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    Jacques Romain Georges Brel

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    Jacques Romain Georges Brel - Pagina 2 Empty Jacques Romain Georges Brel

    Messaggio Da Lemond Dom Ago 04, 2013 11:43 am

    Promemoria primo messaggio :

    Da quando ho conosciuto questo artista (da pochi mesi, anche se mi pare da sempre) mi sembra di aver fatto "passi da gigante" nella comprensione dell'uomo e della sua grandezza. Me ne ero innamorato subito, anche se non ne sapevo molto, ma credo che il "colpo di fulmine" si sia rivelato esatto e, come accade spesso, si è trasformato in amore. La cosa che mi fa più piacere è che non sono il solo e voglio proprio cominciare questa discussione qui con la traduzione di una lettera scritta nel 1954 da Juliette Greco.
    "Ho incontrato Jacques Brel l'anno del suo arrivo a Parigi e cme dicono, così bene i canadesi, *je suis tombéè en amour* (in italiano, mi sono innamorata). Fra i tesori che mi ha proposto di cantare, c'era una canzone che, per l'epoca, era difficile, dura - Ça va (le diable) - Ho scelto quella e gli ho detto perché. Io ero abbastanza celebre, lui non ancora. Egli non aveva bisogno di me per le altre canzoni, ma per quella, senza dubbio, sì. Gli ho fatto capire la mia emozione e la certezza che sarebbe prest diventato ... quello che poi è stato e mi sentivo fiera e felice di aver incontrato un uomo come lui. La nostra amicizia è nata quel giorno e non è mai cessata: egli ha scritto per me e io canto per lui con tutte le mie forze, nel mondo intiero. Con amore. Jacques ha saputo dire tutto.



    Il diavolo (va bene)

    Un giorno, un giorno il diavolo è venuto sulla terra,
    un giorno il diavolo è venuto sulla terra
    per sorvegliare i suoi interessi, Egli ha visto tutto
    e tutto ha sentito il Diavolo.
    E dopo aver sentito tutto, e dopo aver
    visto tutto,
    è tornato a casa, là.
    E lì, c’è stato un grande banchetto,
    alla fine del banchetto, il Diavolo si è alzato
    e ha pronunciato  un discorso:

    Va Bene
    Ci sono sempre, dappertutto,
    Luci che illuminano la terra
    Va bene
    Gli uomini giocano come matti
    al pericoloso gioco della guerra
    Va bene
    I treni deragliano con rumore
    Perché dei ragazzi, pieni di ideali,
    Mettono  bombe sui binari
    E ciò crea dei morti originali
    Morti senza confessione
    Confessione senza remissione
    Va bene

    Niente si vende, ma tutto si acquista
    L’ onore e anche la santità
    Va bene 

    Gli Stati si nascondono
    In forma di società anonime
    Va bene

    I grandi si disputano i dollari
    Arrivati dal paese dei bambini
    L’ Europa ripete l'Avaro
    In una cornice del novecento
    E ciò provoca il morto di fame
    E la fame dei popoli
    Va bene

    Gli uomini hanno visto tante cose che
    I loro occhi sono diventati grigi
    Va bene

    E non si osa nemmeno più cantare
    Per le strade di Parigi
    Va bene 

    Si trattano le persone coraggiose come pazzi
    E poeti da sempliciotti
    Ma su tutti i giornali
    Tutti i bastardi hanno la loro immagine
    Questo fa male alla gente onesta
    E fa ridere invece quelle disoneste

    Va bene, va bene

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    Messaggio Da Lemond Ven Ago 30, 2013 1:40 pm

    Ho trovato una versione video (non solo audio) di "Ne me quitte pas"

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    Messaggio Da Lemond Sab Ago 31, 2013 9:03 am

    Insieme alla morte, ci sono altri argomenti di buona sostanza in questo disco, ad es. due ritratti sociali di persone perdenti, un misto fra il patetico lo sconfitto dal destino cinico e baro, che lui detesta e ama contemporaneamente. Il primo è rappresentato da "Jef" che ha sostituito le sue chimere con l'alcool e la disperazione. Egli ha perso tutto: amore e ricchezza a causa di una donna, per Brel siamo sempre o quasi lì: tutto ha origine da una donna. E Jef appunto piange, perché ha capito che sarà sempre lui a essere amato ... un po' meno, una specie di autoritratto. Sad



    No Jef, no, non sei solo,
    Ma smetti di frignare
    Così davanti a tutti
    Perché una seminuova,
    Perché una falsa bionda
    Ti ha ripiantato ancora.
    No Jef, no, non sei solo,
    Però mi fai vergogna
    A piangere per niente
    Davanti a questa gente
    Perché una quasi troia
    Ti ha dato il benservito.
    No Jef, no, non sei solo,
    Però fai quasi schifo,
    Ci ridon tutti dietro,
    alziamo via le chiappe,
    Andiamo Jef, vieni, vieni.

    Vieni, mi resta un po' di grano,
    Andiamo a farsi un goccio
    Dalla mamma Françoise.
    Vieni, mi resta un po' di grano
    E se non è abbastanza
    Lo metteremo in conto.
    Poi ci potremmo fare
    Un po' di misto mare,
    Di patate fritte
    E vino di Mosella.
    E se sei ancora triste…
    Far una visitina
    Da Madama Andrée:
    C'è la nuova quindicina.
    Ce la ricanteremo,
    Staremo bene insieme
    Come ai tempi di quando
    Le tasche erano piene
    E avevamo vent'anni.

    No Jef, no, non sei solo,
    Non fare quella faccia,
    Muovi 'sti cento chili,
    Solleva la carcassa.
    Lo so che hai il cuore a pezzi
    Ma puoi tirarlo su.
    No Jef, no, non sei solo.
    Ma smetti di singhiozzare,
    Smetti di disperarti,
    Smettila di guaire
    Che vuoi buttarti a mare
    O che vuoi impiccarti.
    No Jef, no, non sei solo.
    Qui non è più una strada,
    E' diventato un cine
    Senza manco il biglietto.
    Andiamo, vieni Jef, vieni, vieni.
    Vieni, ho ancora la chitarra
    Che farà faville
    E saremo spagnoli…
    Vieni tu come da pivello,
    Mi puoi rifare male
    Il verso del fringuello…
    E poi su una panchina
    Ti spiegherò che se
    Ne risparmiamo un po'
    L'America è vicina.
    E se sei ancora triste
    O lo dai a vedere,
    Dimostrerò in che modo
    Diventerai Rockefeller.
    Staremo bene insieme,
    Ce la ricanteremo
    Come ai tempi di quando
    Eravamo leoni,
    Di prima che fossimo barboni.

    Andiamo, vieni Jef, vieni, vieni.
    Sì sì, Jef, sì, vieni.

    L'altra "Les bombons" mette in scena il perfetto belga *imbecille* (è l'unica canzone nella quale usa il dialetto di Bruxelles) e lo presenta in tutto il suo splendore, un po' come colui che aspetta "Madaleine" Very Happy  Quest'uomo mediocre e senza ambizioni, i cui soli sogni amorosi sono quelli di farsi vedere a braccetto con una bella donna, è totalmente rappresentativo delle persone aborrite da Jacques: "Descrivo un tipo che è talmente idiota che alla fine diventa nauseabondo e allora, piuttosto che esprimere in altro modo il mio disprezzo, cerco di riderci sopra, perché non lo si può mica uccidere." Very Happy  E Jacques riesce ad elevarsi alla comicità degna dei maggiori interpreti del genere e si può ben dire che l'attore Brel è perfettamente a suo agio nella commedia come nella tragedia.


