci-tu/

    Come lo è il nazionalpopulismo di stampo destefanista:
    http://cyclingpro.it/il-blog-di-cycling-pro/2016/05/23/le-parole-nibali-silenzi-dave-brailsford/

    Il buon Bonarrigo rasenta il ridicolo quando scrive:
    "Di certo non si può, non ha senso, non è etico ricordare ogni volta che il corridore X o il dirigente Y vengono da questo o quello celebre caso di doping."
    LO DICE LUI?! diavoletto
    http://cyclingpro.it/il-blog-di-cycling-pro/2016/05/10/raccontare-gli-ex-dopati-diretta-tv-schwazer-la-rai/
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Mag 24, 2016 11:04 am

    Manfatti, l'olandese probabilmente ha calcolato meglio gli effetti benefici della lava sulle prestazioni (o forse deve ancora subirne gli effetti collaterali, a differenza di altri). In questo c'è qualcosa di sibillino anche in certe interviste... Vedremo
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    Messaggio Da prof Mar Mag 24, 2016 11:25 am

    Al caro Davide ricordo solo una vecchia massima che vale da quando, povero ragazzino ossuto,  davo le prime pedalate sulle ruote di campioni già affermati in maglia Pavullese: nessuna "cassetta" potrà mai trasmutare un somaro in un purosangue.

    La letteratura ciclistica è piena di vecchi arnesi, sedicenti "preparatori", che nel corso dei decenni ed ancora ai giorni nostri hanno inseguito ed inseguono il sogno dell'alchimista. Quelli moderni, a volte, hanno pure la laurea ma vi assicuro che non serve gran ché in quanto, alla fine, quel che conta è la "praticaccia". Si', si inventano formule, spesso inutili e fuorvianti, per stupire il popolo bue, un po' come il latinorum di Don Abbondio, ma dimenticano (o non conoscono proprio) il vecchio secondo principio della Termodinamica. E' tutta gente che, in fondo, finisce sempre con il distruggere tutto quanto gli passa tra le mani, compresi famiglia ed affetti.

    Resta il fatto che, se sei somaro, somaro resti: c'era una volta un Predestinato Grande Campione (PGC) che, sulla sua strada, incontrò un di' uno il quale, a parità di condizioni, gliele suonava sempre in tutte le chiavi e su tutte le strade. Quest'ultimo era campione vero di classe limpida, il primo una ciofeca di laboratorio d'alto bordo, con qualche santuzzo in bacheca.
    Il PGC era stato allevato nel rispetto del suo stato di Predestinato, l'altro era un buzzurro, un po' spacconcello e cresciuto sotto l'ala di un vecchio meccanico di paese, com'era nella tradizione di questo sport un po' ruspante. Come si conveniva al suo status, il PGC venne fin da subito circondato delle attenzioni dei maggiorenti, a partire dal Grande Comandante del Ciclismo di Stato (GCS) e dal Grande Commentatore Pubblico del Ciclismo di Stato (GCP). 

    Siccome il buzzurro non aveva capito bene la situazione, continuando a ridicolizzare il PGC ovunque se ne presentasse l'occasione, il GCP ci penso' lui ad additarlo alla pubblica riprovazione come "impresentabile" nei salotti buoni. Dopo questa scomunica sulle reti ufficiali, non tardò molto che il povero malcapitato venne bandito dal consesso degli umani.

    Insomma, caro Davide, la morale è la seguente: è vero che non esiste "cassetta" che possa trasmutare un asino in un purosangue almeno tanto quanto è vero che, se ammazzi il purosangue, anche l'asino può vincere l'Arc de Triomphe: potenza del caro vecchio Sport di Stato che sempre vive e lotta insieme a noi ...
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 24, 2016 12:37 pm

    diavoletto diavoletto diavoletto
    Prof sei inguaribile! Laughing

    prof ha scritto:Si', si inventano formule, spesso inutili e fuorvianti, per stupire il popolo bue, un po' come il latinorum di Don Abbondio, ma dimenticano (o non conoscono proprio) il vecchio secondo principio della Termodinamica.
    Spiega un po' in termini filosofico-ciclistici.
    Credo di avere capito qualcosa ravanando nei miei scarsi rudimenti acquisiti con gli esami di base sostenuti ad ingegneria, ma questa frase merita una spiegazione delle tue. Very Happy
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    Messaggio Da vallelvo Mar Mag 24, 2016 3:22 pm

