Diario di B.B.
26 Maggio 2012
Cepina, piazzola di parcheggio. Goti, Sabrina ed io partiamo ridanciani ma un po' emozionati alla volta dello Stelvio con i suoi 2758 m di altitudine.
A causa del piccolo intervento avuto appena un mese prima della scalata dello Stelvio, temevo, come dice i' Chiarugi, l'eccessiva intimità con la sella. Le cose procedevano nel migliore dei modi e il mio spirito era in tutti i sensi nel più alto dei cieli. Sabrina pedalava al mio fianco ed ero felicissima di scalare per la quinta volta il Re Stelvio.
Pedalata dopo pedalata mi ritrovo ai piedi dei primi tornanti che affiancano la cascata.
Lo spettacolo è veramente degno di emozione.
Ai bordi della strada ho visto una miriade di genziane, mi è sembrato di vedere inoltre le campanule e, nei pressi degli ultimi tornanti, ho notato dei piccoli astri alpini. Ebbene, mentre pensavo a tutto questo mi venivano in mente le parole della famosa canzoncina “Quel mazzolin di fiori...” Non mi meraviglio se nessuno di quei rospi di empolesi si è soffermato a notare tali bellezze perché la loro attenzione è rivolta o alla ruota dell'uomo da staccare, o al computerino, o all'orologio per vedere i tempi di ascesa e/o chilometraggio.
E' stato allora che l'ho visto. Non era solo, vicino c'erano tre persone, due di fianco e una dietro. Ho letto sul dorso della maglia il cognome (che non ricordo) seguito dal nome Luca. E' un ragazzo paraplegico con due spalle da gladiatore che mezze bastavano per compensare quelle dei miei amici ciclisti. Spingeva con non poca fatica la sua carrozzina. Mi sono appena avvicinata e, salutandolo, l'ho chiamato per nome “Forza Luca , alé “.
Ho continuato a pedalare e mi sono allontanata.
In quel tratto ero sola, Sabrina era un po' indietro. Ho riflettuto molto sulla forza di volontà, sulle motivazioni che ci portano a volte ad andare oltre i nostri limiti: sfidare lo spazio, il tempo, i disegni che la vita ti prepara. E' stato così che nei miei pensieri sono entrati tanti personaggi, è arrivato Cristoforo Colombo, vicino c'era Bolt che correva a fianco della carrozzina di Luca. C'ero io che ho sfidato alcuni anni fa il disegno che mi aveva preparato la vita. Insomma mi son trovata in cima allo Stelvio piena di pensieri e con la voglia di tornare indietro e parlare un po' con Luca. Ma arriva Sabrina e i' Bitossi e poi gli altri.
E poi i' Goti! Grande Goti.
Luca non era più nei miei pensieri; c'era il Giro, il puzzo delle T.Max, i miei amici, e c'era il freddo che mi spingeva a tornare giù e trovare un posto “meglio” per godermi la visione della tappa. E così, via
in discesa.
Arrivata nel punto in cui la strada spiana l'ho rivisto! Luca stava facendo una sosta; Pagni e i suoi amici gli passavano una borraccia e delle barrette. Non mi sono persa d'animo, ho fatto un'inversione di marcia e sono tornata a salutarlo. Mi ha ricambiato il saluto con un sorriso carico di energia e simpatia. Ho parlato un po' con lui, gli ho fatto i miei complimenti e ho abbracciato quelle spalle, rubandogli quell'energia che era impossibile non avvertire standogli vicino. “Sei il più bravo fra tutti noi. Alé alé Luca”.
Il serpentone dei tornanti, il panino, gli amici ciclisti che dormono, l'attesa della corsa, l'aver riconosciuto due o tre soli ciclisti, la divertente discesa fino a Bormio, l'arrivo a Tirano e la meritata cena.
Oggi ha vinto Luca, primo indiscusso fra tutte le migliaia di ciclisti saliti fin lassù.
I miei orsi empolesi avranno visto Luca? Nel dubbio ho preferito proclamare vincitori ex aequo Goti e Sabrina perché, chi per un motivo e chi per un altro, hanno avuto entrambi lo spirito di Luca.
P:S Ho saputo proprio ieri che Luca, una volta arrivato al traguardo, è stato intervistato e applaudito a lungo.
Mi sarebbe piaciuto essere lì e applaudirlo insieme a tutta quella gente.
http://video.repubblica.it/sport/cosi-ho-scalato-lo-stelvio-in-sedia-a-rotelle/97205/95587