    Je vous ai apporté des bonbons
    Parce que les fleurs c'est périssable
    Puis les bonbons c'est tellement bon
    Bien que les fleurs soient plus présentables
    Surtout quand elles sont en boutons
    Mais je vous ai apporté des bonbons

    Vi ho portato dei dolcetti
    Perché i fiori son deperibili
    E poi i dolcetti son talmente buoni
    Benché i fiori siano più presentabili
    Specie quando sono in boccio
    E però vi ho portato i dolcetti

    J'espère qu'on pourra se promener
    Que madame votre mère ne dira rien
    On ira voir passer les trains
    A huit heures je vous ramènerai
    Quel beau dimanche pour la saison
    Je vous ai apporté des bonbons

    Speriamo si possa andare a passeggio
    E che la vostra signora madre non abbia da ridire
    Andremo a guardare i treni passare
    E alle otto in punto vi riporterò a casa
    Che bella Domenica per la stagione
    Vi ho portato dei bei dolcetti

    Si vous saviez ce que je suis fier
    De vous voir pendue à mon bras
    Les gens me regardent de travers
    Y en a même qui rient derrière moi
    Le monde est plein de polissons
    Je vous ai apporté des bonbons

    Se sapeste come son fiero
    Di vedervi al mio braccio
    La gente mi guarda di traverso
    E qualcuno pure mi ride dietro
    Il mondo è pieno di cretinetti
    Ed io vi ho portato dei dolcetti

    Oh oui Germaine est moins bien que vous
    Oh oui Germaine elle est moins belle
    C'est vrai que Germaine a des cheveux roux
    C'est vrai que Germaine elle est cruelle
    Ça vous avez mille fois raison
    Je vous ai apporté des bonbons

    Ah già Germaine è molto meno bella
    Ah si Germane è meno bella assai
    Ha dei capelli rossi
    Ed è così crudele
    Avete mille e una ragione
    Ed io vi ho portato dei dolcetti

    Et nous voilà sur la Grand' Place
    Sur le kiosque on joue Mozart
    Mais dites-moi que c'est par hasard
    Qu'il y a là votre ami Léon
    Si vous voulez que je cède ma place
    J'avais apporté des bonbons

    Ed eccoci sulla Grand Place
    Sotto il chiosco suonano Mozart
    Ma dite pure ed è per caso un caso
    Che c’è pure il vostro amico Léon
    Se voi volete gli cedo il mio posto
    Avevo portato dei dolcetti

    Mais bonjour mademoiselle Germaine
    Je vous ai apporté des bonbons
    Parce que les fleurs c'est périssable
    Puis les bonbons c'est tellement bon
    Bien que les fleurs soient plus présentables ...   

    Ma buon giorno signorina Germane
    Vi ho portato dei dolcetti
    Perché i fiori sono deperibili
    E poi i dolcetti sono così buoni
    Benché i fiori siano più presentabili ...      

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    Messaggio Da Lemond Mer Set 04, 2013 8:15 am

    L'album termina con "Les bergers" un omaggio agli ultimi ricercatori di una "libertà libera". Una canzone che distilla un profumo selvaggio dei pascoli in altitudine e che, in questo disco, appare come una cosa affatto particolare, perché non si parla di morte. Wink



    Ils ont les mêmes rides et les mêmes compagnes
    Et les mêmes senteurs que leurs vieilles montagnes
    Les bergers

    Entre eux l´en est de jeunes, entre eux l´en est de beaux
    Qui appellent les filles à faire le gros dos
    Les bergers
    Ceux-là ont des sourires qu´on dirait une fleur
    Et des éclats de rire à faire jaillir de l´eau
    Les bergers
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 05, 2013 9:40 am

    A partire dal 16 ottobre 1964 Brel si appresta ad infiammare di nuovo la platea dell'Olympia, ma proprio in quei giorni confida ad un amico giornalista che ha tutta l'intenzione di smettere con il canto. Sono propositi che l'altro attribuisce alla stanchezza passeggera, ma che invece si confermeranno, di lì a poco, di una sincerità vibrante. Sad Questo nuovo "recital" è costituito da dei classici, ma anche da titoli inediti. Fra essi due, in particolare si possono definire dei capolavori. Il primo "Les timides" disegna il riratto di un uomo ostacolato, appesantito da sé stesso e che non riesce ad essere mai quello che vorrebbe. Sad



    Les timides
    Ça s´tortille
    Ça s´entortille
    Ça sautille
    Ça s´met en vrille
    Ça s´recroqueville
    Ça rêve d´être un lapin
    Peu importe
    D´où ils sortent
    Mais feuilles mortes
    Quand le vent les porte
    Devant nos portes
    On dirait qu´ils portent
    Une valise dans chaque main

    Les timides
    Suivent l´ombre
    L´ombre sombre
    De leur ombre
    Seule la pénombre
    Sait le nombre
    De leurs pudeurs de Levantin
    Ils se plissent
    Ils pâlissent
    Ils jaunissent
    Ils rosissent
    Ils rougissent
    S´écrevissent
    Une valise dans chaque main

    Mais les timides
    Un soir d´audace
    Devant leur glace
    Rêvant d´espace
    Mettent leur cuirasse
    Et alors place!
    Allons, Paris
    Tiens-toi bien!
    Et vive la gare
    Saint-Lazare
    Mais on s’égare
    On s’effare
    On s’ désempare
    Et on repart
    Une valise dans chaque main

    Les timides
    Quand ils chavirent
    Pour une Elvire
    Ont des soupirs
    Ont des désirs
    Qu´ils désirent dire
    Mais ils n´osent pas bien
    Et leur maîtresse
    Plus prêtresse
    En ivresse
    Qu´en tendresse
    Un soir les laisse
    Du bout des fesses
    Une valise dans chaque main

    Les timides
    Alors vieillissent
    Alors finissent
    Se rapetissent
    Et quand ils glissent
    Dans les abysses
    Je veux dire
    Quand ils meurent
    N´osent rien dire
    Rien maudire
    N´osent frémir
    N´osent sourire
    Juste un soupir
    Et ils meurent
    Une valise sur le cœur
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 06, 2013 8:35 am

    Ma le nuove canzoni saranno presto occultate da un *monumento* immenso per qualità, del quale le armonie sono ispirate ad un canto inglese del XVI secolo (sembra che le parole originali di quella canzone siano state scritte da Enrico VIII). Si tratta di "Amsterdam" e questo pezzo, breliano per eccellenza, si eleva in un crescendo tale da provocare un "maremoto" musicale e il respiro affannato per la bellezza di una simile pittura marina iperrealista. Aggiungiamoci anche l'interpretazione potente e il pubblico non gli permetterà di proseguire con il brano seguente. :)Questo fenomeno di follia collettiva resterà nella memoria del tempio olimpico e J.M. Boris ebbe a scrivere: "Quel giorno là ho visto una sala intiera che riceveva un "uppercut" in pieno viso. E J. Chancel: "I. Brel l'uragano che tutta Parigi attendeva".

    P.S.

    Questa canzone gli varrà una miriade di premi.



    Quando approdi a Amsterdam
    Getti l'ancora fra
    I sogni d'incanti,
    Nei canti dei mariani
    Che nel porto d'Amsterdam
    Puoi trovare assopiti
    Come fossero dei
    Gran pavesi ammainati.
    Se vai ad Amsterdam
    Puoi vederli morire
    Di ricordi annegati
    All'oblò di un bicchiere
    O salpare alla vita
    Cercando i confini
    Nei misteri nebbiosi
    Di amplessi marini.