    Oggi tappa nervosa, almeno si vede un ciclismo diverso dal solito. Attacchi e contro attacchi. Mi piace.

    Nibali sembra nervoso, scatta vuol far vedere che la gamba c'è  e che domenica è stata una giornata no?
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mar Mag 24, 2016 8:54 pm

    Tappa nervosa diceva una ottimista Vallelvo.
    E da nervosa è divenuta nevrastenica (in casa Astana ed in casa Bahrein).
    Alla situazione tesa si è aggiunta la dichiarazione del "preparatore telefonico" Slongo.
    L'aria scanzonata del formoso veneto era l'unico elemento di serenità che appariva ad Andalo.

    Raf direbbe: "cosa resterà di questa tappa di Andalo?"
    Di certo resterà la vittoria di Valverde, seguito dalla nuvola rosa che quest'oggi ha limato le unghie a tutti, compreso lo spumeggiante andino Chaves.
    Resterà la media folle a cui si è corsa la tappa. Resteranno le belle intenzioni di rovesciare il banco.

    Resteranno poi le macerie di un giro nato male e finito peggio per il CdS.
    Restano le macerie di un modo di intendere questo sport, di puntare il carico su di un atleta sicuro da parte del circo mediatico di un intero paese mosso dalla più becera e provinciale nazionaldemagogia.

    Con l'aria scanzonata ed il tondo accento trevigiano, Paolo Slongo ha fatto capire che il CdS potrebbe ritirarsi per un non meglio precisato malanno in fase di identificazione.
    Perché in questo sport così preparato, una sconfitta sportiva debba per forza essere conseguenza di una patologia non è dato saperlo.
    Certamente una patologia è insita in questo modo di proporre il ciclismo post-armstronghiano.

    Oggi il Pro-Cesso destefanista ha provato a suggerirci un ampio spettro delle possibili cause, dalla preparazione (la versione verbale non sembrava avere le virgolette) alle pedivelle cambiate, spiegazione tirata fuori dal nostro CT nazionale per essere popolare.
    A Slongo è stato anche chiesto se la causa potesse essere psicologica. E va beh.

    Una cosa sola è certa. I soli in campo celeste splendono poco dopo questa giornata di mesta conferma. E questa sera saranno all'opera due team, quello ufficiale e quello virtuale, per decidere se è il caso di gettare la spugna e non accumulare inutili giorni gara o onorare nel bene e nel male questa avventura rosa sino alla fine.
    Fatto sta che al Giro doveva arrivare lo sceicco Nasser Ibn Al Khalifa, ma è giunto solo un suo emissario.
    Adesso chi deciderà cosa fare? Sarà Vino o lo sceicco? Kazakhstan o Bahrein?
    Kazakhstan o Bahrein purché se magna.
    Già, ma se magna?

    Intanto oggi la Gazza ha confezionato il suo bell'articoletto con la sottiletta avvelenata per Cruccosvicco. Alla luce di tutto quello che emerge da questo ciclismo, CHE TUTTI SANNO E TUTTI CONOSCONO, è davvero il caso di fare questo vomitevole giornalismo (ovviamente con riferimento alle parti contornate di rosso).
    https://i.servimg.com/u/f86/18/45/48/19/kruijs10.jpg
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    Messaggio Da eliacodogno Mar Mag 24, 2016 11:57 pm