    Nei bistrot d'Amsterdam
    Stanno lì a divorare
    Fritture grondanti
    Gli umori del mare
    E a mostrare dei denti
    Da sbranafortuna,
    Da sgranocchiadiamanti
    E da azzanna-la-luna.
    Ed in mezzo a fiumane
    Di pesci e patate
    Vanno su le manone
    Per le altre portate,
    Poi sbaraccan la mensa
    E cominci la festa
    Ma in piedi, rollando
    E ruttando tempesta.

    I marò di Amsterdam
    Quando s'apron le danze
    Si struscian le panze
    Alle panze di dame
    E riscattano con
    Fisarmoniche di grame
    Tante notti di veglia
    E di freddo e di fame.
    E si storcon la testa
    Per ridere più forte
    Finché colpita a morte
    La musica s'arresta,
    Allora bestemmiando,
    A fatica diritti,
    Se ne vanno ondeggiando
    Come vecchi relitti.

    Per le vie d'Amsterdam
    Ci son dei marinai
    Che si bevono mari
    Di birra e di guai
    E che, trinca e tracanna
    E continua a brindare,
    Non la smettono mai
    Di bere alle signore
    Che negli alberghi a ore
    Dan loro la virtù,
    E quando han ben bevuto
    Da non poterne più
    Si piantano naso al cielo
    A patte spalancate
    E pisciano come io piango
    Sulle donne infedeli.

    Se vai ad Amsterdam,
    Nel porto d'Amsterdam…
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 07, 2013 9:54 am

    Dopo aver pubblicato un 45 giri in fiammingo, Brel se ne va in giro per il mondo: in URSS d'ottobre e il 4 dicembre a New York, alla "Canergie Hell" stracolma di appassionati. Egli è il solo, insieme a E. Piaf, cantante francofono ad aver realizzato questa "performance". Là, come altrove il pubblico si trova di fronte ad un uomo che canta come, se da ciò dipendesse tutta la sua vita e dopo una serie innumerevoli di bis, lascia la sala sulle note di "Amsterdam".
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    Messaggio Da Lemond Lun Set 09, 2013 10:04 am

    Novembre 1965 Jacques pubblica un nuovo disco, con alcune canzoni caratterizzate per maturità artistica e forza. Fra esse "Ces gens-là" che si regge su due semplici accordi, come "Orly", il che permette una grande libertà di interpretazione. In questo cortometraggio realizzato con una sceneografia piena di audacia, ma anche di esattezza, il cantante-attore riveste con facilità sia i panni di una nonna ormai alla fine, che quelli di un "buzzuro" capace solo di fare  dei grandi "flchss", mentre "mangia" la zuppa. Twisted Evil Insomma questo capolavoro (ennesimo di J.B.) ci disegna l'angoscia universale dell'uomo che, schiacciato dalla pressione sociale, non potrà mai raggiungere ciò a cui aspira di più. Evil or Very Mad 



    Per primo c'è il primo
    Che assomiglia a un melone,
    Lui con quel suo nasone,
    Che non sa più il suo nome.
    Signore, talmente beve
    O talmente ha bevuto
    Che sta lì mani in mano,
    Che non ne può già più,
    Completamente cotto,
    Ma che si crede qualcuno.
    Ogni notte è ubriaco
    E di pessimo vino,
    Ma lo trovi al mattino
    Sbaccalito di brutto,
    In chiesa illividito
    Come un cero pasquale
    Che balbetta e bofonchia
    Con lo sguardo abbruttito.
    C'è da dire, signore,
    Che da quelli là
    Non si pensa, signore,
    Non si pensa, si prega.

    E poi dopo c'è l'altro,
    Quella testa tignosa,
    Quel lordo a pelo rosso
    Che fila brutta lana,
    Che è pronto a dar qualcosa
    Solo ai poveri buoni,
    Che ha sposato Denisa
    Che è una di città
    Ma di un'altra città
    E che, non è finita,
    Si fa i suoi affarucci
    Con i suoi cappellini
    E i suoi soprabitini
    E la sua macchinina,
    Che vorrebbe sembrare
    Ma che non sembra affatto.
    Non puoi giocare ai ricchi
    Se non hai i soldini.
    C'è da dire, signore,
    Che da quelli là
    Non si vive, signore,
    Non si vive: si bara.

    E poi, poi tutti gli altri.
    La madre tace oppure
    Dice qualunque cosa,
    E da mattina a sera,
    Bello appeso in cornice
    Coi mustacchi sul muso,
    C'è il ritratto del vecchio
    Morti di un… non si dice,
    Che guarda la sua truppa
    Mangiar la zuppa fredda
    Facendo dei gran flchss.
    E poi c'è anche la nonna
    Ancora lì a tremare,
    Ma che crepi domani
    Perché è lei che ha la roba
    E non frega a nessuno
    Di quelle povere mani
    Che vogliono raccontare.
    C'è da dire, signore,
    Che da quelli là
    Non si parla, signore,
    Non si parla: si conta.

    E poi e poi
    E poi c'è Frida
    Che è bella come il sole
    E che mi ama tanto
    Quanto l'amo, Frida.
    Noi ci diciamo sempre
    Che ci faremo una casa
    Soltanto di finestre,
    con quasi niente muri,
    Che ci vivremo insieme
    E sarà bello starci
    E se non è sicuro
    E' comunque può darsi,
    Perché loro non vogliono,
    Perché loro non vogliono,
    Loro dicono che
    E' troppo bella per me,
    Che sono buono solo
    A scorticare gatti.
    Non ho mai preso gatti
    O molto tempo fa
    O non ricordo più
    Ma puzzavano tanto.
    Insomma loro non vogliono.
    Quando noi ci vediamo
    Come fosse per caso
    Coi suoi occhi di pianto
    Dice che verrà via
    Con me, mi seguirà.
    Allora per un momento,
    Per un momento solo,
    Allora io le credo, signore.
    Per un momento,
    Per un momento solo,
    Perché da quelli là
    Signore, uno non se ne va,
    Uno non se ne va, signore,
    Non se ne va.
    Ma è tardi, signore,
    Devo tornare a casa mia.
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mar Set 10, 2013 10:40 am

    Altre canzoni importanti si possono estrarre da questo album e fra queste io focalizzerei l'attenzione su "Grand-mère" un titolo che si distingue nella discografia di J.B. per la sua audacia e modernità e che è affatto particolare per il nostro autore "misogeno". La protagonista, che fuma il sigaro e dirige un'impresa, svolge le funzioni tipicamente maschili e tutto ciò con l'ardore e l'efficacia propri del suo sesso.



    Faut voir grand-mère
    Grand-mère et sa poitrine
    Grand-mère et ses usines
    Et ses vingt secrétaires

    Faut voir mère-grand
    Diriger ses affaires
    Elle vend des courants d´air
    Déguisés en coups de vent

    Faut voir grand-mère
    Quand elle compte son magot
    Ça fait des tas de zéros
    Pointés comme son derrière

    Mais pendant c´temps-là
    Grand-père court après la bonne
    En lui disant que l´argent
    Ne fait pas le bonheur
    Comment voulez-vous bonnes gens
    Que nos bonnes bonnes
    Et nos petits épargnants
    Aient le sens des valeurs?

    Faut voir grand-mère
    C´est une tramontane
    Qui fume le Havane
    Et fait trembler la Terre

    Faut voir grand-mère
    Cerclée de généraux
    Être culotte de peau
    Et gagner leur guéguerre

    Faut voir grand-mère
    Dressée sous son chapeau
    C´est Waterloo
    Où s´rait pas venu Blücher

    Mais pendant c´temps-là
    Grand-père court après la bonne
    En lui disant que l´armée
    Elle bat l´beurre
    Comment voulez-vous bonnes gens
    Que nos bonnes bonnes
    Et nos chers pioupious
    Aient le sens des valeurs?

    Faut voir grand-mère
    S´assurer sur la mort
    Un p´tit coup d´presbytère
    Un p´tit coup de r´mords

    Faut voir grand-mère
    Et ses ligues de vertu
    Ses anciens combattants
    Ses anciens combattus

    Faut voir grand-mère
    Quand elle se croit pécheresse
    Un grand verre de grand-messe
    Et un doigt de couvent

    Mais pendant c´temps-là
    Grand-père court après la bonne
    En lui disant que les curés
    Sont farceurs
    Comment voulez-vous bonnes gens
    Que nos bonnes bonnes
    Et nos petits incroyants
    Aient le sens des valeurs?

    Mais il faut voir grand-père
    Dans les bistrots bavards
    Où claquent les billards
    Et les chopes de bière

    Faut voir père-grand
    Caresser les roseaux
    Effeuiller les étangs
    Et pleurer du Rimbaud

    Faut voir grand-père
    Dimanche finissant
    Honteux et regrettant
    D´avoir trompé grand-mère

    Mais pendant c´temps-là
    Grand-mère se tape la bonne
    En lui disant que les hommes
    Sont menteurs
    Comment voulez-vous bonnes gens
    Que nos bonnes bonnes
    Et notre belle jeunesse
    Aient le sens des valeurs?
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 13, 2013 9:43 am

    E anche e soprattutto "La chanson de Jacky"  con la superba melodia e interpretata da un Brel straordinario come forza vocale. Immaginadosi bello e stupido al contempo cerca di esorcizzare l'immagine di sé brutto che ha sofferto nei suoi anni adolescenziali. Un tipo brutto o una ragazza simile patiscono molto di più nella vita di chi è invece al contrario, pur se imbecille. I primi occorre che lavorino moltissimo sulla loro psiche per riuscire a compensare. Questo lavoro Jacques l'à fatto  nel tempo di questa canzone, descrivendo un "play-boy, un viaggiatore, un mafioso tutti in partenza verso la stella inaccessibile. Sogno che realizzerà poco dopo l'uscita del disco, quando annuncerà il suo addio alla canzone, per vivere una vita diversa e piuttosto errabonda.



    Anche se un giorno a Knokke-Le-Zoute
    Io diventassi come temo
    L'aedo di belle cadenti,
    Se gli cantassi “Mi corazon”
    Col gorgheggio bandoneante
    D'un argentino di Carcassonne,
    Anche se viro al bell'Antonio
    E sparo le ultime cartucce
    Per qualche assegno o qualche premio…
    Madame, vado per le spicce,
    Se m'ubriaco d'idromele
    Per presentarmi più virile
    A certe tardodecorate
    Come dei pini di Natale,
    Io nelle mia sbronzografia
    Canterò ad elefanti rosa
    Questa mia antica poesia,
    Quella di quando ero Jacky.

    (ritornello)
    Esser bello, cosa vuoi che sia?
    Per un'ora suppergiù,
    Solo un'ora esser bello e via,
    Bello e stronzo perdipiù.

    Anche se un giorno a Macao
    Divento sultano di bische
    In mezzo a languide odalische,
    Anche se stufo di cantare
    Mi spaccio per mastro cantore
    E sono gli altri a gorgheggiare,
    Se vendo ancor più di “Beau Serge”,
    Del whisky di Clermont-Ferrand,
    Carichi d'oppio come niente
    E culi D.O.C., vergini finte
    Con una banca in ogni dito
    E ogni dito in un paese
    E ogni paese mio mercato,
    Sarò comunque deliziato
    Quando ogni notte intonerò
    In fondo ad una fumeria
    Per tutta la cineseria
    La mia canzone di Jacky.

    Anche se un giorno in paradiso
    Divento, e ne sarei sorpreso,
    cantore d'anime volanti,
    anche se canto “Alleluia”
    pur rimpiangendo a piè di lista
    che non sia stata sempre festa,
    Pur se divento un Padreterno,
    Quello che ha sempre un posto al sole
    Fra “Dio ti guardi” e “Dio lo vuole”,
    Anche se porterò un barbone
    E sarò sempre un po' coglione
    Nel distribuir saluti e baci
    Per fare gli altri un po' felici,
    So che ogni notte sentirò
    Nel mio nirvana all'aldilà
    Gli angeli, i santi e Belzebù
    Cantare il mio canto di qui,
    Di quando ancora ero Jacky.
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 14, 2013 9:29 am

    Nel 1959 aveva scritto una canzone che in alcuni passi si sarebbe rivelata premonitoria:

    "Siamo in cento ad essere invitati
    dalla gloria, senza una ragione,
    ma quando muore il sogno,
    quando finisce la canzone
    ci si ritrova ... soli."

    La notorietà produce molto spesso sugli uomini effetti perversi e, dopo il suo ultimo "tour" se si guarda allo specchio vede soltanto lo spettro glaciale della solitudine. In questo momento parossistico della sua carriera, Brel sente il bisogno di allontanarsi dal mondo per "prendere respiro".
    All'inizio del 1966 avviene l'incidente che si rivelerà determinante per il ritiro dalle scene: si accorge di aver ripetuto una strofa della canzone "Le vieux". Questo significa che ormai si è ridotto a cantare senza pensare, per cui alla fine dello spettacolo prende da parte Jojo per dirgli: "J'arrete! Non ho più nulla da dare." 
    Naturalmente i contratti previsti saranno rispettati e dovrà ancora cantare per circa un anno, ma la sua decisione è presa. Sad


    Seul
    On est deux mon amour
    Et l´amour chante et rit
    Mais à la mort du jour
    Dans les draps de l´ennui
    On se retrouve seul
    On est dix à défendre
    Les vivants par des morts
    Mais cloués par leurs cendres
    Au poteau du remords
    On se retrouve seul
    On est cent qui dansons
    Au bal des bons copains
    Mais au dernier lampion
    Mais au premier chagrin
    On se retrouve seul
    On est mille contre mille
    A se croire les plus forts
    Mais à l´heure imbécile
    Où ça fait deux mille morts
    On se retrouve seul
    On est million à rire
    Du million qui est en face
    Mais deux millions de rires
    N´empêchent que dans la glace
    On se retrouve seul
    On est mille à s´asseoir
    Au sommet de la fortune
    Mais dans la peur de voir
    Tout fondre sous la lune
    On se retrouve seul
    On est cent que la gloire
    Invite sans raison
    Mais quand meurt le hasard
    Quand finit la chanson
    On se retrouve seul
    On est dix à coucher
    Dans le lit de la puissance
    Mais devant ces armées
    Qui s´enterrent en silence
    On se retrouve seul
    On est deux à vieillir
    Contre le temps qui cogne
    Mais lorsqu´on voit venir
    En riant la charogne
    On se retrouve seul.
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Dom Set 15, 2013 12:05 pm