    Ma andando a ritroso nel fallimento del CdS, alle cassette miracolose o magari avariate, per me è inevitabile ripensare al silenzio allusivo di Di Luca alle Iene alla domanda sul suddetto CdS appena prima che cominciasse il Giro, al fatto che probabilmente al di là delle gentili parole sul collega quel libro l'abbia letto bene, magari facendosi qualche ragionamento sul presente e sul futuro.
    L'aspetto più divertente comunque è che ciclicamente questo sport (più di altri) cada in mano a dei santoni che vengono trattati come divinità salvo poi rivelarsi veri cialtroni.
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    Messaggio Da vallelvo Mer Mag 25, 2016 9:30 am

    Questo sport viene tartassato dal punto di vista dei controlli, dai ciarlatani giornalai e da chi dovrebbe "reggerlo".
    Questa la differenza, non tanto divertente piuttosta scandalosa.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mag 25, 2016 2:37 pm

    vallelvo ha scritto:Questo sport viene tartassato dal punto di vista dei controlli, dai ciarlatani giornalai e da chi dovrebbe "reggerlo".
    Questa la differenza, non tanto divertente piuttosto scandalosa.
    Vallelvo prendo spunto da quanto tu scrivi per sviscerare ancor di più sul bandolo della matassa.

    E' vero che:
    - i controlli sono massicci, invasivi, lesivi ormai della dignità umana (i ciclisti hanno meno diritti dei cittadini italiani sotto il fascismo, tanto che il loro corpo è "perquisibile" H24, mentre sotto il fascismo anteguerra le perquisizioni di notte non si potevano fare, è tutto dire)
    - contro di loro c'è un totale pregiudizio dei media (soprattutto quelli falsamente vicini, quelli di settore)
    - contro di loro c'è un totale pregiudizio dell'opinione pubblica, che però è stata un po' smossa dal libro di Di Luca
    - i controlli che subiscono i ciclisti sono assenti in altri sport, palese contraddizione radicale nella strutturazione della Wada, che per giustificare questo obbrobrio ha dovuto inventarsi la panzana delle cosiddette "discipline sportive a rischio", perché altrimenti questa assurda disparità non era in alcun modo giustificabile.

    Osserviamo la situazione da vari punti di vista.

    MEDIA GENERALISTI
    Vedono il doping e la curiosità che suscita e seguono la notizia come le foto sullo yacht di qualche calciatore gay.
    La brama di scoop è analoga. Fino a prima dello svisceramento parziale del caso Pantani erano totalmente disinteressati a ciò che stava dietro il fenomeno. Oggi, a parte i giornalisti sportivi (che ovviamente non rinunciano alla vacca da mungere) sembrano finalmente aprirsi alla osservazione del fenomeno da un punto di vista più analitico, anche se l'interesse in sostanza si basa temporalmente sui periodi di Giro, Tour e Vuelta.
    Chi però va oltre, comprende e si espone, viene poi stoppato dall'editore.
    Riguardo all'opinione pubblica (mondiale) basti dire che in un sondaggio sull'interesse verso il Tour, realizzato da Repucom, "i casi di doping" erano uno degli item di interesse verso la corsa francese. Della serie che tutto fa brodo.

    MEDIA SPORTIVI
    Il doping è una gallina dalle uova d'oro. Si fanno libri e si creano etichette di irreprensibilità (remunerate) scrivendo di doping. Si scrivono libri sulla caccia alle streghe, stimolando la fantasia e la curiosità pruriginosa di un lettorato dell'ambiente che agli inizi era residuale e oggi è la maggioranza. Basta ascoltare la massa cicloamatoriale e l'attitudine alla maldicenza per capire come questa tendenza abbia preso piede.
    Quante volte è capitato di vedere il classico giornalaio inseguire un campione per scambiare due chiacchiere paracule e poi sentire lo stesso giornalaio due istanti dopo esprimere le peggio cose ed i peggiori pregiudizi sul campione appena contattato.
    E' un ambiente di bisce. Il giornalaio ciclistico è parte del sistema, ne è complice, lo alimenta venerando falsi manager, falsi miti, falsi mecenati, falsi campioni, compartecipando a operazioni di marketing giornalistico sulla immagine degli atleti.
    Non lo fanno solo per la fama ed il prestigio giornalistico, ma anche per apprendere segreti da rivendere poi al migliore offerente. Gli atleti, anche grazie al turn over giovanile, sono ovviamente carne da cannone per questi figuri e vanno in pasto ai famelici come polli in un allevamento intensivo.