    Fra i contratti già firmati, ci sono gli spettacoli all'Olympia (dal 6 ottobre al 1° novembre 1966), che rappresentarà il suo "canto del cigno". Nel programma figura una nuova canzone "Le bombons 67" una parodia della sua canzone precedente, ove fa la parodia dei costumi di questo periodo pre-'68. L'autore mette in graticola i fenomeni di moda, cioè quelli che si adotta per conformarsi agli usi. Ed ecco apparire in scena il poveretto della canzone originale, modificato opportunamente, ma senza nulla perdere della sua stupidità, perché possiamo essere sicuri che egli continua ad assorvire tutte le più diverse correnti di (si fa per dire) pensiero, senza apportarvi alcun giudizio personale. E ciliegina sulla torta, prova addirittura dei sentimenti omesessuali per il fratellino di germaine che è, ovviamente ... "Flamingant". Very Happy




    Je viens rechercher mes bonbons
    Vois-tu, Germaine, j'ai eu trop mal
    Quand tu m'as fait cette réflexion
    Au sujet de mes cheveux et longs
    C'est la rupture bête et brutale

    Je viens rechercher mes bonbons
    Maintenant je suis un autre garçon
    J'habite à l'Hôtel Georges Vé
    J'ai perdu l'accent bruxellois
    D'ailleurs plus personne n'a cet accent-là
    Sauf Brel à la télévision

    Je viens rechercher mes bonbons
    Quand père m'agace moi je lui fais zop la
    Je traite ma mère de névropathe
    Faut dire que père est vachement bat
    Alors que mère est un peu snob
    Enfin tout ça c'est le conflit des générations

    Je viens rechercher mes bonbons
    Et tous les samedis soir que j'peux
    Germaine, j'écoute pousser mes ch'veux
    Je fais glou glou je fais miam miam
    Je défile criant: paix au Vietnam
    Parce qu'enfin enfin j'ai des opinions

    Je viens rechercher mes bonbons
    Mais c'est ça votre jeune frère
    Mademoiselle Germaine, c'est celui qu'est flamingant

    Je vous ai apporté des bonbons
    Parce que les fleurs c'est périssable
    Les bonbons c'est tellement bon
    Bien que les fleurs soient plus présentables
    Surtout quand elles sont en boutons

    Je vous ai apporté des bonbons ...
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Mer Set 18, 2013 10:19 am

    Contrariamente alla tradizione l'addio di J.B. non sarà tradotto in un disco, ma semplicemnete filmato e poi lui ha solo lasciato la scena, ma continuerà a scrivere, forse ancora di più e meglio. Affronterà temi differenti, farà altri dischi, potrà partecipare a programmi televisivi e scrivere altre cose che non canzoni: un romanzo, una commedia musicale, chi lo sa? Ma intanto occorrerà riflettere, perché un simile cambiamento non si improvvisa. Intanto il 18 gennaio 1967 registra un 33 giri che contiene i pezzi inediti, interpretati all'Olympia e anche una canzone che diventerà un classico in tutto il mondo: "La chanson des vieux amants". Una coppia di vecchi senza figli i cui versi chiave rappresentano molto bene la filosofia di Brel:
    "Il nous fallut bien du talent
    Pour être vieux sans être adultes"



    (Battiato)


    (Patty Pravo)

    Certo ci fu qualche tempesta,
    Vent'anni è amare alla follia;
    Mille volte dicesti basta,
    Mille volte me ne andai via.
    Ma ogni cosa si ricorda
    In questa stanza senza culla:
    I lampi dei vecchi contrasti…
    Non c'era più una cosa giusta,
    Avevi perso il tuo calore,
    E io la febbre di conquista.

    Oh, mio amore,
    Mio dolce, mio meraviglioso amore,
    Dall'alba chiara finché il giorno muore,
    Io t'amo ancora sai, ti amo.

    So tutto delle tue magie
    E tu della mia intimità.
    Sapevo delle tue bugie
    E tu delle mie tristi viltà.
    So che hai avuto degli amanti,
    Bisogna pur tirare avanti,
    Bisogna pur che il corpo esulti.
    Ma c'è voluto tanto cuore
    Per riuscirci ad invecchiare
    Senza mai diventare adulti.

    Oh, mio amore,
    Mio dolce, mio meraviglioso amore,
    Dall'alba chiara finché il giorno muore
    Io t'amo ancora, sai, ti amo.

    E più ci fanno guardia d'onore,
    Più gli anni angosciano la via.
    Ma c'è forse un male peggiore
    Che amarsi con monotonia?
    Ora piangi con meno zelo,
    Io mi scateno molto dopo,
    Non abbiamo quasi più misteri.
    Lasciamo un po' il settimo cielo,
    Scendiamo a patti con la terra,
    Però è la stessa dolce guerra.

    Oh, mio amore,
    Mio dolce, mio meraviglioso amore,
    Dall'alba chiara finché il giorno muore
    Io ti amo ancora, sai, ti amo.
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 19, 2013 8:46 am

    Dopo il suo ultimo concerto, Brel si lancia in una nuova avventura: il cinema. Fino allora questa forma di arte non l'aveva interessato molto e il suo talento di attore l'aveva usato solo per il teatro, a parte due cortometraggi confidenziali, ma, dopo aver letto la sceneggiatura che gli propone A. Cayatte decide di accettare il ruolo dell'istitutore in "Risques du metier". All'inizio, l'attore in erba si muove con difficoltà in quell'universo che non riesce a dominare, ma piano piano si lascia prendere dal gioco di squadra, cosa che non aveva più fatto, dopo che aveva smesso di giocare al calcio. ;)Quando il film è proiettato ottiene un gran successo, grazie soprattutto alla presenza di Jacques: "Brel est, sans conteste, la révelation cinématographique de l'année ..." (L'Aurore, décembre 1967)
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 20, 2013 12:19 pm

    Grazie a questo tentativo riuscito a Jacques arrivano in continuazione proposte di girare altri film (naturalmente con le sceneggiature accluse) e lui è sedotto dal personaggio di Raymond La Science, un intellettuale anarchico, la cui personalità rappresenta proprio il contrario dell'istitutore del film precedente. Ma poi non se ne fa nulla e accetta invece "La bande à Bonnot" di P. Fourastié. E' la storia di un gruppo di banditi che però non lo facevano per i soldi, bensì per attirare l'attenzione sul fenomeno sociale. Brel è particolarmente felice di non essere sé stesso, bensì di interpretare veramente un ruolo: quello di un ganster che è anche un assassino.
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    Messaggio Da Lemond Sab Set 21, 2013 12:06 pm

    Nell'ottobre 1968, dopo l'uscita del suo secondo film, Brel pubblica un nuovo album che attesta ancora una volta il talento di un autore-compositore-interprete al sommo della sua maturità artistica e che, purtroppo, farà pazientare il suo pubblico per nove anni prima di offrirgli altre nuove canzoni. Fino ad allora, quest'album sarà considerato un po' come il suo testamento, perché in massima parte affronta i temi fondamentali della filosofia breliana: l'immobilismo e la morte, affrontati stavolta direttamente. Una canzone che fa eccezione è Vesoul che non è un granché, ma diventerà uno dei successi commerciali maggiori. In sintesi si può riassumere questa canzone: ciò che vuole una donna, anche dio lo vuole. Very Happy


    Volevi vedere Vierzon
    E abbiamo visto Vierzon
    Volevi vedere Vesoul
    E abbiamo visto Vesoul
    Volevi vedere Honfleur
    E abbiamo visto Honfleur
    Volevi vedere Amburgo
    E abbiamo visto Amburgo
    Volevo vedere Anversa
    È stata rivista Amburgo
    Volevo vedere tua sorella
    E abbiamo visto tua madre
    Come sempre

    Hai più amato Vierzon
    Abbiamo lasciato Vierzon
    Sei più simile a Vesoul
    Abbiamo lasciato Vesoul
    Hai più amato Honfleur
    Abbiamo lasciato Honfleur
    Sei più simile a Amburgo
    Abbiamo lasciato Amburgo
    Volevi vedere Anversa
    Abbiamo visto che le periferie
    Come tua madre ti ha amato di più
    Abbiamo lasciato tua sorella
    Come sempre

    Ma io vi dico
    Non voglio andare oltre
    Ma ti avverto
    Non voglio andare a Parigi
    Inoltre odio
    Tutti squillo
    Il valzer musette
    E fisarmonica

    Hai voluto vedere Parigi
    E abbiamo visto Parigi
    Volevi vedere Dutronc
    E abbiamo visto Dutronc
    Volevo vedere la tua sorella
    Ho visto il Mont Valeriano
    Volevi vedere Hortense
    Lei era nel Cantal
    Volevo vedere Bisanzio
    E abbiamo visto Pigalle
    A St-Lazare
    Ho visto i fiori del male
    Per caso

    Avete più gradito Parigi
    Abbiamo lasciato Parigi
    Hai più amato Dutronc
    Abbiamo lasciato Dutronc
    Ora mi confondo tua sorella
    E Mont Valeriano
    Da quello che so di Hortense
    Andrò nel Cantal
    Questo per quanto riguarda Bisanzio
    Da quando ho visto Pigalle
    E St-Lazare
    E 'costoso e fa male
    Casuale

    Ma ripeto riscaldatore riscalda Marcel
    Non voglio andare oltre
    Ma ti avverto
    Il viaggio è finito
    Inoltre odio
    Tutti squillo
    Il valzer musette
    E riscaldatore fisarmonica

    Volevi vedere Vierzon
    E abbiamo visto Vierzon
    Volevi vedere Vesoul
    E abbiamo visto Vesoul
    Volevi vedere Honfleur
    E abbiamo visto Honfleur
    Volevi vedere Amburgo
    E abbiamo visto Amburgo
    Volevo vedere Anversa
    È stata rivista Amburgo
    Volevo vedere tua sorella
    E abbiamo visto tua madre
    Come sempre

    Hai più amato Vierzon
    Abbiamo lasciato Vierzon riscaldatore riscaldatore riscaldatore
    Sei più simile a Vesoul
    Abbiamo lasciato Vesoul
    Hai più amato Honfleur
    Abbiamo lasciato Honfleur
    Sei più simile a Amburgo
    Abbiamo lasciato Amburgo
    Volevi vedere Anversa
    Abbiamo visto che le periferie
    Come tua madre ti ha amato di più
    Abbiamo lasciato tua sorella
    Come sempre i ragazzi di calore

    Ma ripeto la ri
    Non voglio andare oltre
    Ma ti avverto
    Non voglio andare a Parigi
    Inoltre odio
    Tutti squillo
    Il valzer musette
    E fisarmonica

    Hai voluto vedere Parigi
    E abbiamo visto Parigi
    Volevi vedere Dutronc
    E abbiamo visto Dutronc
    Volevo vedere tua sorella
    Ho visto il Mont Valeriano
    Volevi vedere Hortense
    Lei era nel Cantal
    Volevo vedere Bisanzio
    E abbiamo visto Pigalle
    A St-Lazare
    Ho visto i fiori del male
    Per caso
     
    T'as voulu voir Vierzon
    Et on a vu Vierzon
    T'as voulu voir Vesoul
    Et on a vu Vesoul
    T'as voulu voir Honfleur
    Et on a vu Honfleur
    T'as voulu voir Hambourg
    Et on a vu Hambourg
    J'ai voulu voir Anvers
    On a revu Hambourg
    J'ai voulu voir ta soeur
    Et on a vu ta mère
    Comme toujours

    T'as plus aimé Vierzon
    On a quitté Vierzon
    T'as plus aimé Vesoul
    On a quitté Vesoul
    T'as plus aimé Honfleur
    On a quitté Honfleur
    T'as plus aimé Hambourg
    On a quitté Hambourg
    T'as voulu voir Anvers
    On a vu que ses faubourgs
    T'as plus aimé ta mère
    On a quitté ta soeur
    Comme toujours

    Mais je te le dis
    Je n'irai pas plus loin
    Mais je te préviens
    J'irai pas à Paris
    D'ailleurs j'ai horreur
    De tous les flonflons
    De la valse musette
    Et de l'accordéon

    T'as voulu voir Paris
    Et on a vu Paris
    T'as voulu voir Dutronc
    Et on a vu Dutronc
    J'ai voulu voir ta soeur
    J'ai vu le Mont Valérien
    T'as voulu voir Hortense
    Elle était dans le Cantal
    Je voulais voir Byzance
    Et on a vu Pigalle
    A la gare St-Lazare
    J'ai vu les fleurs du mal
    Par hasard

    T'as plus aimé Paris
    On a quitté Paris
    T'as plus aimé Dutronc
    On a quitté Dutronc
    Maintenant je confonds ta soeur
    Et le Mont Valérien
    De ce que je sais d'Hortense
    J'irai plus dans le Cantal
    Et tant pis pour Byzance
    Puisque que j'ai vu Pigalle
    Et la gare St-Lazare
    C'est cher et ça fait mal
    Au hasard

    Mais je te le redis chauffe Marcel chauffe
    Je n'irai pas plus loin
    Mais je te préviens
    Le voyage est fini
    D'ailleurs j'ai horreur
    De tous les flonflons
    De la valse musette
    Et de l'accordéon chauffe

    T'as voulu voir Vierzon
    Et on a vu Vierzon
    T'as voulu voir Vesoul
    Et on a vu Vesoul
    T'as voulu voir Honfleur
    Et on a vu Honfleur
    T'as voulu voir Hambourg
    Et on a vu Hambourg
    J'ai voulu voir Anvers
    On a revu Hambourg
    J'ai voulu voir ta soeur
    Et on a vu ta mère
    Comme toujours

    T'as plus aimé Vierzon
    On a quitté Vierzon chauffe chauffe chauffe
    T'as plus aimé Vesoul
    On a quitté Vesoul
    T'as plus aimé Honfleur
    On a quitté Honfleur
    T'as plus aimé Hambourg
    On a quitté Hambourg
    T'as voulu voir Anvers
    On a vu que ses faubourgs
    T'as plus aimé ta mère
    On a quitté ta soeur
    Comme toujours chauffez les gars

    Mais je te le re redis
    Je n'irai pas plus loin
    Mais je te préviens
    J'irai pas à Paris
    D'ailleurs j'ai horreur
    De tous les flonflons
    De la valse musette
    Et de l'accordéon

    T'as voulu voir Paris
    Et on a vu Paris
    T'as voulu voir Dutronc
    Et on a vu Dutronc
    J'ai voulu voir ta soeur
    J'ai vu le Mont Valérien
    T'as voulu voir Hortense
    Elle était dans le Cantal
    Je voulais voir Byzance
    Et on a vu Pigalle
    A la gare St-Lazare
    J'ai vu les fleurs du mal
    Par hasard
    Lemond
    Lemond
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    Messaggio Da Lemond Lun Set 23, 2013 9:34 am

    "Je sui une soir d'été" è considerata dall'autore come una delle canzoni più riuscite ed in essa si prolunga il tema dell'immobilità. In queste piccole immagini, viste da diverse angolazioni, descrive sequenze di vita vissuta da gente comune, tutti accomunati dal non sopportare la calura estiva. I neologismi breliani piovono in gran quantità, così da delineare un "universo" volgare, dove gli uomini trasformano i loro sogni in tutt'altra cosa: le abitudini. Evil or Very Mad 



    In sottoprefettura,
    Sotto luci sudate,
    Trionfi di gazzose
    Per la sottoprefetta,
    Fra i tiepidi champagne
    E i calcoli freddati
    Delle rimaste in ombra,
    Defunzionalizzate.