    L'articolo postato sopra è un esempio di come questi intendano il giornalismo. A loro non interessa il doping in quanto tale, a loro interessa il sangue, l'imbarazzo degli atleti. Questo dà loro un potere, li fa sentire giudici, gli offre il delirio dell'essere compartecipi nel risultato finale. Erano così quando pompavano Lance Armstrong e lo sono oggi quando muovono dubbi striscianti sulla "pulizia" di Cruccosvicco.

    Perché andare a sfrucugliare su Cruccosvicco, il suo passato, i suoi link professionali?
    Nessuno normalmente ti chiederebbe di scrivere che Kruijswijk è l'eroe sicuro da idolatrare o di far capire che è uno da cui stare lontano. Non è questa la dicotomia oggi del ciclismo. Forse non lo è mai stata, e in tutto lo sport. Ma la favola è questa (il buono ed il cattivo, il bianco ed il nero) e deve essere alimentata per gli idioti sognatori, gli unici ormai rimasti a leggere giornali altrimenti illeggibili e concepiti per il target più basso della popolazione.
    Certo capita a tutti noi ciclofili di ricevere la domanda:"Mah secondo te che conosci il ciclismo, questo olandese è pulito?"
    Io rispondo sempre per tutti: "Lui fa come tutti, fa quello che può. E' un bel corridore comunque."
    E fra me dico "ma vai a cagare, va a farti le pippe mentali sulla pulizia con qualcun altro!" ma so che quella domanda è il frutto e nel contempo il seme piantato dal giornalismo di cui sopra.
    Il ciclismo ha vissuto per decenni il dilemma della borraccia fra Coppi e Bartali. Bartali lasciava fare a tutti le loro elucubrazioni e poi ricordava riservatamente che le borracce scambiate fra lui e Coppi erano state centinaia.
    Per il giornalista ciclista era importante però sapere chi era stato a passarla quella volta. capa sul muro
    Oggi per il giornalaio non è importante sapere quanti si dopano (o per meglio dire come e con quali sostanze, soprattutto lecite), ma chi è stato beccato o potrebbe essere beccato. E' importante fare pompe mediatiche al Campione di Stato per tenersi buoni i boss che poi gli faranno fare l'ufficio stampa in qualche evento, per i team amici, o affideranno loro degli incarichi.
    Della salute dei ciclisti a loro non frega nulla. Oggi la Gazzetta e simili si occupano di patonza e simil-porno doping.
    In un altro forum rinato si è sottolineato magistralmente sul concetto di "trovati positivi". Questi sono giornalisticamente interessanti quasi come le wags che scopano con quel o quell'altro calciatore per la stampa sportiva odierna.
    Niente gli frega che questi malcapitati ciclisti beccati e "maledetti", spesso non peggiori dei "dopati negativi" e migliori dei "dopati sempre negativi", siano poi solo dei disperati messi alla berlina e distrutti anche nei loro affetti personali. Anzi capita pure che questi pezzi di merda si permettano di dare consigli pubblici sui loro rapporti privati e strettamente personali, rivendicando le false amicizie come sopra narrate. E lo fanno ben sapendo chi ha ordinato che la mannaia cadesse in quella direzione, la stessa mannaia di qualche altra vittima che poi magari decantano per convenienza. 

    Non c'è traccia informativa e formativa sulla tutela della salute nell'operato di questo giornalaismo e quando lo fanno c'è subito l'accento scandalistico, come fatto per i sonniferi. Ma perché i ciclisti soffrono di insonnia e psicosi?
    No questo a loro non interessa, perché i ciclisti che hanno questi problemi non sono tecnicamente "dopati", non sono marchiati dalla infamia del sistema per cui loro lavorano.