    Stasera sono estate.

    Alle finestre aperte
    Le famiglie cenanti
    Respingono sia l'afa
    Che i piatti che han davanti.
    Sboccheggiano ruttate
    Da cavalieri turchi
    Tovaglie sbriciolate
    Al di là dei balconi.

    Stasera sono estate.

    La cappa dei tendoni
    Sui bevitori sfatti
    Che parlan di ronzini
    E di vecchie maliarde.
    E' un'ora di straccali
    Che reggono il presente
    A sbracati passanti
    Ed alcolisti espansi.

    Stasera sono estate.

    Ubertose valchirie
    Impregnate di fritto
    Sballottano tettone
    Sui bordi della Mosa.
    Carenza d'artiglieri
    Perché l'estate avvampi
    E risalga a tentoni
    Fino ai loro recessi.

    Stasera sono estate.

    Alle fontane i vecchi
    Bardati di rispetto
    Ribevono l'infanzia
    A passetti sereni,
    Sorrisi a tutto dente
    A una bella che balla
    E nel ballo in silenzio
    Si muore primavera.

    Stasera sono estate.

    La calura s'inverga,
    Tracima le sue ebrezze.
    L'estate i rituali,
    Li celebra di notte
    E la città all'intorno
    Occhieggia il suo rimorso
    Inutile e sventato
    Di non essere un porto.

    Stasera sono estate.
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    Messaggio Da Lemond Gio Set 26, 2013 12:29 pm

    Questo album possiede il gioiello principale in "J'arrive", uno dei più grandi capolavori del Nostro il quale, al momento di scriverla non era malato, come qualcuno ha pensato e detto. Egli dipinge in questo quadro la Falciatrice che dialoga con lui e, pur consapevole che dovrà cedere, cerca in tutti i modi di respingerla dal suo orizzonte più intimo che, lui solo, resta l'unico antidoto alla morte.

    Mais qu'est-ce que j'aurais bien aimé
    Encore une fois prendre un amour
    Comme on prend le train pour plus être seul
    Pour être ailleurs pour être bien



    Di crisantemo in crisantemo
    I nostri amici se ne vanno
    Perché la sorte condanna a morte,
    Anche le nostre Dulcinee.
    Di crisantemo in crisantemo
    Ogni altro fiore fa fagotto,
    Di crisantemo in crisantemo
    Si piange tutti e piange tutto.

    Arrivo, arrivo.
    Ma quanto avrei voluto ancora
    Portate le ossa a questa sera
    O fino al sole dell'estate,
    Fino a domani, a primavera.
    Arrivo, arrivo.
    Ma quanto avrei voluto ancora
    Vedere un fiume che sia un fiume,
    Vedere un porto che sia un porto,
    Ma alla buon'ora vederci ancora…

    Arrivo, arrivo.
    Ma perché me? Perché così?
    Perché di già e per dove andare?
    Arrivo, certo che arrivo.
    Ma forse che ho mai fatto qualcos'altro che arrivare?

    Di crisantemo in crisantemo
    Sempre più soli e superati,
    Di crisantemo in crisantemo
    Sempre di più sopravvissuti.
    Arrivo, arrivo.
    Ma quanto avrei voluto ancora
    Prender l'amore al volo come
    Si prende un treno e andare solo
    Con lei altrove e starci bene.

    Arrivo, arrivo.
    Ma quanto avrei voluto ancora
    Poter stellare un corpo amato
    D'una passione tanto ardente
    Da averne il cuore incenerito.
    Arrivo, arrivo.
    Lo so che non sei tu in ritardo,
    Sono io che faccio un po' aspettare.
    Arrivo, certo che arrivo.
    Ma forse che ho mai fatto qualcos'altro che arrivare?
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    Messaggio Da Lemond Ven Set 27, 2013 9:44 am

    Mentre è a New York nel febbraio 1967 Brel assiste ad una rappresentazione dell'Uomo della Mancha, un "musical" scritto da D. Wasserman, M. Leight e J. Darion. Il primo incontro con Don Chisciotte Jacques l'aveva avuto attraverso il libro di Cervantes, ricevuto in premio ai tempi della scuola. Dice J.B. "Ho subito pensato che D.Q. fosse il più adulto degli adulti e l'ò subito amato e quando ho saputo di quel "musical" sono andato tre volte e mi è preso una tremenda voglia di farne una mia adattazione".
    Prima di ottenere i diritti, Brel si deve sottomettere alle esigenze degli autori, ma due mesi dopo è di ritorno con il suo progetto che li conquista e la cosa è fatta, anche se a tre condizioni: 
    a) la commedia musicale dovrà essere diretta da Albert Marre, l'uomo che è stato il primo ad aver portato lo spettacolo a Broadway
    b) nessuna nota degli arrangiamenti originali dovrà essere modificata
    c) soprattutto dovrà essere lui (Jacques Brel) a sostenere il ruolo principale, cosa che non era prevista nel progetto del Nostro.
    L'accettazione è immediata, perché noi sappiamo che la semplicità è il marchio dei grandi. Very Happy
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    Messaggio Da Lemond Dom Ott 06, 2013 9:26 am

    Brel ha tutte le carte in mano per realizzare il suo ambizioso progetto e si mette all'opera. Perfezionista com'è si fa crescere e tingere i capelli e anche il volto è truccato in modo da accentuare le rughe: deve cancellare l'immagine originale del cantante per sostituirla con la maschera di Don Chisciotte. Poi deve imparare quasi tutto, perché non ha mai parlato, né camminato sulla scena e per dirla con lui: "Non sapevo che cosa significasse essere commediante". Wink
    Il 4 ottobre 1968 una parte del pubblico può assistere all'anteprima (a porte chiuse, per un mese) al teatro "De la Monnaie" di Bruxelles. La stampa è entusiasta, il pubblico ancora di più; per Jacques la sfida si è rivelata un trionfo e la "troupe" si concede due settimane di riposo, prima di cominciare le repliche al teatro parigino degli "Camps-élysées".
    Dario Moreno, che ha il ruolo di Sancho Panza, muore il 29 novembre per un'emorragia celebrale!  Brel dispose soltanto di dieci giorni per trovare un attore capace di sostituirlo e si rivolge a Robert Manuel, un attore molto bravo che deve imparare d'urgenza il suo ruolo.
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 08, 2013 9:12 am

    Il 10 dicembre la "prima" parigina è coronata da un successo *colossale* e i due uomini pieni di emozione, si abbracciano con un grande affetto, permeato di vittoria. Lo spettacolo è un vero e proprio trionfo di pubblico e di critica e forse uno dei motivi è che Brel, per realizzare questo suo sogno, ha dato al suo pubblico fino all'ultima fibra delle proprio carne! Solo un giornalista esce dal coro dei plaudenti: Jean Dutourd e Jacques nove anni dopo gli dedicherà in "Knokke-Le Zoute tango" queste righe "Elle m'attendait depuis toujours/Cerclée des serpents et des plantes/Parmi le livres de Dutourd ..."
    Questo scrittore, per altro talentuoso, sembra proprio non comprendere la poesia e il talento generalista di Brel, sublimati ad es. nella canzone "La quête"



    che riassume tutta la filosofia del Nostro: l'essere umano possiede in sé stesso la facoltà prodigiosa di superare tutti gli ostacoli e di inventare il fuoco per trasformare un luogo glaciale, pronto poi a essere dannato per questo. Evil or Very Mad 
    Per riassumere, possiamo dire che, pur essendo in Francia la commedia musicale un genere per nulla amato, "L'homme de la Mancha" ottiene un successo senza precedenti, tenendo il cartellone a Parigi per cinque mesi e si chiede di vederlo in tutti i paesi francofoni ed anche negli Stati Uniti e in Italia. Very Happy Ma, vittima di un'intossicazione alimentare che si aggiunge all'enorme fatica di quei mesi, Brel decide di interrompere lo spettacolo. Per questo e  per la magrezza eccessiva, i rumori abbondano, ma il cancro per il momento non c'è.
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    Messaggio Da Lemond Gio Ott 10, 2013 2:23 pm

    Brel non vede alcun inconveniente che il suo ruolo sia interpretato da qualcun altro, ma tutti gli attori sollecitati arrivano alla stessa conclusione: "Dopo Brel è impossibile!"
    Poco prima della conclusione dello spettacolo F.R. Cristiani, giornalista indipendente, era riuscito a riunire intorno ad un tavolo i tre più grandi *monumenti* della canzone francese: Brel, Brassens e Ferré. Questo trio leggendario, bevendo e fumando, si esprime riguardo al proprio mestiere, alle donne e alla morte, ciascuno dei tre rimane fedele alla propria immagine e in definitiva non apporta granché di nuovo.

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    Messaggio Da Lemond Ven Ott 11, 2013 12:16 pm

    Girata la pagina dell' "Homme de la Mancha" Brel accetta di interpretare il ruolo principale in un film di E. Molinaro "Mon oncle Benjamin". La storia si svolge nella Francia pre-rivoluzione e, ormai allenato alla fatica, segue con passione e gradimento corsi di equitazione e di scherma. Il personaggio (Benjamin Rathery) gli assomiglia abbastanza: entrambi possiedono il carattere degli uomini di avventura e di fronda. Dice Brel: "Amo il suo aspetto vendicatore e la sete di libertà, mentre non condivido la sua voglia di pubblicizzare i suoi atti, io mi ritengo un solitario e un nemico di ogni scandalo pubblico". Comunque sia, in questo film, darà una delle sue interpretazioni migliori. Smile
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    Messaggio Da Lemond Mer Ott 16, 2013 9:35 am

    Nello stesso tempo, Brel, che vola da cinque anni come pilota dilettante, decide di segire un corso alla scuola di Ginevra e, dopo nove mesi, otterrà la licenza di pilota professionista e questo brevetto, dice lui: "E' il pezzo di carta di cui sono più fiero!" Così potrà prendere i comandi di un bireattore a reazione con nove posti e volare, portare il cuore fra nuvole e sfiorare l'inaccessibile stella che scintilla in fondo a tutti i suoi sogni. Wink
    Nel giugno 1970 gira Mont-Dragon, dove recita un ruolo piuttosto ignobile e sarà proprio lui a fare le spese dell'ideologia del film: la misoginia del protagonista non favorirà per niente la sua reputazione, ma pur sapendolo Jacques accetta, perché un attore degno del nome deve essere capace di interpretare i ruoli più vari. Fra i collaboratori ritrova A. Levent e con lui progetta piani sempre più completi per poter realizzare un film come regista. A questo proposito ha un ruolo importante anche M. Carné che non esita a confrontare Brel con Gabin e gli insegna tutto quel che può sui rudimenti della sua arte, mentre girano insieme "Assassins de l'ordre". E alla fine Jacques si sente pronto a lanciarsi nella nuova avventura.
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    Messaggio Da Lemond Gio Ott 17, 2013 9:31 am

    Nel giugno 1971 comincia a girare il suo primo film ambientato fra Ostenda e Bruges. In una pensione di tipo famigliare, ai bordi del Mare del Nord dei piccoli impiegati sono in vacanza ed in questo clima, fatto più di bruma che di sole, i due personaggi (Leon e Leonie) si incontrano. Lui (Brel) è un uomo molto introverso e non troppo capace di vivere e lei (Barbara) si vede come una specie di principessa delusa dalla vita. Attraverso questo idilio i due si inventano un mondo immaginario che provocherà lo scherno e la crudeltà di chi li conosce. Leon, sommerso dagli altri, oltre che da sé stesso cercherà di difendersi, anche eroicamente, prima di accettare la sconfitta e la morte, mentre Leonie ritorna in famiglia, consapevole che quel rapporto era quasi solo un gioco. "Franz" (il titolo del film) non attirerà molto pubblico in sala, ma avrà un successo di stima da parte dei critici, incoraggiante per il regista in erba che confessa: "Mi do dieci anni di tempo per diventare un regista accettabile, ma se un giorno scoprissi come si riesce a realizzare un film di successo, in quel momento cambierei attività".
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    Messaggio Da Lemond Mar Ott 22, 2013 12:20 pm

    Claude Lelouche e Lino Ventura erano andati a trovare Brel mentre girava Franz per proporgli una parte nel film "L'avventura è l'avventura". Jacques accetta "a scatola chiusa" perché così potrà osservare il lavoro del grande regista. Il film racconta la storia di cinque rapitori di personaggi famosi, il primo dei quali è Johnny Halliday, che interpreta sé stesso. Jacques apprezza subito le qualità umane del cantante, che da quel lato invece non aveva mai ... E la loro diventa un'amicizia, cementata dalla comune passione per il volo e andranno spesso insieme nell'aereo pilotato da "La gran jacques". Altro punto di contatto: l'insonnia. "Si restava entrambi al bar dell'hotel anche fino alle sette del mattino e, prima di andare a letto, si discuteva su come avrebbe dovuto essere il mondo". E poi, alle dieci, Jacques svegliava Johnny per dirgli: "Levati, che andiamo da qualche parte ... dove ci porta l'aereo". Wink
    Nel corso del film, Jacques farà altre due conoscenze determinanti: Lino Ventura e Maddly Bamy, che sarà la sua ultima compagna. Va detto, "en passant", che la vita sentimentale ha conosciuto molto movimento dall'inizio degli anni sessanta.
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    Messaggio Da Lemond Sab Ott 26, 2013 8:54 am

    La casa discografica Barclay è in gravi difficoltà e Brel non sa come fare per aiutare il suo amico, perché ormai da tempo non scrive più canzoni. Eddie (Barclay) gli propone allora di registrare, con arrangiamenti nuovi, vecchie canzoni emblematiche, che appartengono al catalogo Philps. Questa soluzione non piace per niente a J.B. perché quando un bambino è nato, è nato, non lo si rimette al mondo anni dopo! E anche il pubblico, secondo lui, sarà di questo avviso e non dubiterà un solo istante che si tratta di una semplice operazione di "marketing". Ma, privilegiando l'amicizia, a detrimento della qualità artistica, accetta e l'album "Jacques Brel - luglio 1972" sarà pubblicato, senza però implicazione personale da parte del cantante-attore-scrittore. In quell'anno il nostro artista accumula le disgrazie, perché saprà che il suo più caro amico Jojo è attaccato da un cancro. Evil or Very Mad

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