    ACCPI
    Sarebbe il sindacato dei ciclisti, di tutti i ciclisti, anche di coloro che "sbagliano", dei trovati positivi compresi.
    Nella realtà è ormai ridotto ad un organismo di marketing e certificazione dell'impossibile per poter garantire un prodotto che è di proprietà SOLO di altri.
    Si sono ridotti ad essere il braccio armato di un sistema in fase di pre-crollo.
    Di Luca e decine di altri ex prof, fuori dal ciclismo prof, raccontano il "sistema" di questo sport, doping compreso ma come accessorio ad una organizzazione complessa, e loro cosa fanno?
    Querelano Di Luca che, leggendo il libro e ascoltando le sue parole, mette in evidenza cose che anche i bambini e gli inesperti di ciclismo capiscono! E' evidente che Di Luca non vuole rovinare il ciclismo, vuole mettere a nudo la menzogna e lo fa mettendo a nudo sé stesso e la menzogna di cui era stato complice e vittima.
    L'Accpi invece preferisce difendere un feticcio, una ipocrisia che mostra enormi crepe e richiede dosi di ridicolo incalcolabili.
    E' tutto vero che i controlli sono massicci e bla, bla, bla.
    E tu cosa fai davanti a chi ti fa violenza? Tiri giù le mutande?
    Fai rinunciare ai ciclisti ogni minimo diritto umano, civile, inalienabile, per aprire le porte ad agenzie antidoping sulla cui moralità ci sarebbe da aprire fiumi di pratiche di indagine?!
    Perché prestarsi ad un marketing di totale ipocrisia quando incombe l'ennesimo ciclista pulito (adesso!) che fra un anno vuoterà il sacco per l'ennesima volta?
    Ti metti a fare il duro contro una trasmissione ed un gruppo editoriale che si occupano (anche superficialmente magari) dei problemi di uno sport, problemi che traspaiono da ogni dove nel ciclismo?

    - contratti da fame, contratti capestro, contratti falsi e soldi ritornati al mittente, contratti d'immagine per acquisti di gruppo del carburante
    - pressioni indicibili del potere politico, coperture, insabbiamenti, corruzione
    - doping, antidoping di facciata forte coi deboli e corrotta coi forti.

    No, il problema del ciclismo adesso sono Di Luca e le Iene.
    E così andranno a sbattere. Il sindacato porterà ancora più avanti la soglia di ridicolo della categoria che dovrebbe rappresentare e difendere coi denti e sarà corresponsabile delle macerie che il sistema ormai al crepuscolo lascerà quando crollerà sotto il peso ormai insostenibile dell'ipocrisia.

    DIRIGENTI DEL CICLISMO
    Tanto l'Uci che la Fci sono restate assolutamente in silenzio in questo periodo. Nessuno parla nonostante che vari giornalisti esteri stiano approfondendo i contenuti del libro di Di Luca e si stiano chiedendo come sia possibile che l'Uci non dica nulla. La domanda se la pongono anche gli italiani, ma molto riservatamente, sulla Fci.
    Chi si è mosso per loro, per i palazzi del potere sportivo? Forse l'Accpi? Ma il ciclismo non è un prodotto di questi due organismi? Cosa c'entra l'Accpi a difendere il palazzo?
    Domande che restano senza risposte.

    CICLISTI
    Le frasi che si sentono sono le solite (apparentemente ipocrite, ma nel contempo pure vere dal loro punto di vista e di quello ben espresso e spiegato da Di Luca quando parla dei suoi Giri vinti):

    - Siamo tutti puliti, a noi non ci hanno mai beccati. Qualcuno è stato beccato e ora è a posto, sta nelle regole.
    - Subiamo tantissimi controlli, siamo come delinquenti con il collare elettronico
    - Oggi siamo meglio di qualche anno fa, oggi la maggior parte corre pulita (da leggersi non prende epo - come prima - ndr)
    - Sapessero i sacrifici che dobbiamo subire per colpa di questi che hanno beccato nel passato, ora noi paghiamo per loro
    - Il ciclismo è diverso, è cambiato, tutti siamo più consapevoli

    Potranno sembrare frasi banali, ma non lo sono se lette nel gergo e oltre il velo della comunicazione non verbale.
    Il problema grosso è che queste enunciazioni non arrivano complete nella loro natura al pubblico (tra detto e non detto) ed il completamento viene lasciato nelle mani dei megafoni del sistema, il giornalismo ciclistico, che sposa e ripete sino alla noia questi mantra che diventano poi macigni per il ciclista che si sarà così espresso e che disgraziatamente un giorno si troverà sotto le mannaia.
    E poi c'è ciclista e ciclista. Ci sono interessi diversi. Fra i ciclisti c'è confindustria e c'è l'ultimo degli artigiani.
    Per i primi non ci sono gli "studi di settore", per gli ultimi gli studi di settore sono una macelleria.
    Tutti sono alleati indistintamente contro un fisco ingiusto, ma chi ne paga le conseguenze senza potere contrattuale sono gli ultimi. E allora cosa fa il ciclista di base? Fa come il piccolo artigiano che ripete da paraculo i mantra che riceve dal mainframe di Confindustria.

    Esempi:
    "Di Luca e gli altri de Le Iene vogliono male al ciclismo, vogliono distruggere i colleghi per vendetta, ce l'hanno con noi perché a loro li hanno beccati e per liberarsi la coscienza vogliono dimostrare che noi siamo come loro."

    Dicono la verità? Vorrei tanto credere loro, ma l'esperienza insegna che certi processi richiedono mutamenti diversi, radicali, non di facciata.
    Non esprimo con questo lo stesso becero pregiudizio di base dei giornalai sopra descritti. Voglio mettere in luce come il sistema (che i giornalai ben conoscono e condividono) seleziona il parco ciclistico, come li formi e li orienti nei loro comportamenti.
    Penso che, sebbene nella loro ipocrisia sostanziale, i ciclisti siano una categoria composta da persone molto disciplinate, generose (e questo è un difetto perché scadono nell'autolesionismo), anche altruiste, appassionate del loro sport molto più che in altre discipline.
    E come potrebbe essere diversamente visto il carico di lavoro e di fatica, la ferrea disciplina dei ruoli e i gravami disumani a cui sono sottoposti in un regime unico di vessazione e logorante ipocrisia?!

    Domanda finale: ragazzi questo regime di vessazione porta a qualcosa di virtuoso per questo sport e lo sport in generale?
    La mia risposta è NO. Serve solo ad alimentare un potere, a regalare discrezionalità a dirigenti miopi e, peggio, male intenzionati. Serve solo ad alimentare una stampa vergognosa, indegna, che controbatte con questi mezzi un calo di vendite nei giornali o un leccaculismo social d'accatto sui media online.
    La mia risposta è no anche per il dilagante ciclismo anoressizzato da prodotti e pratiche completamente lecite, ma che sono forse peggio del doping ufficiale, o comunque parimenti nocive per la salute, sebbene forse meno per la affidabilità dei risultati agonistici.

    Non ho la soluzione finale da proporre, ma so che questa antidoping sta distruggendo lo sport. Ha massacrato il ciclismo, ora sta distruggendo l'atletica, ma nel caso di questo sport (per fortuna) lo scandalo è partito dall'alto mostrando (anche se solo in modo strumentale per i russi) il peso ossessivo della invasione politica e delle coperture.
    Esilarante la punizione inflitta: a Rio non andranno gli atleti russi anche se questi non hanno commesso alcuna infrazione. Il loro essere russi viene punito con lo stop alla partecipazione del massimo evento sportivo di pace fra i popoli (ma non fra le nazioni), mentre i responsabili russi ed internazionali delle coperture del doping nell'atletica dormono sonni tranquilli. Evil or Very Mad sego tutto disgusted

    All'atletica va il merito di avere raggiunto il culmine della metafora di questa antidoping ridicola.

    Nel suo piccolo, invece, quanto potrà ancora resistere il ciclismo?
    Anche in questo sport, nel settore professionistico, si dovrebbe prendere in qualche modo esempio da altri sport più intelligenti e lungimiranti.
    Andrebbero lasciati i normali controlli in competizione AFFIDATI AD ENTI TERZI ESTRANEI ALLO SPORT, ma i controlli out competion, che sono una occasione enorme di corruzione, discrezionalità e che sono sotto il controllo della politica, andrebbero riformati e modificati perché ormai sono fonte di discredito totale per il nostro sport.
    Sono solo fonte di un business lercio.
    Ci vorrebbero commissioni miste di medici, consulenti degli atleti e delle squadre, che decidessero prima di ogni manifestazione sullo stato clinico degli stessi, badando a veri principi di tutela della salute, prevedendo degli stop silenti per coloro che non sono in regola, togliendo dall'orizzonte tutto quel ciarpame di pennivendoli che campano di doping, chimico, politico e giornalistico.
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    Messaggio Da BenoixRoberti Mer Mag 25, 2016 7:25 pm

    Oggi la tappa è stata bella (senza i velocisti).
    Non so se sia stato un pregio o un difetto, lo dico con tutta sincerità.
    Per chi si aspettava una mega-volata di missili è stata una tappa monca, anzi orfana.
    Per chi voleva solo vedere uno spettacolo, direi che non è stata per nulla male, nonostante il percorso quasi insignificante.
    Bellissima la battaglia all'arma bianca dei 6 in fuga che si sono arresi solo a prezzo di "molte vite" (metafora bellica) fra i corazzieri dei residui velocisti.

    Il modello oggi si è ricordato di essere un ciclista ed ha fatto un gran bel numero propiziato da un bel lavoro di elastico di Belletti. Purtroppo gli sono mancati 200 metri per reggere e sentire il profumo del traguardo.
    Nel contempo da manuale l'azione vista dall'alto di Kluge, glorioso cognome fra strada, pista e ciclocross. Il tedesco ha pennellato la curva splendidamente, ha sfruttato al meglio la scia del modello e lo ha saltato con il giusto colpo di pedale scavando un solco che ha demolito le speranze dei velocisti. Splendido.
    Sento la mancanza dei velocisti, ma anche no perché gli assenti hanno sempre torto.
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    Messaggio Da Lucio Quinzio Mer Mag 25, 2016 8:03 pm

    BenoixRoberti ha scritto:
    vallelvo ha scritto:Questo sport viene tartassato dal punto di vista dei controlli, dai ciarlatani giornalai e da chi dovrebbe "reggerlo".
    Questa la differenza, non tanto divertente piuttosto scandalosa.

    Gran bel lavoro Ben, vediamo se c'è qualcuno in grado di obiettare su qualcuno dei punti toccati, anche il provare a mettere nero su bianco queste cose non è facile e tu ci riesci benissimo.

    Di più non posso aggiungere anche perchè qui stiamo parlando di gente che con il ciclismo ci lavora(giornalai, giornali, TV, Corridori, santoni, antidoping e ci aggiungerei anche federazione e UCI), quindi un ciclismo che conosco solo per ciò che, sporadicamente, vedo in TV.

    Questo è il ciclismo (ma anche gli altri sport) che dovrebbe fare da faro agli altri, non mi pare stia andando esattamente , nefandezze avvengono nel ciclismo del volontariato(giovanile e ricreativo) ma questo interessa queste solo a qualcuno degli interessati, neppure a tutti!

    Grazie per l'esposizione ed attendiamo di leggere le eventuali obiezioni, il dibattito aiuta sempre, mi spiace di non poter aggiungere altro ma non è questo il ciclismo che conosco dall'interno.

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